Kerria japonica, la pianta che viene dall’Asia

kerria japonica

La Kerria japonica è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee, originaria delle regioni asiatiche; è un arbusto a foglia caduca di forma arrotondata, di medie dimensioni che raggiunge i 250 cm di altezza. Possiede fusti sottili, arcuati e ramificati, e produce numerosi germogli.

La Kerria japonica fiorisce da marzo fino a maggio con piccoli fiori di colore giallo dorato con cinque petali, simili a piccole rose gialle; la pianta può essere coltivata in giardini di medie e piccole dimensioni, e anche in vaso, purché piuttosto grandi. Questa pianta deve essere messa a dimora in questo periodo dell’anno e deve essere collocata in posizioni soleggiate, ma sopporta anche l’ombra, anche se le piante messe in questa zona tendono a diminuire la fioritura.

Halloween, è tempo di zucche

zucca coltivazione

Halloween è alle porte e in molti tra coloro che hanno deciso di sposare questa usanza tipicamente anglosassone, vanno alla ricerca di zucche gialle da svuotare e intagliare per la realizzazione della cosiddetta Jack ‘o lantern, ovvero la tradizionale lanterna scacciaspiriti. E’ decisamente questo dunque il momento della zucca e noi cogliamo l’occasione per dirvi di più su questo squisito ortaggio facilissimo da coltivare anche in un angolo (purchè abbastanza spazioso) del nostro giardino.

La zucca è un ortaggio originario dell’America Centrale appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, in particolare la zucca gialla, della quale vi parliamo oggi, è indicata con il nome scientifico di Cucurbita maxima per via dei frutti  sferici che possono raggiungere dimensioni e peso ragguardevoli (fino a 80 kg) caratterizzati da una spessa buccia di colore giallo-arancio e dalla polpa di consistenza farinosa e gusto dolce.

Se disponete di un bel fazzoletto di terra che volete destinare alla realizzazione di un orto e intendete coltivare le zucche, sappiate che queste necessitano di terreni fertili, ricchi di sostanze organiche. Crescono bene nei climi miti e in posizione ben soleggiata. La semina avviene in piena terra nei mesi di Aprile-Maggio e i semi (4-5 per ogni buca) vanno interrati a una profondità di 3 cm e a distanza di 1,5 m tra le buche e tra le file.

Piante velenose….occhio!

occhio alle piante velenose

Naturalmente per degli adulti responsabili è solo una semplice curiosità possedere una pianta tossica, ma, per essere più prudenti è molto meglio non coltivare piante di tale pericolosità se avete animali e bambini. In ogni caso, se proprio le volete, bisogna assolutamente che teniate queste piante fuori della loro portata e comunque non consentire mai ad un bambino di mangiare le bacche, masticare foglie, succhiare gambi di qualche pianta d’appartamento, in quanto nella maggior parte delle piante velenose, oltre alle bacche è anche pericolosa la linfa del gambo;

Anche piante non propriamente velenose possono procurare guai: per esempio, le foglie della familiare edera, se vengono ingerite in piccola quantità, hanno uno spiacevole effetto purgativo, mentre in grande quantità possono produrre un eccessivo stimolo e persino difficoltà di respirazione fino ad arrivare a provocare il coma nelle persone allergiche.

Le bellissime, marmoree foglie, color verde e bianco, della dieffenbachia contengono una linfa estremamente irritante. L’eventuale assaggio di una piccola parte può causare un doloroso gonfiore alla lingua e alla bocca creando grave difficoltà nel mangiare e nel parlare.

Tecniche di propagazione: la margotta

margotta

La margotta è una tecnica di propagazione delle piante, usata in alternativa alla talea, che si basa sul far radicare un ramo ancora attaccato alla pianta madre. Una volta scelto il ramo da far radicare, va incisa la corteccia con un coltello, e asportato un anello all’incirca dell’altezza del diametro del ramo; una volta tolta la corteccia, va cosparso sulla parte rimasta un ormone radicante, e poi va circondato con il terriccio o con la torba.

A questo punto, il resto dell’anello senza corteccia con il terriccio va avvolto in un sacchetto di plastica scuro in modo da conservare l’umidità necessaria per far avvenire la formazione delle radici, anche se ogni tanto bisognerà comunque bagnare il terriccio con una siringa. Quando il sacchetto sarà pieno di radici, bisognerà separare il ramo della pianta madre e metterlo a dimora n un vaso. Il periodo migliore per propagare le piante con la tecnica della margotta è maggio-giugno, perché le temperature sono più alte e stabili.

Pungitopo, fiore di buonaugurio

pungitopo

Nel nostro viaggio virtuale alla scoperta delle piante più belle e caratteristiche, ci soffermiamo oggi sul Ruscus aculeatus, meglio conosciuto come Pungitopo. Il nome comune deriva dall’antica usanza di mettere tale pianta attorno alle provviste, in modo da proteggerle dall’attacco dei topi, grazie alle “foglie” spinose e pungenti, appunto.

