Come proteggere le piante dalle malattie

E’ piuttosto frequente che dopo esserci amorevolmente dedicati alla cura dei nostri fiori e delle nostre piante ci capiti di vederle irrimediabilmente rovinate da funghi, virus e/o insetti più o meno micidiali. Tuttavia, per evitare di incorrere in queste spiacevoli sorprese e fare in modo che le nostre piante non rimangano vittime di malattie e parassiti spesso basta mettere in atto alcuni semplici accorgimenti volti da un alto a creare condizioni sfavorevoli per le avversità, dall’altro a rafforzare le difese della pianta facendo in modo che cresca forte e rigogliosa. Vediamo di cosa si tratta:

  • Evitare semine troppo fitte e arieggiare le colture;
  • Sfoltire periodicamente le chiome delle piante;
  • Utilizzare semi e piante madri perfettamente sani;
  • Lavorare bene il terreno prima di semine e impianti, eliminare i resti di eventuale vegetazione infetta e bruciarli;
  • Assicurarsi che il terreno sia ben drenato per evitare ristagni d’acqua;

Agrumi, malattie e parassiti

Tra gli alberi presenti nel nostro giardino o nel nostro frutteto, gli agrumi sono forse quelli più soggetti a malattie ed avversità, che potrebbero portare anche alla morte della pianta, se non trattati in modo specifico e tempestivo.

In queste poche righe cercheremo di illustrare i principali danni arrecati agli agrumi da parassiti e condizioni ambientali avverse, nella speranza che le indicazioni possano esservi utili per riconoscere il problema ed individuare le possibili soluzioni.

L’ambiente esterno contribuisce in modo determinante sulla salute dei nostri agrumi. Basti pensare molte malattie sono causate da temperature troppo basse o troppo elevate, dagli agenti atmosferici avversi (vedi grandine, neve, pioggia prolungata o vento) o dall’inquinamento. A questi vanno poi aggiunti i lunghi periodi di siccità, causa il più delle volte dell’ingiallimento delle foglie, della scarsa fioritura e della caduta prematura dei frutti.

Coleotteri, temibili nemici delle piante

L’ordine dei coleotteri comprende oltre 850mila specie di insetti molto dannosi sia per le colture che per le piante ornamentali; a questo vasto gruppo appartengono il punteruolo rosso della palma, l’oziorrinco, il maggiolino, la dorifora e persino la deliziosa coccinella, la quale però può rivelarsi molto utile proprio perchè divora le larve dei suoi “parenti” più cattivi. La femmina del coleottero depone le proprie uova sottoterra o nella parte inferiore delle foglie, da queste fuoriescono delle larve voracissime (coleotteri fitofagi) che divorano la pianta a livello di foglie, fiori, frutti e radici soprattutto di pomodori, patate e più in generale i tuberi, peperoni, peperoncino,  melanzane e, tra le ornamentali, rose, gerani e palme.

La devastazione però parte dall’interno ed è per questo che i coleotteri possono anche agire indisturbati per molto tempo prima che ci si accorga delle loro presenza; è infatti solo con l’arrivo dei primi caldi che gli esemplari adulti escono allo scoperto e si rendono ben visibili sulle piante spesso quando ormai per queste non c’è più nulla da fare. E’ facile quindi comprendere quanto sia fondamentale, laddove possibile, prevenirne l’attacco e correre ai ripari non appena se ne noti la presenza.

Arbusti ornamentali: il Parthenocissus

Il Parthenocissus, o Vite americana, è un arbusto di taglia media appartenne alla famiglia delle Vitaceae originario della Cina e della Regione Himalayana; il Parthenocissus possiede uno sviluppo rampicante ed è conosciuto per le sue foglie molto decorative che in autunno assumono una caratteristica colorazione rossa e bordeaux. I fiori spuntano al’inizio dell’estate e sono in genere di colore giallo, mentre i frutti, che crescono fino a settembre, sono piccoli e di colore blu.

Proprio per il suo sviluppo rampicante, il Parthenocissus è particolarmente adatto per adornare pergolati, muri e graticci; in natura si sviluppa usando i tronchi degli alberi vicini come sostegno. Esistono diverse varietà di Parthenocissus, vediamo quelle più conosciute.

