Semine di settembre: i ravanelli

Il ravanello o rapanello, (Raphanus sativus) è  una pianta edibile da tempo immemore coltivata in tutta l’area mediterranea.  Si tratta di una pianta di tipo erbaceo della famiglia delle Brassicacee. Il suo ciclo vegetativo molto breve consente di piantarla e consumarla nel giro di qualche settimana. Grazie alla sua “flessibilità” di semina  questo piccolo ortaggio, del quale noi mangiamo il frutto è disponibile al consumo praticamente in ogni periodo dell’anno.  Il migliore periodo della semina va da giugno a settembre.

Si tratta di una pianta originaria dell’Asia conosciuta già ai tempi dell’impero romano. La popolazione la utilizzava per favorire un sonno riposante grazie alla vitamina b contenuta al suo interno ed alle sue innate proprietà tranquillanti.  Se si decide per una semina invernale è meglio preparare le piantine in serra avendo cura di eliminare quelle più piccole che stentano a crescere per dare spazio alle altre.

Per regolarsi sulla freschezza ed edibilità adeguata dei propri ravanelli bisogna osservare con attenzione la crescita delle foglie.  Più quest’ultime saranno rigogliose, più buono sarà il ravanello. Attenzione a non farlo “crescere” troppo, vi è il rischio che assuma una consistenza un po’ legnosa.  Per ottenere una buona raccolta bisogna scegliere un angolo di terreno soleggiato, avendo cura di zapparlo adeguatamente eliminando le piante infestanti. E' possibile raccogliere i primi rapanelli un mese dopo la semina.

Dopo aver preparato i semi, essi vanno coperti con uno strato leggero di terra affinchè insetti o formiche non li portino via per mangiarli. Appena le piantine hanno messo 2-3 foglioline, bisognerà diradarle, come già vi avevamo anticipato, lasciando uno spazio di almeno 15 centimetri tra i vari esemplari. E’ importante un innaffiatura costante, così come la pulizia da eventuali erbacce.

Buono per un consumo solitario è solitamente accostato ad insalate, grazie anche al suo ridotto contenuto calorico. Si tratta di un ottima pianta da coltivare in orto.

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