Piante per le feste, il cactus di Natale

cactus di natale

Nonostante la regina indiscussa delle feste sia, tra le piante, la Stella di Natale, l’elenco delle cosiddette piante di natale è più lungo di quanto si creda. A meritare questo appellativo sono infatti le piante che fioriscono nel mese di Dicembre e/o che si distinguono per il loro aspetto decorativo in armonia con i colori e le forme di questo periodo dell’anno. A proposito di ciò, oggi vi parliamo di una pianta grassa del tutto particolare, la Schlumbergera buckleyi. La Schlumbergera appartiene al genere cactus epifiti della famiglia delle cactaceae e conta poche specie diversificate in base all’epoca di fioritura; la specie che a noi qui interessa fiorisce nel mese di Dicembre e per questo motivo è nota anche con il nome di cactus di Natale.

Dotata di steli piatti e ramificati a fusto lungo, la Schlumbergera è una pianta fiorita che ama la luce ma non va mai posta in pieno sole; è meglio quindi tenerla in appartamento dove potrà beneficiare del giusto grado di calore (la temperatura più indicata si aggira fra 10 e 12°) e umidità. Non necessita di innaffiature frequenti, soprattutto durante il riposo vegetativo, e prospera in terreni ben drenati ricchi di torba mista a foglie.

Dicembre, come proteggere le piante sui balconi nelle regioni settentrionali

pianta_neve

Inutile dire che a Dicembre, almeno nelle regioni dell’Italia settentrionale, ben poco si può fare tra i vasi e le cassette sul balcone, mentre nelle zone più favorite dal clima è an­cora possibile eseguire diverse operazioni, oppure è addirittura indispensabile prestare alle piante delle cure costanti in quanto il loro processo vegetativo subisce una sosta assai breve e, in qualche caso, non si arresta affatto.

Vediamo, dunque, di prendere in esame le cure da praticare, a Dicembre, alle piante che vivono sul balcone, nelle due zone del nostro Paese.

Secondo il normale andamento stagionale, il mese di Dicembre coincide con l’inizio della stagione fredda; non è infrequente che già alla fine di Novembre una densa caligine neb­biosa si stenda sulla Pianura padana metten­do in serio pericolo la sopravvivenza delle piante più delicate o di quelle che non sia­no convenientemente protette.

È evidente, quindi, la necessità di provvedere in modo tempestivo — per le piante che ne hanno necessità — alla messa in opera dei ripari,  senza attendere che il termometro scenda pericolosamente verso lo zero o che il barometro si fermi in modo minaccioso sul «brutto stabile».

Piante ornamentali: l’ananas

frutto ananas

L’ananas è una pianta che proviene dalle zone tropicali dell’America meridionale e centrale, che appartiene alla famiglia delle Bromeliaceae, il cui nome deriva dalla parola “nanas”, cioè il modo in cui la chiamavano gli indios sudamericani.

L’ananas comprende 5 specie di piante sempreverdi dalle foglie nastriformi e dai margini spinosi, e ne fa parte anche la varietà commestibile. L’ananas viene coltivata anche come pianta ornamentale da appartamento, soprattutto in Italia, dove il clima non sempre ne permette la fruttificazione.

La specie commestibile è l’ananas comosus ed è originaria del Brasile e della Colombia; può arrivare ad un’altezza di 80 o 100 centimetri. Le foglie possiedono un colore verde e grigio, di forma arcuata disposte a formare una rosetta al centro della quale nasce un’infiorescenza formata da fiori a tre petali blu coperti da brattee rosa. In Italia i frutti della pianta di ananas crescono sono in serra calda e in appartamento restano di piccole dimensioni.

Fiori californiani, le essenze (P-Q)

menta piperita

Continua la nostra sintetica carrellata sui fiori californiani e sulle loro relative indicazioni; oggi tutte le essenze dalla P alla Q.

