Calicanto invernale, rallegrare il giardino nei mesi freddi

calicanto invernale

Il genere Calicanto (Chimonantus) appartiene alla famiglia botanica delle Calycanthaceae e comprende tre specie di alberi o arbusti coltivati a scopo ornamentale o per la produzione di fiori recisi:

  • Calychantus floridus (Calicanto estivo)
  • Calychantus fragrans o praecox (Calicanto invernale)
  • Calychantus occidentalis

Oggi vogliamo parlarvi del Calicanto invernale, poichè, come potrete intuire voi stessi, si tratta di una specie che fiorisce in pieno inverno regalando un tocco di colore al più ingrigito e triste dei giardini mentre tutte le altre piante da fiore restano addormentate in attesa della primavera; d’altra il parte il nome stesso del fiore, Calicanto significa proprio “fiore d’inverno”. Il calicanto d’inverno è originario della Cina e può raggiungere anche i tre metri di altezza; verso la fine dell’inverno (di solito nel mese di Gennaio) produce fiori molto profumati di colore giallo e presenta foglie di forma lanceolata, lunghe fino a 20 cm e ruvide al tatto.

Gelsomino d’inverno, un tocco di colore in giardino

gelsomino d'inverno

Il gelsomino d’inverno (Jasminum nudiflorum), detto anche Gelsomino di San Giuseppe, è un arbusto di origini cinesi molto diffuso in Italia a scopi ornamentali. Si tratta di una pianta molto rustica che cresce bene in qualunque posizione, sia in pieno sole che in penombra, anche se per ottenere una fioritura più abbondante risultano più indicate  le esposizioni soleggiate. Per via del suo andamento leggermente strisciante può essere coltivato sia come tappezzante che come rampicante purchè venga dotato di appositi sostegni; in questo caso può raggiungere anche i due-tre metri di altezza.

Il gelsomino d’inverno, come suggerisce il nome, è uno di quei pochi arbusti che offrono una fioritura invernale; verso la fine della stagione fredda infatti, già verso Gennaio-Febbraio, produce piccoli fiori gialli a quattro petali che fanno la propria comparsa ancor prima delle foglie. A questa caratteristica, che lo rende particolarmente gradito a chi ama avere un giardino fiorito tutto l’anno, si aggiunge il pregio di non richiedere particolari cure colturali.

Fiori invernali, l’Amamelide

amamelide

L’Amamelide (Hammamelis virginiana) è un albero rustico originario di Canada e Stati Uniti. Si tratta di una pianta rustica molto nota per l’uso cosmetico ed erboristico dei suoi estratti più che per l’uso ornamentale, eppure non dovrebbe mai mancare nei nostri giardini. Il motivo? Molto semplice, l’ammamelide fiorisce in inverno e con i suoi deliziosi fiori lievemente profumati colorati di giallo, rosa o rosso, dona un tocco di colore al più ingrigito dei giardini.

I fiori dell’Amamelide, riuniti in mazzetti e dotati di quattro petali e quattro sepali simili a nastri che con il freddo si arrotolano, fanno infatti la propria comparsa tra Dicembre e Gennaio e rimangono a far bella mostra di sè sui rami fino all’inizio della primavera. Terminata la fioritura è il momento di ammirarne le foglie grigio-verdi ricoperte di peluria e inizia la produzione di frutti marroni.

Fiori californiani (G-L)

dicentra chrysanta

Fiori californiani

I Fiori californiani dalla A alla Z (A-B; C-D; E-F)

Garlic (Allium sativum)

L’essenza di aglio è indicata a chi teme troppo il giudizio degli altri, si lascia influenzare facilmente ed è timoroso.

Golden ear drops (Dicentra chrisanta)

Pianta erbacea perenne della famiglia delle Papaveraceae. Indicata per riportare a galla traumi ed esperienze dolorose rimosse che impediscono di vivere pienamente il presente.

