Tulipani, cure e coltivazione

Il tulipano, botanicamente noto come Tulipa, è una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliaceae di origine asiatica e mediterranea, ma ormai diffusa in tutto il mondo; nel nord Europa il tulipano fu introdotto nel 1500 e fin da subito ebbe una diffusione molto rapida, soprattutto in Olanda, tanto da diventare il Paese leader nella coltivazione di questa pianta bulbosa.

Con il passare del tempo la coltivazione dei tulipani ha fatto molti progressi, sviluppando centinaio di specie ibride e di cultivar: basti pensare che la classificazione moderna dei tulipani prevede quindici gruppi, dei quali sono uno è composto dalle specie botaniche, mentre gli altri sono tutti occupati dai vari ibridi divisi per colore dei fiori, per periodo di fioritura e per dimensioni.

Senza dubbio, l’enorme diffusione dei tulipani è da ricercare nella facilità di coltivazione, nel delicato profumo e nella bellezza dei fiori molto colorati che fioriscono in primavera, precisamente da marzo a maggio.

Il Lilium regale

Il Lilium regale è una magnifica bulbosa da giardino che può raggiungere e superare il metro di altezza. E’ caratterizzato da un portamento eretto o strisciante con fusti resistenti e foglie nastriformi di colore verde chiaro. I fiori sono a forma di ombrello, con petali bianchi e parte interna gialla, delicatamente profumati. Solitamente fioriscono durante la stagione estiva, ma in particolari condizioni climatiche possono regalare fioriture in ogni stagione dell’anno.

Come altre varietà di Lilium, il Lilium regale si può impiantare direttamente a dimora sia in primavera che nella stagione autunnale, interrando i bulbi ad una profondità di due centimetri, lasciando 10-15 centimetri tra un bulbo e l’altro. Non richiede cure particolari ed è capace di sopportare anche temperature molto rigide, adattandosi quindi alla coltivazione in piena terra anche nelle zone a clima freddo.

Fioriture primaverili: il Cipollaccio

Il Cipollaccio (Muscari armeniacum) è una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Lilacee ed originario dell’Asia e del bacino del Mediterraneo, sebbene la sua coltivazione sia ormai diffusa in tutte le zone temperate del Pianeta. E’ costituito da fusti lunghi una quindicina di centimetri e da foglie lunghe e carnose, che crescono in lunghi ciuffi. I fiori sono riuniti in pannocchie di colore blu o viola e fanno la propria comparsa nella stagione primaverile.

E’ una pianta che si può trovare facilmente allo stato spontaneo, ma può anche essere coltivata in ambito domestico, sia in piena terra – dove si comporterà come una tappezzante, occupando tutto lo spazio a propria disposizione – che in vaso. La coltivazione del Cipollaccio è abbastanza semplice, purché se ne rispettino le esigenze idriche, evitando di inzuppare il terreno in fase di irrigazione.

Piante bulbose: la Triteleia laxa

La Triteleia laxa è una magnifica pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliacee ed originaria dell’America del nord (in particolare della California e dell’Oregon). E’ caratterizzata da fusti sottili e da foglie lunghe e nastriformi di colore verde brillante. I fiori sono riuniti in ombrelle di colore viola o blu, più raramente bianco, e fanno la propria comparsa nella tarda primavera, per poi rallegrare la vista per tutto il corso dell’estate.

E’ una pianta che si presta sia alla coltivazione in vaso che all’allevamento in piena terra, dove tenderà ad assumere un aspetto tappezzante, ricoprendo in fretta tutto il terreno a disposizione. La Triteleia laxa è una pianta di facile coltivazione e si adatta perfettamente a tutte le temperature, sopportando sia il freddo intenso della stagione invernale che l’eccessiva calura dell’estate.

Bulbo

In botanica il bulbo è il germoglio sotterraneo di alcune piante, definite bulbose. Il bulbo può essere considerato una pianta in miniatura dotata di un fusto corto (denominato disco o girello), di radici e di una gemma circondata da foglie; queste ultime sono distinte in interne, i catafilli succosi che contengono le sostanze di riserva, ed esterne, secche e con funzione protettiva. Dalla gemma si sviluppano le foglie e gli assi fiorali della pianta vera e propria cui i catafilli assicurano il nutrimento necessario.

In base al loro aspetto, che muta nei diversi generi, distinguiamo:

bulbi tunicati (o vestiti) tipici di aglio e giacinto;

bulbi embricati, tipici del lilium;

bulbi solidi (denominati anche bulbo-tuberi) tipici di zafferano e gladioli.

Piante aromatiche: lo zafferano

Sicuramente tutti conoscerete lo zafferano, una deliziosa spezia usata in cucina per arricchire primi e secondi piatti, ma forse non tutti sapete da quale piante viene estratta; ebbene, la pianta dello zafferano è il Crocus sativus, una pianta erbacea bulbosa appartenente alla famiglia delle Iridaceae, originaria dell’Asia occidentale, ma diffusa spontaneamente nei Paesi del bacino orientale del Mediterraneo.