In realtà, quelle che noi chiamiamo foglie altro non sono che i cosiddetti cladodi, importantissimi per la fisiologia della pianta, perché capaci di provvedere alla fotosintesi clorofilliana al posto delle foglie vere e proprie, che invece sono interrate e disposte sulla parte inferiore del fusto.

In primavera tra i cladodi sbocciano dei piccoli fiori verdastri, che daranno poi origine ai frutti del Pungitopo, rappresentati dalle classiche bacche rosse, visibili in autunno-inverno.

Ibiscus, le cure colturali

hibiscus syriacus

L’Ibisco (Hibiscus) è un genere della famiglia della Malvaceae che comprende circa 300 specie fra alberi, arbusti e piante erbacee perenni e annuali. Originario dell’Asia, è attualmente coltivato a scopi ornamentali in Europa e nell’America del nord per la bellezza dei suoi fiori imbutiformi, semplici o doppi di colore bianco, rosso, rosa, giallo e salmone.

Ad essere usato come pianta ornamentale è soprattutto l’Hibiscus Syriacus, una varietà rustica molto resistente al freddo che fiorisce in estate, mentre adatta a climi più miti è l’Hibiscus rosa sinensis, detto anche Ibisco della Cina, varietà dai magnifici fiori rosso intenso a fioritura primaverile-estiva. Entrambi possono essere coltivati in piena terra o in grossi vasi in terrazza.

Quanto vivono le piante

insieme di piante

Ogni pianta ha una sorta di ‘orologio’ incorporato che determina quanto tempo vivrà: può variare da qualche settimana ad alcuni decenni. Mentre è molto facile, purtroppo, accorciare la vita di una pianta, sia a causa di negligenza, sia perché non si sa come coltivarla, non è possibile allungarle la vita anche se si ha cura di lei continuamente.

Alcune piante  completano il loro ciclo vitale nel breve giro di un anno. Altre piante, anche se hanno vita breve, possono essere destinate a un futuro migliore: le primule, per esempio, vendute a migliaia all’inizio della primavera, sono una festa di colori per qualche settimana, poi di loro rimane solo un “inutile”  gambo. Vincete la tentazione di gettarle via: piantatele con tutta la radice in giardino (se lo avete!), dove potranno fiorire ogni primavera negli anni a venire.

Ci sono piante che hanno una ‘stagione dei colori’ abbastanza breve; dopo crescono lo stesso ma senza più foglie e fiori che ricompariranno nella stagione successiva: la “Stella di Natale” (Euphor-biapulcherrima) è una pianta di questo tipo. Infatti necessita di una quantità ben definita di luce intensa e di molte ore di buio perché fiori e foglie possano crescere di continuo senza problemi.

Lantana, la pianta sempreverde del Sud America

Lantana

La Lantana è una pianta appartenente alla famiglia delle Verbenacee, originaria dell’America centro meridionale, che comprende circa 150 specie di piante arbustive perenni. I fiori sono tubulosi con la caratteristica di cambiare colore: sbocciano e poi cambiano tonalità con il passare dei giorni; queste piante fioriscono dalla primavera all’autunno.

La Lantana può essere coltivata all’aperto, a condizione di essere protetta in modo appropriato nelle zone particolarmente fredde, perché è molto sensibili al gelo; è possibile coltivarla anche in vaso, da tenere riparato in inverno e da trasferire all’aperto da maggio fino ad inizio autunno. Le Lantane necessitano di luce e di un terreno drenato e fertile, da annaffiare molto durante l’estate e da inumidire appena durante l’inverno. La moltiplicazione della Lantana può essere fatta sia per semina sia per talea, e va messe a dimora in questo periodo esponendola al pieno sole e annaffiandola abbondantemente.

Azalea, un tocco di colore per la casa ed il giardino

azalea

Siete alla ricerca di una pianta che possa rallegrare un angolo “morto” del vostro appartamento? E allora precipitatevi in un vivaio e puntate diritti verso la zona riservata alla coltivazione dell’Azalea, pianta dal fascino particolare, che regalerà uno spettacolo di colori alla vostra casa.

Appartiene al genere Rhododendron della famiglia delle Ericacee ed è originaria del Nord America e dell’Eurasia. In Italia arrivò intorno al 1800 grazie agli inglesi, che contribuirono a renderla una delle piante più diffuse nel Belpaese.

In natura esistono circa 500 specie di Azalee, più innumerevoli ibridi, coloratissimi e caratteristici, a seconda degli incroci dai quali provengono. In linea di massima le Azalee si possono suddividere in varietà a foglia caduca (l’Azalea pontica e l’Azalea mollis, ad esempio) e varietà a foglia persistente (molto raffinata è l’Azalea kurume, con fiori piccoli e compatti).