Golden yarrow (Achillea filipendulina)

L’Achillea è utile per superare la tendenza all’isolamento dettata dal timore dei giudizi altrui.

Goldenrod (Solidago californica)

Indicata per coloro che, spinti da insicurezza, si comportano in maniera aggressiva.

Fiori californiani, le essenze (E-F)

giglio bianco

Dei Fiori californiani, della loro origine e del loro impiego vi abbiamo già detto. Allo stesso modo, abbiamo già visto parte delle essenze usate in fitoterapia sotto questo nome (A-B e C-D) e le relative indicazioni. Continuiamo adesso il nostro l’elenco con le essenze dalla F alla G.

Easter lily (Lilium longiflorum)

Il giglio bianco è indicato per quelle persone che vivono la propria sessualità in maniera conflittuale; non riescono cioè a conciliare sessualità e spiritualità e vivono i rapporti intimi in maniera promiscua.

Echinacea (Echinacea purpurea)

L’Echinacea è una pianta erbacea perenne della Famiglia delle Asteraceae, molto comune anche in Italia. E’ Indicata nei casi in cui il sistema immunitario risulta indebolito da esperienze traumatiche.

Evening Primrose (Oenothera hookeri)

E’ la cosiddetta primula della sera, o Enotera, indicata per coloro che che risentono di esperienze traumatiche vissute nella primissima infanzia.

Biancospino, secolare amico del benessere

fiori di biancospino

Sotto il nome di biancospino vanno due specie di piante, Crataegus oxyachanta o laevigata e Crataegus monigyna, appartenenti alla famiglia delle Rosaceae. In entrambi i casi si tratta di arbusti che possono raggiungere anche dimensioni considerevoli (fino a 5 metri di altezza) e appaiono dotati di rami spinosi e fogliame sparso.  Il biancospino produce i tipici fiori bianco-rosati tra Maggio e Giugno, mentre per la maturazione dei suoi frutti, bacche rosse di forma ovale e dotate di nocciolo, bisogna attendere la fine dell’estate.

Si tratta di una pianta perenne molto longeva, può sopravvivere infatti fino a 500 anni, diffusa in Europa, in Asia occidentale, in Nord America e nell’Africa settentrionale dove cresce spontanea nelle boscaglie in zone montane ed è molto nota per il suo impiego erboristico come ipotensivo, cardiotonico, astringente e febbrifugo. Contiene infatti numerosi principi attivi fra cui flavonoidi, tannini, acidi polifenoli, triterpenici, saponine.

Escholzia, bella in vaso e in giardino

Escholtzia californica1

L’Escolzia (nome scientifico Eschscholzia) è un genere della Famiglia delle Papaveraceae che comprende poche specie erbacee perenni:

  • Eschscholzia caespitosa;
  • Eschscholzia californica;
  • Eschscholzia douglasii;
  • Eschscholzia frutescens;
  • Eschscholzia mexicana.

Originarie del Nord America, le Escoltzie furono introdotte in Europa nel XIX secolo come piante ornamentali ma da venivano ampiamente utilizzate a scopi medicamentosi dai nativi; si tratta di piante erbacee perenni, coltivate come annuali, a portamento cespuglioso, alte fino a 40-40 cm. Durante la stagione estiva producono fiori singoli a 4 petali di colore bianco, rosso, arancio o giallo. La più diffusa e coltivata è l’Escolzia californica, nota anche come Papavero della California.

Fiori californiani, le essenze (C-D)

cornus

Continua la nostra sintetica carrellata sui fiori californiani; dopo aver visto le essenze dalla A alla B continuiamo con quelle dalla C alla D.

Calendula (Calendula officinalis)

La calendula è una pianta erbacea spontanea della Famiglia delle Compositae, nota per le sue proprietà rinfrescanti e lenitive. E’ indicata per chi ha un temperamento ostile, litigioso e incline alla polemica.