Il Crocus sativus è caratterizzato da lunghe foglie, raccolte in ciuffi, di colore verde scuro e dai fiori violacei che appaiono in autunno e dai quali vengono raccolti gli stimmi arancioni dai quali si ottiene, appunto, lo zafferano.

La raccolta degli stimmi avviene la mattina presto, rigorosamente a mano e, una volta colti, i fiori vengono liberati dalla spata bianca e gli stimmi vengono fatti essiccare su alcuni stracci di tela con braci di carbone. Per ottenere un chilo di zafferano sono necessari circa 120.000 fiori dai quali vanno prelevati gli stimmi e fatti essiccare, e questo spiega il prezzo molto elevato della spezia.

Bulbose da piantare a settembre: la Muscari Macrocarpum

In un capitolo precedente ci siamo occupati del genere Muscari, altamente decorativo ed adatto alla coltivazione in bordure, aiuole e giardini rocciosi. Oggi ci occuperemo di una particolare varietà di questo fiore, la Muscari macrocarpum, appartenente alla famiglia delle Liliacee ed originaria dell’Asia e dell’Europa centrale. Si tratta di una pianta caratterizzata da fusti molto corti (non superano i 20 centimetri di altezza), che portano foglie lunghe e nastriformi di colore verde chiaro.

I fiori sono riuniti in pannocchie dal colore giallo o lilla, a seconda della specie, e fanno la propria comparsa nel periodo primaverile, decorando il giardino con delle simpatiche macchie di colore. Se volete circondarvi della magia di questo fiore nella prossima primavera, è proprio questo (settembre-ottobre) il momento di interrare i bulbi, sia in piena terra che in vaso.

Le bulbose che si riproducono per squamatura

Settembre è il mese giusto per riprodurre alcune bulbose per squamatura. La squamatura è una tecnica di moltiplicazione che si effettua dissotterrando i bulbi e staccandone le squame.

Le squame devono essere dotate di una porzione basale, e quindi bisogna fare attenzione a scegliere quelle meno rovinate; una volta effettuata questa operazione, il bulbo può essere rimesso subito nel terreno. Generalmente, le bulbose che vengono riprodotte per squamatura sono la Fritillaria e il Giglio, ma questo metodo può essere usato anche per altre piante con i bulbi formati da squame.

Come dicevamo, le bulbose che più spesso vengono riprodotte con questa tecnica sono la Fritillaria e il Giglio; la Fritillaria deve essere messa a dimora in autunno, preferibilmente su un terreno drenato e arricchito da materia organica; i bulbi devono essere collocati ad una profondità di circa dodici centimetri. Anche il Giglio deve essere messo a dimora in autunno in un terreno drenato, meglio se esposto al pieno sole; i suoi bulbi devono essere interrati a circa due centimetri di profondità.

Bulbi autunnali: il genere Leucojum

Quando si parla di bulbi autunnali non si deve pensare a piante bulbose che fioriscono nei mesi autunnali, ma di bulbose che sbocciano in primavera, la cui messa a dimora deve avvenire in autunno in modo che a fine inverno la pianta sia pronta a produrre fiori.

Il momento ideale per mettere a dimora le bulbose va da metà settembre fino alla prima metà di novembre, anche se nelle regioni a clima mite questa operazione può essere fatta un po’ più tardi. Tuttavia, è bene sapere che le piante messe a dimora in autunno produrranno una fioritura più abbondante di quelle poste a dimora in inverno in quanto avranno avuto più tempo per sviluppare l’apparato radicale.

Tra le piante bulbose che vanno messe a dimora in autunno ci sono quelle del genere Leucojum, ovvero una decina di piante appartenenti alla famiglia delle Amaryllidaceae originarie del nord Africa, dell’Asia e dell’Europa.

Piante bulbose: l’Eucomis

L’Eucomis è una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliacee ed originaria dell’Africa del sud. E’ caratterizzata da lunghe foglie a forma di spada, lucide, appuntite e riunite in una folta rosetta basale. I fiori sono riuniti in pannocchie e presentanto un ciuffo di foglioline sulla sommità.

La fioritura si presenta nella stagione estiva, colorando di bianco, giallo, rosa o verde l’ambiente circostante e restando sulla pianta per diverso tempo. L’Eucomis solitamente si coltiva in vaso, ma non è detto che non possa essere allevato  in piena terra, dove formerà dei simpatici cespugli colorati e piumosi. A livello industriale, infine, questa pianta viene coltivata per la produzione di fiori recisi.

Fioriture estive: la Vallota

La Vallota è una pianta bulbosa sempreverde appartenente alla famiglia delle Amaryllidacee ed originaria dell’Africa. E’ caratterizzata da foglie lunghe e nastriformi di colore verde intenso e da fiori imbutiformi di colore rosso (alcune varietà presentano anche colorazioni bianco, arancio o rosa), che restano per diverse settimane a far bella mostra di sé sui lunghi steli.

La particolarità della pianta è data dalla splendida fioritura, ma spesso la Vallota viene coltivata anche per la bellezza del suo fogliame che persiste tutto l’anno, offrendo uno spettacolo di verde molto caratteristico. Si può coltivare anche in piena terra, ma di solito si preferisce l’allevamento in vaso, così da poterla spostare in casa nel periodo più freddo dell’anno.