orto in casa urban cultivator

Orto in casa? Possibile con Urban Cultivator

orto in casa urban cultivator

Oggi supereremo il concetto di “orto sul balcone” per condividere con voi una  idea ancor più creativa ma completamente realizzabile. Immaginate di voler poter contare su verdura fresca ed erbe aromatiche e non avere a disposizione nemmeno un balcone. O che lo stesso sia troppo piccolo per qualsiasi tipologia di intervento. Come fare? Girando in rete abbiamo scoperto Urban Cultivator: con lui l’orto lo coltivate direttamente in cucina.

Idroponica (coltivazione)

La coltivazione idroponica, detta anche idrocoltura, è una tecnica di coltivazione fuori suolo, in cui cioè non viene usata terra o altro materiale con caratteristiche simili. Il substrato infatti è costituito da materiale inerte, poroso, quale argilla espansa, perlite, vermiculite, zeolite, fibra di cocco, lana di roccia, che ha la funzione di proteggere le radici ma non quella di garantirne l’ancoraggio. La pianta viene quindi irrigata tramite immersione in una soluzione nutritiva fatta di acqua e composti inorganici che apportano gli elementi nutritivi normalmente assicurati dal terriccio.

Si tratta di un metodo di coltivazione particolarmente adatto alle piante da appartamento, soprattutto se dotate di radici robuste e caratterizzate da uno sviluppo rapido. Tra le piante grasse invece si presta alla coltivazione idroponica soprattutto l‘aloe mentre è meglio non adottare l’idrocoltura nel caso dei cactus. Adatte all’idrocoltura anche molte piante epifite tra cui le orchidee e le Bromeliaceae.

Idrocoltura, altre norme per non fallire

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Nei giorni scorsi abbiamo visto come attuare l’idrocoltura e le prime norme da seguire per praticarla con successo, oggi, come anticipatovi, vi illustrerò altre norme da seguire per non fallire nell’idrocoltura:

la sistemazione nel vaso: procurato il vaso adatto, si fanno passare le radici attraverso i fori del coperchio. È importante distribuire ordinatamente la massa radicale nei vari fori per facilitare l’equilìbrio della pianta. Per bilanciare la base dell’esemplare e fissarne definitivamente la posizione, si riempie la cavità del coperchio con sassi ed eventual­mente con un po’ di sfagno (uno speciale muschio che assorbe molta acqua e mantie­ne a lungo l’umidità). Se la pianta ha una struttura molto slanciata ed esile, o addirit­tura «rampicante», è bene affiancarla a un sostegno in plastica (i coperchi dei vasi hanno due fori particolari che servono ap­punto all’inserimento delle bacchette di so­stegno che devono poggiare sul fondo del recipiente);

Idrocoltura, le prime norme da seguire per praticarla con successo

idrocoltura

Tutte le specie da appartamento, in genere, si prestano alla coltura idroponica, comprese le «piante grasse» (anche se questo può sembrare un controsenso, poiché queste spe­cie desiderano poca acqua); coltivate in ac­qua, si «abituano» ad assorbire soltanto il liquido di cui hanno bisogno per vivere.

Tut­tavia, vi sono specie che offrono maggiori garanzie di successo: coleo, papiro, dieffenbachia, dracena, edera, felci, ficus, filoden­dro, peperomia, pilea, potos, sansevieria, singonio, spatifillo, tetrastigma, tradescanzia.

In genere, è consigliabile scegliere esemplari giovani per iniziare la coltura idroponica, perché è più facile che queste piante supe­rino, senza risentire danno, il necessario pe­riodo di adattamento.

Questa fase critica dura circa un mese, du­rante il quale si verifica la caduta delle nor­mali radici terrestri e la formazione di spe­ciali radici «acquatiche», bianche e carnose, che servono appunto al rapido assorbimento delle sostanze nutritive contenute nell’acqua del vaso.

Per praticare l’idrocoltura devono essere seguite con cura, se si vuole avere successo, delle norme che inizieremo a vedere in questo articolo e che continuerò ad illustrarvi negli articoli della prossima settimana.