Piante invernali: la Maonia

Mahonia aquifolium

Siete alla ricerca di una pianta capace di ricreare lo spirito natalizio per tutto l’anno nel vostro giardino? E allora la soluzione ideale potrebbe essere rappresentata dalla Maonia, una pianta che ricorda per certi versi l’agrifoglio e che vi sorprenderà con la sua magica fioritura gialla.

Il nome botanico è Mahonia aquifolium, proviene dall’America settentrionale ed appartiene alla famiglia delle Berberidacee. In natura è possibile trovarla allo stato spontaneo in bellissimi esemplari, ma la relativa semplicità di coltivazione la rende particolarmente adatta ad ornare giardini domestici.

Bastano davvero poche attenzioni per godere della sua bellezza, fatta di foglie lucide dal colore verde scuro, con spine corte come quelle dell’agrifoglio, e di fiori gialli profumati, riuniti in pannocchie, che in primavera lasciano il posto alle caratteristiche bacche scure.

Elleboro, ovvero la Rosa di Natale

Rosa di natale

L’elleboro è un fiore invernale appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee, comunemente chiamato Rosa di Natale; esistono diverse specie di elleboro a seconda delle caratteristiche dei fiori e le delle foglie. La varietà più conosciuta è l’Helleborus niger, un’erbacea perenne dai fiori con cinque petali bianco-rosati; le foglie sono grandi, resistenti e di colore verde scuro.

Il nome di questa pianta deriva dal greco Helleborus, una parola che fa riferimento alla sostanza altamente velenosa che possiede; le parti più tossiche sono le radici e il rizoma, quindi è meglio lavarsi le mani dopo averla toccata. L’elleboro è una pianta da sempre al centro di leggende, soprattutto per il suo uso nella farmacologia popolare, anche se in tempi recenti non viene più usata  per le sue caratteristiche tossiche.

Abete rosso, ovvero l’albero di Natale

picea abies

Sono ancora in molti a preferire all’albero di natale sintetico il vero abete. Personalmente non ho mai voluto tentare l’impresa per paura di non riuscire a farlo sopravvivere fin dopo le festività e privarlo così della possibilità di avere una vita “oltre il mio soggiorno”. Ciononostante, non mi manca qualche consiglio in proposito per i più coraggiosi; ma prima vediamo di saperne di più sull’albero di natale per eccellenza, ovvero l’abete rosso.

L’abete rosso (Picea abies) è un albero di considerevoli dimensioni; può infatti raggiungere e superare  i 40 metri di altezza. La chioma è di forma piramidale e i rami crescono orizzontalmente assumendo alla base un portamento cascante che li porta fin quasi a toccare terra. E’ caratterizzato da un fusto colonnare unico, mentre eventuali biforcazioni sono presenti solo laddove l’albero abbia perso la cima per un evento traumatico.

Le foglie sono aghiformi, sempreverdi e disposte a spirale su rametti; i frutti, ovvero le pigne, dette anche coni, di lunghezza compresa fra 10 e 15 cm, si formano sulla parte superiore della cima  e quando sono mature le loro squame si schiudono causando la fuoriuscita del seme che si disperde ad opera del vento.

Piante invernali: Sarcococca

sarcococca

Se non sapete quale pianta scegliere per arredare al meglio il vostro giardino nel periodo invernale, vi consiglio di fare una visita al vivaio di fiducia, per chiedere che vi venga mostrata una Sarcococca. Sono certa che questa pianta catalizzerà la vostra attenzione, al punto che non potrete fare a meno di portarla a casa per dedicarle le giuste cure.

Come facciamo solitamente con le piante che passano per PolliceGreen, partiamo dalla carta d’identità della Sarcococca, ricordando che appartiene alla famiglia delle Buxacee e che è originaria delle foreste dell’Asia sudorientale.

E’ una pianta che si trova per lo più allo stato spontaneo, pur resistendo perfettamente alla coltivazione domestica, purché siano rispettate delle precise regole legate alla collocazione (in piena ombra o comunque al riparo dai raggi diretti del sole), all’innaffiatura (regolare, evitando  che il terreno si secchi completamente) ed alla concimazione (a fine inverno, utilizzando preferibilmente fertilizzante organico).

Ciliegio d’inverno, per un’amicizia duratura!

ciliegio d'inverno

Nel Sudamerica attribuiscono al ciliegio di inverno, appartenente al genere solarium, ec­cezionali qualità terapeutiche, soprattutto di carattere sedativo, e questo spiega ampia­mente la ragione che ha determinato la scel­ta del nome scientifico di queste piante. In­fatti, Solanum deriva dalla parola sudameri­cana solanem ossia consolazione, a indicare i notevoli vantaggi che si possono ottenere affidandosi ai medicamenti ricavati dalle boc­che di queste graziose piante. Nel linguag­gio floreale, il ciliegio d’inverno rappresenta l’«amicizia duratura», forse a causa della notevole durata dei suoi frutti, che persisto­no sui rami per mesi, dall’autunno sino alla fine inverno.

