Talea

Talea

Con il termine talea si indica un frammento di pianta tagliato e collocato in acqua o terra perchè ne nascano nuovi esemplari della pianta madre. In genere la talea è rappresentata da una porzione di ramo (talea di ramo) ma anche foglie (talea di foglie), fusti (talea di fusto) e radici (talea di radice) possono fungere allo scopo.

Il periodo più indicato per prelevare le talee è la primavera. Se le si mette a radicare in vaso è opportuno che il substrato sia costituito da perlite o, in alternativa, da un miscuglio di sabbia e terra o di torba e terriccio da semina. Se invece si mette la talea a radicare in acqua, la nuova piantina andrà trapiantata non appena avrà emesso un buon numero di radici.

Dieffenbachia: le cure colturali

Molto spesso capita che le piante da appartamento perdano le foglie alla base; questo fenomeno è normale soprattutto se si tratta di esemplari già adulti, che possono attraversare un periodo di caduta delle foglie. Negli esemplari giovani, la perdita basale delle foglie può dipendere da diversi fattori, primi fra tutti quelli di carattere climatico come le correnti d’aria, oppure da eccessive bagnature, dal ristagno idrico o dalla carenza di elementi nutritivi.

Quando le piante si spogliano alla base, perdono gran parte della loro bellezza e della loro salute, quindi è necessario intervenire rapidamente. Una delle piante da appartamento che perde più spesso le foglie basali è la Dieffenbachia, un esemplare coltivato proprio per le sue foglie molto decorative.

Non appena si manifesta il fenomeno della caduta delle foglie basali, è necessario intervenire subito sottoponendo la pianta ad un intervento drastico ma indispensabile, ovvero tagliare la pianta a 10 o 15 centimetri dalla base ed ottenere diverse talee che poi potranno essere usate per assicurarsi nuove piante.

Rampicanti sempreverdi, la clematide

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Al genere Clematide (Clematis), della famiglia delle Ranunculaceae, appartengono circa 250 specie di piante erbacee o legnose, rampicanti a foglie decidue o sempreverdi, rustiche e non; sono caratterizzate da fusti sottili e fogliame di colore verde scuro, ricoperto da una sottile peluria, e da fiori molto grandi, semplici o doppi, nei toni del rosa, del blu e del viola. Mentre durante i mesi freddi gran parte delle specie perde il fogliame, la specie della quale vi parliamo oggi è una sempreverde, ideale per la creazione di siepi e la copertura di muri e inferriate, e resta fiorita per molta parte dell’anno; si tratta della Clematis armandii, nota anche con il nome di Clematide cinese.

Rampicanti sempreverdi, la clematide

Si tratta di una specie rustica che vive bene all’aperto in quasi tutte le regioni d’Europa, fatta eccezione per quelle in cui la temperatura scende sotto i dieci gradi; se l’inverno non è troppo rigido inoltre la clematide cinese inizia a fiorire già dal mese di febbraio, donando un primo tocco di colore ai giardini dormienti. Nonostante si tratti di una pianta piuttosto robusta, può essere coltivata anche in vaso a patto però che questo sia abbastanza capiente e di procedere al rinvaso ogni due anni.

Fiori invernali, la viola del pensiero

viole del pensiero

Le viole del pensiero (Viola hybrida) sono ibridi ottenuti da specie originarie di Europa e Turchia (V. lutea, V. tricolor, V. odorata, V. cornuta, V. x wittrockiana), caratterizzati da fiori inodori a cinque petali molto grandi e di colori vistosi, che vanno dal bianco al nero puro con centro scuro o giallo, e dotati di foglie verde scuro non molto decorative;  la loro fioritura avviene in autunno e inverno e all’inizio della primavera per questo motivo sono molto amate da chi desidera avere un giardino sempre fiorito.

Quanto alle cure colturali, le viole del pensiero non hanno particolari esigenze in fatto di terreno; questo va arricchito con torba, sabbia e terriccio universale solo nel caso fosse troppo pesante e calcareo. L’esposizione varia in base al periodo in cui sono state messe a dimora: le viole del pensiero interrate in autunno hanno bisogno di una posizione in  pieno sole, quelle poste a dimora in primavera in penombra. Poichè non temono il freddo, è quindi possibile porle a dimora anche in questo periodo per vederle fiorire già in primavera.

Ciliegio d’inverno, per un’amicizia duratura!

ciliegio d'inverno

Nel Sudamerica attribuiscono al ciliegio di inverno, appartenente al genere solarium, ec­cezionali qualità terapeutiche, soprattutto di carattere sedativo, e questo spiega ampia­mente la ragione che ha determinato la scel­ta del nome scientifico di queste piante. In­fatti, Solanum deriva dalla parola sudameri­cana solanem ossia consolazione, a indicare i notevoli vantaggi che si possono ottenere affidandosi ai medicamenti ricavati dalle boc­che di queste graziose piante. Nel linguag­gio floreale, il ciliegio d’inverno rappresenta l’«amicizia duratura», forse a causa della notevole durata dei suoi frutti, che persisto­no sui rami per mesi, dall’autunno sino alla fine inverno.

