Giardini in bottiglia (terza parte), preparazione del terreno e attrezzi

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Per evitare che le piante nelle bottiglie crescano troppo velocemente, il terreno da utilizzare non deve essere troppo fertile. Inoltre, per essere sicuri di non introdurre anche malattie ed insetti, acquistare la composta più idonea da un fornitore che venda prodotti garantiti, sigillati e sterelizzati in sacchetti di plastica.

Prima di tutto, versate nel contenitore uno strato di ghiaia fine di altezza proporzionata (al massimo 5 centimetri), per garantire un buon drenaggio. Il miglior modo è quella di versarla per mezzo di un imbuto fatto con un cartoncino, così che possiate distribuirla ordinatamente sul fondo del vaso senza che danneggi le pareti. Quindi aggiungete un sottile strato di carbonella per aiutare a mantenere il terreno in equilibrio chimico: essa assorbirà i sali minerali in eccesso e le sostanze di rifiuto della pianta che si formano in un ambiente chiuso.

Angelica, rimedio naturale contro lo stress

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Siete stressati dal ritmo frenetico della vita quotidiana? Beh, allora potreste trovare interessanti queste poche righe, che vi forniranno la soluzione naturale contro l’affaticamento e la carenza di energia.  Eh si, perché Angelica non è solo un nome di donna o l’aggettivo riferito alle creature celesti, ma anche il nome di una pianta dalle straordinarie proprietà medicinali.

Cominciamo col dire che si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Umbrellifere, originaria delle zone settentrionali di Europa ed Asia, che può raggiungere i due metri di altezza. In natura ne esistono una trentina di specie, sebbene le più comuni siano l’Angelica archangelica (o Angelica officinalis) e l’Angelica silvestris (o Angelica selvatica), differenti per aspetto, profumazione e dimensioni.

Giardini in bottiglia (seconda parte), i contenitori e le piante più adatte

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Per realizzare un giardino in bottiglia, può essere usato pressocchè ogni tipo di contenitore di vetro, a patto che sia largo a sufficienza perchè voi possiate inserirvi le piante comodamente e che abbia un coperchio a chiusura ermetica ma che potete togliere facilmente. Barattoli, piccole damigiane da vino, vasetti, bocce: le possibilità sono infinite. Potete acquistare contenitori appositi nei centri di giardinaggio, ma è più divertente e anche più economico provare con altri contenitori. Spesso potete trovare cose fantastiche in negozi di articoli marinareschi.

I vetri colorati sono molto carini, ma fate attenzione a non sceglierli troppo scuri in quanto potrebbero impedire alla luce di raggiungere le piante. Se acquistate un contenitore in un  negozio di piante, è già pronto per essere utilizzato. Ma se usate un contenitore di altra origine siate sicuri di averlo pulito con moltissima attenzione: potrebbe avere contenuto qualcosa di dannoso per le vostre piante. Lavatelo con acqua leggermente insaponata e risciaquatelo bene: per essere totalmente sicuri, sterelizzatelo con una soluzione adatta.

Magnolia, eleganza e colore per il vostro giardino

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Per chi ama circondarsi di colori e profumi (ed ha spazio sufficiente nel proprio giardino) non c’è niente di più indicato di una pianta di Magnolia in una delle sue innumerevoli specie sia arboree che arbustive. Appartiene alla famiglia delle Magnoliacee ed è originaria di Nord e Centro America, dell’Asia e dell’Himalaya, sebbene sia piuttosto frequente ammirare delle splendide Magnolie anche alle nostre latitudini.

Può essere coltivata in vaso o impiantata direttamente nel terreno, avendo l’accortezza di innaffiarla regolarmente nei primi anni di vita. Successivamente la Magnolia necessita di meno acqua e riesce a provvedere da sola al proprio fabbisogno, sfruttando le piogge e l’umidità del terreno circostante. Teme invece il freddo e le gelate notturne, preferendo essere collocata in zone riparate dalle intemperie.

