Leggende natalizie, la rosa di natale

La leggenda della rosa di natale ha come protagonista la giovane figlia di un pastore la quale, si narra, accortasi dei molti viandanti che si recavano a Betlemme a rendere omaggio al bambino Gesù, fosse caduta in preda alla disperazione per non avere anche lei un dono da portare alla grotta santa.

La rosa di natale, o meglio l’elleboro, sarebbe nata dunque dalle sue calde lacrime che, cadute sulla neve, si trasformarono in magnifici fiori di colore rosa pallido, fiori che la fanciulla raccolse e portò in dono a Maria e che da allora sbocciano ogni anno in dicembre.

Piante di natale con bacche rosse, Ardisia e Nandina

Mi sembra del tutto evidente che le tendenze della moda non lasciano da parte nessun aspetto della nostra vita; me rendo tragicamente conto quando mi accorgo che persino il telegiornale ci dice di che colore dobbiamo addobbare l’albero di natale quest’anno. Per fortuna, che decidiamo di seguire o meno le mode del momento, so altrettanto bene che alcune tradizioni natalizie non tramonteranno mai e io, da appassionata di giardinaggio, credo che molte di queste siano legate alle cosiddette piante di natale: dalla poinsettia (meglio nota come stella di natale) all’elleboro, passando per vischio, agrifoglio e pungitopo.

Le piante con bacche rosse, in particolare, assumono un significato del tutto nuovo durante le feste, da un lato perchè i loro colori, rosso e verde, ricordano dei piccoli alberelli decorati, dall’altro perchè simbolo di pace e prosperità, tutte cose di cui sentiamo il più forte il bisogno quando il natale si avvicina. E’ bello quindi regalarle o sistemarne qualche esemplare in casa o in giardino al posto delle brutte decorazioni in plastica e nylon. Oggi vedremo due arbusti che in inverno si ricoprono di bacche rosse: uno, l’ardisia, dovrà trovare ricovero in casa, dietro una finestra, l’altro, la nandina potrà invece essere sistemato all’aperto (davanti a porte, portoni, in giardini, balconi e terrazze) e rappresentare il vostro augurio di buon natale ai “passanti”.

Piante di natale: agrifoglio, vischio e pungitopo

Il mese di dicembre è arrivato e con lui la voglia rallegrare case e giardini con i colori tipici del natale: rosso e verde ma anche oro, bianco e argento cui di anno in anno si aggiungono le tinte dettate dalle mode del momento (pare che a a farla da padrone in questo natale 2010 sarà il viola).  Protagonisti assoluti diventano in questo periodo festivo Pungitopo, Vischio e Agrifoglio; i loro rami recisi troneggiano infatti in ogni dove, inseriti in composizioni o in ghirlande e centrotavola. Vediamo quindi una breve descrizione di ciascuno di essi:

Piante di natale, il Pungitopo

Il pungitopo (Ruscus aculeatus) è un arbusto sempreverde molto comune nella macchia mediterranea; dai suoi cladodi, fusti modificati che hanno assunto l’aspetto di foglie pungenti, originano, in primavera, i fiori che danno luogo a propria volta, in autunno-inverno, alle caratteristiche bacche rosse che fanno del pungitopo, insieme a vischio e agrifoglio, una delle piante di natale più diffuse. I ramoscelli recisi del pungitopo vengono infatti usati per la realizzazione di decorazioni natalizie e rappresentano un dono di natale sempre gradito anche grazie al loro significato benaugurale.

Melograno, miti e leggende

Ornamentale, coloratissimo, capace di rallegrare l’ambiente in ogni stagione dell’anno, utile dal punto di vista alimentare… Parliamo del Melograno, pianta alla quale abbiamo già dedicato diversi capitoli sulle pagine di PolliceGreeen. Oggi però non vogliamo occuparci di metodi di coltivazione e di schede descrittive, ma puntare l’attenzione sulle innumerevoli leggende che circolano intorno a questa pianta sin dall’antichità.

