fiori recisi conservazione dopo san valentino

Fiori, come far durare a lungo quelli ricevuti a San Valentino

fiori recisi conservazione dopo san valentinoSe siete delle donne e potete contare su un compagno od innamorato dolce ed attento, sicuramente accanto al vostro letto al momento sarà posto un bel mazzo di fiori recisi regalatovi per San Valentino. Con altrettanta probabilità però, è da ieri che vi interrogate sul metodo migliore per conservarne oltre che il ricordo, anche il bouquet od il singolo fiore. Scopriamo insieme come fare.

potatura

Lavori di febbraio: potare e mettere a dimora nel frutteto

potaturaIl mese è ormai inoltrato e sebbene le temperature talvolta troppo basse possano portare a procrastinare alcune azioni, tra i lavori di febbraio da mettere in atto senza indugiare troppo, vi sono quelli riguardanti il frutteto. E più nello specifico la potatura e la messa a dimora delle nuove piante chiamate ad attecchire adeguatamente ed a svilupparsi con l’arrivo della primavera. Operazioni necessarie per raccogliere adeguati frutti con la bella stagione.

piante che parlano

Le piante parlano tra loro? Sembrerebbe di si

piante che parlanoAttenzione nell’approcciarvi alle piante da oggi in poi: si è scoperto che parlano tra loro. Quella che può sembrare un’assurdità è in realtà il risultato di uno studio condotto dagli scienziati inglesi dell’Università di Exeter, i quali sono riusciti recentemente a dimostrare in modo scientifico e senza dubbi l’esistenza del dialogo tra le piante.

classificazione

Fiori: mai più nomi in latino per loro

classificazioneLa notizia che stiamo per riportarvi stuzzicherà sicuramente la fantasia dei più curiosi ed appassionati di botanica.  Sebbene la notizia sia passata decisamente sotto tono, il ritrovamento di alcune specie sconosciute riporta di attualità il problema: il Congresso Internazionale di Botanica riunitosi questa estate a Melbourne, in Australia, ha approvato a larga maggioranza l’abolizione del latino come lingua comune nella denominazione e classificazione delle piante. 

La betulla bianca

Del genere Betulla fanno parte circa 40 specie di piante appartenenti alla famiglia delle Betulaceae, originarie dell’Europa e della Turchia; il nome di queste piante deriva dal celtico “betu” che significa “albero”. La specie più diffusa è la Betula pendula, comunemente nota con i nomi di Betulla bianca o Betulla d’argento.

Arabide, pianta tappezzante

L’Arabis o Arabide è una pianta tappezzante perenne appartenente alla famiglia delle Crucifere ed originaria dell’Asia e del continente europeo, sebbene la sua coltivazione sia ormai diffusa in tutte le zone temperate del Globo. Si tratta di una pianta con fusti che non superano i venti centimetri di altezza e foglie ovali, di colore verde scuro, ricoperte di peluria. I fiori sono piccoli, profumati, di colore bianco e fanno la propria comparsa nel corso della stagione primaverile, per poi decorare la pianta per tutta l’estate.

Echium Candidans: l’orgoglio di Madeira

Esiste un luogo, una isoletta, dove i fiori rappresentano non solo la prima fonte di sostentamento della popolazione, ma l’essenza stessa dell’esistenza. Questo luogo è Madeira, importante centro culturale portoghese, immerso nella bellezza dell’oceano atlantico. E caratterizzato da un clima che consente una fioritura pressochè perenne della propria flora. Il loro vanto? L’Echium Candidans.

Irrigazione: qualche curiosità su questa pratica

Irrigazioni: una parola che davvero apre un vero mondo di fantasie nella mente di chi la ascolta. Questo perché quasi sempre porta a pensare a vasti spazi verdi o orti pieni di verdeggianti ortaggi. Il tutto viene visto su scala davvero ampia. La realtà dei fatti può essere ben diversa. Specialmente se si ha voglia di prendersi cura in maniera ottimale del proprio giardino spendendoci un pizzico di più tra soldi ed impegno. Inutile sottolineare che i risultati non mancheranno, ovviamente.

