Capparis spinosa, ovvero il cappero

cappero

Il cappero, il cui nome botanico è Capparis spinosa, è un arbusto tipico della flora mediterranea, appartenente alla famiglia delle Capparaceae, molto diffuso allo stato spontaneo, ma che può essere anche coltivato.

La Capparis spinosa è una pianta suffruticosa caratterizzata dal portamento strisciante e molto ramificato, con un fusto alto circa 40 o 50 centimetri; le foglie sono alterne, a lamina arrotondata e di colore verde scuro. Durante il periodo invernale la pianta entra in riposo vegetativo e riprende la sua attività in primavera, e in estate inizia un’abbondante fioritura che si protrae fino all’autunno.

I fiori sono molto profumati e si presentano peduncolati di colore bianco-rosato con sfumature violacee; i boccioli della pianta raccolti ancora chiusi sono i cosiddetti capperi, che vengono ampiamente utilizzati in cucina; i più pregiati sono quelli piccoli e tondi. Il cappero è una pianta rustica, che resiste bene alla siccità e alle alte temperature, grazie alla conformazione delle foglie e alla capacità dell’apparato radicale di entrare in profondità nel terreno; oltre al caldo sopporta bene il vento, mentre detesta l’inverno rigido e le gelate.

Erbe aromatiche: l’aneto

aneto

L’aneto (Anethum graveolens) è una pianta aromatica annuale originaria dell’India e della Persia, il cui sapore ricorda quello del finocchio e dell’anice; l’aneto può arrivare fino a 90 centimetri d’altezza, ed è dotato di un fusto eretto con rametti dalle foglie sottili e dai fiori molto piccoli, di colore giallo, riuniti in ombrelle di circa 10 centimetri di diametro.

Dell’aneto vengono utilizzate sia le foglie che i frutti; le foglie servono per insaporire diverse pietanze, tra le quali le insalate, le minestre e il pesce, mentre i frutti, che hanno un sapore piuttosto intenso, vengono poco impiegati da noi, mentre nel Nord Europa sono usatissimi per aromatizzare le pietanze, le marinate e, in particolare, i cetrioli sottaceto.

Piante da appartamento: lo Spatifillo Wallisi

spatifillo

Lo spatifillo è una pianta rizomatosa appartenente alla famiglia delle Aracee, originaria dell’America tropicale e Indosinesia; sotto questo nome sono raggruppate quattro o cinque varietà di piante perenni, delle quali la più coltivata è lo spatifillo wallisi (Spathiphyllum wallisi).

La caratteristica principale di questa pianta è il suo fiore, che è costituito da una spata, ovvero un fiore caratterizzato dall’assenza di petali che sono sostituiti da una conchiglia all’interno della quale spunta una specie di pannocchia; questi fiori spuntano tra maggio e agosto e durano diverse settimane prima di appassire. Il colore delle spate è un bianco tendente al verde; le foglie di questa pianta sono piuttosto lunghe e sono di colore verde lucido; l’altezza che può raggiungere lo spatifillo è di circa 50 centimetri.

Erbe aromatiche: la santoreggia

santoreggia

La santoreggia (Satureja hortensis) è un’erba aromatica dal profumo simile a quello del timo, originaria dell’Asia sud-occidentale e del bacino del Mediterraneo. La santoreggia coltivata negli orti come aromatica è una specie annuale con fusto eretto molto ramificato, foglie lineari e fiori rosa, mentre quella selvatica, la Satureia montana, chiamata anche falso timo, è una pianta perenne cespugliosa con fiori bianchi e rosati.

La santoreggia ama le posizioni soleggiate ma può svilupparsi anche in condizioni di ombra parziale; predilige i terreni asciutti, rocciosi e sabbiosi, purché ben drenati, mentre non ama quelli ricchi di materia organica e non necessità di grandi quantità d’acqua. La specie annuale si propaga per semina in aprile, mentre quella perenne per divisione dei cespi ad inizio primavera.