II ciliegio d’inverno, si utilizza soprattutto come pianta da appartamento, ma nelle re­gioni a clima mite può essere impiegato an­che nella decorazione di cortili e verande e, al limite, anche in piena terra, purché in posiziona riparata e non troppo esposta al sole.

Nelle zone a clima rigido, dopo aver passa­to la cattiva stagione in casa, il ciliegio d’in­verno può essere posto senza alcun timore all’aperto sempre in luogo tiepido e in mez­z’ombra.

Tisane depurative

tisane

Una vita viziosa condizionata da alcool, tabacco, eccitanti, magari vissuta in un ambiente inquinato, non è certo un buon presupposto per mantenersi sani.
Aver cura del proprio corpo significa disporsi anzitutto nelle condizioni ideali per opporsi ai piccoli malanni. Certamente una tisana depurativa non si presenta attraente come una tazzina di caffè, ma ne possono bastare poche tazze per liberare l’organismo da una parte dei veleni che lo intossicano.

Più volte abbiamo toccato l’argomento delle piante medicinali ed oggi voglio illustrarvi le proprietà benefiche “naturali” di altre due pianticelle :

La propagazione delle piante grasse

piante grasse

La propagazione delle piante grasse è piuttosto facile; la moltiplicazione vegetativa è la tecnica più rapida per ottenere nuove piante ed è l’unico sistema per poter riprodurre gli ibridi. La semina è un metodo più lento, ma permette di ottenere molti esemplari e di creare nuovi incroci in modo estremamente economico.

La tecnica più comune di moltiplicazione vegetativa è la talea, che consente di ottenere nuovi esemplari con le stesse caratteristiche della piante madre. Molte piante grasse emettono rami laterali che si possono staccare facilmente con una semplice trazione, oppure si può prelevare una talea di fusto, tagliando la parte apicale con un coltello sterilizzato e molto affilato. La talea va lasciata su un ripiano a riposare per circa una settimana affinché si cicatrizzi la superficie di taglio.

Alcune piante grasse si possono moltiplicare facilmente per talea di foglia; staccate delicatamente una foglia da una rosetta o da un fusto, e lasciatela riposare qualche giorno affinché si formi il callo, quindi piantatela inserendo la base in sabbia quasi asciutta. Dopo una settimana inizierà a formarsi una nuova piccola rosetta, e la foglia da cui eravate partiti avvizzirà; a questo punto potete iniziare a bagnare, ma con moderazione.

Tecniche di propagazione: la Talea

talea

Nei blog dedicati alla nobile arte del giardinaggio capita spesso di imbattersi nel termine “talea”, ma siamo sicuri di conoscerne il significato preciso? Per aiutarvi nella comprensione, vi proponiamo una breve guida, nella speranza che possa esservi utile ad “allenare” il vostro pollice verde.

Con il termine talea si indica un frammento della pianta, opportunamente tagliato e posto nel terreno o in acqua, che riesce a a rigenerarsi ed a moltiplicarsi, dando vita ad una sorta di clone della pianta stessa.

Generalmente per una buona riuscita dell’operazione si preferisce affidarsi alle talee di ramo, ma per alcune piante è possibile utilizzare anche altre parti della pianta, come ad esempio la radice o la foglia, capaci anch’esse di formare degli apparati radicali tali da generare una nuova vita.

Gerani, calendario delle cure stagionali

gerani cure mese per mese

Il geranio, denominazione sotto la quale ricadono due generi di piante diverse, è una specie a fioritura primaverile. La gran parte delle cure colturali va quindi effettuata nei momenti che precedono la fioritura e variano di intensità nei diversi mesi dell’anno.

Vediamo quindi di quali cure e interventi colturali necessitano i gerani mese per mese:

Gennaio e Febbraio

E’ il momento in cui la chioma è a riposo e le radici riducono la propria attività. In questa fase non sono necessarie cure particolari.

Marzo

Durante il mese di Marzo il terriccio va mantenuto umido e di tanto in tanto va smosso in maniera superficiale. Sempre in questa fase è possibile intervenire con un concime a lenta cessione.

Aprile, Maggio e Giugno

E’ il momento migliore per sostituire le piantine rinsecchite e troppo deboli vanno sostituite con altre più rigogliose. Da questo momento bisogna innaffiare e concimare con molta regolarità. E’ possibile anche tentare qualche riproduzione per talea dalle piante più ricche e rigogliose.