La stella di Natale ha bisogno di riposo

stelle di Natale in serra

Nel nostro clima la stella di Natale conosce una sola utilizzazione, ossia quella di servire come decorazione della casa durante le feste natalizie ed è considerata uno degli omaggi floreali più eleganti per il periodo che corre dal 25 dicembre a Capodanno, epoca in cui le grandi brattee d”Euphorbia pulcherrima si aprono in grandi stelle.

Nelle regioni meridionali e in Riviera, dove il clima è particolarmente mite, la poinsezia può vivere all’aperto e quindi può essere coltivata anche come decorazione del giardino e della terrazza. Tuttavia, è bene ricordare che le piante che vivono all’aperto difficilmente presentano un fogliame altrettanto bello di quello delle piante che vengono conservate in serra, particolare che diminuisce assai il potere decorativo della stella di Natale.

Coltivare la stella di Natale non è difficile, mentre è quasi impossibile ottenere l’apparizione invernale delle grandi brattee colorate se la pianta non può godere di una temperatura costante superiore ai 16° nel periodo ottobre-dicembre.

Fertilizzanti e concimi servono davvero? Ecco il motivo

concimare le piante

I concimi si dividono in due grandi categorie: quelli organici e quelli chimici; nella prima categoria, oltre allo stallatico, al letame ovino e alla pollina, rientrano anche cascami di lana, piume, farina i ossa e di pesce. I principali componenti, quali azoto, fosforo e potassio, ci sono rappresentati in proporzioni diverse così come lo è l’immediatezza dell’effetto.

Diversamente, la composizione dei fertilizzanti chimici è decisamente più immediata, perché sulla confezione dovrebbe essere indicato chiaramente la percentuale dei componenti, e in particolare dei tre più importanti elencati sopra. In aggiunta a questi tre principali elementi fertilizzanti, esiste una serie di elementi presenti in misura meno rilevante, come ferro, zolfo e magnesio.

Fiori secchi, tecniche e composizioni

fiori secchi

La bella stagione è ormai alle spalle da un pezzo, nonostante qualche splendida giornata di sole autunnale, ed è quindi tempo di lasciare per un po’ il nostro amato giardino, per dedicare qualche ora in più all’arte della composizione floreale, in particolare a quella che richiede l’utilizzo di fiori secchi.

Eh si, perché se è vero che lo spettacolo offerto da colori e profumi dei fiori freschi è ineguagliabile, è anche vero che con i fiori secchi si possono creare delle composizioni particolamente decorative dalla bellezza unica.

Come detto, si tratta di una vera e propria arte, da imparare e coltivare, seguendo pochi e semplici consigli, per lasciar poi spazio alla fantasia ed alla creatività. E allora seguiteci in queste poche righe ed alla fine avrete tutte le nozioni necassarie per trasformarvi in breve tempo in grandi artisti nella composizione con fiori secchi.

Tisane depurative

tisane

Una vita viziosa condizionata da alcool, tabacco, eccitanti, magari vissuta in un ambiente inquinato, non è certo un buon presupposto per mantenersi sani.
Aver cura del proprio corpo significa disporsi anzitutto nelle condizioni ideali per opporsi ai piccoli malanni. Certamente una tisana depurativa non si presenta attraente come una tazzina di caffè, ma ne possono bastare poche tazze per liberare l’organismo da una parte dei veleni che lo intossicano.

Più volte abbiamo toccato l’argomento delle piante medicinali ed oggi voglio illustrarvi le proprietà benefiche “naturali” di altre due pianticelle :

Pianta senape, caratteristiche e cure

pianta senape

La pianta senape, il cui nome scientifico è Sinapis arvensis, è una pianta erbacea annuale a fusto eretto che può arrivare a 70-80 centimetri; questa pianta è stata coltivata sin dall’antichità per diversi utilizzi: da quelli culinari a quelli medicinali. Con i semi della senape si preparano le salse, ma se sono appena germinati possono essere consumati in insalata; anche le foglie sono commestibili ed hanno un sapore simile a quello degli spinaci.

Le foglie della senape possiedono un colore verde scuro, sono opache e con il margine dentato, hanno una forma ovale e possono arrivare ad una lunghezza di 15-20 centimetri. I fiori della senape sbocciano in estate, e più precisamente da maggio a settembre, e sono formati da quattro petali di colore giallo, e sono leggermente aromatici. I semi, che compaioni in autunno, possiedono una forma sferica e un colorazione nei toni del marrone, e acquistano il loro aroma solo quando vengono macinati e messi in acqua tiepida.

