Proteggere i vigneti: non solo il meteo, occhio ai volatili

È il momento dell’anno più atteso e temuto dai viticoltori: stiamo parlando della vendemmia. Un periodo che da un lato è considerato un momento di festa perché finalmente, dopo aver lavorato duramente per lunghi mesi, si vanno a raccogliere i frutti di fatica e impegno. Dall’altra però le preoccupazioni non mancano perché basta pochissimo per compromettere il raccolto: un errore, un evento atmosferico o anche l’azione di parassiti e altri animali, come gli uccelli.

vigneti
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Pertanto, per una vendemmia di successo da cui ottenere un vino di alta qualità, è importante proteggere i vigneti da una serie di minacce che potrebbero presentarsi e compromettere senza possibilità di soluzione la produzione. Già quest’anno gli agricoltori hanno dovuto fronteggiare non pochi imprevisti, come le frequenti e intense grandinate che si sono abbattute su svariati territori della Penisola nelle scorse settimane. Fenomeni che purtroppo stanno diventando sempre più imprevedibili, ma di fronte ai quali è possibile tutelarsi e non farsi trovare sempre impreparati se a disposizione si hanno gli strumenti giusti.

Vendemmia, un periodo molto esteso

Innanzitutto bisogna considerare che la vendemmia, per una serie di ragioni che adesso vedremo, non è circoscritta a un unico e breve periodo. Di solito è associata al mese di settembre, ma in realtà si estende da agosto a novembre. Anzi le continue variazioni di clima stanno portando ad anticipare sempre più, man mano che gli anni passano, questo processo. Per capire qual è il momento giusto per raccogliere le uve e destinarle alla vinificazione bisogna guardare al grado di maturazione dell’acino, confrontando il contenuto di zuccheri, l’acidità, il pH e i fenoli. Per analizzarlo si prelevano campioni d’uva da diversi vigneti e si portano in laboratorio: se la percentuale di zuccheri nella bacca rimane invariata rispetto al precedente studio, allora significa che si può procedere con la vendemmia.

Determinante anche la varietà dei vitigni: ciascuno ha precise caratteristiche, che possono anticipare o posticipare il momento della raccolta. Anche il tipo di vino che si intende ottenere alla fine può influire: lasciando maturare le uve più a lungo, per esempio, aumenta la componente fenolica che contribuisce a rendere il vino più strutturato e ricco di tannini.

Che vendemmia 2023 sarà?

Rispetto all’annata 2022, un primo problema è già stato scongiurato, ovvero quello dello stress idrico: complici le piogge primaverili, le piante hanno ricevuto acqua a sufficienza per resistere alle temperature elevate. Con precipitazioni e forte umidità, però, c’è un rischio importante da non sottovalutare: lo sviluppo della peronospora, anche nota come “fungo dell’acqua” che genera una muffetta biancastra sulle parti infette della pianta ma che può, in caso di forti attacchi, compromettere anche il grappolo, facendolo marcire. I produttori dovranno guardarsi bene anche dalla grandine, cercando di non farsi sorprendere perché quest’anno i fenomeni sono stati importanti e intensi, e potrebbero ripresentarsi da un momento all’altro, anche senza particolari segnali di preavviso. Insomma bisogna sperare, ma anche dotarsi di tutte le accortezze per fronteggiare le eventuali avversità, non solo tenendo controllato il meteo.

Strategie per proteggere le viti

Oltre a monitorare le condizioni meteo con avanzate tecnologie, di cui ormai i viticoltori dispongono, è fondamentale potare e gestire il vigneto eliminando le erbacce, pulendo il terreno e riducendo la competizione tra le piante. La potatura è essenziale per garantire una distribuzione equilibrata dei grappoli e una migliore esposizione al sole e all’aria: così si ridurranno anche le malattie fungine. Ma quest’ultime non rappresentano l’unico rischio, insieme al clima, per la vite: varie specie di animali possono attaccare il raccolto, tra cui gli ungulati e i volatili. Ecco perché i produttori scelgono di installare reti antiuccelli per vigneti, per tenerli lontani dai dolci acini da cui sono irrimediabilmente attratti e che non vedono l’ora di assaporare, soprattutto adesso che stanno diventando maturi e pronti a essere vendemmiati.

Con le reti antivolatili i vigneti resteranno protetti grazie alle maglie più strette che vanno a impedirne l’accesso, ma al contempo lasciano filtrare la luce necessaria a far crescere i grappoli e a lasciarli sviluppare fino al momento della raccolta. La qualità dell’uva viene così preservata e conseguentemente del vino che in un secondo momento verrà prodotto. Di solito le reti sono in polietilene, materiale atossico e riciclabile, amico dell’ambiente, e se scelte delle dimensioni corrette oltre che installate in maniera adeguata non rischiano di intrappolare i volatili, soprattutto se la rete sarà di colore bianco e quindi facile da avvistare. Essendo molto resistenti, possono durare anche fino a 5-10 anni. Tornando ai colori invece, per ottenere un risultato meno impattante i più scelti sono anche: il verde, in tinta con le piante e quindi in grado di fondersi con lo scenario, e il nero, tonalità neutra che attira poco l’attenzione e quindi non va a stonare all’interno del paesaggio.

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