Erbe aromatiche: la maggiorana

maggiorana

La maggiorana (Origanum majorana) è un cespuglio dal profumo molto gradevole che cresce spontaneo nelle regioni mediterranee; la maggiorana appartiene alla famiglia delle Labiatae, e fisicamente si presenta ricoperta da un fitta peluria che conferisce una colorazione verde o grigiastra alle foglie, anch’esse piccole e fitte. I fiori sono di colore bianco, rosa o malva, sono riuniti in piccole spighe che sbocciano da luglio a settembre.

La maggiorana teme i ristagni idrici e quindi deve essere coltivata in terreni leggeri e ben drenati; può essere seminata in piena terra in primavera inoltrata, oppure in un semenzaio alle fine di aprile. Per favorire l’irrobustimento degli esemplari, il primo anno è opportuno tagliare le sommità fiorite.

La moltiplicazione della maggiorana, oltre che per seme, può avvenire anche per divisione dei cespi in autunno o in primavera, oppure per talea all’inizio dell’estate. Le foglie di questa pianta, sia fresche che essiccate, sono molto utilizzate in cucina per aromatizzare i piatti più disparati: dal pesce alla carne passando per uova e le insalate.

Parassiti delle piante: il ragnetto rosso

ragnetto rosso

Il ragnetto rosso è un acaro fitofago che infesta le piante ornamentali, gli ortaggi e gli alberi da frutto; a prima vista è difficile individuarlo, ma si può percepirne la presenza dai segni che presenta la pianta, ovvero una serie di ragnatele che ricoprono il lato inferiore delle foglie. Questi piccoli ragni possiedono una forma arrotondata, sono di colore rosso, e sono in grado di produrre fino a 10 generazioni all’anno.

Il ragnetto rosso si sviluppa solitamente in ambienti molto caldi e asciutti; questo acaro infesta la parte inferiore della foglia, succhiandone la linfa, e facendo apparire su di esse delle macchie giallastre; inoltre le gemme risulteranno rovinate e rosicchiate.

L’Orchidea Farfalla

orchidea farfalla

L’orchidea farfalla, il cui nome botanico è Paphiopedilum villosum, appartiene alla famiglia delle Orchidacee, ed è una pianta originaria del sud est asiatico, più precisamente dell’India settentrionale, della Birmania e della Thailandia. L’orchidea farfalla possiede foglie perenni, lunghe da 10 a 15 centimetri; questa pianta produce un unico fiore molto appariscente, con petali dai colori molto brillanti.

L’orchidea farfalla ha bisogno di molta umidità e di un substrato ricco di materia organica, e richiede molta luce ma non diretta. Come la maggior parte delle orchidee non è tanto importante l’irrigazione, quanto l’umidità ambientale, che deve essere circa del 60-70%; per ottenerla è necessario vaporizzare spesso le foglie con acqua e sistemare il vaso su uno strato di ghiaia bagnata. La pianta va comunque annaffiata una volta a settimana da ottobre a febbraio e tre volte alla settimana durante il resto dell’anno. Per stimolare la fioritura è utile tenere la pianta di notte a una temperatura inferiore a 15°C, senza tuttavia tenerla all’aperto.

Erbe aromatiche: la cedrina

cedrina

La cedrina (Lippia Citriodora) è una pianta originaria del Cile, conosciuta anche come erba luigia, molto apprezzata per il suo profumo di limone; è una pianta arbustiva che può superare il metro di altezza, con foglie di colore verde chiaro e piccoli fiori bianchi e rosa, riuniti in pannocchie lunghe circa dieci centimetri.

Le foglie della cedrina sono utilizzate soprattutto per aromatizzare le tisane, per profumare l’alito, come deodoranti per bagni aromatici, per fabbricare liquori alle erbe e come miscele aromatiche per arrosti e marinate; queste foglie hanno un sapore amaro e pungente avvertibile in caso di masticazione, ma possiedono proprietà digestive e calmanti che le rendono perfette per la preparazione degli infusi.

