Fiori di Bach, Larch

Nella terapia con i fiori di Bach, Larch (Larice) è indicato per coloro che non hanno alcuna fiducia nelle proprie capacità. Si tratta di persone talmente timorose di non riuscire in alcun impresa che non tentano neppure di intraprenderla. Svalutano costantemente se stessi, riconoscendo al prossimo, di cui temono il giudizio, doti che ritengono di non possedere.

Fiori di Bach, Elm

Nella terapia con i fiori di Bach, Elm (Olmo inglese) è adatto per le persone forti, attive molto impegnate, che non si tirano mai indietro davanti agli impegni e si assumono molte responsabilità spesso caricandosi anche dei problemi altrui. Proprio per questo motivo attraversano momenti di crisi che li vedono crollare sia fisicamente che emotivamente. Sono scoraggiati e pensano di non potercela fare.

Alberi monumentali: la Quercia delle streghe

Proprio qualche giorno fa vi abbiamo parlato degli Alberi Monumentali, degli alberi di grande interessa natualistico e storico, protetti dal Corpo Forestale dello Stato. Tra i vari Alberi Monumentali presenti in Italia, oggi vi parleremo della Quercia delle streghe, o Farnia delle streghe, un albero monumentale che si trova nel parco di Villa Carrara vicino a Capannori, in provincia di Lucca.

Gli Alberi Monumentali

Già qualche tempo fa, qui sulle pagine di PolliceGreen vi abbiamo parlato degli alberi monumentali, ossia alberi di grande pregio naturalistico e storico; in Italia ci sono diversi alberi monumentali e sono protetti dal Corpo Forestale dello Stato.

Fiori di Bach, Beech

Nella terapia con i fiori di Bach, il rimedio Beech (Faggio) è indicato per le persone eccessivamente critiche, intolleranti, piene di pregiudizi. Sono individui inflessibili e autoritari che pretendono moltissimo dagli altri e si infastidiscono per ogni sciocchezza. Sono molto inclini alla collera e, di conseguenza, litigiosi. Vedono solo il lato negativo delle persone e delle cose e per questo motivo sono perennemente insoddisfatti.

Alberi monumentali: l’Ippocastano

L’Aesculus, meglio conosciuto come Ippocastano, è un albero imponente molto diffuso alle nostre latitudini. Appartiene alla famiglia delle Hippocastanacee ed è originario del continente asiatico, sebbene la sua coltivazione si sia ormai allargata a tutte le zone temperate del Pianeta. E’ una pianta costituita da un fusto che può raggiungere i 40 metri di altezza e da una chioma molto ampia.

Le foglie sono cuneiformi, a margine dentato, di colore verde brillante ed attraversate da nervature piuttosto evidenti. I fiori sono riuniti in pannocchie di colore bianco e fanno la propria comparsa in maggio-giugno, lasciando poi il posto ai frutti, costituiti da ricci meno pungenti rispetto a quelli del castagno, di colore verde e contenenti delle castagne non commestibili. L’Ippocastano si coltiva come albero singolo nei giardini privati o per decorare parchi e viali pubblici, dove crea immense zone d’ombra.

Alberi monumentali: la Sequoia gigante

sequoia gigante

Dopo una scorpacciata di articoli sulle piante da giardino o da appartamento che fanno bella mostra di sé in questo periodo dell’anno, torniamo ad occuparci di alberi monumentali, andando a conoscere più da vicino la Sequoia giagante (Sequoiadendron giganteum), originaria della Sierra Nevada in California ed appartenente alla famiglia delle Taxodiacee.

Si tratta di una pianta dall’aspetto imponente, che può raggiungere e superare i 100 metri di altezza, collocandosi quindi tra gli esemplari più maestosi in natura. Presenta un fusto eretto, con diametro fino a 10 metri, e corteccia bruno-rossastra spugnosa e con ampie fessure.

I rami crescono in linea orizzontale o rivolti verso il basso, dando alla pianta un aspetto conico (a volte cilindrico). Le foglie sono aghiformi, dal colore grigio-verde e lunghe dagli 8 ai 10 centimetri. In estate la Sequoia gigante produce dei frutti simili a pigne dal colore rosso bruno, che a maturità lasciano cadere numerosi semi.

