Ortensie, curiosità e altri usi

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Oltre che come piante ornamentali adatte alla coltivazione sia in vaso che in piena terra, le ortensie si prestano alla realizzazione di magnifiche composizioni floreali, sia fresche che essiccate. Ma le virtù di questa bellissima pianta fiorita, quella che io amo di più in verità, non finiscono qui: sapevate infatti che alcune specie di ortensia hanno proprietà medicinali?

Le radici di Hydrangea arborescens ad esempio erano utilizzate dagli indiani Cherokee come diuretico, mentre gli estratti di radice della specie Hydrangea paniculata (nella foto) venivano impiegati per la cura di meteorismo e dispepsia e ancora oggi è possibile trovare appositi preparati presso farmacie specializzate ed erboristerie (mentre non si devono assolutamente assumere parti della pianta poichè contengono sostanze altamente tossiche!)

Salvia, non solo una spezia

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Nella tradizione popolare la Salvia viene considerata spesso solo come spezia, dimenticando che questa pianta è particolarmente adatta ad ornare giardini e balconi con i suoi fiori dai molteplici colori a seconda della varietà.

Appartiene alla famiglia delle Lamiacee e comprende circa settecento specie, sia erbacee che suffruticose, coltivabili in piena terra o in vaso. Predilige l’esposizione soleggiata ad un temperatura mai inferiore ai 5°C e necessita di annaffiature abbondanti e frequenti, specie nei mesi più torridi dell’anno.

Come detto, la specie di gran lunga più utilizzata è la quella “da cucina”, vale a dire la Salvia officinalis, ideale per condimenti ed insalate, alle quali conferisce un sapore del tutto particolare. E’ caratterizzata da foglie picciolate di colore grigio-verde  e produce fiori viola riuniti in spighe.

Choisya ternata, l’arancio messicano

Choisya ternata

La Choisya ternata è una pianta sempreverde che appartiene alla famiglia delle Rutaceae e che con il tempo, diventa un cespuglio alto più o meno due metri. La Choisya ternata è una bellissima pianta decorativa, ancora poco conosciuta, dalle foglie di colore brillante e molto profumate.

Il nome comune della Choisya ternata è arancio messicano, una denominazione che indica sia la provenienza, sia la somiglianza dei suoi fiori con quella delle arance; questi fiori possiedono un colore bianco, sono molto profumati e sbocciano a maggio e in autunno. L’ambiente ideale dell’arancio messicano è il mare al riparo dai venti: questa pianta, infatti, ama il clima mite e detesta il freddo e il gelo.

Monarda, tè di Pennsylvania

Monarda didyma

II nome scientifico della monarda è legato a quello di uno studioso di botanica, il medico spagnolo Nicholas Monardes, vissuto nel Cinquecento, autore di un pregevole libro sulla flora spontanea del Nord America.

Nel linguaggio comune queste bellissime e robuste piante sono chiamate «menta selvatica», «menta dei cavalli», «balsamo delle api», «té di Oswego» e «tè di Pennsylvania». A questo proposito, è bene ricordare che con le foglie essiccate della monarda didyma si prepara un’ottima bevanda, dal potere corroborante, chiamata appunto «té d’Oswego» o «té di Pennsylvania». Invece, dai fiori della stessa specie (che è quella più diffusa e coltivata) si ricava una sostanza odorosa nota come «monardina» che ha impiego in medicina e in profumeria.

Le monarde sono piante degne della massima considerazione, ma purtroppo in Italia esse non sono molto comuni e la loro presenza è limitata ai giardini di qualche appassionato e ai parchi naturalistici o sperimentali. E’ possibile impiegare questi esemplari in vari angoli del giardino: come bordura o come macchia isolata, per creare uno sfondo di intenso colore a un qualsiasi elemento decorativo (vasche, stagni, fontane, statue o panchine) per fiancheggiare un cancello di ingresso oppure per concludere il disegno di una scala.

Ortensie, come essiccare i fiori recisi

come essiccare ortensie

La pianta di ortensia, delle cui caratteristiche generali vi abbiamo già parlato, si caratterizza per l’aspetto rigoglioso di fiori e fogliame che fanno bella mostra di sè in giardini e appartamenti dall’inizio dell’estate all’autunno inoltrato per molti anni (essendo l’ortensia una pianta piuttosto longeva). I grandi fiori, una volta recisi, si prestano però anche alla realizzazione di composizioni floreali di grande effetto, sia freschi che essiccati.

Un vaso di ortensie può infatti rappresentare, se collocato sapientemente, un vero e proprio elemento di arredo qualunque sia lo stile della vostra casa. Per le composizioni di fiori freschi abbiate cura di scegliere fiori dai fusti abbastanza resistenti perchè reggano il peso dei maestosi capolini, quindi una volta recisi dalla pianta eliminate le foglioline più vicine alla base e immergete immediatamente in acqua fresca.

