Piante tappezzanti: l’Abelia

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Se avete l’esigenza di creare una siepe nel vostro giardino o se volete ricoprire una zona di prato di difficile coltivazione, può venire in vostro soccorso l’Abelia, una splendida pianta appartenente alla famiglia dele Caprifoliacee ed originaria di Messico, Cina e Giappone.

A seconda della specie, può avere portamento arbustivo o tappezzante, adattandosi quindi alle più svariate esigenze di coltivazione e rallegrando l’ambiente circostante con la bellezza della sua fioritura.

E’ caratterizzata da foglie ovali e dentellate, che nel periodo autunnale passano dal colore verde scuro al bronzo, donando uno spettacolare effetto cromatico alla pianta. I fiori sono a forma di trombetta, di colore bianco rosato e delicatamente profumati, il che contribuisce a regalare all’Abelia un aspetto ancor più affascinante. La fioritura fa la sua comparsa in primavera o in estate, a seconda della varietà, mantenendosi poi per lungo tempo.

Piante grasse: il genere Sedum

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Il genere Sedum comprende circa seicento specie di piante succulente sia annuali che perenni, rustiche e semirustiche, dalle foglie carnose, appartenenti alla famiglia delle Crassulaceae, e originarie dell’Europa e del Caucaso.

Le piante del genere Sedum si coltivano soprattutto per i fiori ornamentali e per la forma e il colore delle foglie, anche se le specie rustiche sono adatte anche per bordure e per i giardini rocciosi. I fiori delle piante appartenenti a questo genere sono stellati, riuniti in infiorescenze e dai colori che variano dal giallo al rosa e al bianco.

Pesticidi: come si applicano

insetticidi

Benché l’effetto di ogni singolo pesticida dipenda in larga misura dalla sua attività chimica, dal momento e dalle modalità di azione,

esso può essere anche influenzato dal modo in cui è applicato.

Spray. E un metodo rapido, particolar­mente conveniente per somministrare un insetticida a una pianta. Si tratta di bombo­lette sigillate contenenti un gas inerte in pressione nel quale è disperso il prodotto chimico da usare. Quando si apre la valvola il gas spruzza microscopiche goccioline che si diffondono su foglie, rami, fiori. Mentre il gas si disperde, l‘insetticida si deposita svolgendo la sua azione contro gli insetti.

Ricordate che è sempre più prudente appli­care un pesticida spray all’aperto e in assen­za di vento

Fiori in giardino, la Scilla

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Sotto il nome di Scilla, o falso giacinto, va un genere della famiglia delle Liliaceae che comprende alcune specie di bulbose originarie dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa. Dai bulbi crescono numerose foglie lunghe e strette, disposte a rosetta dalle quali, da maggio a luglio, si dipartono alcuni fusti alti 10-15 cm che producono piccoli grappoli di fiori a stella, di colore viola, azzurro, blu o bianco. Alcune specie presentano però piccoli fiorellini riuniti in lunghe pannocchie. Si tratta di bulbose che trovano largo impiego nella creazione di aiuole e bordure ma si prestano altrettanto bene alla coltivazione in giardini rocciosi.

Quanto alle cure colturali, le scilla amano posizioni soleggiate, ma crescono senza problemi anche in zone semiombreggiate; i bulbi si possono lasciare interrati durante il periodo invernale di riposo vegetativo poichè non temono il freddo e sottoterra si riproducono dando luogo a numerosi bulbilli da cui poi possono essere ottenuti nuovi esemplari. Riguardo le annaffiature i falsi giacinti vanno bagnati abbondantemente da marzo a agosto, soprattutto durante il periodo di fioritura, anche se tollerano abbastanza bene la siccità.

Alberi da frutto: il Pesco

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Il Pesco o Prunus persica è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee ed originario della Cina, sebbene abbia trovato maggiore diffusione in Persia, da dove ha anche tratto il nome.

E’ caratterizzato da foglie lunghe e lanceolate e da una fioritura rosa che fa la propria comparsa a fine inverno-inizio primavera, andando incontro molto spesso al danneggiamento per via delle gelate tardive.

Il frutto, particolarmente aprezzato dal punto di vista alimentare, ha la buccia vellutata o liscia color giallo-rossastro ed è caratterizzato da un polpa bianca, gialla o rossa (a seconda della varietà e dello stato di maturazione) che può essere più o meno aderente al nocciolo.

