Evonimi: la pianta con una cattiva reputazione

evonimi

II nome di queste piante deriva dal greco eu, bene, e ònoma, nome, ossia «pianta dal buon nome, dalla buona reputazione». Que­sta definizione contrasta sensibilmente con le proprietà benefiche degli evonimi, ma è opportuno ricordare che nei tempi antichi, come del resto ancora oggi in Oriente, si usava chiamare con gli appellativi più dolci gli dei apportatori di malefizio proprio per ingraziarseli e sperare nella loro clemenza. Evidentemente lo stesso stratagemma veniva messo in atto anche per le piante più peri­colose.

Le specie di cui stiamo parlando servono per la realizzazione di siepi, grandi macchie verdi o variegate al centro del prato, ciuffi isolati, oppure per la coltura in grandi vasi adatti ad essere collocati sul balcone o in terrazza. Le varietà nane si prestano anche per la decorazione delle roccaglie oppure per formare basse bordure con funzione di­visoria fra l’una e l’altra parte del giardino.

L’evonimo non richiede cure particolari e non ha neppure bisogno di essere potato, tuttavia se si vuole utilizzare questa specie per siepi di forma particolare, si possono apportare alla pianta tagli non frequentissimi, per formare masse compatte e di buon effetto decorativo.

Le annaffiature non devono essere eccessi­ve, ma neppure troppo distanziate se si vuole che il fogliame mantenga una grade­vole lucentezza e si rinnovi velocemente. La concimazione si esegue in autunno con concime organico in polvere, dopo aver zap­pato la terra attorno alle piante; inoltre in aprile e in maggio è consigliabile sommi­nistrare una volta al mese un fertilizzante minerale ricco di azoto diluito nell’acqua delle annaffiature. Molto utili, specialmente per gli arbusti giovani o per gli esemplari impiegati per siepi e tagliati in forma, le irrorazioni al fogliame con acqua e stimo­lante ormonico nella dose di 6 gocce per ogni litro d’acqua; queste spruzzature de­vono essere rinnovate ogni 15 giorni a co­minciare da aprile e fino a ottobre.

Poiché l’evonimo viene facilmente attaccato dalla cocciniglia, è indispensabile controllar­ne spesso il fogliame, all’apparire dei bian­chi scudetti cerosi che caratterizzano il pa­rassita occorre intervenire subito con olio emulsionabile.

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