Piante da frutto: il Tamarindo

tamarindo

Il Tamarindo (Tamarindus indica) è una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Fabacee ed originaria dell’Africa orientale, sebbene la sua coltivazione si sia diffusa in tutte le zone a clima tropicale, specie in Asia ed in America latina.

E’ caratterizzato da un fusto poco sviluppato al contrario dei rami che possono raggiungere altezze considerevoli, donando all’albero un aspetto imponente. Le foglie sono opposte, pennate e lunghe una quindicina di centimetri, composte a loro volta da numerose foglioline dal colore verde brillate sulla pagina superiore e più chiaro su quella inferiore.

I fiori sono grandi, dal colore giallo-verde con striature rosse o arancioni, riuniti in racemi molto decorativi. I frutti invece sono rappresentati da dei legumi ricurvi dal colore marrone chiaro, contenenti diversi semi.

Piante da appartamento: la Begonia rex

begonia rex

Abbiamo già parlato delle Begonie, delle cure colturali e dei parassiti che possono attaccarle; oggi vi illustreremo le caratteristiche della Begonia rex una varietà molto apprezzata come pianta da appartamento grazie alle sue foglie molto particolari. La begonia rex è una pianta originaria dell’India, di cui esistono diversi ibridi; la sua caratteristica principale è quella di possedere vistose foglie cuoriformi, perenni e con macchie di colore rosa nella parte centrale, dove si presenta anche punteggiata e striata con una gamma di colori molto intensi.

La begonia rex è una pianta di piccole dimensioni, che può raggiungere al massimo i 30 centimetri di altezza, e i 90 di diametro, dal portamento strisciante; è una pianta molto delicata che non tollera né sbalzi di umidità, né di luce e né di temperature; ama la penombra e non deve essere esposta al sole. La begonia rex ha bisogno di annaffiature abbondanti e frequenti, ma non in inverno; inoltre, è importante non bagnare le foglie. In primavera e in estate bisogna aggiungere del fertilizzante liquido all’acqua di annaffiatura.

Piante medicinali: l’acetosella dei boschi

acetosella

L’Oxalis acetosella, meglio conosciuta come acetosella dei boschi, è una pianta medicinale appartenente alla famiglia delle Ossidalaceae. L’acetosella è un’erbacea perenne, molto comune nelle zone montane dell’Europa, dell’Asia e del Nordamerica; il suo habitat naturale è il bosco, ma gradisce anche i semplici luoghi ombrosi, sia in pianura che in montagna, purché ricchi di humus e morbidi.

La prima parte del nome botanico di questa pianta, ovvero Oxals, deriva dal greco oxys, che significa acuto, e da hals, cioè sale, mentre l’epiteto acetosella si deve al suo gusto acidulo che ricorda quello dell’aceto.

Solitamente l’acetosella raggiunge altezze comprese tra gli 8 e i 15 centimetri, possiede foglie simili a quelle del trifoglio, i fiori compaiono tra aprile e maggio e sono caratterizzati da petali bianchi o rosati, solcati da venature violacee; i frutti sono composti da una capsula allungata con un sistema particolare per propagare i semi. Essendo molto esile, tende a ripiegarsi su stessa per proteggersi dal vento e dalle piogge.

Viole, malattie e avversità

violette malattie

Violette selvatiche coltivate

Le violette selvatiche coltivate sono piante piuttosto resistenti e quindi poco soggette a malattie e all’attacco di parassiti, tuttavia non ne sono immuni e vanno quindi protette da queste spiacevoli evenienze adottando qualche precauzione quale concimare con fertilizzanti poveri di azoto ed evitare ristagni idrici nel terreno.

Ciò premesso i nemici più comuni delle violette selvatiche sono gli afidi, gli acari e gli agrizomi, piccole larve che scavano delle vere e proprie gallerie nelle foglie causando un danno estetico notevole all’intera pianta; queste ultime possono essere eliminate usando insetticidi in grado di penetrare profondamente nei tessuti vegetali (i cosiddetti insetticidi translaminari).

Le violette possono venire colpite anche da malattie fungine quali maculature sulle foglie causate da Peronospora violae, ruggine e mal bianco. In questo caso il trattamento dovrà essere a base di funghicidi ad ampio spettro e di composti a base di zolfo. In entrambi i casi però prima di procedere all’applicazione di questi prodotti sull’intera pianta assicuratevi che questa possa tollerarli testandoli su una piccola porzione di essa; solo una volta superato il test procedete alla somministrazione vera e propria. Quanto invece ai composti di zolfo, somministrateli esclusivamente nelle ore più fresche della giornata per evitare che si brucino le foglie.

