Quanto vivono le piante

insieme di piante

Ogni pianta ha una sorta di ‘orologio’ incorporato che determina quanto tempo vivrà: può variare da qualche settimana ad alcuni decenni. Mentre è molto facile, purtroppo, accorciare la vita di una pianta, sia a causa di negligenza, sia perché non si sa come coltivarla, non è possibile allungarle la vita anche se si ha cura di lei continuamente.

Alcune piante  completano il loro ciclo vitale nel breve giro di un anno. Altre piante, anche se hanno vita breve, possono essere destinate a un futuro migliore: le primule, per esempio, vendute a migliaia all’inizio della primavera, sono una festa di colori per qualche settimana, poi di loro rimane solo un “inutile”  gambo. Vincete la tentazione di gettarle via: piantatele con tutta la radice in giardino (se lo avete!), dove potranno fiorire ogni primavera negli anni a venire.

Ci sono piante che hanno una ‘stagione dei colori’ abbastanza breve; dopo crescono lo stesso ma senza più foglie e fiori che ricompariranno nella stagione successiva: la “Stella di Natale” (Euphor-biapulcherrima) è una pianta di questo tipo. Infatti necessita di una quantità ben definita di luce intensa e di molte ore di buio perché fiori e foglie possano crescere di continuo senza problemi.

Lantana, la pianta sempreverde del Sud America

Lantana

La Lantana è una pianta appartenente alla famiglia delle Verbenacee, originaria dell’America centro meridionale, che comprende circa 150 specie di piante arbustive perenni. I fiori sono tubulosi con la caratteristica di cambiare colore: sbocciano e poi cambiano tonalità con il passare dei giorni; queste piante fioriscono dalla primavera all’autunno.

La Lantana può essere coltivata all’aperto, a condizione di essere protetta in modo appropriato nelle zone particolarmente fredde, perché è molto sensibili al gelo; è possibile coltivarla anche in vaso, da tenere riparato in inverno e da trasferire all’aperto da maggio fino ad inizio autunno. Le Lantane necessitano di luce e di un terreno drenato e fertile, da annaffiare molto durante l’estate e da inumidire appena durante l’inverno. La moltiplicazione della Lantana può essere fatta sia per semina sia per talea, e va messe a dimora in questo periodo esponendola al pieno sole e annaffiandola abbondantemente.

Azalea, un tocco di colore per la casa ed il giardino

azalea

Siete alla ricerca di una pianta che possa rallegrare un angolo “morto” del vostro appartamento? E allora precipitatevi in un vivaio e puntate diritti verso la zona riservata alla coltivazione dell’Azalea, pianta dal fascino particolare, che regalerà uno spettacolo di colori alla vostra casa.

Appartiene al genere Rhododendron della famiglia delle Ericacee ed è originaria del Nord America e dell’Eurasia. In Italia arrivò intorno al 1800 grazie agli inglesi, che contribuirono a renderla una delle piante più diffuse nel Belpaese.

In natura esistono circa 500 specie di Azalee, più innumerevoli ibridi, coloratissimi e caratteristici, a seconda degli incroci dai quali provengono. In linea di massima le Azalee si possono suddividere in varietà a foglia caduca (l’Azalea pontica e l’Azalea mollis, ad esempio) e varietà a foglia persistente (molto raffinata è l’Azalea kurume, con fiori piccoli e compatti).

Nicoziana, il tabacco che di notte profuma il vostro giardino

nicotiana rossa

Il nome scientifico di questa pianta ricorda il famoso ]ean Nicot, che recatosi alla corte del Portogallo in qualità di ambasciatore, vi fece conoscere la pianta della Nicotiana tabacum, che è poi il «tabacco». In un secondo tempo, sempre il signor Nicot, portò alcune piante di questo esotico genere a Caterina de’ Medici che dimostrò grande entusiasmo per i fiori di tabacco, tanto che da allora la Nicotiana si chiamò volgarmente «erba della regina».

La diffusione del tabacco in Italia, invece, non fu merito di Nicot, bensì del vescovo Alfonso Tornabuoni; in suo onore per un certo periodo il tabacco si chiamò infatti «erba tornabuona». Oggi, quando si parla di tabacco, si distinguono le piante che forniscono tabacco da fumo e quelle ornamentali, cui appartengono molte interessanti specie, dal profumo graditissimo e quasi sempre a fioritura notturna.

La nicoziana, per la sua prerogativa di emanare un profumo particolarmente dolce soprattutto nelle ore notturne, viene impiegata per la decorazione delle zone del giardino più vicine all’abitazione, oppure per adornare terrazze e balconi. Per ottenere il maggior effetto ornamentale, vi consiglio di piantare la nicoziana in ciuffi piuttosto ricchi.

