Il linguaggio dei fiori, la lavanda

Con il nome di lavanda si indicano all’incirca una trentina di specie del genere Lavandula della famiglia botanica delle Laminaceae. Si tratta di piante molto rustiche, resitenti sia al gelo che al caldo torrido, caratterizzate da foglie argentee e fiori viola, rossi, bianchi o blu che crescono raccolti in spighe durante l’estate ed emanano un profumo intenso e inconfondibile. Chiunque ne abbia fatto esperienza sa infatti che è  impossibile passare accanto a una pianta di lavanda senza essere attratti dall’aroma che spande nell’aria.

Nel linguaggio dei fiori la lavanda ha un duplice significato: da un lato infatti questo fiore è segno di diffidenza, dall’altro è portatore di ricordi felici. Il primo, e più inquietante, significato si deve all’usanza, risalente all’antichità secondo la quale i fiori di lavanda messi a macerare e strofinati sulla parte lesa servivano a curare i morsi di serpente; allo stesso tempo però si riteneva che proprio tra le sue foglie si annidassero serpenti e aspidi, motivo per cui bisognava avvicinarsi ad essa con estrema cautela. Lo stesso significato sembra però ascrivibile alla frequente presenza intorno alla pianta di api e calabroni che renderebbero abbastanza difficoltoso, oltre che pericoloso, raccoglierne qualche ramoscello.

Insetticidi naturali, il piretro

Il piretro (Chrysantemum cinerariaefolium) è una pianta appartenente alla famiglia delle Compositae (o Asteraceae) che cresce spontanea solo lungo le coste del Mar Adriatico; in altri paesi del mondo viene invece coltivata soprattutto per estrarne le piretrine, sostanze tossiche usate per produrre insetticidi. Le proprietà del piretro sono infatti parassiticide.

Il fiore è del tutto simile a quello di una margherita, le foglie, vellutate e di colore grigiastro, crescono però alla base del fusto. Le parti utilizzate a scopi parassiticidi sono i capolini che vengono essiccati e macinati per ottenere una polvere giallognola chiamata razzia o piretro. Quest’ultima è molto utilizzata in agricoltura e giardinaggio dal momento che risulta molto tossica per gli animali a sangue freddo ma poco per l’uomo e gli animali a sangue caldo e, allo stesso tempo, è poco inquinante.

Piante rampicanti: la Kennedia coccinea

La Kennedia coccinea è una pianta rampicante originaria dell’Australia e della Nuova Guinea ed appartenente alla famiglia delle Fabacee. E’ caratterizzata da da fusti legnosi, che si alzano fino ai quattro metri di altezza, portando foglie ovali ed appuntite di colore verde brillante. I fiori sono gemme di colore rosso, ricoperti di peluria e particolarmente decorativi. Fanno la propria comparsa sulla pianta nella stagione estiva, per poi restare a far bella mostra di sé fino a novembre.

Questo tipo di pianta cresce facilmente in prossimità di muri e graticci, ma può anche essere coltivata come ricadente. Non ha predilezioni riguardo alla temperatura, adattandosi sia al caldo delle regioni costiere che al clima rigido delle zone collinari, purché non si esponga a temperature di molti gradi inferiori allo zero. La coltivazione è piuttosto semplice , come dimostra la scheda descrittiva che segue.

Ceanothus, il Lillà della California

Il Ceanothus o Lillà della California è un arbusto dalla bellezza spettacolare, appartenente alla famiglia delle Rhamnacee ed originario dell’America del nord (in particolare, come dice il nome, della California). Si tratta di una pianta caratterizzata da foglie ovali ed appuntite, che assumono una colorazione verde brillante sulla pagina superiore e grigiastra su quella inferiore. I fiori sono di piccole dimensioni, colorati di azzurro o di bianco, e fanno la propria comparsa in primavera o all’inizio dell’estate, decorando l’ambiente circostante con simpatiche pannocchie.

La Coltivazione del Lillà della California è abbastanza semplice e si adatta anche a quanti sono digiuni nell’arte del giardinaggio. La resistenza alle basse temperature, inoltre, fa sì che tale pianta sia coltivata anche nelle regioni con inverni particolarmente rigidi. A voi la scheda relativa alla coltivazione.

