Parassiti delle piante: le larve minatrici

larve minatrici

Per larve minatrici si intendono le larve di numerosi Lepidotteri, ossia le farfalle, degli insetti di piccole dimensioni, chiamati anche microlepidotteri, perché raggiungono soltanto i 6-8 millimetri di lunghezza. Nonostante le dimensioni molto ridotte, questi insetti sono dotati di un apparato boccale masticatore piuttosto potente, che usano per cibarsi, causando, però danni non indifferenti alle piante che infestano.

Le piante maggiormente colpite dalle larve minatrici sono gli alberi da frutto come melo, pero, pesco, ciliegio, susino, albicocco, e diverse specie arboree e ornamentali, tra le quali la Musa velutina.

Musa velutina, ovvero la Banana rosa

musa ornata

La Musa velutina, conosciuta anche come Banana rosa, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Musaceae originaria dell’Asia, la cui caratteristica principale è quella di essere l’unica specie di banano che riesce a fiorire e a fruttificare anche in appartamento.

Questa pianta raggiunge altezze di circa 150 o 200 centimetri, e in primavera produce delle infiorescenze a rosetta costituite da brattee di colore fucsia alla cui base sbocciano piccoli fiori gialli o arancioni; in estate, poi, alla base delle brattee, maturano i frutti, ovvero delle piccole banane di colore rosa porpora, coperte di una sottile peluria che rende il frutto come ricoperto di velluto.

Queste piccole banane sono commestibili, anche se il loro sapore è un po’ acidulo e dentro alla polpa ci sono grossi semi; proprio per questo la Musa velutina viene coltivata soprattutto come pianta ornamentale.

Piante grasse, il genere Pereskia

Pereskia aculeata

Il genere Pereskia comprende circa 15 specie di piante succulente appartenenti alla famiglia delle Cactacee, originarie del Messico e del Brasile; queste piante sono delle rampicanti che in natura possono raggiungere anche i 10 metri d’altezza, la cui caratteristica principale è quella di possedere della vere foglie lanceolate, che in genere cadono in inverno; hanno dei fusti sottili e legnosi, alla base dei quali sono presenti areole con circa tre spine molto appuntite. In estate queste piante producono un gran numero di fiori profumati di colore rosa, bianco, giallo o viola, che in autunno lasciano il posto a piccole bacche gialla commestibili.

Le piante del genere Pereskia richiedono una posizione in piena luce, anche se durante i mesi più caldi dell’anno, preferiscono il luoghi ombreggiati; possono sopportare il freddo ma è meglio non lasciarle sotto ai 10°C, per cui in inverno è opportuno ripararle in casa o in serra.

Piante da appartamento: la cordilina

cordilina

La cordilina (Cordyline fruticosa) è una pianta da appartamento appartenente alla famiglia delle Agavacee, originaria dell’Australia, ma diffusa anche in Asia. La cordilina presenta foglie grandi che quando sono giovani possiedono un colore rossiccio, ma che diventano verdi con il passare del tempo, di forma lanceolata lunghe fino a 35 centimetri. La pianta inizierà ad assumere l’aspetto di una palma via via che crescerà, in quanto perderà le foglie alla base; può raggiungere un metro e 20 centimetri d’altezza per 50 centimetri di diametro.

Per quanto riguarda le cure di cui ha bisogno, ogni due anni in primavere è consigliato procedere al rinvaso o a rinnovare la parte superficiale del substrato; è inoltre opportuno eliminare con una spugna umida la polvere che si è accumulata sulle foglie. Questa pianta ama le esposizioni indirette alla luce; a proposito delle annaffiature, c’è da sapere che in primavera e in estate bisogna bagnarla due volte alla settimana e vaporizzare le foglie; in autunno e in inverno basterà una volta a settimana, facendo comunque attenzione ad evitare il ristagno di acqua per non far marcire le radici.

Piante grasse, il saguaro

saguaro

Il nome comune della Carnegiea gigantea è saguaro, ed è un cactus a crescita lentissima ma molto longevo, originario dell’America settentrionale e centrale; la sua crescita è veramente molto lenta: può impiegare anche 30 anni per raggiungere il metro d’altezza. Il seguano è una pianta colonnare che inizia a ramificare una volta raggiunti i 150 o 200 centimetri. Queste pianta possiede 15 o 20 costulature poco profonde e spine grigie, in primavera produce grandi fiori bianchi molto profumati ai quali subentrano dei fiori rossi e oblunghi contenti molti semi neri.

Essendo abituato al clima desertico, il saguaro predilige le posizioni soleggiate; teme il freddo tanto che le temperature inferiori ai 4°C provocano danni irreparabili alla sua salute, e quindi necessario tenerlo in casa per tutto l’autunno e l’inverno.

