Arredare il giardino: inserire un’aiuola

Arredare il proprio spazio verde, ormai lo sappiamo, vuol dire tante cose: si parte dalla creazione di uno spazio vivibile con tanto di tavolini da giardino e sedie, fino ad arrivare a dei veri e propri porticati in legno che siano in grado di proteggere dal sole e dalla pioggia. Arredare il giardino però, è anche sinonimo di altro, ad esempio: un’aiuola potrà stare bene nel mio spazio? Come posizionarla? Quali fiori scegliere? Gli interrogativi potrebbero durare per ore.

Cerchiamo quindi di capire come quando e come creare un’aiuola all’interno del nostro giardino.

Piante ornamentali: l’Amorpha fruticosa

L’Amorpha fruticosa – conosciuta anche come Falso indaco – è una magnifica pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Fabacee ed originaria dell’America del Nord, anche se la sua diffusione si è ormai allargata a tutte le zone temperate del Pianeta. E’ costituita da un fusto molto ramificato, che può raggiungere anche i tre metri di altezza, ammesso che la pianta venga coltivata in piena terra. Le foglie sono costituite da decine di foglioline ovali, colore verde brillante. I fiori sono riuniti in spighe di colore rosso scuro e fanno la propria comparsa alla fine della primavera, per poi rallegrare l’ambiente circostante per tutta l’estate.

Il Falso indaco regala il meglio della sua bellezza nella coltivazione in piena terra, ma lo si può allevare anche in vaso, dove però raggiungerà dimensioni più contenute. Non è difficile da coltivare e richiede davvero pochi accorgimenti per crescere forte e vigoroso.

Felci, approfondiamone la conoscenza

Felci

Come abbiamo visto ieri nell’articolo sulla moltiplicazione delle piante , le specie ornamen­tali fra le più decorative e simpatiche che esistano, sono le felci ed è di queste belle piante ornamentali che ci comincieremo ad occupare da oggi e nei prossimi giorni. 

Le specie raggruppate sotto il termine ge­nerico di «felci» sono moltissime: circa 9000, tra cui esistono pianticelle alte pochi centimetri e le imponenti felci arboree australia­ne, che sono veri e propri alberi alti anche 25 m. Esistono specie spontanee anche nel nostro Paese e specie di origine esotica, coltivate come piante ornamentali da ap­partamento.

Il terriccio ideale è quello costituito da 2/4 di torba, 1/4 di sabbia e 1/4 di terra nor­male.

L’esposizione deve essere assolutamente om­brosa, al riparo dal vento. Nelle regioni del Nord Italia le felci normalmente perdono le foglie, che rivegetano in primavera. È opportuno proteggere i cespi, alla fine dello autunno, con foglie secche.

 

Musa velutina, ovvero la Banana rosa

musa ornata

La Musa velutina, conosciuta anche come Banana rosa, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Musaceae originaria dell’Asia, la cui caratteristica principale è quella di essere l’unica specie di banano che riesce a fiorire e a fruttificare anche in appartamento.

Questa pianta raggiunge altezze di circa 150 o 200 centimetri, e in primavera produce delle infiorescenze a rosetta costituite da brattee di colore fucsia alla cui base sbocciano piccoli fiori gialli o arancioni; in estate, poi, alla base delle brattee, maturano i frutti, ovvero delle piccole banane di colore rosa porpora, coperte di una sottile peluria che rende il frutto come ricoperto di velluto.

Queste piccole banane sono commestibili, anche se il loro sapore è un po’ acidulo e dentro alla polpa ci sono grossi semi; proprio per questo la Musa velutina viene coltivata soprattutto come pianta ornamentale.

Iberide, il bou­quet della sposa

Iberis

II nome scientifico dell’iberide, ossia Iberìs, deriva dall’antico nome del paese da cui provengono queste piante, l’Iberia, che cor­risponde all’attuale meravigliosa Spagna. Nel linguaggio comune le iberidi prendono vari nomi: «porcellana», «tlaspi», «bou­quet della sposa», «fiocco di neve», «ce­stello d’argento»,  «nevina».

L’iberide, come gran parte delle erbacee perenni, trova ampio impiego in molte zone dei nostri giardini, ma anche e anche sui balconi e sulle terrazze. In modo particolare, l’iberide è indicata per formare ricche bordure e macchie ai margini dei prato, per coprire brevi scarpate, per formare massa cromatica sulle roccaglie di una certa dimensione oppure per ricadere dai muretti a secco.

Le belle corolle delle iberidi si prestano anche al­la realizzazione di composizioni e rappre­sentano una fresca e gradevole decorazione per la casa, tanto più che esse resistono davvero a lungo recise, e, le loro corolle si accordano facilmente an­che con fiori di altra specie purché di colore tenue.