Giardini in bottiglia (prima parte)

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Realizzare un minuscolo giardino dentro un contenitore di vetro non è solo una sfida e un gran divertimento, è anche un modo diverso per dare alle piante un ambiente particolare in cui possano vivere con successo.

I contenitori di vetro, trasparenti o colorati, sono molto piacevoli, hanno molte qualità, mentre sono praticamente senza svantaggi. Ovviamente dovete fare attenzione  a non metterli il un luogo dove potrebbero essere urtati in continuazione o addirittura rotti.

Questi contenitori agiscono praticamente come una vera e propria serra in miniatura: il loro principale vantaggio è che assicurano un ambiente raccolto e autoregolato alle piante che ci vivono dentro. Non solo le piante vegetano nel migliore dei modi, ma non richiedono una particolare cura o assistenza, cosa importantissima se siete come me delle persone distratte o molto impegnate. Sono anche l’ideale se siete frequentemente via, poichè non dovrete preoccuparvi che le piante inaridiscano in quanto il contenitore, una volta chiuso, manterrà a lungo la propria riserva di umidità.

Strumenti necessari per la cura delle piante

mai_grembiule_giardino_01La cura delle piante in casa richiede pochi arnesi e questo è un vantaggio; tuttavia possedere quelli giusti vi renderà il lavoro molto più facile. Smettete innanzitutto di usare una qualsiasi bottiglia per annaffiare le piante: è scomoda è poco pratica;  comprate invece un annaffiatoio. Cercatene uno con il “becco” lungo e stretto, così da poter raggiungere facilmente le piante che sono in alto o che sono nascoste in fondo al gruppo. Assicuratevi in oltre di prendere un annaffiatoio che possa contenere una quantità considerevole di acqua, se non volete passerete tutto il tempo  correndo dal rubinetto alle piante!

Per coloro i quali non possono attuare regolarmente l’annaffiatura, esistono in commercio dei contenitori autoannaffianti. Tali vasi per piante sono dotati di una riserva di acqua che si disperde lentamente nella terra così che le radici la possano costantemente assorbire quando ne hanno bisogno. In genere sono dotati di un indicatore del livello dell’acqua che segnala quanto liquido è rimasto.

Piante tappezzanti, la soluzione ideale per angoli ‘morti’

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In un capitolo precedente noi di PolliceGreen ci siamo occupati ampiamente di prato ornamentale, elencando le differenze tra il rustico, l’estetico e lo sportivo. Oggi vogliamo entrare nel dettaglio del prato ornamentale rustico, nella speranza che i nostri consigli possano esservi d’aiuto per la scelta del giusto tipo di pianta che renda i vostri giardini gradevoli alla vista.

Non tutti infatti hanno la pazienza o il tempo necessario per curare come si deve un prato all’inglese, come è vero che non sempre questa soluzione è attuabile per via del terreno più o meno fertile o della collocazione geografica. Ecco allora una valida alternativa all’erbetta verde del prato, rappresentata da un vasto numero di piante dette “tappezzanti” per via della capacità di fungere da tappeto e riempire in modo uniforme il terreno.

In genere per tappezzante si intende un tipo di pianta che cresce quasi esclusivamente in larghezza, sebbene alcuni esperti del settore inseriscano nella categoria anche piante di dimensioni più elevate. La caratteristica principale è la scarsa cura di cui abbisognano ed è per questo che spesso vengono preferite al classico prato.

Raggruppare le piante, ecco come farlo al meglio

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Raggruppare armonicamente le piante è il metodo più ad effetto per disporle in casa. Le piante stanno bene riunite fra loro in gruppo: si crea in tal modo un mini-ambiente naturale; per di più annaffiarle diventa anche più facile! Di contro alcune piante meritano una particolare sistemazione per mostrare tutta la loro bellezza ed il loro aspetto lussureggiante, infatti molte specie, come le Palme Howea e le piante di Fatsia Japonica, sono sufficientemente imponenti per stare da sole.