Nicoziana, il tabacco che di notte profuma il vostro giardino

nicotiana rossa

Il nome scientifico di questa pianta ricorda il famoso ]ean Nicot, che recatosi alla corte del Portogallo in qualità di ambasciatore, vi fece conoscere la pianta della Nicotiana tabacum, che è poi il «tabacco». In un secondo tempo, sempre il signor Nicot, portò alcune piante di questo esotico genere a Caterina de’ Medici che dimostrò grande entusiasmo per i fiori di tabacco, tanto che da allora la Nicotiana si chiamò volgarmente «erba della regina».

La diffusione del tabacco in Italia, invece, non fu merito di Nicot, bensì del vescovo Alfonso Tornabuoni; in suo onore per un certo periodo il tabacco si chiamò infatti «erba tornabuona». Oggi, quando si parla di tabacco, si distinguono le piante che forniscono tabacco da fumo e quelle ornamentali, cui appartengono molte interessanti specie, dal profumo graditissimo e quasi sempre a fioritura notturna.

La nicoziana, per la sua prerogativa di emanare un profumo particolarmente dolce soprattutto nelle ore notturne, viene impiegata per la decorazione delle zone del giardino più vicine all’abitazione, oppure per adornare terrazze e balconi. Per ottenere il maggior effetto ornamentale, vi consiglio di piantare la nicoziana in ciuffi piuttosto ricchi.

Melo decorativo, come prendersene cura

melo decorativo

Il Malus communis, ovvero il melo appartiene alla famiglia delle rosacee; questa pianta non è solo un albero da frutto, perché ci sono delle specie ornamentali molto decorative, che garantiscono bellissime fioriture in primavera oltre ai caratteristici frutti.

Il melo decorativo va piantato in pieno sole, su un terreno non calcareo, fresco e fertile, ed è importante non fargli mai mancare l’acqua, soprattutto durante la maturazione dei frutti. La concimazione va effettuata d’autunno con concime organico, mentre in primavera con concime minerale composto. Il periodo migliore per la messa a dimora del melo va da metà ottobre fino a fine novembre; l’ideale è piantarlo in buche di circa 80 centimetri di larghezza e di profondità, con l’aggiunta, nel fondo, di terriccio miscelato; dopo averlo messo a dimora, è necessario annaffiarlo molto.

Il girasole, curiosità e altri usi

girasoli significato

Il girasole (Helianthus annus), in inglese sunflower, deve il proprio nome al curioso fenomeno botanico, noto come eliotropismo, che ne conduce i fiori e le foglie più giovani a ruotare durante la giornata in direzione del sole allo scopo di intercettarne i raggi.  Si tratta di un fiore cui vengono comunemente attribuiti significati legati alla gioia di vivere e in alcune culture orientali è considerato il simbolo dell’immortalità. Le civiltà antiche del sud america lo ritenevano la materializzazione terrena del sole divino e, in quanto tale, ne facevano oggetto di culto.

Quello che forse non tutti sanno è che il girasole nel linguaggio dei fiori, oltre ad essere portatore di messaggi di felicità e spensieratezza, è anche consideranto simbolo di amore adorante, ma anche infelice; forse perchè destinato a seguire i raggi dell’agognato sole senza poterli mai raggiungere. Regalare un mazzo di girasoli può inoltre essere interpretato come un gesto che esprime falsità e inconsistenza in chi lo riceve.

Iris, caratteristiche e cure

iris

L’iris è il fiore chiamato comunemente giaggiolo, che deve il suo nome a Iride, la messaggera degli dei; la forma popolare giaggiolo è dovuto alla sua forma, che ricorda il ghiacciolo. Le iris possiedono una forma molto semplice, tre petali verso l’alto e tre verso il basso, e per questo sono state spesso riprodotte nei manoscritti per impreziosirli o come simbolo di una città, come nel caso del giglio di Firenze, che in realtà è una iris, ma viene chiamata erroneamente giglio perché i due fiori appartengono allo stesso gruppo botanico.

Sotto il nome di iris sono comprese 200 specie di piante della famiglia delle Iridacee; in floricoltura i giaggioli vengono comunemente divisi in due gruppi: iris bulbosi e iris rizomatosi. Il giaggiolo più conosciuto è l’iris germanica, ovvero il cosiddetto “giglio di Firenze”, con i fiori di colore bianco con delle striature viola.

Piuttosto comune è anche l’iris di S. Antonio, tutto viola e dai fiori molto profumati. Esistono anche delle varietà di iris di colore blu, giallo, rosa e rosso scuro, e il loro significato nel linguaggio dei fiori è buona novella.