Tonchio del pisello, insetto parassita

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Il tonchio del pisello è un coleottero polifago molto piccolo, ma estremamente pericoloso per questa varietà di verdura. Vogliamo parlarvene perché non di rado di estate si tende a coltivare questo ortaggio ed e bene conoscere i rischi che si possono correre.

Come vi abbiamo anticipato le sue dimensioni sono irrisorie: parliamo di circa 4 mm di lunghezza. Il tonchio del pisello è caratterizzato da un corpo di colore nerastro ricoperto di peluria con macchie grigio chiaro sulle elitre. L’unico danno in realtà che l’adulto di questo insetto può cagionare è quello di mettere al mondo altri insetti della sua specie. Dobbiamo infatti preservarci dalle larve, grandi fitofaghe e particolarmente ghiotte dei tessuti che del seme del pisello. L’azione trofica è incredibile, le stesse infatti svuotano il pisello rendendoli inutilizzabili sia come semi da piantare (perdono infatti la loro germinabilità, N.d.R.) sia ovviamente come cibo.

Nei rari casi in cui i semi mangiucchiati riescano a germinare, la pianta appare molto debole e dallo sviluppo rallentato. Il tonchio del pisello, in quanto a ciclo biologico, passa essenzialmente l’inverno in uno stato di adulto, salvo uscire in primavera, nutrirsi ed iniziare ad accoppiarsi. Le larve possono imperversare sui nostri raccolti per tutta l’estate senza alcun problema. Le femmine ovidepongono infatti sulla superficie dei baccelli per dar modo alle larve neonate di bucare il baccello ed introdursi nel seme.

Sono diverse le tecniche messe in atto per la prevenzione e la lotta del tonchio del pisello. Siccome l’insetto potrebbe trovare la maniera di attaccare il “frutto” anche una volta stoccato per l’utilizzo, è consigliabile mettere nelle vicinanze dei piselli delle trappole elettriche luminose, delle trapppole sessuali e delle trappole alimentari. In questo modo si elimina la possibilità dell’insetto di riprodursi e contestualmente si può monitorare la situazione.

La vera lotta avviene attraverso personale specializzato con insetticidi residuali o fumiganti. E’ necessaria l’autorizzazione della Questura, dell’A.S.L., o della Capitaneria di Porto.

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