California Pitcher Plant (Darlingtonia californica)

La California Pitcher Plant è una pianta carnivora originaria del nord della California. E’ indicata tanto per coloro che tendono a reprimere i propri istinti apparendo freddi e controllati, quanto per color che, al contrario, sono troppo impulsivi.

California Poppy (Escholzia californica)

L’Escholzia californica, nota anche come Papavero californiano, è la specie più nota del Genere Escholzia della Famiglia delle Papaveraceae. E’ indicata a tutti coloro che si sentono attratti dall’esoterismo e si lasciano facilmente irretire da personalità carismatiche.

Fiori californiani, le essenze (A-B)

rubus ursinus-mora selvatica

Le cosiddette essenze floreali californiane vengono impiegate in floriterapia come complemento alla terapia con i fiori di Bach. Si ritiene possano essere utili per alleviare stati d’animo e condizioni esistenziali causa di forte disagio per chi li sperimenta. Di seguito un elenco parziale delle essenze floreali note come fiori californiani.

Aloe vera (Aloe barbadensin Miller)

L’aloe vera è indicata in caso di sovraffaticamento e iper-lavoro.

Alpine lily (Lilium parvum)

Indicato per le donne che hanno difficoltà ad accettare il proprio corpo e, più in generale, la propria femminilità.

Angel’s Trumpet (Datura candida)

Con il nome di Angel’s Trumpet si indica una pianta molto comune anche nel nostro paese; più precisamente si tratta della Datura candida, una specie appartenente al genere Datura, meglio noto con il nome comune di Stramonio (una pianta velenosa). L’impiego in floriterapia permette di superare la paura della morte e più in generale, del cambiamento.

Angelica (Angelica Archangelica)

Pianta aromatica anch’essa molto comune negli orti e nei giardini italiani. Favorisce il contatto con la propria dimensione spirituale.

I fiori californiani

California Brodiaea

I cosiddetti fiori californiani nascono alla fine degli anni ’70 grazie agli studi di un gruppo di ricercatori guidati dal matematico Richard Kats e dalla moglie, la naturalista Patricia Kaminski (fondatori della Flower essence society) che per primi presero in considerazione le caratteristiche non botaniche dei fiori della California e delle regioni limitrofe (molti dei quali peraltro diffusi in altre zone del mondo). Con questo termine dunque si fa riferimento a particolari essenze floreali usate in floriterapia.

I fiori californiani sono noti anche con il nome di Flower essence society quintessentials con un chiaro riferimento alla tradizione alchemica nella quale i medicamenti si avvalgono dell’azione sinergica dei quattro elementi (aria, acqua, terra  fuoco) cui si aggiunge la coscienza dell’uomo, allo stesso tempo oggetto e soggetto attivo della cura.

Attualmente le essenze usate come integrazione e completamento dei più noti e tradizionali fiori di Bach sono circa un centinaio (103 per essere precisi). In particolare, le essenze di fiori californiani sono state messe a punto per proteggere da ciò che potremmo definire, facendo bonariamente il verso a un celebre spot del passato, il “logorio della vita moderna” contro il quale i rimedi di Bach, comparsi in un epoca precedente, non sarebbero sufficientemente efficaci.

Il ciliegio da fiore

fiore di ciliegio

Sapevate che esistono varietà di ciliegio coltivate come alberi da fiore? Si tratta dei cosiddetti ciliegi giapponesi, alberi che non producono frutti ma vengono coltivati solo a scopo ornamentale proprio perchè offrono una fioritura prolungata (a partire dalla primavera e fino all’autunno) e di grande effetto. Come i ciliegi da frutto appartengono al genere Prunus della famiglia delle Rosaceae.

Una delle varietà più comuni di ciliegio da fiore è il Prunus serrulata, noto come kanzan, una pianta rustica che può raggiungere i 5 metri di altezza e produce fiori rosa porpora. Molto diffuso anche il Prunus subhirtella, dai rigogliosi fiori bianchi che fanno la propria comparsa in autunno. I ciliegi da fiore non hanno grandi esigenze colturali e come i fior di pesco, dei quali vi abbiamo già parlato, sono molto adatti alle esigenze di chi, pur desiderando un giardino fiorito, non ha molto tempo da dedicare alla sua cura.

