Xylella, nuovi focolai in Puglia?

Sembrano esserci nuovi focolai di xylella fastidiosa in Puglia. Proprio ora che la Comunità Europea, con l’unico parere contrario dell’Italia ha stabilito le modalità di abbattimento degli esemplari colpiti e di quelli che si trovano nelle loro strette vicinanze.

ramo ulivo

Due fattori che come è facile immaginare non si sposano bene insieme, soprattutto in una situazione come quella italiana già caratterizzata da una certa tensione tra autorità e cittadini a causa degli esemplari di ulivi centenari abbattuti nella zona di Lecce. Per ciò che riguarda questa zona l’Europa la considera ormai perduta: la xylella è presente e bisogna fare di tutto per contenere ulteriori contagi. La comunità ha però espresso le sue perplessità anche per il resto della regione ed appare intenzionata a richiedere degli interventi selettivi e molto forti nelle piante potenzialmente in pericolo. In particolare, per ciò che concerne Oria è già stato richiesto che vengano abbattuti “tutti gli ulivi infetti e le piante ospiti del batterio nel raggio di 100 metri e indipendentemente dal loro stato di salute”. E lo stesso dovrà essere fatto per ogni focolaio che man mano verrà rilevato.

Quel che non dà pace a cittadini ed ambientalisti è l’eradicazione degli alberi sani per creare una sorta di zona “franca” dal virus che possa evitare l’espandersi dell’infezione per tutta la regione. Se la voglia di prevenire il contagio da xylella fastidiosa può essere comprensibile, non lo è altrettanto l’attacco delle altre piante ospiti sane. In qualche modo infatti il danno ambientale sarebbe ancora più grande. E’ vero, non esiste ancora una cura ed i rimedi naturali contro la xylella non sono sempre funzionanti ma abbattere ulivi, peschi e oleandri sani (altri possibili ospiti) dove porterebbe gli agricoltori e la Puglia stessa? Al momento però, purtroppo, non si può fare altro che rispettare il volere europeo in materia, preparandosi a perdere altri preziosi esemplari della nostra flora.

Photo Credits | Tomo Jesenicnik / Shutterstock.com

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