Le piante velenose possono essere molto belle ma devono essere maneggiate con cura. Due in particolare sembrano essere caratterizzate da una forte potenza venefica: l’ageratina altissima e la dieffenbachia. Quali sono i loro effetti?

Esistono molte piante definite “velenose” perchè se toccate o mangiate
Alcune piante da appartamento sono velenose o tossiche. Forse non
Le piante velenose possono essere molto belle ma devono essere maneggiate con cura. Due in particolare sembrano essere caratterizzate da una forte potenza venefica: l’ageratina altissima e la dieffenbachia. Quali sono i loro effetti?

Ecco 3 piante da non tenere in casa: esemplari velenosi che bisogna assolutamente mantenere lontani dalla portata dei bambini in modo tale da non mettere a repentaglio, nemmeno per caso, la loro salute.

Quando si parla di piante d’appartamento è necessario non solo pensare alle cure da donare loro ma anche ad alcune regole da seguire per tenere al sicuro i bambini nel caso gli stessi possano venirvi in contatto. Alcuni stupendi esemplari possono essere infatti velenosi.

Vi è mai capitato di aver bisogno di riconoscere delle piante con assoluta certezza e velocità? Ora a disposizione per questo “lavoro” esiste Pl@ntNet, un’applicazione molto simile a Shazam. Solo che invece della musica, quella che vi presentiamo oggi si occupa di piante.

Se avete in famiglia degli animali domestici, cani o gatti oppure altri pet da compagnia, come un coniglio, fate attenzione ad alcune piante che possono essere pericolose proprio per la loro salute. Oggi vi vogliamo presentare un esempio di alcune di queste piante velenose per animali domestici, attraverso una galleria fotografica per permettervi di individuarle meglio.


Il giorno di Natale è passato, ma le piante che abbiamo comprato per abbellire la nostra casa rimangono con noi e si spera lo facciano a lungo con le dovute cure. Sapevate che la maggior parte di esse sono estremamente velenose?

Molte piante difendono la loro bellezza dall’attacco degli animali attraverso delle sostanze tossiche caratterizzanti i loro elementi principali. E’ palese che un animale erbivoro in cerca di cibo mangerà qualsiasi pianta sembri appetibile che incontrerà nel suo cammino. Come risolvere il problema degli avvelenamenti degli animali? Privando alcune piante della loro velenosità in laboratorio.
Un giardino pieno di piante velenose: nessuno può resistere all’attrattiva che intrinsecamente l’Alnwick Poison Garden contiene già nel suo nome. Ed infatti il giardino dei veleni della cittadina inglese, con le sue piante killer, è molto amato sia dai ragazzi che dagli adulti che sempre più spesso accompagnano i proprio figli alla scoperta di una flora del tutto particolare.
La tossicità delle piante del genere Colchicum era nota già

Sicuramente avrete sentito parlare del veleno di Belladonna, immancabile negli intrighi di corte dei romanzi o dei film; in realtà la pianta dalla quale viene estratto questo veleno, ovvero l’Atropa belladonna, è una pianta erbacea molto decorativa, ma poco conosciuta e ancor meno coltivata nei giardini. Come dicevamo, l’Atropa belladonna è una pianta erbacea perenne di grande taglia, appartenente alla famiglia delle Solanaceae, nota fin dal Medioevo come pianta usata da maghi e guaritori.
Nonostante sia una pianta molto decorativa, la diffusione della Belladonna come pianta ornamentale è frenata a causa del veleno che contiene in tutte le sue parti: per la maggior parte nei frutti ma anche nelle radici e nelle foglie essiccate. Le bacche della Belladonna sono la sua caratteristica principale: sono molto belle da vedere ma altrettanto pericolose se ingerite, in quanto sono altamente tossiche, per questo vengono chiamate con il nome di “ciliegie di Satana”.
Nel caso si desiderasse coltivare questa pianta, il problema del veleno potrebbe essere risolto eliminando, alla fine della fioritura, le bacche in formazione, recidendo i peduncoli dei calici dei fiori Dal punto di vista fisico, la Belladonna si caratterizza per le foglie di forma ovata, per i fiori dalla forma campanulata di colore violaceo e verde, e per i frutti, ovvero delle bacche nere e lucide protette da una specie di calice, che contengono alcune sostanze velenose alle quali, però, ne sono immuni gli uccelli.

Oltre alla ben nota stella di natale, il genere euforbia comprende un vastissimo numero di piante assai diverse fra loro, di seguito vi illustro con una breve panoramica le specie più diffuse:
Euphorbia flanaganii : splendida pianta suffruticosa caratterizzata da gambi piuttosto esili e carnosi lunghi 15-20 cm; occasionalmente produce numerosi fiori con brattee gialle.
Euphorbia fulgens: specie arbustiva, conosciuta anche come Euphorbia jacquinaeflora. Le foglie sono strette e lanceolate, i fusti sono incurvati; la pianta raggiunge 1,2 m di altezza. I fiori, con brattee rosse, sbocciano in inverno.
Euphorbia milii (sin. Euphorbia splendens): è un alberello semisucculento che viene coltivato come le euforbia suffruticose. I suoi steli sono molto spinosi, con foglie terminali; la pianta raggiunge i 45 cm di altezza. In inverno sbocciano i fiorellini bianchi circondati da grandi brattee rosso brillante . La varietà “Tananarivae” possiede brattee gialle.