Cycas, orniamo di palme il nostro giardino

cycas

II nome scientifico di queste belle piante deriva dal greco kikas, termine che serviva a indicare genericamente un gruppo di pal­me abbastanza somiglianti alle nostre cycas. Nei Paesi di origine le piante di cui ci stiamo occupando hanno un notevole valore ali­mentare in quanto:

  • dai tronchi della C. circìnnalìs si estrae la farina di sagù;
  • i semi della C. media si consumano cotti;
  • i semi rossi della C. revoluta, che è quella che noi coltiviamo a scopo ornamentale, sono considerati una vera e propria leccor­nia;
  • le foglie della specie C. rumphìi, in Australia, si mangiano sia cotte che crude sotto forma di insalata;
  • con le grandi fronde delle cycas, in Polinesia e Papuasia si fabbricano ventagli e flabelli riservati ai capi tribù e agli stregoni;

Cotognastro, una pianta ornamentale di origine Orientale

Cotognastro

Ii nome di queste specie è di chiara derivazione greca e significa letteralmente «simile al cotogno».

I cotognastri o Cotoneaster sono presenti, come piante ornamentali, nei giardini europei da circa 200 anni, ossia dall’inizio dello Ottocento. Fu il botanico Rupp il primo ad interessarsi di queste specie,  scoperte durante un viaggio in Estremo Oriente, luogo d’origine di molti Cotoneaster.

Le belle piante di cui ci stiamo occupando possono essere impiegate con altrettanto successo in giardino e sul balcone, sulle roccaglie e le scarpate, per decorare i muri fioriti o per accompagnare il movimento di una scala o il disegno di una vasca. Grazie al portamento ricadente o strisciante, molte specie di cotognastri si prestano a formare ricchi festoni oltre balaustre o ringhiere, cassette o grandi orci di terracotta.

Come ottenere un balcone accogliente

balconi accoglienti

Esiste un balcone che si possa definire di misura ideale?

Evidentemente è difficile ri­spondere alla domanda, tanto più che in tal senso concorrono valutazioni di carattere esclusivamente personale. Comunque un balcone su cui poter coltivare un discreto numero di fiori senza dover faticare troppo potrebbe avere le dimensioni di 6 m per 1 m e mezzo. Spesso la realtà è però ben diversa e lo spazio destinato ai fiori si riduce a una lista di cemento lunga 5-6 m e larga a ma­lapena 70-80 cm: si tratta quindi di un bal­cone lungo e stretto, senz’altro non facile da decorare.

Tuttavia, con un accorto gioco di masse chia­re e scure, con la scelta di recipienti adatti, è possibile ottenere qualche buon risultato sul piano decorativo.

Vediamo, in pratica, quali accorgimenti si possono adottare per avere un bel balcone fiorito:

Bouganville, fiori che non attirano insetti

boucanville

II nome scientifico di queste stupende piante ricorda un esploratore e botanico francese vissuto nel Settecento, Louis de Bougainville, che recatosi nelle zone equatoriali del Brasile rimase talmente affascinato dall’apparizione di un albero letteralmente fasciato da una coltre cremisi di «fiori», da decidere di portare senz’altro in Europa qualche esem­plare della strana pianta. In seguito, il nuovo rampicante prese il no­me del suo scopritore e i naturalisti accer­tarono che quelli che erano stati ritenuti i fiori della Bougainvillea altro non erano che foglie modificate, ossia brattee. La ragione che ha determinato questa tra­sformazione sta nel fatto che i veri fiori della buganvillea sono del tutto insignificanti e quindi insufficienti ad attirare gli insetti che debbono provvedere alla fecondazione delle corolle e assicurare la continuità della spe­cie.

L’utilizzazione è quella delle piante rampi­canti o sarmentose, ossia caratterizzate da rami lunghi e flessuosi, adatti ad ornare per­golati e ringhiere, muri e cancellate, colonne o vecchi tronchi. La buganvillea può essere coltivata in vaso e quindi servire anche alla decorazione dei balconi o dei cortili.

Papiro, carta degli Egizi

papiro

II nome di questa antica, interessante e cu­riosa pianta, deriva da quello dell’isola di Cipro ed è curioso rilevare che, un tempo, Cyperus era la denominazione greca di una specie aromatica, non meglio identificata, con cui gli Sciti preparavano unguenti ed aromi che usavano durante l’imbalsamazio­ne dei loro re e del gran sacerdote.

È del tutto ignota la ragione per cui Linneo, il grande naturalista svedese considerato il padre della sistematica moderna, abbia scel­to proprio questo nome per indicare la pian­ta di cui ci stiamo occupando.

Il significato simbolico di questa pianta è «tutte le cose che non saprei mai dirti a voce».

