Significato dei fiori: la bignonia

significato dei fiori bignonia campsisNel nostro appuntamento odierno con la rubrica inerente al significato dei fiori oggi affronteremo una fioritura molto graziosa ed elegante, spesso utilizzata per eventi e cerimonie ma poco conosciuta in linea generale dalla gente: la bignonia o campsis. La loro più grande particolarità è quella di sviluppare dei fiori a trombetta adattissimi a composizioni di ogni genere.

Attualmente questo fiore viene coltivato in due specie ben separate: una originaria dell’America settentrionale e l’altra proveniente dalla Cina. La prima, la Campsis radicans conosciuta con il nome di “gelsomino della Virginia” è essenzialmente una pianta di tipo rustico utilizzato negli Stati Uniti per decorazioni e bouquet specifici; la seconda, la Campsis grandiflora, è originaria come già sottolineato del Sol Levante e nonostante sviluppi una pianta meno “forte” della sua “sorella” americana, da vita a fiori più grandi ed eleganti. La fioritura è in entrambi i casi formata da fiori di colore tra il rosa e l’arancio e rosa salmone riuniti in una sorta di “pannocchie” poste all’estremità dei rami.

Si tratta di una pianta molto diffusa anche in Europa. Conosciuta dai greci, deve essere giunta nel nostro continente molto presto nella sua versione orientale rispetto a ciò che può suggerirci la storia commerciale delle popolazioni del mediterraneo. In Italia si trova con molta facilità nella zona appenninica, dove d’estate in alcuni luoghi viene addirittura considerata una pianta infestante nel corso dell’estate.

Sebbene molto bella anche nell’espressione europea, la grandiosità dello sviluppo nel luogo di origine viene difficilmente raggiunta nei nostri campi. Nel linguaggio dei fiori la bignonia è sinonimo di pace, fortuna e prosperità: motivazione per la quale i suoi fiori sono spesso parte integrante degli addobbi floreali delle chiese in occasione di matrimoni o simili ricorrenze.

Una leggenda greca vuole che le bignonie siano l’incarnazione terrena delle anime delle muse una volta decedute.

Photo Credit | Thinkstock

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