Innesto per approssimazione: cosa è

Esistono diverse tecniche in giardinaggio per innestare piante e fiori a seconda della loro tipologia. Ve ne è uno, ormai scarsamente utilizzato, interessante però da conoscere, non solo perchè praticato per molto tempo nei tempi antichi, ma soprattutto perchè utilizzato ancora nelle campagne per unire due rami della stessa pianta o per la coltura dei bonsai. Si tratta di una operazione molto semplice da condurre, che tenteremo di illustravi qui di seguito: l’innesto per approssimazione.

Solitamente quando si affronta un innesto, lo si fa per rafforzare la pianta od ottenere degli ibridi particolari volti a migliorarne la qualità, come spesso accade per gli alberi da frutto. Qualsiasi sia la volontà dell’orticultore, lo stesso può contare su diverse tipologie di intervento per riuscire nel suo scopo. Innesto a gemma, innesto a triangolo: le opzioni sono diverse e finchè non vi sono problemi di disanbiguità, è possibile operare in molti modi.

In cosa consiste l’innesto per approssimazione? E’ il nome stesso a spiegarlo, soprattutto per ciò che concerne gli alberi da frutto. Si esegue infatti asportando un tratto di corteccia da ambedue i rami per poi avvicinarli e metterli a contatto. Viene usato semplicemente per unire due rami della stessa pianta. Le precauzioni da prendere sono le stesse che si prenderebbero con un qualsiasi altro tipo di inensto: mastice naturale dedicato per unire le parti e  rafia per legare e proteggere.

Se applichiamo la tecnica alla coltivazione di bonsai il ramo vogliamo innestare e utilizzare come marza deve essere decorticato in maniera molto sottile nella parte che pensiamo possa con più facilità ed in modo corretto attecchire fisicamente al ramo principale, che farà da portainnesto.

Anche quest’ultimo dovrà essere decorticato in modo tale scoprire il cambio (bisognerà arrivare al legno, n.d.r). per le dimensioni bisognerà regolarsi in base alla grandezza dell’innesto. Anche in questo caso bisognerà unire con il mastice e legare strettamente.

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