Fiori californiani

I Fiori californiani dalla A alla Z (A-B; C-D; E-F; G-L; M-O)

Penstemon (Penstemon davidsonii)

Si tratta di un arbusto, la Paulonia; la sua essenza infonde coraggio a chi davanti agli ostacoli della vita tende ad autocommiserarsi e a rimanere passivo.

Peppermint (Mentha piperita)

La menta conferisce concentrazione ed energia mentale a chi sente di avere la mente annebbiata.

Pink monkeyflower (Mimulus Lewisii)

Il mimolo è indicato per coloro che non si espongono per timore del giudizio altrui.

Pink yarrow (Achillea millefolium var. rubra)

Questa varietà di Achillea è indicata per chi si lascia coinvolgere troppo dai problemi del prossimo e non sa porre la giusta distanza fra sè e l’altro.

Piante medicinali: l’Enotera

enotera

Tra le piante di maggior interesse dal punto di vista medicinale, merita un posto di tutto rispetto l’Enotera, meglio conosciuta come Rapunzia, Erba asinina o Primula della sera (Evening Primrose). Il nome botanico in realtà è Oenothera biennis, appartenente alla famiglia delle Onagracee e originaria dell’America settentrionale.

In natura è molto facile da trovare allo stato spontaneo lungo i corsi d’acqua, dove regala uno spettacolo ineguagliabile con la caratteristica fioritura gialla. Per apprezzarne la bellezza, però, è necessario osservare la pianta nelle ore serali o al mattino presto, poiché l’Enotera sboccia al buio, quando gli altri fiori tendono a chiudersi.

E’ caratterizzata da un fusto eretto poco ramificato, con foglie alterne e lucide e fiori gialli a forma di imbuto. Di particolare importanza sono poi le radici dal colore rossastro, carnose, saporite e nutrienti. Ma veniamo all’argomento che maggiormente ci preme in questa sede, ovvero l’uso prettamente officinale dell’Enotera.

Pianta di vetro

pianta di vetro

Il nome scientifico della pianta di vetro o Impatiens deriva con ogni probabilità da una caratteristica tipica di queste specie, o me­glio dell’involucro che contiene i loro semi. Infatti, allorché i semi stessi sono comple­tamente maturi, la piccola sacca si fende spontaneamente lanciando lontano i piccoli frutti che vanno così a disseminarsi nel ter­reno provvedendo alla naturale e spontanea riproduzione quasi fosse impaziente di rin­novarsi.

La pianta di vetro viene impiegata, per so­lito, come specie da appartamento, dato che essa continua a fiorire per tutto l’inverno se collocata in ambiente adatto, poco riscaldato ma molto luminoso, e in posizione protetta dai raggi diretti del sole.

A parte questa utilizzazione, la pianta di cui ci stiamo occupando svolge un’importan­te funzione decorativa anche all’aperto, pur­ché in ombra o in semiombra, sia in piena terra sia in vaso. Con la pianta di vetro, in­fatti, si possono realizzare bellissime bor­dure, aiuole, macchie al margine del tap­peto verde, si possono ravvivare le zone meno buie del sottobosco e arricchire il giar­dino roccioso o i muri fioriti.

Fra l’altro, l’utilizzazione della pianta di ve­tro è facilitata dalla straordinaria rapidità con cui queste piante si possono riprodurre attraverso le talee da far radicare in acqua e che si ottengono semplicemente staccando un rametto e ponendolo in un vasetto tra­sparente da tenere in buona luce e al caldo. A radificazione avvenuta, la talea può essere piantata in terriccio universale o in terra nor­male mista a sabbia e a torba.

Funghi delle piante: la muffa grigia

muffa grigia

La muffa grigia è una malattia delle piante causata da un fungo, chiamato Botrytis cinerea, che colpisce soprattutto le rose, le viti, il pesco, gli agrumi e molte piante floreali nelle quali contagia i germogli e i boccioli.