Fior di pesco, ovvero il cotogno da fiore

cotogno da fioreCon il termine fior di pesco si fa riferimento a un piccolo arbusto da fiore, originario di Cina e Giappone, appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Il suo nome scientifico è Chaenomele Japonica, ma è noto anche come cotogno da fiore; mentre dalla fine dell’inverno e fino a primavera inoltrata produce infatti dei fiori rosso-arancioni, nei mesi autunnali è carico di frutti amari simili a mele usati per conserve e marmellate. Non va quindi confuso con il fiore prodotto dall’albero di pesco.

Come accennato, è un arbusto di dimensioni modeste (gli esemplari adulti raggiungono circa 1 metro di altezza) che può essere coltivato sia in penombra che in pieno sole, anche se appare chiaro come sia possibile ottenere fioriture più ricche da un’esposizione maggiormente soleggiata. E’ una pianta molto resistente che non teme nè il gelo, nè il caldo estivo; per lo stesso motivo non ha grandi necessità colturali a cominciare dalle innaffiature che si rendono necessarie, seppure sporadicamente solo in caso di siccità primaverile. Il fior di pesco non ha grandi esigenze neppure in fatto di terreno, ma prospera in terreni ben drenati e non troppo alcalini.

Baobab, l’albero della vita

baobab

Con il nome di Baobab, o albero della vita, si indica un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Bombacaceae comprendente otto specie originarie di Africa, Australia e, soprattutto, Madagascar dove crescono spontaneamente. Il nome scientifico del genere è Adansonia, in onore del naturalista francese Michel Adanson che descrisse per primo il baobab africano, ovvero l’Adansonia digitata. Le altre specie sono: Adansonia grandidieri, Adansonia suarezensis, Adansonia gregorii (il baobab australiano), Adansonia madagascariensis (baobab del Madagascar), Adansonia perrieri, Adansonia rubrostipa, Adansonia za.

Si tratta in ogni caso di alberi molto imponenti che possono raggiungere i 25 metri di altezza e i 7 metri di diametro a livello del tronco (mentre la chioma può estendersi anche per 50 metri); le foglie, palmate e di colore verde scuro, cadono durante l’inverno lasciando l’albero completamente spoglio ma in primavera questo rinverdisce e produce grandi fiori penduli profumati di colore bianco che si schiudono la notte. Alla fioritura segue la produzione di frutti commestibili di forma ovale. In particolare ad essere commestibile è la polpa del frutto alla quale vengono attribuite spiccate proprietà antiossidanti, depurative ed energetiche.

Il giardino Zen

giardino zen

Secondo la dottrina buddista, il giardino Zen è un luogo che simboleggia gli elementi naturali e facilita la meditazione comunicando calma e serenità. Non si tratta quindi di un semplice ornamento e la sua creazione e la  “manutenzione” presuppongono una adeguata conoscenza della filosofia orientale. Ciò premesso, il più semplice e noto dei giardini zen è il karesansui, detto anche giardino giapponese in stile paesaggio secco, composto da due soli elementi: la sabbia, che simboleggia l’oceano e le pietre  che rappresentano la terra, la vegetazione e gli animali marini sacri.

Nato in Giappone molti secoli fa, il giardino zen è sempre stato associato alla spiritualità buddista, tuttavia fu solo nel VI secolo d. C. che cominciò ad evolversi e ad assumere la valenza con la quale lo conosciamo oggi, quando cioè cominciò ad avere dimensioni maggiori, in modo che fosse possibile accedere al suo interno oltre che passeggiarvi intorno durante la meditazione, e i sacerdoti Zen cominciarono ad assegnargli la funzione di guidare verso una comprensione più profonda della dottrina.