Parthenocissus quinquefolia. È una varietà rustica, meglio conosciuta come Vite canadese, in quanto è originaria proprio dell’America del nord; si caratterizza per la consistente altezza, fino a 20 metri, e per le bacche di colore azzurro-grigio.

Parthenocissus himalayana. È una varietà originaria delle zone dell’Himalaya, possiede uno sviluppo contenuto, massimo dieci metri di altezza, ed è caratterizzata dalla produzione di fiori giallo-verdi e dai frutti blu.

Parthenocissus inserta. Questa pianta è originaria dell’America del nord che, oltre ad essere una rampicante, si caratterizza anche per il suo portamento strisciante. Questa varietà è famosa anche per i fiori bianchi e per le foglie molto decorative che in autunno assumono una colorazione aranciata.

Parthenocissus thompsonii. è una varietà rampicante dai fusti legnosi dotata di viticci, si caratterizza per le foglie che assumono colorazioni particolari e per le bacche di colore nero.

Piante rampicanti: la Tacsonia

Tra le tante specie di Passiflora, ci piace segnalare la varietà vitifolia, altrimenti detta Tacsonia, appartenente alla famiglia delle Passifloracee ed originaria dell’America centrale e meridionale, in particolare di Nicaragua e Perù. E’ caratterizzata da foglie simili a quelle della vite (di qui il nome vitifolia) di colore verde brillante o rosato, a seconda della stagione e del clima.

I fiori sono di colore rosa o lilla e fanno la propria comparsa nella stagione primaverile, rallegrando l’ambiente esterno per diverse settimane. La Tacsonia ha portamento rampicante e si adatta alla coltivazione nei pressi di muri e graticci, dove mostrerà il meglio di sé aggrappandosi a sostegni naturali o artificiali e crescendo fino a quattro metri. La coltivazione è abbastanza semplice, come dimostra la scheda che segue.

Afidi, le diverse specie

Degli afidi, meglio noti con il nome di pidocchi delle piante, vi abbiamo già parlato in diverse occasioni. Sapete quindi che si tratta di insetti che causano danni alle piante, sia erbacee che arbustive, succhiandone la linfa e favorendo l’insorgenza di malattie virali. Purtroppo vivono raggruppati in nutrite colonie e la loro presenza si rende manifesta attraverso la comparsa di una patina biancastra e appiccicosa (la melata) sulla quale si possono sviluppare le fumaggini (che poi non sono altro che funghi).

Quello che non vi abbiamo ancora detto è che esistono diverse specie di afidi, alcune delle quali prediligono particolari tipi di piante. Vediamoli:

Afide della radice

L’afide della radice vive, come ci suggerisce il nome, sulle radici di carciofi, fagioli, lattughe e così via. E’ di colore bianco-giallognolo e il suo attacco provoca ingiallimento e avvizzimento delle foglie nonchè il deperimento progressivo dell’intera pianta.

Piante autunnali: la Parrotia persica

La Parrotia persica è una splendida pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Hamamelidacee ed originaria dell’Asia centrale, molto apprezzata alle nostre latitudini sia per la resistenza alle basse temperature che la colorazione particolare che assume durante la stagione autunnale. E’ caratterizzata da un fusto che generalmente raggiunge i sei metri di altezza, benché esistano degli esemplari che si innalzano fino ai 10 metri.

Le foglie sono ovali e leggermente dentate, con colorazioni che nella stagione autunnale raggiungono il meglio della bellezza, passando dal violaceo allo scarlatto, dal giallo all’arancio al rosso. I fiori sono meno significativi dal punto di vista ornamentale e fanno la propria comparsa nella stagione primaverile, per poi lasciare il posto ai frutti, costituiti da capsule ovali. Come detto in precedenza, la Parrotia persica riesce a resistere anche a temperature inferiori allo zero ed è per questo che può essere coltivata direttamente in piena terra. Ciò non significa però che non possa essere allevata in vaso, dove assumerà dimensioni più contenute, mantenendo la stessa spettacolare bellezza.