La fotosintesi clorofilliana

fotosintesi clorofilliana

Qualche giorno fa, nel post dedicato alle foglie, vi abbiamo detto che la loro funzione principale è quella di realizzare la fotosintesi clorofilliana, necessaria per produrre ossigeno. Sicuramente avrete sentito parlare di questo processo così importante per la vita nel pianeta, ma se gli ultimi ricordi risalgono alla scuola, vediamo, insieme brevemente, in cosa consiste la fotosintesi clorofilliana.

Le piante producono il loro nutrimento prendendo l’energia emessa dal sole, grazie proprio alle foglie, che riescono ad assorbirla grazie ad una sostanza di cui sono provviste che permette di “catturare” le radiazioni solari; questa sostanza è un pigmento di colore verde chiamato clorofilla. La clorofilla è concentrata in alcun corpiccioli detti cloroplasti che la producono se ricevono la giusta quantità di luce: non a caso le piante devono essere esposte alla luce, e se ciò non avviene perdono il loro colore verde.

Tecniche di moltiplicazione: la divisione per polloni basali

divisione polloni basali

Una tecnica di moltiplicazione molto usata, soprattutto per la riproduzione delle piante grasse, è la divisione per polloni basali, un metodo molto semplice e con ottime probabilità di attecchimento; può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, anche se la primavera è il momento migliore. Con la divisione per polloni si ottengono piante uguali a quella madre, ovvero con lo stesso patrimonio genetico.

Prima di spiegarvi la tecnica per effettuare la divisione, vediamo di capire cosa sono i polloni; in botanica, il pollone è la parte della pianta che, sotto forma di ramo, si sviluppa direttamente sul tronco, sulla radice o ai piedi dell’albero. I polloni si possono formare anche dalle cicatrici di un ramo tagliato, e, in questo caso, vengono usati per effettuare delle talee.

Molto spesso i polloni emettono delle radici proprie quando sono ancora attaccati alla pianta madre, e questo è utile per velocizzare di più la moltiplicazione. Se i polloni sono attaccati saldamente alla pianta madre, bisognerà tagliarli alla base e attendere che si cicatrizzino per circa quindici giorni in modo da evitare marciumi.

Il genere Lobivia

Lobivia

Al genere Lobivia appartengono circa cento piante facenti parte della famiglia delle Cactacee; il nome di queste piante è l’anagramma di Bolivia, ovvero il paese nel quale sono maggiormente diffuse, anche se molte sottospecie sono coltivate in tutta l’America Latina e Centrale. Le Lobivia sono piante succulente di forma cilindrica o sferica, dalla struttura costonata e spinosa; se vengono messe a riposo durante l’inverno in un luogo fresco e asciutto producono grandi fiori colorati.

Le piante del genere Lobivia non sopportano le temperature inferiori ai 4°C. Le Lobivia vanno innaffiate regolarmente in estate, mentre d’inverno non è necessario bagnarle; queste succulente si riproducono per seme in primavera, e poi contestualmente, possono essere moltiplicate per polloni.

Funghi delle piante: la ticchiolatura

ticchiolatura

La ticchiolatura è una malattia causata da un fungo che colpisce soprattutto le piante ornamentali e quelle da frutto; questo micete colpisce soprattutto in presenza di clima umido e di riciclo d’aria insufficiente. Gli attacchi di ticchiolatura avvengono soprattutto in autunno o in primavera, soprattutto se è molto piovosa e umida. Le piante più colpite da questo fungo sono il melo, il pero e le rose, ma vengono attaccate anche le piante ad alto fusto, come il salice e il pioppo.

Il micete che provoca la ticchiolatura colpisce soprattutto le foglie, ma può attaccare anche i fusti e i frutti; le foglie invase dal fungo si ricoprono gradualmente di macchie scure. La parte interessata è quella superiore della foglia, che piano piano diventa di colore giallo, ma la malattia si propaga velocemente anche alla pagine inferiore, per poi passare ai rami e, infine, al frutto. Una volta cadute, le foglie non si sono liberate del fungo, in quanto esso sopravvive all’inverno come spora.

Fenestraria Aurantiaca

fenestraria

Al genere Fenestraria appartengono due specie di piante grasse, originarie dell’Africa, in particolare della Namibia, appartenenti alla famiglia delle Aizoacee, un gruppo che comprende circa cento specie di piante perenni, succulente, nane, molto facili da coltivare e dalla crescita rapida.