Tra i tanti alberi da frutto, infatti, il Melograno è quello che racchiude in sé il maggior numero di significati simbolici, differenti a seconda della cultura, ma tutti con accezione positiva. Il significato che più spesso viene associato al Melograno è quello della fertilità, sia per il numero di semi in esso contenuti che per la capacità della pianta di crescere anche su terreni aridi e poco adatti alla coltivazione.

Il linguaggio dei fiori, le rose

La rosa simboleggia per eccellenza la grazia e la bellezza, per questo motivo ricevere in dono un mazzo di rose è sempre piacevole e chi sceglie di farne omaggio è certo di fare cosa estremamente gradita. Questo è verissimo, però forse non tutti sanno che nel linguaggio dei fiori la rosa assume significati differenti a seconda del suo colore; bisogna quindi fare molta attenzione alla nostra scelta se non vogliamo essere equivocati o se vogliamo mandare un messaggio molto preciso con il nostro regalo floreale.

Tutti sanno che regalare rose rosse equivale ad esprimere il proprio amore forte e appassionato ma quanti sanno che la rosa gialla esprime invece non solo gelosia ma anche sdegno, invidia, risentimento e vergogna? Del tutto diverso invece il significato della rosa gialla pallida che equivale a una tenera richiesta: regalatela a chi amate per esprimere il desiderio di essere certi che i vostri sentimenti sono ricambiati. La rosa gialla orlata di rosso esprime invece amore e tenerezza.

Novembre, i lavori nell’orto e nel giardino secondo il calendario lunare

La temperatura esterna si fa sempre più rigida e l’abitudine a restarsene al calduccio delle proprie mura domestiche diventa via via più piacevole. Ma prima di chiuderci in casa, ricordiamoci di sistemare l’orto ed il giardino, che nel mese di novembre hanno bisogno di cure particolari, come negli altri mesi dell’anno.

E allora andiamo a vedere di quali lavori necessitano le nostre piante nell’undicesimo mese dell’anno, seguendo come sempre facciamo su PolliceGreen, il calendario lunare. Cominciamo con le fasi lunari del mese di novembre:

  • Ultimo quarto il 1° novembre (Luna calante)
  • Luna Nuova il 6 novembre
  • Primo quarto il 13 novembre (Luna crescente)
  • Luna Piena il 21 novembre (Luna piena)
  • Ultimo quarto il 28 novembre (Luna calante)

Il linguaggio dei fiori, la lavanda

Con il nome di lavanda si indicano all’incirca una trentina di specie del genere Lavandula della famiglia botanica delle Laminaceae. Si tratta di piante molto rustiche, resitenti sia al gelo che al caldo torrido, caratterizzate da foglie argentee e fiori viola, rossi, bianchi o blu che crescono raccolti in spighe durante l’estate ed emanano un profumo intenso e inconfondibile. Chiunque ne abbia fatto esperienza sa infatti che è  impossibile passare accanto a una pianta di lavanda senza essere attratti dall’aroma che spande nell’aria.

Nel linguaggio dei fiori la lavanda ha un duplice significato: da un lato infatti questo fiore è segno di diffidenza, dall’altro è portatore di ricordi felici. Il primo, e più inquietante, significato si deve all’usanza, risalente all’antichità secondo la quale i fiori di lavanda messi a macerare e strofinati sulla parte lesa servivano a curare i morsi di serpente; allo stesso tempo però si riteneva che proprio tra le sue foglie si annidassero serpenti e aspidi, motivo per cui bisognava avvicinarsi ad essa con estrema cautela. Lo stesso significato sembra però ascrivibile alla frequente presenza intorno alla pianta di api e calabroni che renderebbero abbastanza difficoltoso, oltre che pericoloso, raccoglierne qualche ramoscello.

