Piante da giardino: l’Uva orisna

L’Uva orisna (Arctostaphylos uva-ursi) è una pianta originaria dell’America del nord e dell’Europa ed appartenente alla famiglia delle Ericacee, molto apprezzata alle nostre latitudini sia per l’adattabilità al clima freddo che per il meraviglioso spettacolo che offre in ogni stagione dell’anno. Si tratta di una pianta caratterizzata da fusti molto corti (raramente supera i 20 centimetri) di colore rossastro, che portano foglie a forma di spatola, lucide, di colore verde brillante in primavera-estate o rosse nella stagione invernale.

I fiori sono di colore bianco-rosato, riuniti in racemi, e fanno la propria comparsa nel periodo primaverile, prima di lasciare il posto a delle bacche rosse di forma tondeggiante, che coloreranno la pianta nel corso dell’estate. L’Uva orisna è molto decorativa e la si può trovare facilmente allo stato spontaneo. Questo non significa che non possa essere coltivata in ambito domestico, specie nella formazione di giardini rocciosi.

Piante da appartamento: l’Aglaonema pictum

Al genere Aglaonema appartengono una sessantina di piante da appartamento, particolarmente apprezzate per la bellezza del fogliame. Della loro resistenza abbiamo già trattato in un capitolo precedente, mentre in questa sede vogliamo occuparci di una varietà molto decorativa, l’Aglaonema pictum, appartenente alla famiglia delle Aracee ed originaria del sud-est asiatico.

I fusti possono raggiungere il metro e mezzo di altezza, ma ne esistono anche delle varietà nane, che difficilmente superano i cinquanta centrimetri. Le foglie sono lunghe e lanceolate, di colore verde brillante, con striature gialle, bianche o verde chiaro. In appartamento non sempre l’Aglaonema pictum riesce a fiorire, ma in particolari condizioni ambientali, mostra delle spate biancastre simili alle calle. La coltivazione è abbastanza semplice e non richiede interventi particolari, come dimostra la scheda che segue.

Dove coltivare gli anemoni giapponesi

Dopo avervi illustrato le caratteristiche colturali e le varietà, specie e ibridi degli anemoni giapponesi, vediamo come possono essere utilizzati in giardino. Innanzi tutto, per avere un bell’effetto anche quando ormai le altre piante non sono più fiorite, si può provare ad accostare diverse varietà di anemoni giapponesi oppure un folto gruppo della stessa varietà

Nelle bordure

Gli anemoni giapponesi possono essere usati in ogni tipo di bordura come elemento di fondo oppure di secondo piano, per dare un tocco di colore all’insieme, soprattutto se le specie già presenti sono solo verdi e non presentano più fiori

Come abbinamento

Gli anemoni giapponesi si prestano bene in abbinamento con le hosta che in autunno non hanno più fiori, oppure con le Compositae autunnali, o ancora davanti alle ortensie, o al piede delle rose. Altri abbinamenti efficaci sono fra le peonie arbustive oppure come contrasto alla phytolacca dai grappoli viola.

Piante grasse: l’Echidnopsis

L’Echidnopsis è una pianta grassa appartenente alla famiglia delle Asclepiadacee ed originaria dell’Africa, sebbene la sua diffusione si sia ormai allargata a tutte le zone a clima temperato del Globo. Comprende una ventina di specie ed è caratterizzata da fusti esagonali lunghi fino a mezzo metro, eretti o striscianti, che possono assumere colorazioni diverse a seconda della specie (verde chiaro o grigiastro). I fiori sono costituiti da cinque petali e fanno la propria comparsa nel periodo estivo, rallegrando l’ambiente con colori diversi a seconda della varietà (giallo, bianco. rosso o arancio).

Con il trascorrere degli anni, i fusti striscianti tendono a radicare nel terreno,  formando dei cespugli disordinati che possono raggiungere dimensioni considerevoli in larghezza. L’Echidnopsis generalmente si coltiva all’interno delle mura domestiche, vista la scarsa resistenza al freddo, ma nella bella stagione può anche essere spostata in giardino, proteggendola però dal sole diretto.

Anemoni giapponesi: ibridi, specie e varietà

Qualche tempo fa vi avevamo presentato gli anemoni giapponesi, delle piante erbacee perenni dalla fioritura autunnale, perfetti quindi per rallegrare il vostro giardino in questo periodo. Dato che gli anemoni giapponesi possono essere riprodotti anche in questo periodo, oltre che in primavera, vi presentiamo una piccola rassegna delle varietà e degli ibridi più noti e apprezzati. Prima dell’elenco, una curiosità: nonostante vengano chiamati “giapponesi”, questi anemoni sono originari della Cina, e solo erroneamente vengono attribuiti al Giappone.

Specie e ibridi

Anemone hupehensis. È una pianta erbacea di altezza compresa tra gli 80 e i 120 centimetri che in estate sviluppa dei fusti molto ramificati sui quali sbocciano dei fiori di colore bianco con sfumature rosa o color malva; i petali sono molto arrotondanti e costituiscono la peculiarità di questo tipo di anemone giapponese.

Anemone japonica. Il suo nome corretto sarebbe Anemone Hupehensis varietà japonica, e secondo le fonti, si sarebbe formata per mutazione naturale; si distingue dalla specie tipo per la forma dei tepali e per il colore, che è rosa intenso con sfumature violacee.

