I lavori di marzo alle piante da appartamento

A marzo le piante entrano nella fase vegetativa, e grazie alle giornate che diventano più lunghe possono godere di più ore di luminosità, anche nel caso delle piante da appartamento; questo è il momento più opportuno per riprendere le annaffiature nel caso in cui siano state sospese durante il periodo invernale, per fornire loro del fertilizzante che le sostenga nel processo di futura fioritura e, per chi possiede un balcone, per iniziare a prepararlo per la stagione estiva.

Anche se le ore di luce aumentano e le belle giornate iniziano a farsi vedere, non fatevi tentare di portare le vostre piante verdi all’aperto: per questa operazione è ancora troppo presto, meglio aspettare la seconda metà di aprile.

A proposito della fertilizzazione, aggiungete all’acqua di annaffiatura, che deve essere a temperatura ambiente, del fertilizzante completo che aiuti la pianta nel suo risveglio vegetativo; annaffiate in modo da far inumidire tutta la terra e smuovete il terriccio almeno in superficie in modo da aerarlo.

L’arancio amaro, un semplice rimedio curativo

Per la cura dei nostri malesseri non sempre è necessaria l’assunzione di farmaci; spesso possiamo utilizzare i principi naturali delle piante più comuni delle quali non conosciamo le numerose proprietà benefiche all’organismo e che risultano particolarmente efficaci nella preparazione di cure dolci e omeopatiche. Un esempio emblematico è quello dell’arancio amaro, a noi particolarmente familiare.

L’arancio amaro, conosciuto in botanica come Melangolo, appartiene alla famiglia delle Rutaceae e si presenta come un albero dai rami spinosi, foglie ovali e lucenti, fiori bianchi e odorosi (zagara) e frutti rosso-arancio dal succo amaro. Anche se siamo abituati a utilizzare la varietà Citrus Vulgaris dell’arancio, riconoscibile dal ftutto dolce e succoso, impiegato nell’industria alimentare per la preparazione di marmellate, frutta candita, liquori e amari, in erboristeria e cosmesi è impiegata maggiormente la varietà dell’arancio amaro per le sue numerose proprietà curative.

L’ortica: da urticante a emolliente

Siamo tutti a conoscenza dell’effetto urticante provocato dal contatto con l’ortica comune (famiglia delle Urticaceae), che cresce spontaneamente dappertutto nei luoghi umidi, specialmente vicino alle zone abitate. Ciò che forse molti di noi non sanno è che questa pianta possiede in realtà, oltre alla fastidiosa capacità di irritare la pelle, numerose proprietà e benefici.

L’ortica è una pianta perenne ricoperta, sia nei fusti che nelle foglie, dai ben noti peli urticanti che, oltre a provocare la fastidiosa reazione cutanea, contengono istamina (1%) e acetilcolina (0,2%-1%), sostanze prodotte anche dal nostro organismo, che si attivano come trasmettitori degli impulsi nervosi del sistema neurovegetativo favorendo l’apparato circolatorio e l’apparato digestivo.

Semine di marzo, il melone

Il melone è una pianta rampicante appartenente alla famiglia Cucurbitaceae che viene coltivata per i suoi frutti commestibili; il Cocumis melo, questo è il suo nome botanico, è una pianta annuale con il fusto erbaceo rampicante o strisciante con ramificazioni laterali.

Il frutto del melone, denominato anch’esso melone, è piuttosto grande e possiede una forma ovale oppure tondeggiante, la buccia liscia o leggermente rugosa di colore giallo più o meno intenso oppure verde; la polpa è molto succosa e profumata e può essere di colore arancio o bianco, e nella cavità centrale sono presenti molti semi.

I meloni possono essere invernali oppure estivi; tra le varietà di meloni invernali ci sono il  Melone di Malta, il Morettino e il Gigante di Napoli, mentre tra quelli estivi troviamo i retati come il Melone Ananasso e il Retato degli Ortoloni, e ancora, ci sono i meloni Cantalupi.

L’orchidea Rhynchostylis

Al genere Rhynchostylis appartengono sei specie di orchidee epifite originarie dell’Asia tropicale, caratterizzate dal fusto piuttosto corto, dalle foglie allungate, di colore verde scuro e di consistenza spessa, e dai piccoli fiorellini riuniti in un stelo.

I fiori delle orchidee del genere Rhynchostylis si sviluppano lungo uno stelo ricadente che porta un’infiorescenza costituita da circa 30 piccoli fiori di colore bianco o rosato con maculature e labello a contrasto; questi fiorellini emettono un delicato profumo.