Piante aromatiche: la Ruta

ruta

Benvenuti ad un nuovo capitolo dedicato alle piante aromatiche sulle pagine di PolliceGreen. Stavolta ad attirare la nostra attenzione è la Ruta (Ruta graveolens), pianta appartenente alla famiglia delle Rutacee ed originaria dell’Europa meridionale. Alle nostre latitudini è presente in quasi tutte le regioni allo stato spontaneo, mentre nelle zone insulari è più facile trovarla coltivata in vaso.

La Ruta è un arbusto sempreverde che può raggiungere il mezzo metro di altezza ed è proprio per questo che spesso viene coltivata a mo’ di siepe nella decorazione di bordure ed aiuole.

Il fusto è di colore azzurrognolo nei primi anni di vita, per diventare poi legnoso con l’avanzare dell’età. Le foglie sono ovali e lobate, dal colore argenteo o verde bluastro, ricoperte di ghiandole oleose. I fiori fanno la loro comparsa in estate avanzata e colorano la pianta di un giallo-verde molto caratteristico.

Le piante epifite

piante epifite

Le piante epifite sono quelle piante che vivono su altre piante, come muschi, licheni e felci, ovvero piante che non crescono nel terreno ma soprattutto sui rami degli alberi o sui tronchi; questo genere di piante è originario prevalentemente delle foreste tropicali e subtropicali, dove la vegetazione è talmente fitta da impedire alla luce del sole di raggiungere lo strato più basso del suolo; per questo motivo gli alberi tendono a crescere in altezza e con loro anche le epifite che si arrampicano su di essi.

Le piante epifite si attaccano alla pianta ospite grazie alle radici, e riescono a creare loro habitat molto particolare che però permette loro di vivere, anche perché sono in grado di assorbire l’acqua piovana.

L’orchidea brassia, ovvero l’orchidea “ragno”

orchidea brassia

L’orchidea brassia è una specie di orchidea epifita originaria dell’America meridionale caratterizzata da grandi fiori profumati preceduti da lunghe spighe. I sepali di questa pianta sono molto lunghi e sottili, tanto da far guadagnare a questa pianta il nome di orchidea “ragno”.

Le orchidee brassia hanno bisogno di molta luce, anche diretta, purché non nei momenti più caldi della giornata; queste piante non sopportano il freddo e quindi d’inverno vanno tenute all’interno pur mantenendo sempre la giusta luminosità, magari posizionandole vicino a una finestra ma lontano da fonti di calore. In estate devono essere tenute all’esterno, in un luogo con un buon ricambio d’aria e non troppo caldo.

Viole, messa a dimora e cure colturali

violette orticole

Dopo avervi dato indicazioni circa le diverse specie e varietà di viole, il terreno e l’esposizione ideale per la loro coltivazione, oggi vedremo come metterle a dimora e di quali cure colturali necessitano.

La messa a dimora

Violette selvatiche coltivate

Il momento ideale per la messa a dimora delle violette selvatiche è l’autunno o la primavera. Preparate un substrato soffice, scavate una buca e inseritevi la pianta; quindi ricompattate la terra senza affondare troppo le radici nel terreno; per essere sicuri che le piantine attecchiscano mantenete il terreno costantemente umido. La distanza tra una pianta e l’altra deve essere di circa 25-30 centimetri. I primi mesi dopo la messa a dimora abbiate cura di estirpare le infestanti sul nascere.

Viole orticole

Le viole orticole vanno messe a dimora a settembre-ottobre; praticate sul terreno buche profonde almeno 15-20 centimetri a una distanza di 25-30 centimetri le une dalle altre; sistematevi le piante e aggiungete concime organico maturo.

Miltonia, varietà e cure

miltonia

La Miltonia è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidacee ed originaria delle zone tropicali dell’America del sud (in particolare del Brasile), spesso confusa con la Miltoniopsis, altrimenti detta Orchidea pansè.

E’ caratterizzata da uno stelo eretto o ricurvo e da foglie sottili, strette e lunghe dal colore verde brillante, mentre i fiori a stella possono assumere le colorazioni più disparate, dal bianco al rosa, dal giallo al marrone, dal rosso al porpora, tutti ugualmente spettacolari.

Si coltiva in serra o in appartamento specie nella stagione invernale, ma con l’arrivo del caldo può essere azzardata la coltivazione all’esterno delle mura domestiche con grande vantaggio per il panorama floreale mostrato dal giardino.