Fiori da piantare in autunno: l’Armeria marittima

Del genere Armeria abbiamo già trattato in qualche capitolo precedente, descrivendone l’etimologia, gli usi e le specie più interessanti. In questa sede, invece, vi presenteremo una delle varietà più diffuse ed apprezzate, l’Armeria marittima, appartenente alla famiglia delle Plumbaginacee ed originaria dell’Europa. E’ una pianta caratterizzata da foglie lineari e sottili, che formano cuscini molto decorativi di colore verde brillante.

Nella stagione primaverile, tra le foglie si formano dei lunghi steli, che portano fiori bianchi o rosa riuniti in ombrelle. L’Armeria marittima è particolarmente indicata per la decorazione di bordure ed aiuole e si adatta alla coltivazione anche in zone con inverni rigidi. Nel caso si vogliano formare dei nuovi cuscini in giardino, è proprio l’autunno il momento migliore per dividere i cespi, interrando direttamente a dimora la nuova piantina, affinché abbia modo di fiorire nella primavera successiva.

Alberi da frutto: il Cotogno

La Cydonia oblonga (Cotogno o Melo Cotogno) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee ed originario dell’Asia Minore e del Caucaso. E’ caratterizzato da fusti contorti che possono raggiungere i sei metri di altezza. Le foglie possono assumere forme diverse a seconda della specie (allungata, ovale o rotonda), ma in ogni caso sono di colore verde scuro sulla pagina superiore e verde chiaro su quella inferiore. I fiori sono di grandi dimensioni, solitari, di colore bianco o rosa, e fanno la propria comparsa nel periodo primaverile (a volte a fine inverno, se il clima è particolarmene mite).

Alle nostre latitudini la Cydonia oblonga cresce per lo più allo stato spontaneo, ma ciò non significa che non possa essere coltivata in ambiente domestico, per decorare il giardino o per la produzione di mele cotogne, molto apprezzate in ambito alimentare o come  curative per alcune patologie dell’apparato digerente.

Come scegliere le forbici per la cimatura delle piante

Tra le cure di settembre da dedicare a piante e siepi c’è la cimatura, un’operazione che, per essere effettuata al meglio ha bisogno degli attrezzi adeguati; molto spesso, infatti, si tende a dare poca importanza alla scelta delle forbici impiegate per cimare le piante o per tagliare fiori e foglie appassite, con il rischio di provocare dei danni alla pianta. Infatti, se viene effettuato un taglio non corretto, c’è il rischio di sfilacciare il fusto o di far perdere alla pianta della linfa, oltre ad ottenere un risultato estetico non gradevole.

Le forbici, perciò, devono essere scelte in modo da arrecare meno danni possibili alle piante; il primo fattore della scelta è il tipo, che deve essere adeguato allo spessore di quello che dovete tagliare; ad esempio, non tagliate un fusto piuttosto robusto con delle normali forbici domestiche, le quali, invece sono più adatte a recidere fiori o sagomare le parti delle foglie ingiallite.

Fioriture autunnali: il Clerodendro

Sulle pagine di PolliceGreen vi abbiamo già parlato del Clerodendro, magnifica pianta ornamentale, che può essere utilizzata come valida alternativa alla Stella di Natale o all’Agrifoglio nel periodo delle feste di fine anno. In questo capitolo, invece, ci occuperemo delle caratteristiche e delle cure culturali di questa pianta, nella speranza di darvi indicazioni precise, affinché cresca rigogliosa nel vostro giardino.

Cominciamo col dire che il Clerodendro appartiene alla famiglia delle Verbenacee ed è originario della Cina e del Giappone, da dove poi si è diffuso in tutte le zone a clima temperato del Pianeta. Si presenta come un albero o come un arbusto dal tronco eretto, con foglie ovali e dentellate, di colore verde brillante. I fiori sono riuniti in pannocchie di colore rosa, bianco o azzurro, e fanno la propria comparsa alla fine dell’estate, per poi riempire l’ambiente esterno di un fresco profumo per tutta la durata dell’autunno. Di seguito, come sempre, trovate le cure colturali.

Lavori di settembre: le cure alla Clivia

In un post di qualche tempo fa vi avevamo parlato della Clivia, una pianta molto resistente capace di adattarsi facilmente a diverse condizioni. Generalmente, la Clivia viene sistemata sulle scale vetrate, luogo nel quale riesce a svilupparsi al meglio, in quanto c’è molta luce filtrata e le temperature non sono eccessivamente rigide. Se durante l’estate la vostra Clivia non ha ricevuto tutte le cure necessarie, da settembre bisogna tornare ad occuparsene con attenzione in modo da farla fiorire abbondantemente la prossima primavera.

La prima cosa da fare è portarla in casa per reidratarla, usando con acqua non fredda e non dura, in modo da creare il giusto grado umidità e pulirla prima di rimetterla sulle scale o nel luogo a lei assegnato.

Per reidratare la Clivia procedete così: per prima cosa bagnate tutta la superficie del vaso, in modo da far giungere l’acqua al terriccio in profondità e non, come spesso accade, solo nella parte superficiale. Non appena il terriccio si sarà asciugato, ripetete l’annaffiatura in modo ancora più abbondante; nei giorni successivi, invece, ritornate a bagnare la Clivia regolarmente, mantenendo bagnato il terriccio ma senza creare ristagni.