Pesticidi, gli specifici

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Oltre a quelli che abbiamo già visto nell’articolo “Pesticidi, capiamo i modi in cui agiscono” esistono altri tipi ancora di pesticidi:

Acaricidi: sono prodotti chimici speciali usati per eliminare tutti gli apparte­nenti alla famiglia dei ragni, che sono parti­colarmente pericolosi per le piante d’appar­tamento e soprattutto difficili da eliminare, come il ragnetto rosso. I più potenti acarici­di, utili anche contro bruchi e insetti mina­tori, sono limitati all’uso commerciale, ma alcuni di loro, che hanno anche proprietà insetticide, vengono usati per le piante d’appartamento.

Nematicidi: anche questi prodotti chimi­ci sono specialistici e sono stati indicati in particolare per eliminare i nematodi (vermi) come le anguillule. Le anguillule sono vermi microscopici che vivono nei tessuti malati delle piante; i nematicidi sono forte­mente tossici; pertanto, in genere,

questo prodotto non è disponibile per tutti, ma è riservato ai coltivatori professionali.

Malattie degli alberi da frutto: lo Sharka

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Lo Sharka, con conosciuto anche come Plum pox, è una patologia virale molto pericolosa per il genere Prunus, causata dal Plum Pox Virus, e da diversi tipi di virus che colpiscono sopratutto alberi da frutto come il pesco, l’albicocco e il susino, ma anche alcune specie ornamentali e selvatiche.

I principali vettori del virus sono gli afidi, ma si diffonde anche per il trasferimento su lunghe distanze di materiale infetto. Il Plum Pox Virus non è pericoloso per i consumatori, ma il suo attacco rende invendibili i frutti e causa la morte della pianta.

Pesticidi, capiamo i modi in cui agiscono

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I pesticidi sono dei composti complessi che possono essere ricavati da sostanze naturali come il piretro che viene estratto da una pianta e non è tossico né per l’uomo né per gli animali e i vegetali. Molto più numerosi sono quelli di sintesi, ossia ricavati da sostanze chimiche dopo molti anni di ricerca. L’effetto di ogni pesticida varia secondo il particolare insieme di componenti chimici da cui è costituito ed agisce in modo differente a seconda della maniera in cui l’insetto viene a contatto con il veleno.

Ma vediamo adesso come agiscono i pesticidi.

Pesticidi a contatto: essi agiscono solo quando il parassita li tocca e ciò significa che è assolutamente importante che tutte le parti infette della pianta vengano irrorate.

L’insetto può essere avvelenato sia dall’effetto diretto dell’agente chimico sul suo corpo oppure ingerendo o camminando sopra il tessuto avvelenato della pianta sul quale il prodotto chimico è stato applicato.

Molti di questi insetticidi sono addizionati con speciali sostanze fluide in grado di aumentare il potere della soluzione chimica di entrare nel tessuto della pianta. Alcuni insetticidi a contatto contengono anche fungicidi.

L’Orchidea Phalaenopsis

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L’Orchidea torna protagonista sulle pagine di PolliceGreen e stavolta a catturare la nostra attenzione è una delle più spettacolari in assoluto, vale a dire la Phalaenopsis, appartenente appunto alla famiglia delle Orchidacee ed originaria dell’Asia meridionale, in particolare di India e Malaysia.

E’ caratterizzata da foglie ovali piuttosto lunghe e larghe e da splendidi fiori appariscenti dalle colorazioni più disparate, che possono raggiungere i 10 centimetri di diametro, regalando alla pianta una bellezza che dura a lungo nel tempo.

Allo stato spontaneo non vive poggiandosi sul terreno, ma preferisce crescere sui rami degli alberi, lasciando le radici sospese in aria. Questo avviene perché l’Orchidea Phalaenopsis è un’epifita, una pianta cioè che usa gli altri alberi come sostegno, ma non per nutrirsi come fanno i muschi, ad esempio.

Pesticidi, impariamo a conoscerli

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L’argomento pesticidi è molto complesso e può ingannare anche il più esperto giardi­niere. Sono ormai passati i giorni in cui c’era un solo prodotto chimico, il DDT, che sembrava risolvere ogni problema. Oggi è disponibile un vero e proprio arsenale estremamente sofisticato per affrontare tut­te le possibili infestazioni dei parassiti ani­mali e vegetali che insidiano le piante non solo d’interesse agricolo ma anche coltivate in appartamento.

Il termine ‘pesticida’, in­fatti, designa tutta una serie di prodotti chimici che hanno usi specifici o generali. Tali prodotti comprendono la vasta catego­ria degli insetticidi e quei composti adatti a combattere ragni, vermi, pidocchi, chiocciole, funghi, che sono tra i nemici più frequenti per le piante da vaso.