Attrezzi per il giardinaggio: il trapiantatoio

Tra gli attrezzi utili per il giardinaggio o per curare l’orto domestico, c’è sicuramente il trapiantatoio, un piccolo utensile che serve per la messa a dimora delle piante da trapiantare. Il trapiantatoio si compone di una lama metallica dalla forma trapezoidale e da un manico che può essere fatto di metallo, legno o plastica: praticamente è una paletta la cui forma ricorda quella della cazzuola anche se è più sottile.

A dispetto del nome e del suo originario utilizzo, il trapiantatoio non serve solo per mettere a dimora le piante da trapiantare, ma anche per altri piccoli lavori nell’orto e nel giardino, come la rimozione delle erbe infestanti, la rincalzatura delle piante o, semplicemente, per zappare leggermente il terreno dei vasi.

Utilizzare il trapiantatoio non è difficile: per scavare la buca dentro alla quale andrà sistemata la piantina, basta esercitare una piccola pressione a seconda della consistenza del terreno, e poi effettuare una rotazione per rimuovere la terra; quando la buca sarà pronta, basterà inserirvi la piantina facendo attenzione a non rovinare le radici; una volta fatto ciò, sempre usando il trapiantatoio, si potrà procedere al reinserimento del terreno e alla sua rincalzatura.

Piante medicinali, il Maqui

Maqui (Aristotelia chilensis) è una pianta medicinale, nota anche con il nome di Clon, appartenente alla famiglia delle Eleocarpaceae che conta circa dieci generi e quattrocento specie diffuse in Asia, Australia e Sud America. E’ un arbusto sempreverde che si erge fino a 4-5 metri di altezza e viene coltivato sia a scopi ornamentali che medicinali. Più precisamente l’albero è originario della flora spontanea cilena ma è stato adattato alla coltivazione in climi freddi temperati; la pianta infatti è stata introdotta in Inghilterra nel ‘700 e nel’900 negli Stati Uniti, dove viene indicata con il nome di Chilean wineberry. Cresce bene in terreni umidi, ricchi di humus, leggermente alcalini, sia al sole che in penombra, adattandosi senza alcun problema anche a temperature inferiori a 0 °C. Un albero solo è in grado di produrre dieci chili di frutti nell’arco di sette anni.

In particolare, è il succo delle bacche, che fanno al propria comparsa fra dicembre e gennaio, ad avere proprietà terapeutiche come antidiarroico, mentre l’infuso delle foglie viene utilizzato per curare il mal di gola oltre che come analgesico e febbrifugo. Il frutto, dal sapore dolciastro, è ricco di antocianine (cianidine e delfinidine), sostanze antiossidanti responsabili della loro colorazione purpurea e, con tutta probabilità, di molte delle proprietà medicinali che gli vengono attribuite.

Piante tappezzanti: il Ginepro strisciante

Se volete ricoprire o consolidare un angolo morto del giardino, potete puntare sulla coltivazione del Ginepro strisciante, una curiosa varietà di Ginepro, particolarmente indicata per tappezzare vaste zone di terreno. Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Cupressacee ed originaria dell’America del nord, molto apprezzata alle nostre latitudini per via del suo aspetto ricadente ed arcuato.

Le foglie sono aghiformi, di colore solitamente verde-azzurrognolo, sebbene esistano delle specie che assumono colorazioni più calde (giallo, arancio, verde chiaro). In particolari condizioni ambientali, poi, il Ginepro strisciante può anche assumere una colorazione violacee, particolarmente decorativa per il giardino. In genere questo tipo di pianta viene usato nell’ornamento di viali ed aiuole, ma si adatta anche alla coltivazione in vaso, dove però manterrà delle dimensioni più contenute, regalando uno spettacolo di minor impatto visivo.

Fiori da piantare in autunno: il Papavero blu

Il Papavero blu (Meconopsis betonicifolia) è una pianta dalla bellezza spettacolare, appartenente alla famiglia delle Papaveracee ed originaria di Alaska, Himalaya e Scozia. E’ caratterizzata da una rosetta di foglie di colore verde chiaro, al centro della quale spuntano dei fiori a cinque o sei petali di colore azzurro.

Si tratta di una pianta resistente alle basse temperature, che si adatta quindi anche alla coltivazione nelle zone più rigide della nostra penisola, dove mostrerà il meglio di sé sia nella coltivazione in vaso che nella decorazione di bordure, aiuole e – soprattutto – giardini rocciosi. Per ottenere una fioritura prolungata nel tempo, occorre eliminare i fiori secchi ed appassiti di tanto in tanto.

