Piante ornamentali: l’ananas

frutto ananas

L’ananas è una pianta che proviene dalle zone tropicali dell’America meridionale e centrale, che appartiene alla famiglia delle Bromeliaceae, il cui nome deriva dalla parola “nanas”, cioè il modo in cui la chiamavano gli indios sudamericani.

L’ananas comprende 5 specie di piante sempreverdi dalle foglie nastriformi e dai margini spinosi, e ne fa parte anche la varietà commestibile. L’ananas viene coltivata anche come pianta ornamentale da appartamento, soprattutto in Italia, dove il clima non sempre ne permette la fruttificazione.

La specie commestibile è l’ananas comosus ed è originaria del Brasile e della Colombia; può arrivare ad un’altezza di 80 o 100 centimetri. Le foglie possiedono un colore verde e grigio, di forma arcuata disposte a formare una rosetta al centro della quale nasce un’infiorescenza formata da fiori a tre petali blu coperti da brattee rosa. In Italia i frutti della pianta di ananas crescono sono in serra calda e in appartamento restano di piccole dimensioni.

Pianta di vetro

pianta di vetro

Il nome scientifico della pianta di vetro o Impatiens deriva con ogni probabilità da una caratteristica tipica di queste specie, o me­glio dell’involucro che contiene i loro semi. Infatti, allorché i semi stessi sono comple­tamente maturi, la piccola sacca si fende spontaneamente lanciando lontano i piccoli frutti che vanno così a disseminarsi nel ter­reno provvedendo alla naturale e spontanea riproduzione quasi fosse impaziente di rin­novarsi.

La pianta di vetro viene impiegata, per so­lito, come specie da appartamento, dato che essa continua a fiorire per tutto l’inverno se collocata in ambiente adatto, poco riscaldato ma molto luminoso, e in posizione protetta dai raggi diretti del sole.

A parte questa utilizzazione, la pianta di cui ci stiamo occupando svolge un’importan­te funzione decorativa anche all’aperto, pur­ché in ombra o in semiombra, sia in piena terra sia in vaso. Con la pianta di vetro, in­fatti, si possono realizzare bellissime bor­dure, aiuole, macchie al margine del tap­peto verde, si possono ravvivare le zone meno buie del sottobosco e arricchire il giar­dino roccioso o i muri fioriti.

Fra l’altro, l’utilizzazione della pianta di ve­tro è facilitata dalla straordinaria rapidità con cui queste piante si possono riprodurre attraverso le talee da far radicare in acqua e che si ottengono semplicemente staccando un rametto e ponendolo in un vasetto tra­sparente da tenere in buona luce e al caldo. A radificazione avvenuta, la talea può essere piantata in terriccio universale o in terra nor­male mista a sabbia e a torba.

Peperoncino ornamentale

peperoncino

L’origine del nome latino di queste piante non è del tutto certa, tuttavia sembra che es­so derivi dal vocabolo latino capsa, ossia cassa, in riferimento alla forma dei frutti, che sono appunto cavi come una scatola.

Invece, il nome comune del peperoncino, come del resto per il peperone, deriva quasi certamente dal greco peperi ossia pepe e fu attribuito a queste piante in relazione al sa­pore acre e piccante della polpa dei loro frutti.

Anche nel linguaggio floreale il peperoncino è presente con una simbologia che fa riferi­mento all’ardore che può essere spento solo da una amorosa corresponsione.

Queste graziose piante trovano impiego sia in giardino sia sul balcone come bordura, sulla roccaglia, nel bordo misto o come ele­mento di colore ai margini dell’orto. In cas­setta, sul balcone, costituiscono un elemento di curiosità e, potendo operare una certa rotazione, i vasi si possono utilizzare anche come elemento decorativo per l’apparta­mento, senza dimenticare che i peperonci­ni quando sono ancora freschi e turgidi co­stituiscono un prezioso apporto per le com­posizioni cosidette «secche», miste di fiori e frutti o di fiori e verdure. È opportuno ri­cordare che i frutti del peperoncino orna­mentale sono piccantissimi e, una volta es­siccati, servono in cucina in sostituzione del­la normale paprica.

Ginepro, la pianta delle “coccole”

ginepro

II nome di questa pianta ha le sue radici in due parole latine jumenta, giumenta e pa­rere, ossia generare, con il significato di «far partorire il bestiame». Infatti i frutti del gi­nepro, che si chiamano coccole o galbule, erano considerate nell’antichità dei validi sti­molanti della funzione uterina durante il parto. Oggi, questi graziosi frutti blu, che giungono a maturazione verso l’autunno, tro­vano ampio impiego come essenza aromati­ca, sia nella preparazione di vivande a base di carne, e soprattutto di selvaggina, oppure per dare profumo a vari liquori e per distil­lare l’essenza del famoso gin.

Le diverse specie di juniperus o ginepro (da quello più noto, che è il communis, e da cui si raccolgono le aromatiche coccole blu, sino ai ginepri più decorativi e di origine esotica) vengono impiegate per la creazione di siepi e macchie isolate, per coprire scar­pate e declivi, per ornare le roccaglie e an­che per la coltivazione in vaso sul balcone.

Con le specie di più alta statura si possono realizzare anche quinte e divisioni fra giar­dino e giardino oppure compatti filari ai lati di viali o di «parterre» erbosi.