La divisione del rizoma

dividere i rizomi

Il rizoma è una modificazione del fusto di una pianta che appare ingrossato e sotterraneo, con una funzione di riserva, soprattutto di amido; le principali piante che possiedono il rizoma sono diverse specie di felci e di piante acquatiche.

In alcune piante, ovvero in quelle appartenenti all’ordine delle Angiosperme, di cui fanno parte molte piante da vaso, il rizoma serve anche per la moltiplicazione, essendo dotato, infatti, di gemme che permettono lo sviluppo di una nuova pianta. La tecnica colturale che permette la propagazione di una pianta tramite il rizoma, si chiama moltiplicazione per divisione del rizoma.

Viole, terreno ed esposizione

viole terreno ideale

Dopo avervi parlato delle diverse specie e varietà di viole, torniamo sull’argomento per illustrarvi le modalità di impianto e manutenzione più indicate per questi deliziosi fiori. Mentre oggi vedremo  il terreno e l’esposizione più idonei alla loro buona riuscita, domani vi daremo indicazioni su come metterle a dimora e sulle cure colturali di cui necessitano. In particolare faremo riferimento alla violette selvatiche coltivate e alle viole orticole.

Il terreno

Violette selvatiche coltivate

In linea di massima le violette selvatiche coltivate preferiscono terreni fertili, ben drenati e con un ph non superiore a 7; alcune specie però tollerano bene anche terreni leggermente calcarei, altre gradiscono terreni sabbiosi e altre ancora prediligono terreni torbosi non troppo drenati. Per non sbagliare potete coltivarle in una miscela composta da tre parti di terra da giardino, due parti di letame maturo, una parte di foglie di faggio sminuzzate e una parte di sabbia.

Piante aromatiche: la Rucola

rucola

Tra le erbe aromatiche più apprezzabili per il palato, merita particolare interesse la Rucola (Eruca sativa), sebbene non tutti amino il suo sapore forte e deciso. Si tratta di una pianta appartenene alla famiglia delle Crucifere (o Brassicacee) ed originaria di del bacino del Mediterraneo e dell’Asia, ma ormai coltivata ad ogni latitudine.

Può raggiungere il mezzo metro di altezza, con le sue foglie riunite in una rosetta basale ed i fusti sottili ed eretti. I fiori sono di colore bianco o giallo, hanno quattro petali e spuntano generalmente nella stagione estiva.

La Rucola (detta anche Ruchetta o Rughetta) cresce nei prati allo stato spontaneo, ma può anche essere coltivata in vaso, in serra o in piena terra ad uso esclusivamente alimentare, visto lo scarso interesse da punto di vista decorativo.

Hosta, varietà e cure

hosta

Il genere Hosta comprende una ventina di piante erbacee molto resistenti, originarie dell’Asia ed appartenenti alla famiglia delle Liliacee.

Sono piante caratterizzate da grandi foglie ovali, riunite in rosetta e colorate di verde chiaro, giallo o verde-azzurrognolo, spesso variegate e molto spettacolari dal punto di vista visivo. Nel periodo primaverile presentano una fioritura a forma di imbuto con colorazioni che vanno dal bianco al lilla al violetto.

Generalmente l’Hosta viene utilizzata nella decorazione di bordure ed aiuole o come tappezzante nei pressi di alti alberi, ma non è escluso che venga coltivata in vaso come pianta da appartamento.

Piante da appartamento: l’Asparagina

asparagina

L’Asparagus setaceus, meglio conosciuta come asparagina, è una pianta appartenente alla famiglia delle Liliacee originaria dell’Africa meridionale; di solito l’asparagina viene coltivata per la bellezza delle foglie, ma alcune specie sono ricercate anche per i germogli commestibili. Questa pianta è caratterizzata dal fogliame perenne e dall’aspetto leggero e delicato pur sviluppandosi a cespuglio; i fusti sono molto sottili, e in condizioni ottimali possono raggiungere anche i 3 metri di altezza.

L’asparagina è una pianta di facile coltivazione, che si sviluppa perfettamente anche in appartamento. Nel caso in cui si renda necessario il rinvaso, esso dovrà essere effettuato in primavera previa eliminazione dei fusti morti o appassiti; la luce deve essere sempre indiretta e filtrata. La temperatura ideale nella quale l’asparagina si sviluppa al meglio è di 15°C, e durante la stagione fredda non deve mai scendere al sotto dei 7°C.

Per quanto riguarda l’irrigazione, essa deve essere frequente in primavera e in estate, e se il caldo è particolarmente intenso deve essere annaffiata anche due volte al giorno, inoltre, le foglie vanno regolarmente vaporizzate d’acqua; in inverno le annaffiature devono essere ridotte.