La pianta senape non ama l’ombra, e quindi va coltivata in zone esposte al sole, e va messa a dimora a primavera in modo da raccogliere i semi a fine estate, i quali possono essere seccati e conservati in contenitori ermetici, oppure utilizzati subito.

Baobab, l’albero della vita

baobab

Con il nome di Baobab, o albero della vita, si indica un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Bombacaceae comprendente otto specie originarie di Africa, Australia e, soprattutto, Madagascar dove crescono spontaneamente. Il nome scientifico del genere è Adansonia, in onore del naturalista francese Michel Adanson che descrisse per primo il baobab africano, ovvero l’Adansonia digitata. Le altre specie sono: Adansonia grandidieri, Adansonia suarezensis, Adansonia gregorii (il baobab australiano), Adansonia madagascariensis (baobab del Madagascar), Adansonia perrieri, Adansonia rubrostipa, Adansonia za.

Si tratta in ogni caso di alberi molto imponenti che possono raggiungere i 25 metri di altezza e i 7 metri di diametro a livello del tronco (mentre la chioma può estendersi anche per 50 metri); le foglie, palmate e di colore verde scuro, cadono durante l’inverno lasciando l’albero completamente spoglio ma in primavera questo rinverdisce e produce grandi fiori penduli profumati di colore bianco che si schiudono la notte. Alla fioritura segue la produzione di frutti commestibili di forma ovale. In particolare ad essere commestibile è la polpa del frutto alla quale vengono attribuite spiccate proprietà antiossidanti, depurative ed energetiche.

Il Punteruolo Rosso fa strage di palme a Roma

palma_punteruolo_rosso

Ci siamo già occupati del Punteruolo Rosso – responsabile della morte di numerosissime palme in tutto il Pianeta – ed abbiamo anche proposto delle soluzioni (poche, ahimé) in caso di malattia conclamata  o proprio per prevenire l’attacco di questo fastidiosissimo coleottero proveniente dall’Asia. Perché dunque tornare sull’argomento?

Lo spunto ci è arrivato da un interessante articolo del Corriere della Sera, che riporta la preoccupazione dello storico degli alberi Antimo Palumbo riguardo alla situazione allarmante delle palme romane, attaccate da qualche settimana dal parassita e già gravemente danneggiate (in alcuni casi irrimediabilmente).

Il giardino Zen

giardino zen

Secondo la dottrina buddista, il giardino Zen è un luogo che simboleggia gli elementi naturali e facilita la meditazione comunicando calma e serenità. Non si tratta quindi di un semplice ornamento e la sua creazione e la  “manutenzione” presuppongono una adeguata conoscenza della filosofia orientale. Ciò premesso, il più semplice e noto dei giardini zen è il karesansui, detto anche giardino giapponese in stile paesaggio secco, composto da due soli elementi: la sabbia, che simboleggia l’oceano e le pietre  che rappresentano la terra, la vegetazione e gli animali marini sacri.

Nato in Giappone molti secoli fa, il giardino zen è sempre stato associato alla spiritualità buddista, tuttavia fu solo nel VI secolo d. C. che cominciò ad evolversi e ad assumere la valenza con la quale lo conosciamo oggi, quando cioè cominciò ad avere dimensioni maggiori, in modo che fosse possibile accedere al suo interno oltre che passeggiarvi intorno durante la meditazione, e i sacerdoti Zen cominciarono ad assegnargli la funzione di guidare verso una comprensione più profonda della dottrina.

Piante medicinali: quelle meno conosciute

piante medicinali

Torniamo oggi a parlare delle piante medicinali, ricordandovi sempre che, questi “rimedi naturali” non vogliono e non sono in alcun modo da sostituire a ciò che vi prescrive il vostro medico e che quindi non dovrete mai abbandonare delle eventuali profilassi indicatevi dagli specialisti.

Di seguito troverete piccole pianticelle delle quali, forse, non tutti conoscono i benefici naturali; attenzione però, perchè, anche se con queste pianticelle si può aiutare l’organismo, se non utilizzate nella maniera corretta, potrebbero essere molto pericolose.

L’importanza delle etichette nella semina

etichette per piante

Qualunque sia il metodo impiegato, il tipo di contenitore e la stagione, è indispensabile affiancare la semina con un’etichetta sulla quale risulterà la data, il nome del genere, della specie e della varietà. In commercio si trovano etichette di diversa forma e grandezza, da legare ad un ramo o atte ad essere conficcate in terra.

