Tecniche di moltiplicazione: la propaggine

propaggine

La propaggine è una tecnica di moltiplicazione analoga alla margotta, la cui differenza da essa consiste nel fatto che nella margotta il substrato viene innalzato fino al ramo, mentre nella propaggine è il ramo di idonea lunghezza che viene piegato fino a raggiungere il suolo e interrato per un piccolo settore scortecciato.

Le piante che possono essere moltiplicate tramite propaggine sono quelle legnose rampicanti, come i gelsomini, e gli arbusti non rampicanti purché con rami molto flessibili, come le eriche e gli oleandri. Nella propaggine, i rami vengono piegati in modo che una parte di essi possa essere interrata ad una profondità di 10 centimetri; il tratto di ramo ricoperto viene ancorato al terreno, precedentemente alleggerito con torba e sabbia, con due forcelle che dovranno riemergere dalla terra.

Semina in lettorino

lettorino

La semina in lettorino, è un  sistema che si usa per le specie delicate, che non possono essere seminate in piena terra o in vasi al­l’aperto, oppure per far nascere, in inverno, le pianticelle da mettere a dimora in giardi­no o sul balcone, in primavera. Il lettorino è una specie di ampia cassetta, in legno o in cemento, con due lati spioventi, che può es­sere collocata sul terreno del giardino o del­l’orto; il lettorino munito di un fondo su cui viene deposto uno strato di terra può essere utilizzato anche sul balcone. Ogni lettorino è completato da un coperchio in vetro o in speciale materiale plastico: sia il vetro sia il laminato plastico hanno le funzioni di racco­gliere la maggior quantità di calore possibi­le per facilitare la germinazione dei semi e di assicurare alle future pianticelle la neces­saria  luminosità.

La semina dei lettorini può avvenire secon­do questi tre sistemi:

Semina all’aperto

semine

La semina può essere effettuata in due mo­di: all’aperto o in lettorino.

Oggi esamineremo quella all’aperto e, nel mio post di domani, troverete quella in lettorino.

La semina all’aperto.

Anzitutto, è indispensa­bile che il terreno non presenti la minima traccia di gelo, sia soffice e tiepido al tatto, tanto da poter essere lavorato con facilità.

Prima di seminare è necessario dissodare e livellare il terreno, ripulendolo da sassi, ra­dici, scorie, e annaffiarlo leggermente. Quin­di, se si vuole ottenere una piantagione in file parallele o a scacchiera, si tracciano pic­coli solchi e si depongono i semi nel fossetto così ottenuto. La semina può essere fatta anche in buchette oppure a spaglio, ossia lanciando la semente a manciate perché ri­cada al suolo spargendosi in modo regola­re.

In genere i semi dovrebbero essere ricoper­ti da un leggero strato di terra, ma esistono alcune eccezioni o particolari sistemi di in­terramento di cui abbiamo già parlato nell’articolo “Semi, caratteristiche generali e modo corretto per seminarli” di ieri.

Semi, caratteristiche generali e modo corretto per seminarli

semi

Oggi la moltiplicazione per seme è di uso sempre meno frequente per il diffondersi dei vivai specializzati e per la possibilità di acquistare singole piantine erbacee annuali o perenni in vasetti di torba, pronte ad essere interrate direttamente nelle aiuole o nelle cassette con risultati pressoché immediati e garantiti.

Tuttavia, non sempre si può (o si vuole) ricorrere all’acquisto delle piantine: in questo caso, e soprattutto per quanto riguarda l’orto, il sistema della semina è ancora il mezzo più valido di moltiplicazione; un mezzo abbastanza facile e sicuro purché si rispettino determinate norme.

Ogni tipo di seme ha caratteristiche precise, che esigono uno speciale trattamento prima e durante la semina.

Di seguito ho cercato di raggruppare i semi, secondo le loro caratteristiche, e per ciascun gruppo, ho indicato le norme fondamentali per una corretta seminagione:

semi carnosi

castagne, ghiande ecc: germogliano meglio se vengono posti a macerare nell’acqua per un giorno intero. La semina si deve effettuare non appena i frutti  maturano;

Piante “inventate” (seconda parte)

rapa bianca

Prima di darvi un’ultima dritta sulle piante inventate, tanto carine quanto poco costose, voglio aggiungere ancora una cosa in merito alla cura della Patata americana di cui abbiamo parlato nel post di ieri  “Piante inventate (prima parte) “

Con il passare dei giorni, sia perché la patata assorbe molta acqua, sia per la naturale evaporazione, è necessario continuare ad aggiungere acqua, affinchè il suo livello rimanga costante. Un bel giorno, dalla parte inferiore del tubero cominceranno a spuntare le radici, mentre la parte superiore della patata americana lascerà apparire le gemme che, in breve, si trasformeranno in rami e foglie.
La bella pianta ricadente durerà per vari mesi, sicuramente per tutto l’inverno, purché si abbia cura di sistemarla in buona luce, lontano da fonti di calore, evitando nel modo più assoluto di rinnovare completamente la acqua, ma limitandosi ad aggiungere di volta in volta  la quantità mancante.

Tecniche colturali: la sarchiatura e la rincalzatura

sarchiatura e rincalzatura

Oggi affrontiamo un nuovo capitolo della cura di piante e fiori: le tecniche colturali, ovvero tutti quei lavori fatti per rendere rigogliose e produttive le piante; dato che ce ne sono molte, andremo per gradi, e oggi sarà il turno della sarchiatura e della rincalzatura.

La sarchiatura è una tecnica colturale che possiede tre funzioni: quella di ridurre la compattezza del suolo in modo da farci entrare l’aria, quella di far penetrare il calore del sole nel terreno durante i mesi freddi, e quella di eliminare le erbe infestanti, in modo da lasciare maggior spazio per le sostanze nutritive; non a caso, spiegato praticamente, la sarchiatura è l’atto con il quale si recidono alla base le erbe infestanti prima di estirparle.

Tecniche di propagazione: la Talea

talea

Nei blog dedicati alla nobile arte del giardinaggio capita spesso di imbattersi nel termine “talea”, ma siamo sicuri di conoscerne il significato preciso? Per aiutarvi nella comprensione, vi proponiamo una breve guida, nella speranza che possa esservi utile ad “allenare” il vostro pollice verde.

Con il termine talea si indica un frammento della pianta, opportunamente tagliato e posto nel terreno o in acqua, che riesce a a rigenerarsi ed a moltiplicarsi, dando vita ad una sorta di clone della pianta stessa.

Generalmente per una buona riuscita dell’operazione si preferisce affidarsi alle talee di ramo, ma per alcune piante è possibile utilizzare anche altre parti della pianta, come ad esempio la radice o la foglia, capaci anch’esse di formare degli apparati radicali tali da generare una nuova vita.