Le orchidee del genere Rhynchostylis sono piante molto vigorose che riescono a produrre anche tre o quattro infiorescenze nella stessa stagione; grazie al loro portamento ricadente sono particolarmente adatte per essere coltivate in panieri sospesi.

Piante grasse: il Cactus dei mirtilli

Con il nome di Cactus dei mirtilli (Myrtillocactus geometrizans) si indicano tre specie di cactus originari del Messico appartenenti alla famiglia delle Cactacee; questo cactus si presenta a fusto eretto e in natura può raggiungere altezze considerevoli, anche fino a quattro metri.

Il fusto è scarsamente ramificato, di colore verde-blu e ricoperto di pruina; in estate spuntano dei fiori bianchi ai quali seguono i frutti commestibili, dalla forma e dal sapore simile a quello dei mirtilli, che nel nativo Messico vengono chiamati “garambullos”.

Il nome botanico di questa cactacea è la combinazione della parola latina “myrtullus” e da cactus, mentre il termine “geometrizans” significa “geometria” ed indica la forma simmetrica di questa pianta.

Acacia dealbata, ovvero la Mimosa

La Mimosa è un genere appartenente alla famiglia delle Fabaceae, che conta circa 400 specie di piante erbacee e arbustive; la mimosa come la intendiamo generalmente noi, ovvero quella con i fiori gialli che si è soliti regalare per la Festa della Donna, è in realtà l’Acacia dealbata, una pianta appartenente, appunto, alla famiglia delle Fabaceae.

L’Acacia dealbata è una pianta originaria dell’isola di Tasmania, in Australia, che grazie alle sue caratteristiche ornamentali si è diffusa facilmente in Europa già a partire dal XIX secolo; in Italia cresce bene in Toscana, nella Riviera ligure e nel Sud, in quanto ama i climi temperati mentre teme gli inverni troppo rigidi, quindi, nelle altre zone della Penisola deve essere coltivata in serra oppure in vaso.

L’Acacia dealbata si caratterizza per i fiori riuniti in copolini sferici di colore giallo molto profumati, raccolti in racemi di circa 10 centimetri che spuntano da gennaio a marzo; i frutti sono dei baccelli lunghi dai 4 ai 10 centimetri che quando sono maturi assumono una colorazione scura.

Semine di marzo, gli asparagi

L’Asparagus officinalis è una piante erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Liliaceae; questa pianta è provvista di un rizoma sotterraneo chiamato zampa, dal quale spuntano i turioni, ossia i germogli commestibili, che devono essere raccolti non appena escono dal terreno.

L’asparago è una pianta doica, ossia i fiori maschili e femminili si trovano su piante diverse; sopporta bene sia il caldo che il freddo e il terreno ideale nel quale coltivarlo è quello sciolto e molto fertile. La coltura degli asparagi è poliennale, nel senso che bisogna aspettare il terzo anno dalla semina per poterli raccogliere, in compenso però, è una coltura che garantisce molti anni di produzione.

Come seminare gli asparagi

La riproduzione degli asparagi può avvenire sia per semina che mettendo a dimora le zampe, ossia i rizomi, acquistabili presso i vivai. Se decidete di procedere con la semina, effettuatela all’inizio della primavera munendovi di un semenzaio e di semi di ottima qualità, da disporre alla profondità di un centimetro in file distanti circa trenta centimetri l’una dall’altra; per favorire il germogliamento, immergete i semi in acqua per qualche ora.

Cosa seminare a febbraio, la lattuga

La lattuga (Lactuca Sativa) è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Compositae caratterizzata dalle foglie larghe di forma ovoidale o allungata e di colore verde in diverse tonalità a seconda della varietà, oppure rosso o, ancora, giallognolo. Le lattughe si possono dividere in lattughe romane, dalle foglie allargate e non sovrapposte, in lattughe cappucce, che si trovano in commercio tutto l’anno, e in lattughe da taglio, conosciute anche come lattughine, caratterizzate da foglie tenere e che si riformano velocemente.

La lattuga si sviluppa bene nei climi temperati e non ama né i freddi intensi né i caldi secchi; il terreno ideale nel quale coltivare la lattuga è quello sciolto e ben lavorato dato che il suo apparato radicale si sviluppa principalmente nello strato superficiale del terreno.

La riproduzione della lattuga avviene per semina da gennaio a settembre, da effettuare in semenzaio nei mesi più freddi e poi da trapiantare in piena terra dopo trenta o quaranta giorni dalla semina.