Melo decorativo, come prendersene cura

melo decorativo

Il Malus communis, ovvero il melo appartiene alla famiglia delle rosacee; questa pianta non è solo un albero da frutto, perché ci sono delle specie ornamentali molto decorative, che garantiscono bellissime fioriture in primavera oltre ai caratteristici frutti.

Il melo decorativo va piantato in pieno sole, su un terreno non calcareo, fresco e fertile, ed è importante non fargli mai mancare l’acqua, soprattutto durante la maturazione dei frutti. La concimazione va effettuata d’autunno con concime organico, mentre in primavera con concime minerale composto. Il periodo migliore per la messa a dimora del melo va da metà ottobre fino a fine novembre; l’ideale è piantarlo in buche di circa 80 centimetri di larghezza e di profondità, con l’aggiunta, nel fondo, di terriccio miscelato; dopo averlo messo a dimora, è necessario annaffiarlo molto.

Il girasole, curiosità e altri usi

girasoli significato

Il girasole (Helianthus annus), in inglese sunflower, deve il proprio nome al curioso fenomeno botanico, noto come eliotropismo, che ne conduce i fiori e le foglie più giovani a ruotare durante la giornata in direzione del sole allo scopo di intercettarne i raggi.  Si tratta di un fiore cui vengono comunemente attribuiti significati legati alla gioia di vivere e in alcune culture orientali è considerato il simbolo dell’immortalità. Le civiltà antiche del sud america lo ritenevano la materializzazione terrena del sole divino e, in quanto tale, ne facevano oggetto di culto.

Quello che forse non tutti sanno è che il girasole nel linguaggio dei fiori, oltre ad essere portatore di messaggi di felicità e spensieratezza, è anche consideranto simbolo di amore adorante, ma anche infelice; forse perchè destinato a seguire i raggi dell’agognato sole senza poterli mai raggiungere. Regalare un mazzo di girasoli può inoltre essere interpretato come un gesto che esprime falsità e inconsistenza in chi lo riceve.

Iris, caratteristiche e cure

iris

L’iris è il fiore chiamato comunemente giaggiolo, che deve il suo nome a Iride, la messaggera degli dei; la forma popolare giaggiolo è dovuto alla sua forma, che ricorda il ghiacciolo. Le iris possiedono una forma molto semplice, tre petali verso l’alto e tre verso il basso, e per questo sono state spesso riprodotte nei manoscritti per impreziosirli o come simbolo di una città, come nel caso del giglio di Firenze, che in realtà è una iris, ma viene chiamata erroneamente giglio perché i due fiori appartengono allo stesso gruppo botanico.

Sotto il nome di iris sono comprese 200 specie di piante della famiglia delle Iridacee; in floricoltura i giaggioli vengono comunemente divisi in due gruppi: iris bulbosi e iris rizomatosi. Il giaggiolo più conosciuto è l’iris germanica, ovvero il cosiddetto “giglio di Firenze”, con i fiori di colore bianco con delle striature viola.

Piuttosto comune è anche l’iris di S. Antonio, tutto viola e dai fiori molto profumati. Esistono anche delle varietà di iris di colore blu, giallo, rosa e rosso scuro, e il loro significato nel linguaggio dei fiori è buona novella.

La tritonia, banderuola segnavento

Tritonia

La storia del nome di queste piante è abbastanza curiosa; infatti, un tempo esse venivano attribuite al genere Montbretia, che ricordava il botanico francese Ernest Conquebert de Mombret, mentre più tardi vennero ascritte al genere Tritonia, che deriva dal greco triton ossia «banderuola segnavento». Lo strano nome è stato scelto perché gli stami delle corolle delle monbrezie o tritonie, sono disposti in modo diverso nelle varie specie, senza un’apparente ragione, proprio «come vuole il vento».

Nel simbolico linguaggio dei fiori le monbrezie significano «io ti assomiglio».

Le tritonie o monbrezie stanno assai bene nel bordo misto, sulle roccaglie, o in ciuffi isolati al margine del prato, soprattutto negli angoli dove fioriscono spontanei i crochi e i narcisi. Le belle infiorescenze della tritonia possono anche essere utilizzate come fiore reciso perché durano a lungo, soprattutto se si ha l’accortezza di raccogliere le spighe quando sono ancora abbastanza chiuse e solo le corolle poste sulla cima dell’infiorescenza cominciano a mostrare il colore dei petali.

