La ginestra, coltivazione e cure

Ginestra

Al genere Genista appartengono 75 specie di piante arbustive ed arboree rustiche, di facile coltivazione. Originaria dell’Europa, Asia Minore e Africa settentrionale, la Ginestra appartiene alla famiglia delle Papilionaceae. Queste piante sono particolarmente indicate per essere messe a dimora in giardino in questo periodo dell’anno, in piena terra, come esemplari isolati, per rivestire piccole scarpate o per decorare il giardino roccioso.

Prediligono posizioni soleggiate e, in questo caso, i fiori che sbocciano durante l’estate assumono colorazioni più accese; una volta poste a dimora, le piante devono essere abbondantemente annaffiate; durante l’inverno annaffiate solo in mancanza di piogge.

Piante acquatiche, le ninfee

ninfea alba

Le ninfee sono forse le più note fra le piante acquatiche. Appartengono alla famiglia delle Nymphaeaceae e comprendono una cinquantina di specie solo una delle quali, la Nymphaea Alba, cresce spontaneamente in Italia. Sono caratterizzate da grosse foglie galleggianti e da voluminosi fiori, galleggianti anch’essi, che possono raggiungere i 10 cm di diametro.

Distinguiamo ninfee rustiche e ninfee tropicali, le prime sono molto resistenti al freddo e si adattano quindi alla coltivazione in tutto il Paese, le seconde invece sono più indicate nei climi miti. Entrambe vantano varietà molto belle ma le ninfee tropicali hanno il vantaggio di produrre fiori odorosi, in entrambi i gruppi questi hanno però vita breve e si appassiscono nel giro di pochi giorni: ma la pianta non rimane mai sfiorita perchè ne emette di continuo da giugno a settembre.

Le ninfee vanno poste a dimora ad Aprile-Maggio all’interno di contenitori molto capienti riempiti di sabbia, terriccio universale e farina di ossa i quali vengono ancorati sul fondo di un laghetto, profondo da un minimo di 40 cm a un massimo di 2 metri a seconda della specie prescelta, posto in pieno sole o in penombra. Le foglie crescono sul fondo arrotolate e si srotolano una volta raggiunta la superficie mostrando la pagina superiore di colore verde intenso e la pagina inferiore di colore rosso.

Gelsomino, varietà e cure

gelsomino

Quello che chiamiamo comunemente Gelsomino altro non è che una varietà del Jasminum, genere appartenente alla famiglia delle Oleacee, proveniente dalle zone temperate del Pianeta. Si tratta di una pianta arbustiva o rampicante, coltivata per lo più a scopo ornamentale, anche se bisogna riconoscergli delle proprietà officinali (specie nell’industria dei profumi) e omeopatica (contro influenza, mal di testa e raffeddore).

Avere cura di una pianta di Gelsomino è operazione piuttosto semplice, purché si rispettino le esigenze di luce (abbondante, ma proteggendo la pianta dai raggi diretti del sole), acqua (poca in inverno, specie per le piante coltivate in serra) e temperatura (attenzione alle gelate della stagione rigida).

Queste sono le norme generali da seguire per una buona coltivazione,  ma è chiaro che ogni specie di Jasminum abbia delle richieste particolari da presentare alla mano del giardiniere. E allora andiamo a conoscere più da vicino le varietà più diffuse di questa splendida pianta, che appaga la vista e l’olfatto con i suoi profumatissimi fiori bianchi o gialli.

Il crespino, ottimo arbusto decorativo

crespino

II nome di queste piante deriva da un vocabolo arabo,  harbaris,  con cui si indicavano i frutti di queste piante,  assai apprezzate come essenza medicinale anche dai seguaci della Scuola salernitana.  Ancora oggi,  del resto,  la medicina popolare attribuisce al crespino notevoli qualità terapeutiche, valide soprattutto nella cura della malaria.

I botanici ritengono che il crespino possegga un rudimentale sistetna nervoso,  viste le strane reazioni di queste piante poste a contatto di particolari sostanze tossiche.