Peonia, varietà e cure

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Nella scelta della pianta giusta per il nostro giardino siamo spesso condizionati dal fattore-temperatura, poiché non sempre è facile trovare specie capaci di sopportare i rigidi inverni italiani (specie nel centro-nord). E allora ecco giungere in nostro soccorso la Peonia, pianta dalla fioritura spettacolare e particolarmente adatta ai climi freddi.

Appartiene al genere delle Peoniacee ed il suo nome è legato alla tradizione greco-romana. Peone, infatti, era il nome del medico degli dei, trasformato in fiore dopo aver alleviato i dolori del parto di Latona. La tradizione orientale  racconta invece che la Peonia era il fiore degli imperatori, ai quali era riservato il privilegio di coltivarla e raccoglierla.

Leggende molto diverse tra loro, ma che comunque ci danno l’idea di quanto sia antica la coltivazione della Peonia, usata per lo più a scopo ornamentale per le sue fioriture colorate e molto profumate.

Gazanie, le margherite del sole

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II nome scientifico di queste piante ha una origine molto importante; esso, infatti, ricorda il grande umanista Teodoro di Gaza, vissuto nel ‘400, noto per aver tradotto in latino le opere di molti filosofi greci, da Aristotele a Teofrasto.

Nel linguaggio comune le gazanie, le cui corolle sono sensibilissime alla luce e si richiudono non appena il sole viene velato dalle nuvole, vengono chiamate «margherite del sole».

In Sud Africa le corolle della gazania vengono usate per intrecciare collane e ghirlande di cui gli indigeni sono soliti ornarsi durante le cerimonie religiose.

Le gazanie hanno il più ampio impiego, sia in giardino sia sul balcone, purché in posizione calda e riparata; non resistono all’assalto del gelo e perciò nelle regioni a inverni molto freddi alcune delle specie perenni vengono coltivate come annuali, mentre nelle zone calde possono essere sfruttate secondo la loro caratteristica di erbacee perenni, ossia quella di perdere la parte aerea durante la cattiva stagione per rivegetare puntualmente a primavera.

Erica, il fiore della Brughiera

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L’erica è una delle piante coltivate nei giardini, anche in vaso, che più caratterizzano il paesaggio della brughiera; resistente, caparbia, duttile e indubbiamente bella, l’erica è in grado di resistere per molti anni compiendo progressi quasi impercettibili fino a quando, dotatasi di un esteso apparato radicale, inizia a crescere e fiorire oltre ogni attesa.

Con il nome erica si indica un genere ricco di oltre 500 specie sempreverdi, arbustive e suffruticose, diffuse su una vasta area, con caratteristiche morfologiche e agronomiche piuttosto distanti. Le eriche sono piante multiformi e versatili, con specie adatte ai terreni calcarei e varietà adatte ai terreni acidi, con periodi di fioritura diversi che possono coprire quasi tutto l’anno.

L’erica più diffusa è l’Erica darleyensis, un ibrido creatosi in modo spontaneo in un vivaio inglese alla fine del 1800, che ha ottenuto un rapido successo per la crescita vigorosa, l’elevata adattabilità, la lunga fioritura, ed il portamento compatto che la rende idonea a formare macchie alle quali serve una manutenzione veramente minima. I fiori dell’Erica darleyensis, sono campanulat, e durano molti mesi: da novembre fino a maggio. Sono riuniti in rami lunghi dagli 8 ai 15 centimetri, e possono essere bianchi, rosa, porpora o bicolori; le foglie sono molto piccole e possono avere diverse tonalità di colore.

Il girasole, cure colturali

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Il girasole (Helianthus annuus) è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Compositae. Poichè può raggiungere anche altezze notevoli (fino a 3 metri) è particolarmente adatta alla coltivazione in giardino e in piena terra, ma esistono anche varietà nane che si prestano alla coltivazione in vaso in balconi e terrazze. A renderlo tanto noto e amato è senza dubbio l’aspetto maestoso del fiore e del fusto lungo e robusto unitamente al fenomeno noto come eliotropismo: ossia il movimento che l’infiorescenza e le giovani foglie compiono in direzione del sole man mano che questo si sposta durante la giornata.

Quanto alle caratteristiche botaniche, il girasole è una pianta abbastanza resistente sia al freddo che alle temperature elevate che non necessita di cure particolari, anche quando coltivata a scopi ornamentali in giardini e terrazze. Unico accorgimento necessario, neanche a dirlo, è che la pianta sia posta in posizione ben soleggiata.

L’elicriso, bello anche secco

elicriso

II suo nome scientifico deriva da due parole greche e significa letteralmente «giallo come il sole». Sin dai tempi più antichi queste coloratissime piante sono state assai apprezzate come specie medicinali, per la cura di varie affezioni quali quelle dei bronchi, della pelle e dei reni. Alcuni elicrisi vengono anche usati come componenti di ricette gastronomiche di tipo esotico, dato che in Asia orientale e in Africa gli indigeni si cibano abitualmente dei germogli di queste pianticelle. Comunemente gli elicrisi vengono chiamati «perpetuini», «semprevivi» o «zolfini».

