Giardino Giapponese: un viaggio tra i più famosi

I giardini giapponesi rappresentano la storia millenaria di una cultura tra le più particolari al mondo. Ogni elemento di queste magistrali costruzioni è pensato ed eseguito per corrispondere ad un preciso canone di armonia e naturalezza. Esso è chiamato a riprodurre una rappresentazione della natura esterna senza farla apparire artificiale. Vi è tutta una filosofia dentro a questo modo di intendere la botanica. Un mondo incontaminato, ma dall’alto significato, dove tutto gioca sulla contrapposizione e sull’armonia.

Ovviamente non vi è posto migliore dove vedere un giardino giapponese se non nel Giappone stesso. E la storia ci insegna che i migliori, quelli più famosi sono visitabili nella cittadina di Kyoto.

Abbiamo deciso di parlarvi di tre giardini in particolare, perché diversi tra loro, non solo per la storia in alcuni casi, ma soprattutto per la tipologia degli stessi che i loro costruttori hanno deciso di affrontare in base agli elementi utilizzati: pietra, acqua e piante. Il primo è l’Horai no Niwa. Conosciuto come il “giardino degli immortali, è’ costituito da un laghetto di ghiaia e da un piccolo ponte in pietra che simboleggia il passaggio da questo mondo all’aldilà. Una scelta dal forte significato spirituale. La pietra più importante dell’intero giardino è posta dopo il ponte sulla nostra ed è chiamata “pietra immortale” perché presente nel luogo di costruzione ancora prima della realizzazione del giardino.

Vi è poi il giardino del tempio di Gokonomiyajinjia. Fulcro dell’intero giardino è una lanterna in pietra in stile Oribe in accompagnamento della grande vasca, sempre in pietra. In questo caso parliamo di un giardino “secco”. La particolarità di questa lanterna risiede nel fatto che non è fatta solamente della stessa tipologia di pietre che compongono il giardino, ma anche di quelle relative alla costruzione del castello Fushimi, luogo di un certo rilievo. Di importanza rilevante in questo giardino anche la scelta delle piante: a partire dai pini di varietà goyomatsu fino ad arrivare alla scelta della camelia dai cinque colori.

Ultimi, ma non per importanza, anzi tutt’altro, i giardini koisandu. Parliamo di una costruzione creata dal maestro zen Muso Soseki, vissuto a cavallo tra il 1200 ed il 1300. Si tratta di un giardino karesansui, basato sulla posizione delle 8 pietre presenti nello stesso. Il canale originale, prosciugatosi nel tempo, per mantenere l’armonia è stato sostituito da una copertura in ciottoli.

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