Se decidete di allestire un gruppo di piante, le soluzioni estetiche sono infinite: la sola cosa di cui preoccuparsi è che tutte  abbiano le stesse esigenze o avversioni. Per esempio, non mettere un Filodendro amante dell’umidità proprio vicino ad un Cactus che ha bisogno di poca acqua.

In gruppo le piante possono essere separate, una accanto all’altra, oppure nello stesso contenitore. Quest’ultimo metodo è probabilmente il metodo migliore: ciò che è necessario è solo un contenitore abbastanza grande da accogliere tutti gli esemplari. Riempite il contenitore con una composta a base di torba e disponetevi in modo armonico le piante. Controllate se vi soddisfa la disposizione adottata, quindi, quando avrete finito, annaffiate il tutto molto bene. Per un risultato migliore i contenitori devono essere di dimensioni adatte;  sceglieteli di terracotta e non di materia plastica: la terracotta, infatti, è porosa e permette all’umidità di giungere alle piante molto più facilmente.

Calendula, il giardino si colora d’arancio

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Se volete un giardino fiorito in ogni periodo dell’anno, puntate pure sulla coltivazione della Calendula, pianta dallo straordinario effetto cromatico con fioritura pressoché perenne. Il suo nome scientifico è Calendula Officinalis, ma viene comunemente indicata come “fiorrancio” ed appartiene alla famiglia della Asteracee.

La sua origine è nordafricana, ma è facile ammirare distese di Calendula in tutta la zona del Mediterraneo nel periodo che va da aprile a novembre ed anche nei mesi invernali, nel caso di temperature non troppo rigide. A differenza di molte altre piante, preferisce l’esposizione in pieno sole, purché impiantata in un terreno particolarmente ricco e lavorato.

Nella coltivazione domestica, oltre al terreno, bisognerà prestare attenzione alla distanza tra una pianta e l’altra (almeno una trentina di centimetri) ed all’innaffiatura, che deve essere regolare, ma non eccessiva.

Le margherite, miti e leggende

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In primavera i prati si vestono spontaneamente di un candido manto bianco puntellato da piccoli pois gialli, stiamo parlando delle margherite, fiori molto delicati e semplici che provengono dal lontano Tibet con una storia molto antica e ricca di curiosità.

La nomenclatura Margherita (comunemente detta anche Pratolina ) nell’antica lingua tibetana indica la vita che rifiorisce, la perla, ma anche la capanna. Infatti la forma di questo fiorellino ricorda la struttura delle capanne circolari tibetane, viste dall’alto: il tetto centrale fatto di paglia gialla e il contorno di pietre bianche, ben disposte tutto intorno. In Inghilterra si chiama Daisy che deriva da Day’s eye, occhio del giorno, giacché al tramonto si chiude, per riaprirsi all’alba.

In Scozia si chiama Bairwort, erba dei bimbi, che in quel paese usano farne ghirlande. A questo fiorellino sono legati molti miti e leggende: in Germania per esempio è detta Marienblumchen, fiorellino di Maria, una leggenda narra infatti, che Essa si punse un dito mentre cuciva e il sangue diede colore alle pratoline. Nella mitologia nordica il fiore è sacro a Ostara, dea della primavera e il re di Francia S. Luigi, portava un anello con i tre simboli che più amava: il crocifisso per la religione, il giglio per la Francia, la margherita per la moglie, Margherita d’Anjou.

Ciclamino, il fiore che rallegra l’inverno

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L’estate è giunta ormai al capolinea e si appresta a lasciare il posto ai colori pastello dell’autunno, fino al grigiore spento della stagione fredda. Ma niente paura, perché a rallegrare i nostri giardini arriva il fiore considerato a ragione il re dell’inverno. Stiamo parlando del Ciclamino, pianta tuberosa appartenente alla famiglia delle Primulacee e originaria di varie regioni di Africa, Asia ed Europa.