La manutenzione invernale degli impianti di irrigazione

impianti di irrigazione

In questo periodo dell’anno è necessario sottoporre l’impianto di irrigazione automatico ad alcune operazioni di manutenzione che hanno l’obiettivo di mantenere in buono stato l’impianto fino alla prossima primavera.

Nelle zone particolarmente fredde, in cui ci sono periodi di temperature inferiori allo zero, l’impianto di irrigazione automatico sia interrato che esterno deve essere svuotato dall’acqua rimasta all’interno, perché l’acqua, gelando, aumenta di volume e potrebbe rompere le tubazioni e le apparecchiature. Le tubazioni possono essere svuotate attraverso due operazioni: apertura della valvola di drenaggio posta nella parte più bassa della linea, oppure utilizzando l’aria compressa.

Impatiens, caratteristiche generali

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Il genere Impatiens comprende circa 700 specie annuali, biennali e perenni. Si tratta di piante che producono un’abbondante fioritura per tutto il periodo primaverile-estivo, dotate di belle foglie verde intenso translucide. Le impatiens producono anche dei frutti, rappresentati da capsule secche piene di semi che esplodono facilmente al tatto (caratteristica alla quale la pianta deve il proprio nome). I fiori di colore rosa, rossi, bianchi, arancio, violetti, sono sia di forma appiattita che globulosa, singoli, doppi o a mazzetti.

Le impatiens si prestano ad essere coltivate in vasi e bordure anche in composizioni, dal sicuro effetto cromatico, con altre specie. Sono piante che si sviluppano in breve tempo e necessitano di poche attenzioni a patto di rispettare alcune indicazioni fondamentali quali l’esposizione in penombra e le innaffiature frequenti. Le impatiens infatti sono originarie di zone caratterizzate da climi umidi tropicali e sub-tropicali con periodi di piogge abbondanti ed hanno bisogno di un terreno costantemente umido per svilupparsi al meglio. Le innaffiature vanno sempre eseguite al mattino presto, oppure al tardo pomeriggio.

Passiflora, il fiore della passione

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Correva l’anno 1600 (decennio più decennio meno) ed i Gesuiti decisero di chiamare Passiflora un fiore del tutto particolare, che ricordava nella forma i simboli della passione di Cristo. In lui i missionari vedevano raffigurata la corona di spine (la raggiera centrale), i chiodi (i tre stili), la spugna imbevuta di fiele (gli stami) e la frusta con cui veniva percosso (i viticci). Di qui appunto il nome “fiore della passione” (da passio e flos), mantenuto poi da Linneo nella classificazione di metà settecento.

Si tratta di un fiore appartenente alla famiglia delle Passifloracee, che comprende più di 400 specie sempreverdi sia erbacee che arbustive. Proviene dall’America centro-meridionale (in particolare da Brasile e Messico) e predilige il clima temperato, al punto che in molte regioni d’Italia è difficile coltivarla per via degli inverni rigidi.

Nel nostro Paese generalmente si coltiva la Passiflora Cerulea, una delle poche specie capaci di resistere alle gelate dei mesi più freddi. Questa particolare varietà è caratterizzata da un splendida fioritura, che si manifesta da giugno a settembre, con fiori di color bianco-verdastro che possono raggiungere i 12 centimetri di diametro. Spettacolare è poi l’arcobaleno della corona, con filamenti di colori diversi (blu all’apice, bianco al centro e bruno alla base).

La Digitale, il ditale della Madonna

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L’origine del nome di queste piante è molto semplice e si riferisce alla forma del loro fiore del tutto simile a un digitus, ossia a un ditale. Nota sin dall’antichità, tanto da essere citata dal poeta Ovidio nelle « Metamorfosi », la digitale è nota per le sue proprietà medicinali, valide soprattutto nelle malattie di cuore, ma non bisogna dimenticare che questa pianta è inclusa fra le specie velenose e quindi deve esser usata solo su prescrizione medica.

Comunemente, essa è nota anche come « ditale della Madonna » o « cornucopia ».

Inutile dire che le stupende infiorescenze della digitale ne fanno una delle piante più apprezzate per la decorazione del giardino e del balcone, purché in vasi abbastanza profondi.

In genere, le digitali stanno bene in gruppo, al centro del tappeto verde, ma si dimostrano altrettanto decorative se disposte in bordure o raggruppate a semicerchio alle spalle di una antica statua. I fiori recisi durano a lungo, ma bisogna avere l’accorteza di raccogliere gli steli quando non tutte le corolle sono ancora aperte, ma già si sono schiusi i primi fiori in basso.