Coltivare la cicerchia nell’orto

Coltivare la cicerchia nell’orto può rivelarsi un’esperienza soddisfacente, soprattutto se si ama recuperare le tradizioni agricole perdute del nostro paese. Non bisogna dimenticare che nonostante non sia più ampiamente diffusa e necessiti di lavorazione è uno dei legumi più antichi consumati dall’uomo.

cicerchia fiore

Il Lathyrus sathivus è una leguminosa definita da “granella” e non è del tutto scomparsa dagli orti italiani: nel Salento è ancora ampiamente apprezzata nell’ambito della tradizione culinaria regionale. Come già anticipato ha bisogno di essere lavorata per non risultare tossica. Di solito basta un lungo ammollo in acqua ed una successiva sciacquatura. Si tratta di un passaggio necessario al fine di eliminare ogni possibilità di intossicazione. A livello puramente agronomico parliamo di una leguminosa erbacea annuale in grado di crescere in terreni molto impervi e poveri e di un esemplare molto resistente al freddo ed alla siccità.

Ecco quindi che coltivare la cicerchia nell’orto non è assolutamente un’azione difficile da portare a compimento. La parte più complicata, data la sua scarsa diffusione al momento, è quella di trovare la giusta varietà da piantare.  La semina ricalca quella del cece, ovvero deve essere eseguita nel periodo che va da febbraio a giugno. E’ necessario sarchiare però il terreno affinché le erbe infestanti non rendano complicata la sua crescita a livello logistico. Di solito non si necessita di particolari concimazioni né di trattamenti antiparassitari: una normale irrigazione come si farebbe con qualsiasi leguminosa è più che sufficiente.

La raccolta avviene nei mesi di giugno e luglio con il disseccamento dei baccelli.

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