Con il crespino si realizzano belle siepi, anche difensive vista la presenza delle lunghe e acute spine che caratterizzano molte specie del genere; altrettanto interessante l’impiego del crespino come gruppi o in esemplari isolati, oppure per ricoprire scarpate anche molto ripide. È possibile anche la coltura in grandi vasi per la decorazione dei balconi.

Le piante del mese di Ottobre

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Una delle specie con il maggior risalto di colori durante il mese di Ottobre è senz’altro l‘Astro perenne, più noto come «ottobrino» e come «settembrino», dai piccoli e numerosissimi fiori azzurri, lilla o porpora.

Fioriscono anche le gialle Stenbergie, simili a grossi Crochi e che sulle roccaglie e nel sottobosco si confondono, appunto, con i Crochi autunnali gialli o colore del glicine. In attesa che si schiudano le gonfie corolle dei Crisantemi a grande fiore, purtroppo considerati in Italia il simbolo della mestizia, mentre in gran parte del mondo sono ritenuti di buon augurio, possiamo godere l’intensa macchia di colore dei «coreani», i crisantemi a piccolo fiore, dalle mille sfumature.

Sono ancora in fiore le ultime Canne Indiche e molte varietà di Dalia, mentre sui rosai i boccioli vanno assumendo di giorno in giorno   una forma sempre  più  allungata e turbinata a causa della lentezza con cui le corolle giungono a schiudersi.

Sugli alberi e sugli arbusti, come i clerodendri e i cotognastri, i piracanta e la callicarpa, le bacche vanno prendendo colore, quasi a volerci ripagare delle fioriture che stanno per finire e del grigiore che presto si stenderà sul nostro piccolo mondo verde.

Strelitzia, uccello del Paradiso

Strelitzia

La Strelitzia è uno dei fiori più eleganti offerti dalla natura, sia per la forma assolutamente regale che per la colorazione del tutto particolare. Appartiene alla famiglia della Musacee e comprende cinque specie di arbusti e alberi a palma, che si differenziano per grandezza e tonalità di colore. Venne chiamata Strelitzia a metà del 1700 per rendere omaggio a  Sophia Carlotta di Mecklenburg-Strelitz – grande appassionata di botanica – divenuta regina di Gran Bretagna e Irlanda dopo aver sposato Giorgio III.

La specie più conosciuta è senza dubbio la Strelitzia Reginae (o Uccello del Paradiso), originaria dell’Africa meridionale e caratterizzata da foglie ellittiche dal colore verde brillante e sfumature bluastre, che possono raggiungere i 30-40 centimetri di lunghezza. Uno spettacolo tutto da gustare, insomma, che diventa ancor più piacevole nel periodo della fioritura, quando sbocceranno fiori formati da sepali giallo-arancio divisi da petali blu.

Ci sono poi specie meno conosciute, ma ugualmente eleganti, come la Strelitzia Alba (con fiori bianchi e brattea color porpora) e la Strelitzia Nicolai (con fiore azzurro, lilla o bianco e brattee color rosso scuro).

Le compositae

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La famiglia delle Compositae comprende circa 14mila specie spontanee in Asia, in America, in Europa. Tutte sono accomunate dal fiore piatto con petali lunghi e sottili disposti a raggiera intorno a un disco centrale. I fiori possono essere semplici o doppi: i primi, caratteristici delle specie spontanee, sono costituiti da una sola fila di petali, mentre quelli doppi, che presentano un numero di petali maggiore disposti su più file, sono tipici delle specie ornamentali coltivate.

Fra le composite più note e diffuse troviamo: Aster, Bellis, Calendula, Chrysantemum, Erigeron, Felicia, Gaillardia, Helianthus, Rudbeckia.

Aster: E’ un genere che comprende circa 500 specie perenni e biennali, erbacee e arbustive tutte caratterizzate da una fila di petali bianchi, azzurri o rossi disposti intorno a un disco centrale giallo. Sono adatte alla coltivazione in giardino roccioso, bordura e per la produzione di fiori recisi. Appartengono a questo genere amello e settembrini.

