Sangue di drago: cos’è

sangue drago cos'è

Il sangue di drago è una particolare resina che viene ricavata da piante di specie differenti.: Croton, Dracaena, Daemonorops, Calamus e Pterocarpus. Fin dall’antichità essa è utilizzata per differenti scopi che vanno dalla laccatura del legno fino alla bruciatura in incenso ed in cosmetica.

Usi che sono giunti fino ai giorni nostri, anche se in minore libertà rispetto al passato a causa dei suoi alti costi. Questa resina rossa è ottenuta dall’essudazione delle spaccature naturali delle piante o da incisioni praticate appositamente dai coltivatori, eseguite in modo tale da non mettere a repentaglio la vita degli esemplari. Sotto il nome di sangue di drago, va specificato, sono racchiuse molte tipologie di resina rosso-bruna, che una volta essiccata e frantumata diventa una polvere rosso carminio leggermente balsamica e dal sapore dolciastro. Importante da ricordare è che si tratta di una sostanza insolubile in acqua ma solubile in etanolo.

Il sangue di drago dalla tradizione più antica è quello ricavato dalla dracaena cinnabari, una pianta tropicale proveniente dall’isola di Socotra, nell’Oceano Indiano, tra lo Yemen e la Somalia.  Esso era già utilizzato dagli antichi romani e dai cinesi nel primo secolo d.C. Una piccola curiosità? In Indocina il sangue di drago viene ricavato dai frutti della palma di Rattan, appartenente alla specie daemonorops . Simili a ciliegie, una volta maturi i frutti si ricoprono di questa resina rossa  che una volta ammorbidita in acqua calda può essere pressata in delle simil-sfere che vengono soprannominate “cuori di drago”.

Nella moderna cosmetica il sangue di drago viene pubblicizzato come anti-età funzionale e funzionante. Un uso che non ci stupisce se si pensa che nel suo luogo d’origine la resina, per le sue peculiarità coagulanti, viene utilizzata per guarire le ferite e gli eczemi. Ma attenzione, solo la sua varietà ottenuta dalla dracaena cinnabari: quella ottenuta dalle piante appartenenti al genere daemonorops infatti ha proprietà completamente opposte. In Italia, fin dal XVII secolo, la resina è utilizzata per rifinire i violini ed i liuti.

Photo Credit | Wikipedia

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