Incendiato “il Senatore”: uno dei cinque alberi più vecchi del mondo

quinto albero più vecchio del mondoQuando si parla di incendi dolosi, il pensiero di ettari di alberi e piante bruciate fa già piangere il cuore di per se stesso. La faccenda diventa ancora più triste però, quando a perire sotto la scure di un incendio è un albero millenario. Nello specifico parliamo de “Il senatore”, l’albero di Cipresso calvo delle Paludi (Taxodium distichum),che  fino alla sua recente scomparsa rappresentava  il quinto albero più vecchio del mondo.

Questo straordinario cipresso è nato infatti tremila e cinquecento anni fa, in quello che ora è conosciuto come “Big Tree Park” in Florida. Un albero imponente di cui ora rimane solo un tronco bruciacchiato. Già nel 1925 questo millenario testimone della vita sulla terra era rimasto danneggiato in seguito ad un uragano. Pensare che ci possa essere la mano dolosa dell’uomo rende l’accaduto ancora più triste.

Perché quando si tratta di calamità naturali, si può cercare di arginare, e nel fallimento del tentativo, quasi ci si rassegna. Ma quando la fine di un albero così straordinario viene decretata da una mente criminale, per di più premeditata, è difficile accettare una scomparsa simile. E’ come se qualcuno deliberatamente strappasse dal loro suolo le rare orchidee notturne o la philcoxia minensis: parliamo di piante di quasi impossibile riproduzione. La loro perdita sarebbe incommensurabile.

Il Senatore, dopo tanti secoli, è stato “ucciso”. Le autorità del luogo, sebbene le indagini debbano ancora concludersi, sono convinte che si tratti di un incendio doloso. I giornali locali parlano di una lunga agonia di questo albero, data l’impossibilità dei vigili del fuoco di raggiungere il millenario cipresso con i mezzi di soccorso.

Sembra poi che alla base dell’albero siano state trovati resti di fascine di rami secchi, solitamente simbolo di un punto di origine di natura dolosa: è come se qualcuno avesse preparato appositamente dei mucchi di rami per accertarsi che il cipresso prendesse fuoco. L’ipotesi è suffragata anche dalla mancanza di linee elettriche  nelle vicinanze e di fulmini nel cielo che avrebbero potuto scatenare un incendio “naturale”.

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