I sintomi principali dell’attacco da parte della muffa grigia sono la caduta massiccia delle foglie, l’assenza di fiori e germogli, la presenza di muffa di colore grigio dalla consistenza feltrosa nelle foglie e alle base del fusto che provoca l’avvizzimento della pianta. Se questa malattia non viene curata in fretta, può diffondersi su tutta la pianta e, nel caso degli alberi da frutto, su tutti i prodotti causandone l’impossibilità di consumazione.

Fiori californiani, le essenze (M-O)

Madia_elegans

Fiori californiani

I Fiori californiani dalla A alla Z (A-B; C-D; E-F)

Madia (Madia elegans)

Utile a chi ha difficoltà di concentrazione, la madia è una piccola margheritina gialla a macchie rosse.

Mallow (Sidalcea glaucescens)

Non è altro se non la nostra malva; è utile a chi ha difficoltà relazionali a causa della mancanza di fiducia nell’altro o perchè si crede incapace di dare nei rapporti.

Manzanita (Arctostaphylos viscida)

Si tratta di un arbusto delle Ericaceae; la sua essenza è indicata per ritrovare un rapporto armonioso con la propria fisicità ad esempio dopo una gravidanza o in menopausa.

Solanum, indispensabile per la tavola

solanum laciniatum

Dedicare un angolo del proprio giardino alla coltivazione degli ortaggi rappresenta un’operazione estremamente utile, anche se in apparenza toglie spazio alle nostre care amiche piante da arredamento, quelle che con i propri colori contribuiscono a rallegrare l’ambiente circostante.

In realtà non è proprio così, visto che molte piante “da orto” regalano uno spettacolo godibile per la vista nel periodo della fioritura, con una pioggia di colore che precede l’arrivo del frutto del nostro lavoro. Parliamo ad esempio del Solanum, pianta diffusissima alle nostre latitudini e molto utile dal punto di vista alimentare, visto che ci regala ortaggi come la melanzana (Solanum melongena), il pomodoro (Solanum lycopersicum) o la patata (Solanum tuberosum).

Appartiene alla famiglia delle Solanacee e comprende circa 2000 specie sia arbustive che rampicanti, orticole o infestanti. Generalmente di coltiva in piena terra o in serra, ma non è raro trovare determinate specie adatte alla coltivazione in appartamento e capaci di regalare splendide bacche colorate nel periodo invernale.

Peperoncino ornamentale

peperoncino

L’origine del nome latino di queste piante non è del tutto certa, tuttavia sembra che es­so derivi dal vocabolo latino capsa, ossia cassa, in riferimento alla forma dei frutti, che sono appunto cavi come una scatola.

Invece, il nome comune del peperoncino, come del resto per il peperone, deriva quasi certamente dal greco peperi ossia pepe e fu attribuito a queste piante in relazione al sa­pore acre e piccante della polpa dei loro frutti.

Anche nel linguaggio floreale il peperoncino è presente con una simbologia che fa riferi­mento all’ardore che può essere spento solo da una amorosa corresponsione.

Queste graziose piante trovano impiego sia in giardino sia sul balcone come bordura, sulla roccaglia, nel bordo misto o come ele­mento di colore ai margini dell’orto. In cas­setta, sul balcone, costituiscono un elemento di curiosità e, potendo operare una certa rotazione, i vasi si possono utilizzare anche come elemento decorativo per l’apparta­mento, senza dimenticare che i peperonci­ni quando sono ancora freschi e turgidi co­stituiscono un prezioso apporto per le com­posizioni cosidette «secche», miste di fiori e frutti o di fiori e verdure. È opportuno ri­cordare che i frutti del peperoncino orna­mentale sono piccantissimi e, una volta es­siccati, servono in cucina in sostituzione del­la normale paprica.

Piante aromatiche: il Rosmarino

rosmarino

Il Rosmarino, il cui nome botanico è Rosmarinus officinalis, è un arbusto che appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, originario dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia, ma ormai diffuso prevalentemente nelle zone litoranee dell’area mediterranea. In Italia è noto con il nome volgare di ramerino, anche se la denominazione ufficiale deriva dalle parole latine ros, cioè rugiada, e maris, mare.