In Italia cresce spontaneamente in prossimità dei boschi nelle varietà Neapolitanum, Repandum, Europaeum e Purpurascem, differenti tra loro per la colorazione più o meno intensa, ma molto simili in quanto a profumazione.

I Ciclamini che invece troviamo nei vivai appartengono alla specie Persicum e provengono dall’Asia Minore. A differenza di quelli spontanei, sono molto meno profumati, ma in compenso hanno una dimensione maggiore e si adattano più facilmente alla coltivazione domestica. Si possono acquistare in versione bulbo o come piante già in fase di fioritura, per ammirarne sin da subito lo spettacolo cromatico.

Edera, il sempreverde per ogni stagione

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Per chi ha necessità di abbellire un muro esterno o semplicemente ricoprire una rete di recinzione per “nascondere” l’interno di un giardino, non c’è nulla di meglio che una bella pianta di Edera, il rampicante in assoluto più diffuso alle nostre latitudini.

Appartiene alla famiglia delle Apiacee e vanta un buon numero di specie di origine europea ed asiatica. La più comune è l’Hedera Helix, che possiamo ammirare facilmente nei nostri boschi o sui muri esposti a nord. La caratteristica principale dell’Edera, infatti, è rappresentata dalla scarsa tolleranza ai raggi del sole, che la portano a proliferare soprattutto in ambienti ombreggiati e tendenzialmente freschi.

Nel caso la si voglia piantare, dunque, occorrerà fare attenzione alla collocazione geografica, in modo da ottenere il miglior risultato possibile. E che risultato! L’Edera ricoprirà i vostri muri, regalandovi una visione di spettacolare compattezza con le sue varietà di verde e le magnifiche striature.

Tronchetto della Felicità

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Chi non ha mai regalato o ricevuto in dono un Tronchetto della felicità? Si tratta di una delle piante più vendute in assoluto dai fioristi, proprio per il suo significato benaugurante in occasione di compleanni o inaugurazioni. La sua carta d’identità ci racconta che il nome scientifico è Yucca elephantipes, appartenente alla famiglia delle Agavacee. Ha foglie di colore verde lucido, affilate, appuntite e rivolte verso l’alto.

Il Tronchetto della Felicità si presta particolarmente alla coltivazione domestica poiché necessita di poche attenzioni. Basta ricordarsi che la pianta ha bisogno di essere collocata in un ambiente luminoso (ma non in pieno sole) e che patisce in modo particolare le correnti d’aria. Riesce a sopportare anche temperature elevate, ma è nemica del freddo pungente. E’ per questo che in estate la Yucca può essere spostata in giardino o sul balcone, mentre in inverno è consigliabile il rientro tra le pareti domestiche, possibilmente lontano dai caloriferi.

Piante medicinali: come curarsi con le erbe

erbe_medicinali Scienza pura o rimedio della nonna? C’è una vasta letteratura sull’efficacia delle cure cosiddette “naturali” ed il popolo di esperti in materia si divide più o meno equamente tra favorevoli e contrari all’utilizzo delle erbe come panacea per tutti i mali. Dove sta la verità? Come sempre in questi casi è inutile generalizzare, ritenendo completamente giusto o sbagliato un determinato metodo di cura, perché se è vero che la maggior parte dei medicinali presenti in commercio è di origine naturale, è anche vero che non sempre il termine ‘naturale’ corrisponde ad adatto o utile.

Detto questo, possiamo partire con i consigli, invitandovi a non abusare dei rimedi della nonna e a consultare comunque un esperto prima di qualunque azione in questo senso. La cura con le piante medicinali è indicata per i piccoli malanni quotidiani, ma difficilmente può risolvere i gravi problemi di salute ed un uso improprio può risultare addirittura deleterio. Non vogliamo con questo demonizzare l’uso delle erbe come medicina, ma solo consigliare la giusta cautela. In quali casi può servire l’aiuto della pianta medicinale? Dopo il salto troverete un elenco di erbe più o meno note con i rispettivi benefici.