L’unica preoccupazione, per quanto riguar­da la coltura del ginepro, è riservata alla scelta della specie, per evitare di piantare presso il mare un ginepro più adatto al clima montano e viceversa.

Columnea, la pianta che rende esplicita una dichiarazione d’amore

Columnea

Il nome scientifico di questa specie ricorda un patrizio romano vissuto fra il 1500 e il 1600, un tal Fabio Colonna (meglio cono­sciuto come Fabius Columna) che scrisse una importante opera botanica pubblicata a Napoli nel 1592.

Nella simbologia dei luoghi d’origine, la columnea equivale a «leggiadria» e quindi la offerta di una di queste piante viene inter­pretata come uno degli omaggi più espliciti che un uomo possa rivolgere a una donna tramite il gentile messaggio di un fiore.

Nel nostro clima la columnea non può essere impiegata in altro modo che come specie d’appartamento, ed è importante ricordare che per il suo stesso portamento, questa pianta ha bisogno di essere sistemata in una posizione tale che i lunghi tralci fioriti pos­sano ricadere liberamente. Soltanto in tal modo la fioritura della co­lumnea potrà acquistare il dovuto risalto, gra­zie anche allo sfondo lucente e morbido for­mato dal fogliame che si dispone, natural­mente, in una specie di tappeto fittamente intrecciato.

Ciliegio d’inverno, per un’amicizia duratura!

ciliegio d'inverno

Nel Sudamerica attribuiscono al ciliegio di inverno, appartenente al genere solarium, ec­cezionali qualità terapeutiche, soprattutto di carattere sedativo, e questo spiega ampia­mente la ragione che ha determinato la scel­ta del nome scientifico di queste piante. In­fatti, Solanum deriva dalla parola sudameri­cana solanem ossia consolazione, a indicare i notevoli vantaggi che si possono ottenere affidandosi ai medicamenti ricavati dalle boc­che di queste graziose piante. Nel linguag­gio floreale, il ciliegio d’inverno rappresenta l’«amicizia duratura», forse a causa della notevole durata dei suoi frutti, che persisto­no sui rami per mesi, dall’autunno sino alla fine inverno.

II ciliegio d’inverno, si utilizza soprattutto come pianta da appartamento, ma nelle re­gioni a clima mite può essere impiegato an­che nella decorazione di cortili e verande e, al limite, anche in piena terra, purché in posiziona riparata e non troppo esposta al sole.

Nelle zone a clima rigido, dopo aver passa­to la cattiva stagione in casa, il ciliegio d’in­verno può essere posto senza alcun timore all’aperto sempre in luogo tiepido e in mez­z’ombra.

Calceolaria, dove utilizzarla, malattie e parassiti e le specie più belle

calceolaria

È tale la grazia di questa pianta da renderla adatta ad essere impiegata ovunque, in giar­dino come sul balcone, ma purtroppo a que­sta possibilità si contrappongono le limita­zioni imposte dalle avversità climatiche che, in molte regioni, consentono di utilizzare le calceolarie soltanto come specie da apparta­mento. Altrove, invece, è possibile piantare le calceolarie anche in piena terra o in cas­sette all’aperto, per formare bordure o per arricchire il rock-garden.

Le calceolarie possono essere attaccate con una certa facilità da cocciniglie e pidocchi, e il loro fogliame può essere deturpato dal «mal bianco». Al primo accenno della pre­senza di parassiti, è necessario intervenire subito con olio anticoccidico contro le coc­ciniglie e insetticida al piretro  contro i pidocchi o afidi. Per la lotta contro il «mal bianco» (una patina bianca o fari­nosa) si consigliano irrorazioni di acqua e zolfo ramato (4 g ogni litro d’acqua) da ri­petere ogni settimana sino alla completa scomparsa dell’infezione.

Fra le calceolarie arbustive,  le più note per il loro valore decorativo sono queste:

Tonificare le piante, Ottobre è il mese giusto

gruppo piante

Non tutte le piante, proprio come capita agli esseri umani, seppure coltivate allo stesso modo e sistemate nell’identica posizione, reagiscono positivamente alle cure e all’azione dei vari prodotti. Questo dipende dalla natura delle diverse specie e dalle caratteristiche di ciascun esemplare; per cui molto spesso ci si trova di fronte a risultati sconfortanti, a cui non è facile porre rimedio proprio perché non è possibile (o almeno è molto difficile) stabilire con assoluta certezza la causa di un insuccesso.

In questi casi, di solito, si tira in ballo il famoso « pollice verde », si ammette di non possederlo e così si declina ogni responsabilità. Ora, visto che ne stiamo parlando, possiamo anche dirci — chiaro e netto — che questa storia del pollice verde è una gran bella invenzione degli inglesi che, essendo molto abili nel coltivare i fiori, possono vantarsi della misteriosa virtù che consente di ottenere risultati eccezionali anche dalle specie più difficili.

Per noi italiani, che in fatto di giardinaggio andiamo maluccio e che di passione per il verde cominciamo ad averne soltanto adesso, è meglio evitare di parlar tanto di questo famoso pollice e cercare, invece, di documentarsi meglio sulle necessità delle varie specie e sul modo di coltivarle.

Una delle fasi critiche nella vita delle piante ornamentali da appartamento è proprio quella che coincide con la fine dell’estate e il momento in cui debbono essere riportate in casa, al chiuso , dove sarano costrette  a respirare aria povera di ossigeno.