Xylella, 2016 anno nero per ulivi

Il 2016 è stato un anno nero per gli ulivi: la Xylella ha continuato a mettere a ferro e fuoco le zone colpite dal batterio ed un vero trattamento valido a 360° per salvare le piante ancora non è stato trovato. Non solo: proprio sotto le feste di Natale sono state sequestrate ulteriori piante a rischio.

ulivi

Gli esemplari venduti di piante a rischio come ulivo, oleandri, ciliegi, amarena e rosmarino devono possedere una certificazione particolare, una sorta di passaporto che dimostri che non siano affette da nessun agente patogeno. Quando questo è mancante non solo scatta la multa per il vivaio o rivenditore, ma anche la completa distruzione degli esemplari. Uno spreco che se sani si dovrebbe tentare di evitare con tutte le forze. La Xylella ha già messo a dura prova la zona del Salento: perché consentire anche all’imperizia delle persone di fare del male? La minaccia di questo batterio, secondo gli ultimi rilevamenti, potrebbe divenire presente anche in Liguria, altra zona d’Italia dove ha luogo una grande produzione di olio: se non si riuscirà a fare efficacemente qualcosa gli effetti saranno devastanti.

Terapie contro la Xylella

Per ciò che concerne le terapie contro la Xylella gli scienziati continuano a puntare su ulivi selvatici e cultivar particolari che hanno mostrato nei mesi scorsi di avere una maggiore resistenza all’attacco del batterio. L’idea al momento è quella di tentare una sorta di “imbastardimento” degli ulivi per poterli rendere più forti ed in grado di combattere l’agente patogeno anche nelle zone più colpite dal batterio.

 

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