Potatura: consigli sul come praticarla e sugli attrezzi da utilizzare

forbici potatura

Per la potatura,gli attrezzi variano secondo le necessità. Di solito si impiegano le apposite cesoie a lame combacianti o a lame affiancate: le prime sono più delicate, le seconde sono invece adatte al taglio dei rami più robusti. Se, per le sue dimensioni, il legno da potare non può essere troncato in modo netto dal­le cesoie, ma esige un attrezzo più adatto allo scopo, si deve usare un seghetto o una roncola, che offrono la possibilità di esegui­re un taglio «pulito».

La potatura è tra le operazioni meno facili e semplici tra quante devono essere ese­guite da chi si occupa di giardinaggio. Per questo, in genere, soprattutto per gli alberi da frutto, è bene affidarsi per le prime volte a potatori di provata esperienza, osservando con molta attenzione il loro lavoro. Solo quando si ha la certezza di aver acquisito la necessaria pratica ci si può cimentare nel taglio di un esemplare, a titolo di prova. Infatti, una potatura errata può pregiudicare il raccolto in modo irreparabile e influire negativamente sulla fruttificazione anche per due o tre anni.

Come suggerimento pratico, valido in gene­rale per ogni tipo di potatura, possiamo di­re che il taglio deve essere:

  • netto, cioè senza sbavature;
  • né troppo vicino né troppo lontano da una gemma se si tratta di un ramo sottile;
  • a giusta distanza  dal tronco nel caso di grossi  rami;
  • giustamente inclinato e con la parte bas­sa rivolta in senso opposto alla gemma: que­sta precauzione fa sì che l’acqua, scorrendo lungo  la superficie inclinata del taglio,  non scoli direttamente sulla gemma provocandone il marciume, ma venga convogliata verso la parte opposta del ramo. Se la specie po­tata ha un legno particolarmente spugnoso o se il taglio stesso provoca qualche fendi tura nel ramo, è bene «medicare» subito la pianta con   lo speciale mastice che cica­trizza  la ferita e impedisce all’acqua di  penetrare nel ramo o nel tronco, danneggiandoli.

La potatura delle piante da frutto è difficile, sia per la scelta dei rami da eliminare e del punto in cui operare il taglio secondo il risultato che si vuole ottenere, sia perché richiede una profonda conoscenza delle ca­ratteristiche strutturali di ogni specie per sapere come avvengono le diverse fruttificazioni.

Infatti, vi sono piante che fruttificano sui ra­mi di un anno, altre che accentrano la pro­duzione su determinati rami definiti «da frutto» oppure «misti», sui brindilli (pic­coli rami sottili che finiscono con due gem­me «a legno») oppure ancora sulle lamburde (rametti che il primo anno sono lunghi solo 2 o 3 cm, che in seguito si allungano e si ingrossano prendendo il nome di «bor­se» e rappresentano i rami «a frutto» più produttivi di  meli e peri).

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