Erbe aromatiche: il Timo

Timo

Il timo (Thymus vulgaris) è un’erba aromatica che cresce spontanea nella flora italiana e che si riconosce facilmente dal suo profumo molto intenso. Il timo è noto fin all’antichità e in particolare dall’epoca degli Egizi, i quali lo usavano per imbalsamare i corpi e già al tempo dei romani era usato come antidolorifico; inoltre, per le sue proprietà antisettiche, già dal Medioevo, veniva utilizzato per migliorare la conservazione della carne.

Pur essendo un’erba che cresce spontanea in natura, grazie alle sue dimensioni compatte può essere coltivato anche in vaso, oppure piantato come cespuglio ornamentale nei giardini rocciosi. Il timo è una specie perenne sempreverde che raggiunge i 20 centimetri di altezza; possiede piccole foglie dal colore verde-argento, e fiori rosa o biancastri che spuntano da maggio a luglio.

Dal punto di vista colturale, bisogna sapere che la semina deve avvenire a marzo, in un semenzaio e comprendo i piccoli semi con poca terra; le piantine andranno poi trapiantate in autunno o, in caso di freddo particolarmente intenso, nella primavera successiva. La propagazione del timo può avvenire per divisione dei cespi in marzo-aprile oppure all’inizio dell’estate per talea.

Arbusti: il genere Fucsia

Fucsia

Il genere Fucsia comprende un centinaio di arbusti a foglia caduca, appartenenti alla famiglia delle Onagraceae, e originari della Nuova Zelanda e dell’America centro meridionale. In Italia vengono coltivate specie di medie e piccole dimensioni, che si assestano intorno ai 25-40 centimetri, ma esistono anche delle varietà rustiche che possono essere usate come arbusti da giardino, che possono raggiungere i 150 centimetri di altezza.

Questi arbusti, che in genere sono dei sempreverdi, possiedono fusti ramificati e foglie dal colore verde brillante e dalla forma ovale. I fiori sono molto particolari e sbocciano in primavera inoltrata e si protraggono fino all’autunno; hanno una forma pendula e sono composti da quattro sepali allungati, e proprio a causa della loro forma vengono chiamati “orecchini” o “ballerine”; i colori più diffusi sono il rosa e il rosso, ma esistono specie con i fiori di colore bianco, viola, lilla, arancio e blu. Dopo fiori spuntano delle piccole bacche dalla forma allungata che contengono semi fertili.

Dal punto di vista colturale, queste piante amano le esposizioni luminose ma non a diretto contatto con i raggi solari, infatti si sviluppano meglio nelle zone ombreggiate; temono il freddo e quindi in inverno devono essere riparate in una serra con una temperatura minima che va dai 9 ai 12°C. Nel periodo che va da marzo ad ottobre vanno annaffiate con regolarità perchè temono la siccità, mentre d’inverno non sono necessarie annaffiature, a meno che non si tratti di esemplari coltivati in serra.

Piante aromatiche: l’angelica

angelica

L’angelica (Angelica Archangelica) appartiene alla famiglia delle Ombrellifere ed è una pianta molto profumata in ogni sua parte: dalle radici alle foglie, passando per i frutti; non per niente viene ampiamente impiegata in cucina per aromatizzare i cibi e in erboristeria per la salute e la bellezza. Le radici e i frutti vengono usati per fare i liquori, le foglie servono per aromatizzare zuppe e salse, i fusti e i piccioli delle foglie sono adatti ad esser canditi per i dolci, e le foglie in infusione possiedono proprietà stimolanti, tonificanti e aiutano a espellere i gas intestinali.