Piante officinali: la Frassinella

La frassinella, conosciuta anche come limonella e dittamo e una pianta officinale appartenente alla famiglia delle Rutaceae; il suo nome botanico, che è Dictamnus albus, deriva da “Dikte”, il nome di un monte che si trova nell’isola di Creta e “thamnos”, che significa arbusto.

La frassinella, infatti, si presenta come un arbusto alto dai 3 ai 10 dm che cresce spontaneo in Europa e nelle zone temperate dell’Asia; il dittamo non è molto diffusi in Italia anche se possibile trovarlo in alcune zone boschive della Penisola, mentre è totalmente assente nelle pianure alluvionali del centro-nord e delle isole.

La frassinella è una pianta aromatica che, in maggio e giugno produce dei fiori composti da quattro petali rivolti verso l’alto e da uno verso il basso di circa 5 centimetri di diametro e di colore bianco e rosa; le sue capsule contengono i semi di consistenza coriacea. Se vi imbattete in una pianta di frassinella, prestate attenzione nel maneggiarla, in quanto è ricoperta di ghiandole che secernano sostanze irritanti per la pelle.

La pianta di jojoba

Forse non avrete mai sentito parlare della Simmondsia chinensis, ma sicuramente conoscerete l’olio di jojoba: bene, perché la pianta dai cui semi si ricava questo prezioso olio vegetale è proprio la Simmondsia, un cespuglio originario del deserto della California e del Messico, appartenente alla famiglia delle Simmondsiaceae.

Nonostante il nome ufficiale Simmondsia chinensis questa pianta non ha niente a che vedere con la Cina, questo nome è dovuto a una trascrizione sbagliata da parte di un botanico; il nome comune jojoba è stato creato dalla popolazione dei nativi nordamericani “O’odham” che abitano nel deserto di Sonora nel sud-ovest degli Stati Uniti e del Messico, che da sempre usano i semi di questa pianta come unguento.

La jojoba si presenta come un arbusto legnoso alto circa due metri, caratterizzato da foglie ovali e coriacee di colore verde, ricoperte da una patina cerosa; la Simmondsia è doica, ossia porta fiori i fiori maschili e femminili su piante diverse; i fiori sono piccoli di colore bianco-giallastro e la fecondazione avviene tramite il vento, ossia è anemofila.

Piante officinali: il lapazio

Il lapazio o romice è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Polygonaceae. Il lapazio, il cui nome botanico è Rumex crispus, è una pianta originaria dell’Asia e dell’Europa orientale, e in Italia è diffusa soprattutto al nord allo stato spontaneo.

Questa pianta è dotata di un robusto rizoma sotterraneo e si caratterizza per il fusto alto fino a due metri molto ramificato nella parte superiore e, per le foglie dalla forma oblunga e lanceolata. L’infiorescenza del lapazio è una pannocchia formata da fiori riuniti in fascetti; questi fiori sono formati da tre tepali esterni e da tre tepali interni che crescono all’interno del frutto che è un achenio dalla forma piramidale. Il nome della pianta, ossia “rumex” deriva dal latino “lancia”, con rifermento alla forma delle sue foglie.

Il lapazio viene usato in erboristeria in quanto possiede proprietà depurative, astringenti, lassative e rinfrescanti, e può essere usata in caso di mal di gola, tosse secca e laringite.

Il Gelsomino officinale

Al genere Jasminum appartengono circa 200 specie di piante arbustive e rampicanti appartenenti alla famiglia delle Oleaceae, originarie delle regioni tropicali temperati. Qui su Pollice Green ci siamo occupati più volte del gelsomino, ma oggi vogliamo tornare sull’argomento per farvi conoscere il Gelsomino officinale (Jasminum officinale), comunemente conosciuto come gelsomino bianco; il gelsomino officinale è una pianta arbustiva dal portamento rampicante che in estate produce dei fiori di colore bianco con sfumature rosacee.

Il gelsomino officinale possiede proprietà astringenti, antidepressive e sedative; le parti usate sono i fiori che devono essere raccolti al mattino presto, non appena la rugiada scompare, oppure nel tardo pomeriggio.

Oltre ai fiori, comunemente usati sotto forma di infuso, in fitoterapia vengono utilizzate anche altre parti del gelsomino bianco come le foglie, utili contro il raffreddore e la sinusite, e l’olio essenziale ideale da usare per i bagni o per i massaggi se avete la pelle secca e screpolata.