I fiori arcobaleno (gallery)

Durante le nostre visite dal fiorista ne abbiamo viste di tutti i colori, dalle rose blu ai gladioli azzurri, ma le foto che vi proponiamo di seguito superano qualunque immaginazione. In realtà non stiamo raccontando niente di nuovo, visto che le immagini dei fiori arcobaleno proposte nella gallery che segue girano da qualche anno nella grande rete, ma ci faceva piacere regalarle agli amici di PolliceGreen per dimostrare fin dove può spingersi la fantasia umana.

Vi starete chiedendo come sia possibile “tingere” ogni petalo di una rosa, di un crisantemo, di una gerbera… di colori diversi. Purtroppo non è un’operazione che si può sperimentare in casa, visto che si tratta di un lungo lavoro sperimentato da esperti di botanica. Per ottenere tale effetto, occorre iniettare colori naturali in punti diversi dello stelo, in modo che producano l’effetto arcobaleno che potete ammirare nelle immagini. Godetevi la gallery!

Come riutilizzare il terriccio delle piante annuali

A fine stagione, quando le piante annuali hanno finito il loro ciclo, non bisogna lasciare sul balcone o sul davanzale i vasi con il terriccio ormai vecchio e i resti secchi delle piante; la prima cosa da fare è eliminare tutta la vegetazione tagliandola alla base, per poi svuotare il vaso dalle zolle, rovesciandole su un telo di plastica, e poi pulire l’interno del contenitore da tutti i detriti.

Non è necessario, però, buttare il terreno che riempiva il vaso, soprattutto se la pianta non era affetta né da malattie né erano presenti dei parassiti; vediamo, quindi, come riutilizzare il terriccio delle piante annuali.

Rose recise: come farle durare più a lungo

Un mazzo di rose è un regalo sempre attuale e generalmente molto gradito, a patto di prestare alcune attenzioni, da parte di chi lo dona, nella scelta dei fiori, e nella conservazione del bouquet, da parte di chi lo riceve.

Al momento dell’acquisto dei fiori, chiedete sempre rose in bocciolo perché, anche se vi sembrano meno belle di quelle aperte, dureranno più tempo; le rose più costose in genere durano qualche giorno in più rispetto a quelle economiche, le quali possono piegare il bocciolo senza aprirsi. I fiori vanno acquistati poco prima di consegnarli, in modo da non rovinarli.

Passiamo ora alle accortezze che dovrà tenere chi riceve il mazzo di rose; al momento di sistemare le rose in vaso, osservate se i gambi sono stati tagliati obliquamente: in genere più il taglio è obliquo e maggiore sarà la superficie dalla quale il fiore potrà ricevere nutrimento, cioè assorbire l’acqua dal vaso. Se il taglio non è obliquo, per effettuarne uno nuovo che risponda a queste caratteristiche, dovrete usare un coltello anziché le forbici per evitare di schiacciare i vasi linfatici che favoriscono la risalita dell’acqua.

Le piante più strane del mondo: il Dracunculus vulgaris

Abbiamo già dedicato un capitolo alle piante più strane del mondo, offrendovi un’ampia panoramica (anche fotografica) delle specie di maggior impatto visivo. Tra queste, una delle più diffuse è il Dracunculus vulgaris, appartenente alla famiglia delle Aracee ed originaria dell’area mediterranea. Allo stato naturale è possibile ammirarlo in Grecia, in Turchia, nell’area dei Balcani e nel Peloponneso, mentre in Italia la sua diffusione va lentamente scemando.

Ciò non vuol dire però che non lo si possa coltivare in ambiente domestico, dove mostrerà il meglio della sua bellezza a partire dal periodo primaverile, quando dai tuberi si sviluppano delle infiorescenze costituite da una spata contenente piccoli fiori. Ad una simile bellezza corrisponde purtroppo un odore nauseabondo, che serve alla pianta per attirare gli insetti ed imprigionarli. La coltivazione del Dracunculus vulgaris non presenta difficoltà particolari e si adatta alle esigenze di chi ha poco tempo da dedicare al giardinaggio. Di seguito trovate come sempre le cure culturali.