II ciliegio d’inverno, si utilizza soprattutto come pianta da appartamento, ma nelle re­gioni a clima mite può essere impiegato an­che nella decorazione di cortili e verande e, al limite, anche in piena terra, purché in posiziona riparata e non troppo esposta al sole.

Nelle zone a clima rigido, dopo aver passa­to la cattiva stagione in casa, il ciliegio d’in­verno può essere posto senza alcun timore all’aperto sempre in luogo tiepido e in mez­z’ombra.

Malattie delle piante: la clorosi ferrica

clorosi

La clorosi ferrica è una malattia delle piante causata non da un agente esterno ma da alcune insufficienze nutrizionali della pianta; questa malattia si presenta soprattutto quando non il ferro non viene assimilato, o lo è in maniera insufficiente per garantire la fotosintesi clorofilliana. Questo difetto può dipendere da un eccesso di calcare nel terreno o dalla mancanza di alcuni minerali come il ferro, lo zinco e il potassio.

Il sintomo più visibile della clorosi è l’ingiallimento delle foglie, che è l’anticipazione del deperimento della pianta, che non riuscirà più a produrre frutti e a fiorire. La cosa migliore da fare in questo caso è intervenire subito, fornendo del ferro chelato alla pianta in modo da farle assorbire l’elemento.

Piante d’inverno, la Pernettya

pernettya

La Pernettya (nome comune Pernezia) è una pianta perenne arbustiva della Famiglia delle Ericaceae; si presenta con un delizioso piccolo cespuglio compatto che, seppure a fioritura estiva (Giugno), è ideale per rallegrare il giardino in pieno inverno grazie alle sue bacche bianche o rosse che fanno la propria comparsa verso la fine dell’autunno. Le piante acquistate in vaso possono essere poste anche in piena terra purchè questa operazione venga fatta prima del sopraggiungere dell’inverno o al termine di questo nel mese di Marzo.

La specie maggiormente diffusa e coltivata è la Pernettya macrocarpa che può raggiungere altezze comprese fra uno e due metri; molto diffuse anche le varietà nane che non vanno oltre i trenta cm. La pernezia cresce come un cespuglio molto fitto dotato di rami eretti e foglie ovali o lanceolate appuntite all’estremità, lucide e di colore verde intenso. I fiori sono piccoli e campanulati, di colore bianco; per quanto siano molto belli questi non rappresentano però l’elemento decorativo di maggior rilievo di questa pianta, che è dato  piuttosto dalle bacche che si mantengono per tutto l’inverno.

Piante grasse: lo Stenocactus

stenocactus

Pronti per un nuovo capitolo dedicato alla piante grasse? Stavolta ad attirare la nostra attenzione è lo Stenocactus, pianta dalla straordinaria bellezza che, grazie alle sue particolarità, si guadagna un posto di primo piano tra le amiche da tenere in casa in questo periodo dell’anno.

Si tratta di una succulenta appartenente alla famiglia delle Cactacee ed originaria dell’America Centrale (in particolare del Messico), dove vive generalmente allo stato spontaneo su deserti aridi e rocciosi.

In natura ne esistono una decina di specie, ma c’è una vasta letteratura sul tema, poiché lo Stenocactus è molto simile ad altre piante grasse, il che dà origine a parecchie discussioni riguardo alla classificazione. Ma andiamo a conoscere più da vicino questa caratteristica pianta, in modo che possiate apprezzarne la bellezza e magari sceglierla nella vostra prossima visita al vivaio di fiducia.

Calceolaria, dove utilizzarla, malattie e parassiti e le specie più belle

calceolaria

È tale la grazia di questa pianta da renderla adatta ad essere impiegata ovunque, in giar­dino come sul balcone, ma purtroppo a que­sta possibilità si contrappongono le limita­zioni imposte dalle avversità climatiche che, in molte regioni, consentono di utilizzare le calceolarie soltanto come specie da apparta­mento. Altrove, invece, è possibile piantare le calceolarie anche in piena terra o in cas­sette all’aperto, per formare bordure o per arricchire il rock-garden.

Le calceolarie possono essere attaccate con una certa facilità da cocciniglie e pidocchi, e il loro fogliame può essere deturpato dal «mal bianco». Al primo accenno della pre­senza di parassiti, è necessario intervenire subito con olio anticoccidico contro le coc­ciniglie e insetticida al piretro  contro i pidocchi o afidi. Per la lotta contro il «mal bianco» (una patina bianca o fari­nosa) si consigliano irrorazioni di acqua e zolfo ramato (4 g ogni litro d’acqua) da ri­petere ogni settimana sino alla completa scomparsa dell’infezione.

Fra le calceolarie arbustive,  le più note per il loro valore decorativo sono queste:

Nocciolo invernale, caratteristiche e coltivazione

nocciolo invernale

Il nocciolo invernale, il cui nome botanico è Corylopsis pauciflora è un arbusto originario dei paesi orientali, e in particolare di Cina e Corea; è un piccolo albero alto circa due metri, che alla fine dell’inverno produce dei fiori gialli, riuniti in rami pendenti. La corteccia del nocciolo invernale è marrone, ma diventa rossa nei rami appena cresciuti; le foglie sono simili a quelle del nocciolo tradizionale, e cioè tonde e con venature profonde, di colore verde.