Come molti prodotti chimici,

i pesticidi sono quasi tutti tossici, in particolare sono dannosi per l’uomo e gli animali e, se ado­perati in dosi errate, anche per le piante.

La tossicità non sempre è espressa dalla vele­nosità diretta del composto, dato che molti pesticidi, se hanno tendenza all’accumulo, possono risultare tossici anche per esposi­zione ripetuta a dosi subeffettive.

Giacinti, curiosità e leggende

giacinti curiosità

Molto noti ed apprezzati nel mondo antico, i giacinti furono quasi dimenticati nel mondo occidentale fino a quando, nel 1570, un ambasciatore austriaco, ne portò alcuni bulbi a Vienna; da qui la loro crescente diffusione che li condusse a divenire tra i fiori più apprezzati del tempo, soprattutto nei Paesi Bassi.

Secondo quanto narrato da Ovidio nel decimo libro delle “Metamorfosi” Giacinto era il figlio di Amicla e Diomede. Inseparabile amico di Apollo, morì proprio a causa di quest’ultimo durante una gara di lancio del disco; Zefiro infatti, geloso dell’amicizia fra Apollo e il giovinetto, deviò il lancio del dio il cui disco ferì a morte Giacinto. In preda alla disperazione, Apollo tentò di salvare in ogni modo l’amico ma a nulla valsero i suoi tentativi. Fu così che il dio decise di trasformare le spoglie del giovane in un fiore di colore rosso porpora proprio come il sangue da questi versato e di dargli, in suo onore, il nome di Giacinto.

Primula, varietà e cure

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La Primula è il fiore di stagione per eccellenza, il primo a rallegrare giardini ed aiuole dopo (a volte anche durante) i freddi rigori dell’inverno.

Le oltre 500 specie del genere Primula appartengono alla famiglia delle Primulacee e sono originarie delle zone montuose di Asia ed Europa, sebbene siano diffuse ormai in gran parte del globo, sia come piante da appartamento che come piante da esterno, a seconda della specie di appartenenza.

Sono caratterizzate da foglie radicali disposte per lo più a rosetta e da fioriture a ombrella o a spiga, che presentano le colorazioni più disparate, dal bianco al giallo, dal rosa al rosso, dal viola all’arancio.

Il luppolo, la pianta dai mille usi

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Il luppolo (Humulus lupulus) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, che può raggiungere anche i sette metri di altezza; le foglie di questa pianta sono cuoriformi e picciolate, con la parte superiore ruvida e quella inferiore resinosa. È una specie dioica e quindi i fiori sono presenti su individui separati; i fiori maschili sono riuniti in pannocchie, mentre quelli femminili presentano un cono membranoso; entrambi sono di colore verde e la fioritura avviene in estate.

Il luppolo ama gli ambienti freschi e terreni fertili, non a caso cresce spontaneamente vicino ai corsi d’acqua, lungo le siepe e ai margini dei boschi; viene usato soprattutto per la produzione della birra o, meglio, per conferire alla bevanda quel caratteristico sapore amaro; prima del luppolo venivano usate altre spezie, ma questa pianta è migliore perché funge anche da conservante naturale in quando possiede proprietà antibatteriche; inoltre, il luppolo aiuta anche nella tenuta della schiuma e a coagulare le proteine in sospensione nella birra rendendola più limpida.

Il luppolo, e in particolare le sue infiorescenze femminili, vengono usate anche in fitoterapia, in quanto possiede proprietà sedative ed è un ottimo equilibratore nervoso, infatti  è utile per combattere l’insonnia e gli stati di eccitabilità legati al nervosismo.

Philadelphus, il fiore degli angeli

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II nome scientifico di queste piante deriva dal greco philadelphon che significa letteral­mente « che sente l’amore fraterno ». La scelta di tale nome non è ben chiara e la unica possibile spiegazione potrebbe risie­dere nell’intenso profumo di queste piante, profumo che potrebbe simboleggiare, ap­punto, la profondità dell’affetto fraterno. I Philadelphus vengono chiamati anche « fio­re del Paradiso », « filadelfo » e « pianta de­gli zufoli » o « siringa ».

Dai rami di questi arbusti si ricavavano un tempo fi­schietti e zufoli dalla particolare sonorità.

II « fiore degli angeli » si presta alla forma­zione di dense e fitte siepi, alla creazione di macchie arbustive oppure serve come esemplare isolato. La molteplicità dell’impie­go viene sottolineata anche dalla possibilità di potare questi arbusti anche in modo dra­stico, mantenendoli in « forma » compatta; in tal modo, si ottengono siepi di eccezio­nale robustezza, praticamente impenetrabili.