Arbusti ornamentali: la Caesalpinia gilliesii

La Caesalpinia gilliesii, o Ponciana gilliesii, è un arbusto molto decorativo a foglia caduca appartenente alla famiglia delle Leguminose, originario delle isole Barbados, ma molto diffuso nei Paesi anglosassoni nei quali viene chiamato “bird of paradise”, ovvero “uccello del paradiso”; tuttavia, nelle regioni a clima mite dell’Italia può essere coltivato senza problemi.

La Caesalpinia gilliesii è un arbusto di medie dimensioni che può raggiungere i quattro o cinque metri di altezza, possiede un portamento eretto e deliziosi fiori molto decorativi di colore giallo con un ciuffo di stami rossi che compaiono in estate.

La Caesalpinia gilliesii può essere seminata in qualsiasi periodo dell’anno, tuttavia, dalla fine di ottobre a quella di dicembre è il momento ideale per metterla a dimora; vediamo, quindi, quali sono le sue caratteristiche di coltivazione.

Piante officinali: la Carlina acaulis

La Carlina acaulis (detta anche Camaleone o Cardone) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteracee ed originaria dell’Europa centrale, molto diffusa allo stato spontaneo nelle regioni montane del Vecchio Continente. E’ caratterizzata da un rizoma di notevoli dimensioni e da un fusto che difficilmente supera i 10 centimetri di altezza. Le foglie sono di colore vere scuro, ricoperte di peluria ed attraversate da nervature molto evidenti. I fiori sono grandi, solitari, di colore bianco e fanno al propria comparsa nella stagione primaverile, per poi restare a lungo sui fusti.

Come detto, vive per lo più allo stato spontaneo, ma ciò non significa che non possa essere coltivata in ambito domestico, sia come pianta ornamentale (di scarso interesse) che come pianta officinale. La Carlina acaulis, infatti, è infatti utilizzata per le sue proprietà cicatrizzanti, diuretiche, detergenti, toniche, digestive e sudorifere.

Mandarini, le varietà principali

Il mandarino (Citrus reticulata) è un albero da frutto appartenente al genere citrus della famiglia delle Rutaceae. Con lo stesso nome si indicano i suoi frutti, definiti in botanica “esperidio”. Questi sono dotati di una buccia sottile, di colore arancione, e vengono largamente impiegati a scopi alimentari grazie al loro sapore dolce, solo leggermente acidulo, che li rende particolarmente apprezzati soprattutto consumati freschi. 

In realtà, sotto il nome di mandarini vanno sia i mandarini “comuni” che gli ibridi da questi derivati quali i mandaranci, noti anche con il nome di clementine, i tangeli (derivati dall’incrocio tra mandarini e pompelmi), i satsuma, i tangerini e così via. La varietà di mandarino maggiormente diffusa in Italia è l’avana (o mandarino comune) che da i suoi piccoli frutti, ricchi di semi, da novembre a gennaio ma risulta molto apprezzato anche il cosiddetto tardivo di Ciaculli (la località del palermitano ove si concentra la sua produzione), varietà dal gusto particolarmente dolce che da i propri frutti da febbraio ad aprile inoltrato.

Agrumi, le specie più strane

Tra i tanti agrumi che possiamo trovare in questa stagione sui banchi del mercato, ve ne sono alcuni molto particolari che potrebbero finire nella nostra busta della spesa, dei quali non conosciamo neanche il nome. In queste poche righe vi proporremo le varietà più strane degli agrumi di stagione, con tanto di gallery finale, in modo che possiate apprezzare anche a livello visivo la bontà di tali frutti.

Cominciamo da quello che vedete nell’immagine in alto, il Pummelo (detto anche Pomelo, Citrus grandis, Osbeck e Citrus maxima), coltivato per lo più nelle regioni meridionali della Cina, ma presente anche in Italia nelle zone a clima temperato. Può raggiungere i sei metri di altezza e presenta una forma per lo più disordinata, con foglie ovali di colore verde scuro e grandi fiori bianchi, che fanno la propria comparsa nella tarda primavera. I frutti sono di colore giallo, molto grandi rispetto agli altri agrumi, di sapore aspro o acidulo.