Vediamo di fare un piccolo excursus di questa pratica e di presentarne le sue varianti più diffusi, fermo restando di arrogarci il diritto di affrontarle man mano nello specifico con maggiore attenzione.

Piante acquatiche, i fior di loto

fior di loto

Con il nome di fior di loto si indicano due specie di piante acquatiche appartenenti al genere Nelumbo, della famiglia delle Nelumbonaceae, originarie di Asia, America e Australia. Più precisamente, si tratta delle specie Nelumbo lutea e Nelumbo nucifera che, come le ninfee, sono impiegate per dare un tocco di magia a stagni o piccoli invasi di acqua in giardini e boschetti.

La nelumbo nucifera, meglio nota con il nome di fiore di loto asiatico, è caratterizzata da grandi foglie (possono raggiungere fino a 60 cm di diametro) dall’aspetto ceroso, fiori rosa profumati e frutti ornamentali che una volta essiccati entrano a far parte di deliziose composizioni floreali. Si tratta di un fiore sacro per buddisti e induisti i quali lo considerano, fra l’altro, simbolo di purezza per la sua caratteristica di emergere candido da terreni fangosi.

La nelumbo lutea (o loto americano) è originaria dell’america centro-meridionale, ma viene coltivata nell’america del nord dai nativi per l’uso alimentare di semi e rizomi. E’ caratterizzata da fiori profumati e di colore giallo.

Piante acquatiche, le ninfee

ninfea alba

Le ninfee sono forse le più note fra le piante acquatiche. Appartengono alla famiglia delle Nymphaeaceae e comprendono una cinquantina di specie solo una delle quali, la Nymphaea Alba, cresce spontaneamente in Italia. Sono caratterizzate da grosse foglie galleggianti e da voluminosi fiori, galleggianti anch’essi, che possono raggiungere i 10 cm di diametro.

Distinguiamo ninfee rustiche e ninfee tropicali, le prime sono molto resistenti al freddo e si adattano quindi alla coltivazione in tutto il Paese, le seconde invece sono più indicate nei climi miti. Entrambe vantano varietà molto belle ma le ninfee tropicali hanno il vantaggio di produrre fiori odorosi, in entrambi i gruppi questi hanno però vita breve e si appassiscono nel giro di pochi giorni: ma la pianta non rimane mai sfiorita perchè ne emette di continuo da giugno a settembre.

Le ninfee vanno poste a dimora ad Aprile-Maggio all’interno di contenitori molto capienti riempiti di sabbia, terriccio universale e farina di ossa i quali vengono ancorati sul fondo di un laghetto, profondo da un minimo di 40 cm a un massimo di 2 metri a seconda della specie prescelta, posto in pieno sole o in penombra. Le foglie crescono sul fondo arrotolate e si srotolano una volta raggiunta la superficie mostrando la pagina superiore di colore verde intenso e la pagina inferiore di colore rosso.

Tonificare le piante, Ottobre è il mese giusto

gruppo piante

Non tutte le piante, proprio come capita agli esseri umani, seppure coltivate allo stesso modo e sistemate nell’identica posizione, reagiscono positivamente alle cure e all’azione dei vari prodotti. Questo dipende dalla natura delle diverse specie e dalle caratteristiche di ciascun esemplare; per cui molto spesso ci si trova di fronte a risultati sconfortanti, a cui non è facile porre rimedio proprio perché non è possibile (o almeno è molto difficile) stabilire con assoluta certezza la causa di un insuccesso.

In questi casi, di solito, si tira in ballo il famoso « pollice verde », si ammette di non possederlo e così si declina ogni responsabilità. Ora, visto che ne stiamo parlando, possiamo anche dirci — chiaro e netto — che questa storia del pollice verde è una gran bella invenzione degli inglesi che, essendo molto abili nel coltivare i fiori, possono vantarsi della misteriosa virtù che consente di ottenere risultati eccezionali anche dalle specie più difficili.