Bellis: Comprende 15 specie di piante rustiche e perenni tra cui la bellis perennis, ovvero la classica margheritina, detta anche pratolina o fior gentile. Sono adatte per la coltivazione in vaso e per la creazione di prati fioriti.

Calendula: E’ una pianta che si presta anche alla coltivazione in vaso. Comprende circa 30 specie di piante erbacee annuali.

Glicine, il fiore dell’amicizia

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Raffinato ed elegante, delicato nella colorazione e profumatissimo, il Glicine è quanto di meglio si possa trovare in circolazione per arredare muri e ringhiere, pergolati e recinzioni. Il nome scientifico è Wisteria (o Wistaria) – appartenente alla famiglia delle Fabacee – ed ha origini radicate nell’antico oriente, dove simboleggiava l’amicizia e la disponibilità.

E’ una pianta rampicante che regala il massimo dello splendore in primavera, quando si adorna di fiori riuniti in grappoli pendenti dal profumo molto intenso. A fioritura conclusa, invece, lo spettacolo si trasformerà in un verde brillante, fitto e compatto, ideale per la copertura e piacevole alla vista.

Il Glicine predilige l’esposizione in pieno sole su terreno argilloso e rende al massimo della bellezza se curato con innaffiature moderate e potature annuali. La varietà più nota è la Wisteria sinensis (il Glicine comune, appunto), che può raggiungere i 20 metri di altezza e donare una cascata di fiori viola-lilla. Ma per la gioia dei nostri occhi sono stati creati diversi ibridi dalle sfumature rosa, bianche, blu e persino rosse. Dopo il salto troverete alcuni esempi con tanto di gallery delle varietà più curiose.

Sentieri e vialetti, è tempo di pulirli

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L’argomento, a un primo esame, potrebbe sembrare leggermente ovvio, mentre in realtà è abbastanza importante, soprattutto per quanti si preoccupano di ogni particolare, ben sapendo che la bellezza di un giardino e la sua conservazione dipendono anche da molti aspetti che non si avvertono a occhio nudo, ma infine si « sentono », si avvertono, in un senso di equilibrio, in una ricerca estetica che tende a ottenere il meglio da ogni elemento per raggiungere la massima armonia dell’insieme.

Anche i sentieri, dunque, e la loro manutenzione, hanno importanza nel contesto generale, anche perché non bisogna dimenticare che soprattutto i vialetti che portano dal cancello all’ingresso dell’abitazione svolgono una vera e propria funzione di biglietto da visita, una specie di « presentazione » di tutto il complesso fatto di verde e di fiori.

Per questo anche vialetti e sentieri hanno bisogno di cure e di una accurata, costante manutenzione, che ha lo scopo soprattutto di eliminare le erbe infestanti nate fra le lastre di pietra o affioranti dalla ghiaia che ricopre i passaggi.

Crisantemo, fiore delle ricorrenze liete

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La vicinanza fra l’epoca di fioritura del crisantemo e la commemorazione dei defunti oltre a renderlo noto come il fiore dei morti per eccellenza, ha fatto si che questo bellissimo fiore venga costantemente associato a ricorrenze funeste, almeno nel nostro paese. Però non tutti sanno che nei paesi orientali e in quelli anglosassoni il fiore d’oro (questo il significato letterale della parola crisantemo, dal greco chrysòs, oro e anthemon, fiore) è il fiore delle ricorrenze liete per eccellenza.

Il crisantemo appartiene al genere delle asteraceae e comprende oltre 200 specie di piante erbacee perenni, annuali e biennali, rustiche e semirustiche anche molto diverse tra loro. Si prestano alla coltivazione sia in aiuola che in vaso, tanto in giardino quanto in appartamento. Le varietà adatte alla produzione di fiori da recidere sono note con il nome di crisantemi dei fioristi.