Alberi monumentali: il Faggio, le specie più belle e le malattie che lo colpiscono

faggio

Ecco le malattie che più di frequente colpi­scono i faggi:

  • mal del colletto: colpisce le piantine giovani e si manifesta nei mesi estivi con una diffusa clorosi (mancanza di ferro) delle foglie, alla quale fa seguito il completo disseccamento della pianta. Si combatte estir­pando e distruggendo gli esemplari colpiti;
  • marciume radicale: si manifesta general­mente in esemplari coltivati in terreni umidi e compatti. La malattia attacca le radici, che si ricoprono di uno strato più o meno spesso di muffa, con conseguente ingiallimento del­la chioma, caduta prematura delle foglie, disseccamento dei rami. Occorre intervenire ai primi sintomi distruggendo le piante colpite se sono ancora in giovane età, e spargendo sul terreno solfato di ferro, nella dose di mezzo kg per metro quadro. Se invece l’albero è ormai molto sviluppato si  può cercare di guarirlo somministrando ogni settimana un secchio d’acqua in cui siano stati sciolti 10 g di sol­fato di ferro ogni litro;

Alberi monumentali: il Faggio

faggio

II nome scientifico Fagus ha un’origine molto incerta; alcuni botanici ritengono che il no­me derivi dal greco phagò, ossia , con il significato di «albero di cui si può mangiare il frutto». Altri studiosi, invece, affermano che il vocabolo fagus provenga dal greco phag ossia dispensare, il che da­rebbe alle piante di cui ci stiamo occupando il significato di «albero dispensatore di ci­bo».

È opportuno ricordare che i frutti dei faggi, detti «faggiole», costituiscono un prezioso alimento per il bestiame e, in qualche re­gione, essi vengono utilizzati anche a scopo commestibile previo opportuno trattamento che ha per base la tostatura.

Data la mole, questi stupendi esemplari arborei non possono essere impiegati che nei giardini piuttosto vasti, in spazi aperti, battuti dal sole o, comunque, ricchi di aria e di luce. Particolarmente interessante l’im­piego e l’accorta disposizione dei faggi a fogliame colorato che soprattutto in autunno assumono sfumature di eccezionale bellezza.

Alberi monumentali: il Cipresso, eleganza e aristocrazia

Cipressi

II suo nome deriva dal greco kyparissos da cui ebbe origine il nome dell’isola di Cipro dove, probabilmente, nascevano spontanei molti cipressi.

Queste belle piante sono molto antiche e vivono a lungo, tanto che si parla di cipressi che raggiunsero la veneranda età di ben tre­mila anni, ma non mancano affermazioni sull’esistenza di esemplari vecchi di ben sei­mila anni, il che farebbe localizzare la loro nascita addirittura nella preistoria.

Nei grandi giardini, purché dislocati in cli­ma non troppo freddo e nel paesaggio adat­to, i cipressi portano una nota di grande eleganza e di aristocratica suggestione.

Disposti in filari o in gruppi, possibilmente contro lo sfondo argenteo degli ulivi, i cipressi si alzano snelli e maestosi insieme e durante l’epoca della fruttificazione pro­fumano intensamente l’aria di un aroma fre­sco e resinoso, assolutamente inconfondibile.

Araucaria: Pino del Cile o Albero della Scimmia

araucana

II nome scientifico di queste particolari piante rivela una storia abbastanza strana, che si riferisce al viaggio compiuto dal naturalista A. Menzies, nel 1792, in Cile. Durante questa spedizione, a Menzies, vennero offerti al naturalista e alla sua equipe, dei semi come frutta secca ed il loro sapore parve tanto insolito al botanico da indurlo a voler conoscere la pianta che produceva gli insoliti frutti. Fu così che Menzies, conquistato dall’esotica forma dell’albero, decise di portarne qualche seme in Europa, ed esattamente a Kew, nei floridi giardini reali inglesi dove nacque la prima araucaria del nostro continente. Il nome del­la nuova pianta fu scelto in ricordo della pro­vincia cilena Arauco, dove Menzies aveva fatto la conoscenza della bella conifera.

Le araucarie si prestano a decorare: spazi esigui, come i piccoli giardini, dato che la crescita di queste piante è piuttosto lenta e prima che gli esemplari assumano proporzioni rispet­tabili debbono passare molti anni dall’e­poca della piantagione. Di conseguenza, vo­lendo piantare una araucaria in uno spazio molto ampio, è consigliabile scegliere esem­plari già ben sviluppati.

Alberi monumentali: il Castagno dei Cento Cavalli

castagno dei cento cavalli

Comincia oggi il nostro viaggio alla scoperta degli alberi monumentali più belli d’Italia, nella speranza che l’argomento stuzzichi la curiosità del lettore e lo porti ad ammirare da vicino gli esemplari descritti.

Prima di tutto occorre sfatare il luogo comune che vuole l’albero monumentale di eccezionali dimensioni, visto che ci sono anche altre caratteristiche che possono conferire alla pianta tale “titolo”, come ad esempio la longevità, la rarità o la rilevanza storica.

In Italia sono presenti circa 22mila alberi che rispondono ad almeno una di queste caratteristiche, 2mila dei quali di grande interesse, fino a scendere ai 150 esemplari con valore storico e monumentale. Il più famoso è senza dubbio il Castagno dei Cento Cavalli, attrazione principale del Parco del’Etna, nel Comune di Sant’Alfio.