Il Rosmarino è una pianta aromatica le cui foglie, essendo molto profumate, vengono abbondantemente utilizzate in cucina; è una pianta arbustiva che può raggiungere altezze che vanno dai 50 ai 300 centimetri, con profonde radici molto resistenti. Le foglie sono lunghe circa 2 o 3 centimetri, addensate sui rametti, ricche di ghiandole oleifere e di colore verde cupo.

L’abete bianco, maestosità in montagna

abete bianco

In pieno tema natalizio non si può fare a meno di parlare delle varie specie di abeti presenti alle nostre latitudini, sebbene non tutte siano utilizzabili – per un motivo o per l’altro – come alberi di Natale veri e propri. Oggi ci occupiamo dell’Abete bianco, pianta che con la sua maestosità domina la zona alpina ed appenninica, per spingersi in maniera sparsa fino ai monti della Sila.

E’ un albero della famiglia delle Pinacee, che può raggiungere anche i 50 metri di altezza con il suo portamento colonnare e la forma di cono o di piramide e la caratteristica punta a nido di cicogna.

Negli esemplari giovani presenta una corteccia liscia e biancastra che tende a screpolarsi e scurirsi col passare degli anni. Le foglie sono costituite da aghi appiattiti dal colore verde scuro nella pagina superiore e biancastro-azzurrina in quella inferiore.

Ginepro, la pianta delle “coccole”

ginepro

II nome di questa pianta ha le sue radici in due parole latine jumenta, giumenta e pa­rere, ossia generare, con il significato di «far partorire il bestiame». Infatti i frutti del gi­nepro, che si chiamano coccole o galbule, erano considerate nell’antichità dei validi sti­molanti della funzione uterina durante il parto. Oggi, questi graziosi frutti blu, che giungono a maturazione verso l’autunno, tro­vano ampio impiego come essenza aromati­ca, sia nella preparazione di vivande a base di carne, e soprattutto di selvaggina, oppure per dare profumo a vari liquori e per distil­lare l’essenza del famoso gin.

Le diverse specie di juniperus o ginepro (da quello più noto, che è il communis, e da cui si raccolgono le aromatiche coccole blu, sino ai ginepri più decorativi e di origine esotica) vengono impiegate per la creazione di siepi e macchie isolate, per coprire scar­pate e declivi, per ornare le roccaglie e an­che per la coltivazione in vaso sul balcone.

Con le specie di più alta statura si possono realizzare anche quinte e divisioni fra giar­dino e giardino oppure compatti filari ai lati di viali o di «parterre» erbosi.

L’unica preoccupazione, per quanto riguar­da la coltura del ginepro, è riservata alla scelta della specie, per evitare di piantare presso il mare un ginepro più adatto al clima montano e viceversa.

Parassiti delle piante: la mosca della frutta

mosca della frutta

Se notate che i frutti dei vostri alberi sono rovinati o tendono a cadere potrebbe dipendere dall’attacco della Ceratitis capitata, ovvero della mosca della frutta, un insetto fitofago la cui larva si sviluppa all’interno della polpa di molta frutta; non a caso, un ottimo sistema per verificare se gli insetti sono presenti o meno, è quello di osservare se il frutto appare molto morbido al tatto e se sono presenti piccoli fori.

L’origine della mosca della frutta è incerta, si pensa che provenga dall’Africa mediterranea, ma orma si è diffusa in tutto il mondo, tanto da essere considerata il pericolo numero uno per la frutticoltura a causa della sua polifagia, dell’entità dei danni e dalla difficoltà di controllo. In Italia, gli alberi da frutto maggiormente colpiti sono il pesco, l’albicocco, il fico e il caco, ma in casi di infestazioni particolarmente intense, la Ceratitis capitata può attaccare anche altri alberi.