La poltiglia bordolese è uno dei più antichi anticrittogramici esistenti dal momento che viene impiegata in agricoltura e nel giardinaggio da oltre 100 anni; deve l’appellativo di bordolese al fatto di essere stata utilizzata per la prima volta proprio nella città francese di Bordeaux ed è caratterizzata da un basso grado di tossicità. Si tratta di una miscela di solfato di rame (a ph acido) e calce (sostanza alcalina) disciolti in acqua che reagendo tra loro danno vita a composti acidi, neutri o basici a seconda delle proporzioni tra le due sostanze: le miscele acide svolgono un’azione tempestiva ma possono danneggiare la vegetazione sulla quale si utilizzano, quelle alcaline agiscono con maggiore lentezza, ma la loro efficacia è più persistente anche grazie alla maggiore adesività dovuta agli abbondanti quantitativi di calce.
La poltiglia bordolese
La poltiglia bordolese agisce su una moltitudine di funghi delle piante (peronospora, antracnosi, blak rot, corineo, monilia, fusicocco, ruggine, ticchiolatura, cilindrosporiosi, septoriosi, escoriosi, vaiolatura, alternaria, cercospora) e può essere usata su diversi tipi di colture: vite, pomacee, drupacee, olivo, agrumi, nocciolo, fragola, piccoli frutti, barbabietola da zucchero, riso, tabacco, oleaginose, ortaggi a foglia, frutto e bulbo, floricole, piante ornamentali e forestali. Le dosi d’impiego della poltiglia bordolese non possono essere indicate a priori ma dipendono dalla stagione, dal clima, dalla rigogliosità della pianta e dall’aggressività del fungo che si vuole contrastare.
Durante l’inverno, ad esempio, la poltiglia può essere utilizzata a dose piuttosto alta, ma sugli alberi di pesco le dosi debbono essere inferiori che su pomacee. E’ bene poi che la temperatura non scenda sotto lo zero durante la distribuzione e nei giorni successivi, mentre durante l’estate aumenta l’azione negativa della calce sulla traspirazione cuticolare e stomatica accentuando la riduzione dello sviluppo della vegetazione. I prodotti a base di rame possono inoltre causare fenomeni fitotossici sulle foglie quali arrossamenti, disseccamenti e caduta precoce.
La fitotossicità della poltiglia bordolese sulla vegetazione e sui frutticini si manifesta con una riduzione della vegetazione e, a volte, con bruciature sulle foglie per cui l’uso della poltiglie bordolese è sconsigliato durante la fioritura. Sui meli, peri e viti i danni provocati dal potere caustico della poltiglia si manifestano con la comparsa di ruggine della buccia che nei casi più gravi si possono verificare deformità dei frutti o viene impedito il loro regolare accrescimento.
Anche se non è molto difficile preparare la poltiglia bordolese esistono in commercio molti prodotti già pronti consigliati ai giardinieri meno esperti.
tommaso 25 Gennaio 2011 il 20:02
più che informazioni sarei propenso a riceverli, ho delle piante di vite che quando in estate producono gli acini anzichè maturarsi si cominciano a sgonfiare come se gli insetti applicassero le cannucce per berne il succo, datemi consigli
Marion 26 Gennaio 2011 il 10:40
Ciao Tommaso. Se gli acini si seccano potrebbe trattarsi di peronospora. In questo caso però si noterebbero alterazioni anche sulle foglie che dovrebbero apparire sbiadite o macchiate dalla formazione di chiazze “oleose”.
Gianni 15 Maggio 2011 il 17:05
Per Tommaso:
Accertati che la varietà non sia Shiraz, in tal caso sarebbe fisiologico per
perdita di funzionalità del floema dopo invaiatura.
Qualora la varietà fosse diversa, devi prestare attenzione a eventuali
altri sintomi:
es zone necrotiche sul picciolo o su nodi e internodi;
vedere se ci sono esuvie (muta degli insetti) sotto le foglie:
vedere se è solo una questione di disseccamento del rachide (raspo), in tal
caso potrebbe essere dovuto a una carenza di magnesio;
controllare che il germoglio verso la maturità lignifichi e che non resti
verde e molle, controllare eventuali accartocciamenti verso il basso delle
foglie o pigmentazione delle stesse (in questo caso potrebbe esserci un
problema dovuto a fitoplasmi_ Flavescenza o legno nero).
Prestare attenzione a tutto ciò e documentare con fotografie.
Se l’origine del problema è di tipo entomofilo, si può risolvere con eventuali
trattamenti, da iniziare in funzione delle tempistiche del primo volo.
Gianni
giuseppe 5 Maggio 2012 il 20:40
salve vorrei un info, ho un ciliegeto dopo la scamiciatura ho notato una notevole perdita di ciliege manifestando un colore rosso alla punta e un ingiallimento del frutto ,dimensione del frutto come un pisello di che si tratta
grazie
Gianni 12 Maggio 2012 il 17:01
Ciao Giuseppe,
Potrebbe trattarsi di Corineo. E’ opportuno inserire sempre una foto del frutto malato e della pianta in generale. In ogni caso, se fosse Corineo, alla caduta delle foglie è opportuno un trattamento a base di rame e calce. La poltiglia bordolese è ottima. Al momento non pui fare altro.
In ogni caso il tutto potrebbe e, se non è, un trattamento a base di poltiglia non farà sicuramente male.
Ti consiglio di visitare questo sito:
http://www.agricoltura.regione.campania.it/difesa/fitopatologia/ciliegio/ciliegio_corineo.htm
Gianni