Funghi delle piante: il cancro del cipresso

Il cancro del cipresso è una malattia causata da un fungo, il Seiridium cardinale, e colpisce diverse specie di cipresso; la presenza di questa malattia è stata appurata per la prima volta nel 1928 in Nord America e da allora si è diffusa anche in Nuova Zelanda e anche in Europa. In Italia è giunta nel 1951 in Toscana, ma oggi è diffusa in tutto il Paese e provoca ingenti danni.

Accorgersi se un cipresso ha contratto questa malattia è abbastanza semplice: innanzi tutto la pianta ingiallisce, poi i rametti si arrossano fino a disseccarsi; questo fenomeno si manifesta gradualmente in tutta la pianta e può avvenire dall’esterno all’interno e dall’alto verso il basso.

Sui rami colpiti, soprattutto alla base, si nota la fuoriuscita della resina e il legno appare di colore più bruno rispetto a quello delle parti non colpite dal fungo. Con l’aggravarsi dell’infezione, la presenza del cancro del cipresso si nota anche a livello della corteccia, nella quale si presentano spaccature e cavità.

Fiori resistenti al freddo

Appena qualche giorno fa una nostra lettrice ci ha chiesto informazioni sui fiori più resistenti al gelo. Questo ci ha fatto pensare che forse sono in molti ad avere la stessa curiosità e dal momento che sul blog le risorse in merito non mancano, abbiamo deciso di fornirvi un elenco, senza dubbio incompleto, delle piante e dei fiori che non si lasciano intimorire dai rigori dell’inverno.

Spirea

Il genere Spirea, della famiglia delle Rosaceae, comprende alcuni arbusti decidui di dimensini medie e portamento tondeggiante. Le specie sono divise in due grandi gruppi: le spiree bianche, a fioritura primaverile, e le spiree rosa, a fioritura estivo-autunnale. Sono piante di facile coltivazione e la loro rusticità le rende resistenti tanto al gelo quanto al caldo torrido.

Muscari

I Muscari sono un genere di piante appartenente alla famiglia delle Liliaceae, note anche con il nome di pan del cucco o cipollaccio. Delle circa trenta specie che costituiscono il genere la più diffusa è la Muscari armeniacum, caratterizzata da fiori tubolari molto profumati, di colore azzurro con margini bianchi.

Cicoria, commestibile e curativa

La Cicoria (Cichorium) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Compositae ed originaria del bacino del Mediterraneo, molto diffusa alle nostre latitudini sia allo stato spontaneo che nella coltivazione domestica. E’ caratterizzata da una lunga radice carnosa, da un fusto ricoperto di peluria e da foglie di forme diverse, a seconda della varietà. I fiori sono di colore lilla o bianchi e fanno la propria comparsa nella stagione primaverile o in estate.

Come detto, cresce per lo più allo stato spontaneo, ma è diffusa anche come pianta coltivata, sia per scopi prettamente culinari (generalmente si fa bollire e si condisce a piacimento) sia per le proprietà curative. La Cicoria è infatti utilizzata come diuretico, lassativo e depurativo, ma viene anche largamente usata nelle cure dimagranti o come alimento per i diabetici. La coltivazione non richiede particolari accorgimenti, purché si rispettino le esigenze della pianta in termini di illuminazione e temperatura, come dimostra la scheda che segue.

Malattie delle piante, il marciume del colletto

I marciumi del colletto sono malattie delle piante che interessano la loro parte basale; la malattia si manifesta cioè a livello del terriccio, dove è possibile osservare la comparsa di una marcescenza marrone o rossastra che gradualmente si espande anche alle radici sottostanti e al resto del colletto. La conseguenza è l’avvizzimento generale della pianta che finisce per spezzarsi nel punto in cui è stata attaccata.

Il marciume del colletto è una malattia fungina e a causarla sono i funghi appartenenti ai generi: Phytophtora, Rhizoctonia, Sclerotinia, Thielaviopsis e Pythium. Partticolarmente aggressivo è il fungo Pythium debaryanum, noto anche con il nome di marciume delle piantine dei semenzai, che attacca al colletto delle giovani piante durante le prime fasi di sviluppo e può distruggere intere piantine nell’arco di pochi giorni.