Euphorbia milii, caratteristiche e cure

Euphobia milii

L’Euphorbia milii appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, ed è una piccola e graziosa pianta grassa da vaso dalla fiorente vegetazione. Le foglie sono verde chiaro, persistenti e oblunghe, e si trovano in fondo agli steli dotati di spine; i fiori sono piccoli e bianchi, ma possono essere decorati dalle brattee a forma di corolla di colore rosso, rosa o gialle.

L’Euphorbia milii teme i forti sbalzi di temperatura e i repentini cambi di esposizione che possono provocare la perdita delle foglie; la condizione termica ideale per questa pianta è sopra ai 10°C e la posizione ottimale è in piena luce ma non al sole diretto.

Ortensie, curiosità e altri usi

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Oltre che come piante ornamentali adatte alla coltivazione sia in vaso che in piena terra, le ortensie si prestano alla realizzazione di magnifiche composizioni floreali, sia fresche che essiccate. Ma le virtù di questa bellissima pianta fiorita, quella che io amo di più in verità, non finiscono qui: sapevate infatti che alcune specie di ortensia hanno proprietà medicinali?

Le radici di Hydrangea arborescens ad esempio erano utilizzate dagli indiani Cherokee come diuretico, mentre gli estratti di radice della specie Hydrangea paniculata (nella foto) venivano impiegati per la cura di meteorismo e dispepsia e ancora oggi è possibile trovare appositi preparati presso farmacie specializzate ed erboristerie (mentre non si devono assolutamente assumere parti della pianta poichè contengono sostanze altamente tossiche!)

Salvia, non solo una spezia

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Nella tradizione popolare la Salvia viene considerata spesso solo come spezia, dimenticando che questa pianta è particolarmente adatta ad ornare giardini e balconi con i suoi fiori dai molteplici colori a seconda della varietà.

Appartiene alla famiglia delle Lamiacee e comprende circa settecento specie, sia erbacee che suffruticose, coltivabili in piena terra o in vaso. Predilige l’esposizione soleggiata ad un temperatura mai inferiore ai 5°C e necessita di annaffiature abbondanti e frequenti, specie nei mesi più torridi dell’anno.

Come detto, la specie di gran lunga più utilizzata è la quella “da cucina”, vale a dire la Salvia officinalis, ideale per condimenti ed insalate, alle quali conferisce un sapore del tutto particolare. E’ caratterizzata da foglie picciolate di colore grigio-verde  e produce fiori viola riuniti in spighe.

Choisya ternata, l’arancio messicano

Choisya ternata

La Choisya ternata è una pianta sempreverde che appartiene alla famiglia delle Rutaceae e che con il tempo, diventa un cespuglio alto più o meno due metri. La Choisya ternata è una bellissima pianta decorativa, ancora poco conosciuta, dalle foglie di colore brillante e molto profumate.

Il nome comune della Choisya ternata è arancio messicano, una denominazione che indica sia la provenienza, sia la somiglianza dei suoi fiori con quella delle arance; questi fiori possiedono un colore bianco, sono molto profumati e sbocciano a maggio e in autunno. L’ambiente ideale dell’arancio messicano è il mare al riparo dai venti: questa pianta, infatti, ama il clima mite e detesta il freddo e il gelo.

Monarda, tè di Pennsylvania

Monarda didyma

II nome scientifico della monarda è legato a quello di uno studioso di botanica, il medico spagnolo Nicholas Monardes, vissuto nel Cinquecento, autore di un pregevole libro sulla flora spontanea del Nord America.

Nel linguaggio comune queste bellissime e robuste piante sono chiamate «menta selvatica», «menta dei cavalli», «balsamo delle api», «té di Oswego» e «tè di Pennsylvania». A questo proposito, è bene ricordare che con le foglie essiccate della monarda didyma si prepara un’ottima bevanda, dal potere corroborante, chiamata appunto «té d’Oswego» o «té di Pennsylvania». Invece, dai fiori della stessa specie (che è quella più diffusa e coltivata) si ricava una sostanza odorosa nota come «monardina» che ha impiego in medicina e in profumeria.

Le monarde sono piante degne della massima considerazione, ma purtroppo in Italia esse non sono molto comuni e la loro presenza è limitata ai giardini di qualche appassionato e ai parchi naturalistici o sperimentali. E’ possibile impiegare questi esemplari in vari angoli del giardino: come bordura o come macchia isolata, per creare uno sfondo di intenso colore a un qualsiasi elemento decorativo (vasche, stagni, fontane, statue o panchine) per fiancheggiare un cancello di ingresso oppure per concludere il disegno di una scala.