Per noi italiani, che in fatto di giardinaggio andiamo maluccio e che di passione per il verde cominciamo ad averne soltanto adesso, è meglio evitare di parlar tanto di questo famoso pollice e cercare, invece, di documentarsi meglio sulle necessità delle varie specie e sul modo di coltivarle.

Una delle fasi critiche nella vita delle piante ornamentali da appartamento è proprio quella che coincide con la fine dell’estate e il momento in cui debbono essere riportate in casa, al chiuso , dove sarano costrette  a respirare aria povera di ossigeno.

Giardini in bottiglia (terza parte), preparazione del terreno e attrezzi

terra

Per evitare che le piante nelle bottiglie crescano troppo velocemente, il terreno da utilizzare non deve essere troppo fertile. Inoltre, per essere sicuri di non introdurre anche malattie ed insetti, acquistare la composta più idonea da un fornitore che venda prodotti garantiti, sigillati e sterelizzati in sacchetti di plastica.

Prima di tutto, versate nel contenitore uno strato di ghiaia fine di altezza proporzionata (al massimo 5 centimetri), per garantire un buon drenaggio. Il miglior modo è quella di versarla per mezzo di un imbuto fatto con un cartoncino, così che possiate distribuirla ordinatamente sul fondo del vaso senza che danneggi le pareti. Quindi aggiungete un sottile strato di carbonella per aiutare a mantenere il terreno in equilibrio chimico: essa assorbirà i sali minerali in eccesso e le sostanze di rifiuto della pianta che si formano in un ambiente chiuso.

Giardini in bottiglia (prima parte)

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Realizzare un minuscolo giardino dentro un contenitore di vetro non è solo una sfida e un gran divertimento, è anche un modo diverso per dare alle piante un ambiente particolare in cui possano vivere con successo.

I contenitori di vetro, trasparenti o colorati, sono molto piacevoli, hanno molte qualità, mentre sono praticamente senza svantaggi. Ovviamente dovete fare attenzione  a non metterli il un luogo dove potrebbero essere urtati in continuazione o addirittura rotti.

Questi contenitori agiscono praticamente come una vera e propria serra in miniatura: il loro principale vantaggio è che assicurano un ambiente raccolto e autoregolato alle piante che ci vivono dentro. Non solo le piante vegetano nel migliore dei modi, ma non richiedono una particolare cura o assistenza, cosa importantissima se siete come me delle persone distratte o molto impegnate. Sono anche l’ideale se siete frequentemente via, poichè non dovrete preoccuparvi che le piante inaridiscano in quanto il contenitore, una volta chiuso, manterrà a lungo la propria riserva di umidità.

Strumenti necessari per la cura delle piante

mai_grembiule_giardino_01La cura delle piante in casa richiede pochi arnesi e questo è un vantaggio; tuttavia possedere quelli giusti vi renderà il lavoro molto più facile. Smettete innanzitutto di usare una qualsiasi bottiglia per annaffiare le piante: è scomoda è poco pratica;  comprate invece un annaffiatoio. Cercatene uno con il “becco” lungo e stretto, così da poter raggiungere facilmente le piante che sono in alto o che sono nascoste in fondo al gruppo. Assicuratevi in oltre di prendere un annaffiatoio che possa contenere una quantità considerevole di acqua, se non volete passerete tutto il tempo  correndo dal rubinetto alle piante!

Per coloro i quali non possono attuare regolarmente l’annaffiatura, esistono in commercio dei contenitori autoannaffianti. Tali vasi per piante sono dotati di una riserva di acqua che si disperde lentamente nella terra così che le radici la possano costantemente assorbire quando ne hanno bisogno. In genere sono dotati di un indicatore del livello dell’acqua che segnala quanto liquido è rimasto.