Le più adatte per il giardino sono quelle ritagliate da fogli semi rigidi, in modo da risultare consistenti ma anche flessibili; i vivaisti, invece, usano etichette più leggere e strette, fessurate in modo da poter essere fissate a un ramo formando quasi un nodo scorsoio. Se si utilizzano etichette di plastica flessibile o rigida, le note potranno essere scritte a matita nel lato non lucido della plastica. Per garantire l’aderenza, la stessa cautela dovrà essere osservata se la scritta viene impressa su nastro autoadesivo.

Gladiolo, il fior di spada

gladiolo

Tra i fiori che adornano i nostri giardini, il Gladiolo è certamente uno dei meno resistenti in termini di tempo, pur regalando alla vista un eccezionale spettacolo di colori ed eleganza. Appartiene alla famiglia delle Iridacee e deve il suo nome a Plinio, che notò la somiglianza delle foglie con la classica spada corta dei Romani, il Gladius.

In natura ne esistono più di 150 specie, molte delle quali sconosciute, mentre sono ben noti gli ibridi, coltivabili sia in vaso che in piena terra e particolarmente usati come fiori recisi.

La pianta del Gladiolo è caratterizzata da lunghe foglie appuntite e da fiori dei più disparati colori, riuniti in spighe semplici o doppie. Fiorisce da maggio ad ottobre, a seconda della varietà, regalando così un tocco di colore per gran parte dell’anno.

Le erbe aromatiche di Ottobre

erbe aromatiche

Le erbe e gli aromi che utilizziamo in cucina per le nostre pietanze provengono da vere e proprie piante dall’aspetto molto  particolare,  scopriamo insieme quelle che fioriscono in questo periodo.

IL CROCO
Dal bulbo di una particolare specie di Croco (Sativus) sbocciano dei fiori lillà e profumati, dai quali si ricava lo zafferano, una delle sostanze aromatiche e coloranti più note e diffuse in gastronomia. Lo zafferano si ricava dall’essiccamento degli stimmi rosso-arancio del croco suddetto, stimmi coperti della nota polvere.

Si coltiva con facilità, come le altre bulbose a fioritura autunnale, ossia interrandole verso la fine agosto, in terra soffice e un po’ sabbiosa, ben concimata. I bulbi dei crochi da cui si estrae lo zafferano si coltivano industrialmente soprattutto in Puglia e Calabria; per avere un etto di zafferano occorrono gli stimmi di ben 20.000 fiori; attualmente, gran parte dello zafferano posto in vendita è di origine sintetica.

Come dicevo prima, lo zafferano, serve a colorare risotti, dolci o altre vivande e trova impiego nei liquori o nella preparazione di vivande da conservare sott’olio.

Annaffiare le piante in vaso: cosa c’è da sapere

annaffiare le piante in vaso

L’annaffiatura delle piante in vaso costituisce la maggiore preoccupazione di chi possiede dei fiori, perché l’irregolare distribuzione d’acqua può causare il deperimento e, talvolta, addirittura la morte della pianta. La frequenza delle annaffiature è determinata da diversi fattori, come, ad esempio, l’ampiezza del vaso, la porosità del recipiente, lo sviluppo delle radici, l’abbondanza del fogliame e la temperatura.

Eccezione fatta per i casi particolari, la norma generale suggerisce di annaffiare quando, grattando il terriccio superficiale, appare asciutto anche lo strato sottostante. Un grave rischio per le piante è costituito dai ristagni di acqua originati dall’ostruzione del foro di scolo, oppure dalla permanenza di acqua nel portavaso.

Le rose, malattie e avversità

rose malattie

Le maggiori difficoltà nella coltivazione delle rose sono rappresentate dai numerosi attacchi da parte di funghi e parassiti ai quali questo fiore è particolarmente esposto. Le rose quindi necessitano più di altre piante fiorite di interventi preventivi utili ad evitare “incidenti” che rischiano di vanificare mesi di lavoro in giardino.

Quanto alle malattie fungine, a parte la muffa grigia, della quale vi abbiamo già parlato, la rosa può essere attaccata dalla cosiddetta muffa nera causata dall’attacco del fungo Diplocarpon rosae. La malattia si manifesta dapprima con macchie scure grandi fino a 3 cm sulle foglie che progressivamente ingialliscono e cadono. In questi casi bisogna eliminare tutte le parti malate della pianta ed intervenire con prodotti chimici specifici. A scopo preventivo è bene evitare che si creino ristagni d’acqua al momento della bagnatura perchè i marciumi che possono derivarne espongono inevitabilmente qualunque tipo di pianta all’insorgenza di malattie fungine.