Si tratta di una pianta molto rustica resistente al freddo. E’ una specie brevidiurna, quindi fiorisce in autunno quando il numero delle ore di luce diviene inferiore a 14, ma ugualmente necessita di una posizione ben soleggiata per crescere bene. Quanto al tipo di terreno, cresce bene dovunque, ma preferisce i terreni argillosi-calcarei e ben drenati.

Erbacee perenni, le cure

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Verso la fine del mese di Ottobe, è opportuno provve­dere alla parziale sostituzione del terriccio delle specie di natura erbacea perenne (boc­che di leone, belle di notte, campanule ecc.) che abbiano terminato di fiorire e già si av­viino al meritato riposo invernale. Questa sostituzione ha lo scopo di consenti­re all’apparato radicaledelle erbacee perenni di accumulare sostanze nutritive du­rante la pausa vegetativa della cattiva sta­gione e poter così riprendere a crescere e fiorire normalmente.

La sostituzione della terra ha anche lo scopo di eliminare il substrato troppo compatto e reso poco permeabile dall’azione combinata delle ripetute annaffiature e dell’intensa ca­lura estiva: questi due eventi, infatti, provo­cano l’asportazione della parte più ricca di humus, lasciando le scorie e le sostanze si-liceo-argillose o calcaree che formano la struttura del terreno e che da sole non so­no sufficienti ad assicurare al suolo le indi­spensabili doti di permeabilità, morbidez­za, elasticità e porosità.

Altro intervento importante da eseguire sul­le erbacee perenni, dette anche vivaci per la loro prerogativa di rinascere puntualmen­te ad ogni primavera, dopo aver perduto la parte aerea durante l’inverno, riguarda la suddivisione.

I funghi delle piante, la fumaggine

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Se le vostre piante presentano filamenti o macchie nere su foglie, boccioli e/o frutti molto probabilmente sono affette da una malattia fungina molto comune tanto fra le piante da giardino quanto fra quelle d’appartamento, da frutto e ornamentali: la cosiddetta fumaggine.

Più precisamente, con il termine fumaggine si fa riferimento ad un gruppo di funghi saprofiti che non attaccano direttamente la pianta, ma la utilizzano come un semplice supporto e si nutrono di una sostanza zuccherina presente su di essa, ossia la melata. Questa può venire autoprodotta, ma più di frequente viene secreta da parassiti come afidi e cocciniglie.

Come accennato, la fumaggine si presenta su foglie, germogli e frutti come una macchia scura dapprima polverosa e simile a fuliggine che ricopre la pianta fino ad impedirle di ricevere la luce necessaria per vivere. Le principali cause di insorgenza della fumaggine sono rappresentate dall’umidità elevata, dalla scarsa ventilazione e, come già detto, dalla presenza di melata.

Usare la cenere come fertilizzante

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Fin dall’antichità i residui della combustione del legno sono usati come fertilizzanti, a dimostrazione di come in natura sia difficile buttar via qualcosa, trovando sempre il modo di riciclare gli elementi. La cenere quindi assume un grande valore nell’economia della coltivazione e diventa pressoché indispensabile per alcune colture.

Significa forse che da oggi in poi possiamo evitare di acquistare qualunque tipo di concime ed usare solo ed esclusivamente la polvere del caminetto? Ovviamente no, altrimenti i venditori di fertilizzanti non avrebbero di che vivere. Bisogna fare dei distinguo in proposito e ricordare che molte sostanze del legno vengono bruciate nel processo di combustione, perdendo in efficacia.

Il potassio ed il fosforo, però, rimangono in grande quantità anche quando il legno è completamente bruciato, così come alcune piccole (o grandi, dipende dal tipo di legno) dosi di rame, zinco, manganese e fluoro. Questi elementi sono utilissimi alle nostre piante e possono rappresentare un’ottima alternativa al fertilizzante che troviamo nei negozi, facendoci risparmiare tempo e denaro.