Cosa coltivare in un terreno argilloso? Questa tipologia di impasto non è facilissima da gestire. Ciò non toglie che non possa essere eventualmente corretto. E’ proprio su questa tipologia di intervento che ci si deve concentrare per poterlo lavorare.
Il terreno argilloso è di solito fertile e quindi potenzialmente adatto ad accogliere delle colture: è la sua grana a rappresentare un problema perché la dimensione finissima delle particelle lo rendono molto soggetto a ristagni d’acqua e poco ossigenato. E’ necessario quindi “ammendarlo“, termine tecnico che in parole povere significa correggerlo aggiungendo del terreno di tipo differente. Nello specifico bisogna aggiungere sabbia e materiale organico. La prima è necessaria per migliorarne il drenaggio (basilare, N.d.R.) mentre il secondo è importante che sia ricco di fibre in modo tale da evitare l’eccessiva coesione del terreno e i conseguenti blocchi di terreno duro. Si possono usare in questo caso foglie secche, compost, stallatico stagionato e torba.
Per quanto non sempre semplicissimo, non si tratta di un lavoro troppo complicato: la maggior parte dei terreni italiani era originariamente argilloso: esso è stato poi modificato con il tempo dagli agricoltori che lo hanno reso di medio impasto ed ossigenato e quindi perfetto per la coltura. Se avete problemi a sistemarlo non temete: soprattutto se siete degli appassionati interessati a dare vita ad un orto fai da te vi sono delle colture che si adattano perfettamente.
Abbiamo alberi come il pero, o fiori come il ranuncolo. Parlando di piante commestibili vi sono poi barbabietole, cicorie, lupini e tarassaco.
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