L’angelica può raggiungere anche i 2 metri d’altezza, possiede il fusto eretto, le foglie pennate e i fiori piccoli, di colore bianco e verdastro riuniti in ombrelle, che danno origine a semi di forma allungata. L’angelica deve essere seminata a marzo o a settembre in una posizione soleggiata e in un terreno ricco di sostanza organica; è opportuno stimolare la produzione delle foglie togliendo le infiorescenze via via che si formano, in modo da far vivere la pianta anche per alcuni anni, altrimenti si comporterà da biennale, cioè il primo anno si svilupperà, mentre il secondo, dopo essere fiorita, morirà.

Per quanto riguarda la raccolta e la conservazione, le radici vanno selezionate all’inizio dell’autunno, i frutti si raccolgono in autunno, i fusti tra maggio e giugno, come anche le foglie da essiccare che vanno raccolte quando sono di colore verde chiaro.

Averrhoa carambola: l’albero con il frutto a stella

Carambola

La Averrhoa carambola è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Oxalidaceae, originario dell’India e dello Sri Lanka, coltivato anche in Brasile, nel Ghana e, in Italia, in Sicilia; il frutto di questo albero è la carambola, conosciuta anche come star fruit o frutto a stella, caratterizzata dalla sezione a stella a cinque punte e dal brillante colore giallo arancio. Queste sue caratteristiche, insieme al profumo intenso, fa sì che venga utilizzato più a scopo decorativo che alimentare, come guarnizione di cocktail o di dolci.

Il sapore della carambola è molto gradevole, pur essendo un po’ aspro, e può essere descritto come un mix di ananas, prugna e limone. Sono molto delicati i liquori distillati dal succo di carambola, mentre dalla polpa si ricavano i canditi. La carambola contiene vitamina C e potassio ed è utilizza per combattere alcuni disturbi come il la nausea, l’insonnia e la cefalea. Per mangiare la carambola è necessario lavarla accuratamente e tagliarla a fettine senza sbucciarla; può essere consumata al naturale o in macedonia.

Tecniche di moltiplicazione: la divisione dei cespi

divisione dei cespi

La divisione dei cespi è una tecnica di moltiplicazione molto semplice che viene attuata sulle piante erbacee perenni, per dividerle quando sono diventate molto alte, e ovviamente ogni nuova pianta che si forma è uguale alla pianta madre. Con la divisione dei cespi è possibile ottenere molti nuovi esemplari e farli fiorire più abbondantemente.

La divisione dei cespi va fatta in autunno, quando la pianta è a riposo, oppure a inizio primavera, quando inizierà riprendersi e, quindi, a permettere alla nuove piantine di riprodursi con facilità; la divisione dei cespi è una tecnica che può essere eseguita sia sui grandi cespugli a terra, come ad esempio il finocchio selvatico, sia sulle piante da appartamento che tendono a raggiungere notevoli dimensioni.

La Vaniglia, ovvero l’orchidea dai frutti commestibili

vaniglia

La vaniglia è un genere che riunisce circa 50 specie di orchidee rampicanti, originarie dell’America Centrale e coltivate in molte isole del Pacifico e nelle zone tropicali, dalle quali viene estratto il noto aroma di vaniglia. La vaniglia è una pianta robusta, dal fusto verde scuro e piuttosto ramificato, che può raggiungere una lunghezza di 15 metri; i fiori hanno la classica forma a trombetta che hanno le orchidee e sono di colore giallo, bianco o verdastro.

Il frutto è composto da baccelli lunghi circa 30 centimetri riuniti in grappoli che contengono molti semi piccoli e di colore nero brillante. La vaniglia ha un profumo molto forte, determinato dalla sua molecola aromatica principale che è la vanillina, che si ottiene esponendo al sole i baccelli non maturi per circa 20 giorni e poi facendoli seccare lentamente per molti mesi.

Se desiderate coltivare la vaniglia dovete tenere presente che ha bisogno di un’esposizione molto luminosa, anche d’inverno, quando va tenta in casa, magari vicino alla finestra, mentre d’estate si può tenere all’esterno, avendo cura di non esporla ai raggi diretti del sole.