Pandano, albero a vite

pandano

L’origine del nome di queste piante è assai antica e si riferisce direttamente al termine malese pandang che gli indigeni del grande arcipelago asiatico usano per indicare, ap­punto, le grandi distese di pandani, alti an­che 10-15 metri che affiorano dalle paludi o lungo i bordi delle lagune sorretti da alte ra­dici che sembrano vere e proprie zampe. Gli inglesi chiamano i pandani «albero a vite» o «pino a vite» per indicare la strana inser­zione a spirale delle foglie sul tronco. In In­dia, i germogli del «cavolo-palmizio» o Pandanus odoratissimus o P. utilis, costitui­scono una vera e propria leccornia e una provvida risorsa alimentare.

Dato che il pandano non emette corolle di particolare bellezza, la simbologia floreale lo ignora del tutto; viceversa è bene ricordare che nelle Filippine e in Malesia esso è con­siderato sacro, tanto è vero che fra le alte zampe delle sue radici non è raro vedere i resti di antiche pagode o di templi votivi.

L’utilizzazione del pandano è quella comu­ne a tutte le piante d’appartamento, senza dimenticare che i pandani, purché in clima favorevole, possono costituire un ottimo ele­mento decorativo anche per il giardino, so­prattutto se questo ha una impostazione di stile mediterraneo o addirittura esotico, con molte piante grasse, rocce e stagni con spe­cie acquatiche, papiri, fior di loto e così via. Per ovviare al colore polveroso che spesso assumono, si deve ricorrere a frequenti spruz­zature con un buon lucidante fogliare.

Nidulario, abbeveratoio naturale

Nidularium

II nome scientifico del Nidularium deriva dal vocabolo latino nidulus, diminutivo di nidus (nido) a indicare la particolare disposizione dell’infiorescenza che nasce, di solito, dal centro della rosetta di foglie centrali, dispo­ste, appunto, come in un nido.

Queste belle piante erano del tutto scono­sciute in Europa, sino alla metà dell’ ‘800, ma in seguito si diffusero con un ritmo assai veloce, in considerazione della bellezza e del valore decorativo delle varie specie. Ad ac­crescere l’interesse del pubblico nei con­fronti del Nidulario, contribuì senz’altro la creazione di moltissimi ibridi, ottenuti do­po lunghi ed elaborati incroci, che presenta­no fogliame variamente striato e macchiato, ravvivato al centro dalla inconfondibile ro­setta rossa, porpora o corallo da cui si alza, snello ed elegante, lo stelo che porta l’infio­rescenza che può essere bianca, viola o blu.

Una curiosità scientifica riguarda l’abitudine di alcuni rettili, dei minuscoli uccelli «mo­sca» e dei colibrì, di andare ad abbeverarsi proprio nella pozzetta d’acqua che si for­ma nel cuore dei Nidulari, al centro della rosetta di foglie.

Piante invernali: il Limone Lunario

limone lunario

Un agrume molto diffuso nelle regioni dell’Italia centrale e vicino ai grandi laghi è il limone, che viene coltivato sia come albero da frutto che come pianta ornamentale; se si desidera una fioritura invernale, la varietà più indicata è il Limone Lunario.

Il limone è originario dell’India e dell’Indocina, ed è arrivato nelle regione mediterranee grazie agli arabi; fra le tante varietà di limone, in inverno quella più bella è il limone lunario, il cui nome botanico è Citrus limonlunario”, che si caratterizza per la sua decoratività. Il lunario ha la capacità di fiorire e fruttificare in tutti i mesi dell’anno, cioè tutte le lune, e proprio da questa sua caratteristica viene il suo nome. Il lunario riesce a fiorire splendidamente anche d’inverno, creando una bella macchia di colore all’interno del giardino, grazie al bianco dei fiori e al giallo dei frutti.

Edgevorzia, per i documenti importanti e per le colonie costose

Edgevorzia

Il nome scientifico di questo interessante ge­nere botanico, ricorda lo studioso inglese M. P. Edgeworth, e la scelta di tale denomina­zione si deve allo svizzero Meissner, un na­turalista che compì molti viaggi alla ricerca di nuove piante. Fu appunto durante una spedizione in Cina che Meissner scoprì l’ edgevorzia e la portò in Europa.

Dalle fibre del legno di questi esotici arbu­sti in Oriente si ricava una speciale carta, che si lavora a mano e che anticamente ve­niva usata per la fabbricazione di cartamo­neta e attualmente impiegata solo per im­portanti documenti ufficiali.

Oggi l’edgevorzia si sfrutta soprattutto per la raccolta dei fiori, dal delicatissimo profu­mo, da cui si estrae un’essenza molto ap­prezzata e che entra come «base» nella composizione delle colonie più costose.