Niente guerrilla gardening a Roma?

Niente guerrilla gardening a Roma? A quanto pare questo suggeriscono le reazioni del Campidoglio nei confronti di quel gruppo di persone che, nel quartiere Portuense, è stato “ripreso” perché stanco dell’incuria sul territorio aveva iniziato da solo a prendersi cura delle piante lungo un intero tratto di strada della zona.

fiori ed attrezzi

Bisogna essere sinceri: una reazione del genere davanti ad episodi di guerrilla gardening come questo lasciano davvero perplessi. Se nessuno si occupa di curare le piante, perché non dare modo ai semplici cittadini nel limite delle loro possibilità di darsi da fare? In fin dei conti non si parla di nulla di pericoloso ma di semplici interventi di manutenzione di aiuole per le quali i cittadini pagavano di tasca propria.

La guerrilla gardening, questo il nome del movimento che si occupa di riqualificare zone lasciate allo stato brado, non sempre è vista di buon occhio sebbene punti a rivalutare degli spazi lasciati all’incuria solitamente per mancanza di fondi. Ma che si potesse arrivare allo spettacolo palesatosi davanti agli abitanti della zona Portuense di probabilmente non se lo aspettava nessuno: fiori sradicati e fioriere rovesciate, come riporta il Messaggero di Roma non sono azioni che si riescono facilmente a correlare con chi come il Comune dovrebbe occuparsi al contrario di eseguire manutenzione.

E’ stato detto ai cittadini che ripulire le aiuole e piantare fiori è da considerare illegale. Ma viene spontaneo chiedersi, allo stesso modo, come possa essere commentato il vandalizzare il buon lavoro fatto dai cittadini nel riqualificare gli spazi verdi.

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