Dal punto di vista morfologico è una pianta cespitosa praticamente acuale, che dà spesso origine a colonie estese, con foglie lunghe circa due centimetri, carnose e dalla forma di clava; la parte superiore delle foglie, è detta “finestra”, da cui deriva il nome della pianta, perché è trasparente e priva di clorofilla, ma permette il passaggio della luce ai tessuti sottostanti; le foglie sono di colore verde-grigiaste, e assumono tonalità rosate se coltivate in pieno sole. I fiori compaiono alla fine dell’estate e sono di colore arancio e giallo.

Morfologia delle piante: le foglie

foglia

Oggi continuiamo il nostro viaggio nella morfologia delle piante; dopo aver scoperto le funzioni di radici e fusto, oggi  il turno delle foglie. Le foglie sono gli organi aerei delle piante, che nascono dai nodi del fusto; sono laminari, in genere di colore verde a causa del pigmento della clorofilla, e a crescita limitata. La loro funzione principale è quella di realizzare la fotosintesi clorofilliana, un processo chimico mediante il quale le piante, con l’aiuto dell’energia solare, ottengono le sostanze organiche; grazie a questo processo le piante producono anche l’ossigeno.

Ogni foglia è formata dal lembo o lamina superiore e dal picciolo, cioè la parte allungata della foglia che la unisce per la base al fusto; in caso di assenza del picciolo, si dice che la pianta è sessile, mentre nel caso in cui esso è evidente, si parlerà di foglia spicciolata. La lamina fogliare è percorsa da piccole venature, che costituiscono la venatura fogliare, la cui funzione principale è quella di favorire la distribuzione omogenea delle sostanze nutritive in tutta la foglia e di costituire una specie di scheletro che dà consistenza al lembo.

Erbe aromatiche: l’origano

origano

L’origano (Origanum vulgare) è una pianta perenne diffusa nei prati aridi e incolti del Sud Italia e del bacino mediterraneo, che può raggiungere gli 80 centimetri di altezza; è considerato un suffrutice, cioè una specie con la base del fusto legnosa come un cespuglio. La pianta dell’origano possiede foglie piccole e fiori rosa, riuniti in infiorescenze simili a spighe che compaiono in estate.

Questa erba aromatica va moltiplicata ad inizio primavera per divisione dei cespi oppure per semina in un semenzaio protetto; essendo una pianta tipica della flora mediterranea, l’origano teme il freddo e i terreni  argillosi e compatti che trattengono l’acqua. Per ottenere un profumo più intenso va esposto in pieno sole, annaffiato pochissimo e mai concimato.

Morfologia delle piante: il fusto

fusto delle piante

Oggi continuiamo il nostro viaggio all’interno della morfologia delle piante; qualche giorno fa vi avevamo parlato delle radici, questa volta è il turno del fusto. Il fusto svolge due funzioni molto importanti: serve per sostenere le foglie e collega l’apparato radicale alle foglie, permettendo la distribuzione delle sostanze nutritive necessarie alla pianta.

I punti del fusto da cui nascono le foglie sono i nodi e possono trovarsi a diversi livelli; la sua lunghezza può essere notevole, basti vedere certe specie di alberi, ma anche inesistente come nel caso delle piante nelle quali le foglie crescono dallo stesso punto, cioè le piante acuali. Anche il diametro del fusto presenta variazioni a seconda della pianta.

Le piante possono essere classificate in base alla durata del fusto in rapporto al ciclo vitale, e a questo proposito è necessario fare una distinzione tra le piante monocarpiche, cioè quelle che fruttificano una sola volta nel corso della loro vita, e quelle policarpiche, ovvero che fruttificano più volte, in genere una volta all’anno.

Erbe aromatiche: la menta piperita

menta piperita

Al genere Mentha appartengono molte specie, ma quella dal profumo più gradevole è la menta piperita; in Italia l’impiego in cucina non è particolarmente diffuso, se non per decorare i piatti o per insaporire insalate fresche e frittate. Nei paesi anglosassoni, invece, è un erba aromatica usata moltissimo.

La menta è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Labiate originaria del bacino mediterraneo e diffusa un po’ in tutta Europa, perché è resistente e di facile propagazione. La menta possiede un fusto quadrangolare di colore verde-violaceo, foglie ovali e seghettate, che se strofinate emettono un forte aroma, e fiori bianco-rosacei riuniti in infiorescenze a forma di spiga, che appaiono in estate e durano fino all’autunno; questa pianta può raggiungere anche il metro d’altezza.

Il frutto della menta è una capsula che contiene da uno a quattro semi; ama i terreni freschi e fertili esposti a mezz’ombra e richiede molto acqua; in genere preferisce la pianura ma la si può trovare anche a 700 metri d’altezza a patto che sia riparata dal vento.