Il nocciolo invernale ama essere esposto in pieno sole, anche se sopporta l’ombra parziale; l’importante è che sia al riparo dal vento e al gelo. Non ha particolari esigenze per quanto riguarda il terreno, a patto che sia ben drenato, ricco di humus e con Ph leggermente acido.

Fiori da piantare a Dicembre, Hydrangea Quercifolia

Hydrangea Quercifolia

Dicembre è il mese ideale per piantare l’Hydrangea quercifolia ovvero l’ortensia a foglie di quercia. Si tratta di un grande arbusto rustico caducifoglio appartenente al genere Hydrangea (sotto il quale vanno tutte le piante indicate con il nome di ortensia) che può raggiungere i tre metri di altezza; deve il proprio nome alle ampie foglie lobate di colore verde scuro che in autunno si tingono di rosso. Fiorisce da Maggio a Giugno a seconda della varietà e dell’esposizione e, rispetto alla Hydrangea macrophylla, ha minori esigenze colturali: si adatta anche alle posizioni soleggiate e in qualunque tipo di terreno, ha necessità idriche meno importanti e non bisogna potarla quanto piuttosto limitarsi ad eliminare i fiori appassiti.

Sotto il nome di Hydrangea quercifolia sono comprese diverse varietà distinguibili in base a dimensioni ed epoca di fioritura. Tutte producono fiori raccolti in pannocchie. Vediamole:

Hydrangea Alice

Può raggiungere i tre metri di altezza; da fine Giugno ad Agosto produce fiori rosa o cremisi.

Hydrangea Quercifolia

Può raggiungere uno-due metri di altezza; da Luglio a Settembre produce fiori bianchi.

Alberi monumentali: il Castagno dei Cento Cavalli

castagno dei cento cavalli

Comincia oggi il nostro viaggio alla scoperta degli alberi monumentali più belli d’Italia, nella speranza che l’argomento stuzzichi la curiosità del lettore e lo porti ad ammirare da vicino gli esemplari descritti.

Prima di tutto occorre sfatare il luogo comune che vuole l’albero monumentale di eccezionali dimensioni, visto che ci sono anche altre caratteristiche che possono conferire alla pianta tale “titolo”, come ad esempio la longevità, la rarità o la rilevanza storica.

In Italia sono presenti circa 22mila alberi che rispondono ad almeno una di queste caratteristiche, 2mila dei quali di grande interesse, fino a scendere ai 150 esemplari con valore storico e monumentale. Il più famoso è senza dubbio il Castagno dei Cento Cavalli, attrazione principale del Parco del’Etna, nel Comune di Sant’Alfio.

Calceolaria

calceolaria

II caso di queste piante è abbastanza singo­lare, in quanto il loro nome scientifico vanta due probabili derivazioni: dal latino cal-ceolus, ossia pantofola, a indicare la curiosa forma delle corolle che sono fatte a foggia di una borsettina più che di una pantofola vera e propria, e anche dal nome del bota­nico italiano Calzolaris, un frate vissuto nel XVI secolo.

In Europa le calceolarie si coltivano dal 1774, almeno per quanto riguarda alcune specie, mentre altre vennero introdotte nel nostro continente assai più tardi.

Data la varietà delle specie che costituisco­no il genere Calceolaria (erbacee, annuali o perenni, o arbusti) le cure subiscono note­voli varianti secondo il «gruppo» cui la coltura stessa si riferisce.

Le calceolarie arbustive, che possono vivere all’aperto anche in inverno soltanto nel Sud e nel Centro della Penisola, hanno bisogno di frequenti annaffiature nella stagione esti­va (ogni due giorni nella misura di almeno tre litri d’acqua per arbusto) e di generose concimazioni autunnali con fertilizzante or­ganico in polvere.

Echinacea contro i malanni di stagione

echinacea

L’echinacea è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae, originaria del Nord America. L’echinacea si adatta molto bene a diverse condizioni ambientali, anche se privilegiano le grandi zone soleggiate e i terreni drenati e sabbiosi.

Il nome di questa pianta deriva dal greco echinos, ovvero riccio, sia per la struttura dei semi, che per brattee pungenti. È una pianta con riposo autunnale, che appare in primavera fino all’autunno, fiorendo tra giugno e agosto. L’echinacea è conosciuta soprattutto per l’uso che ne viene fatto in fitoterapia; l’utilizzo di questa pianta a scopo curativo ha radici molto lontane, che risalgono addirittura agli Indiani d’America.

L’echinacea ha dimostrato, in varie ricerche, di avere un effetto stimolante sul sistema immunitario e la capacità di ridurre i sintomi e la durata del raffreddore e dell’influenza; sembra che non abbia effetti collaterali importanti, anche se in persone predisposte può sviluppare reazioni allergiche, e se assunta in dosi massicce, può avere effetti tossici sul sistema riproduttivi, e quindi è meglio non assumerla in gravidanza e durante l’allattamento.