Piante grasse, tutto ciò che c’è da sapere iniziando dal terreno più adatto

piante grasse

Cominciamo col dire che le piante comune­mente chiamate grasse in realtà non lo so­no affatto (esse contengono infatti la minor percentuale di grassi di tutte le specie che compongono il regno vegetale); più esatta­mente dovrebbero essere definite «succu­lente» a indicare la natura carnosa dei loro tessuti.

Questo gruppo di piante, che continueremo a chiamare «grasse» per comodità, com­prende numerose specie appartenenti a fa­miglie diverse, ma con una caratteristica in comune; sono tutte piante «xeròfite» ossia adatte a vivere in ambienti aridi e caldi, ric­chi di luce. La sopravvivenza di questi esem­plari è resa possibile dalia loro struttura «spugnosa» per mezzo della quale assorbono una grande quantità di acqua che rie­scono a conservare a lungo limitando la traspirazione. Infatti le foglie (scientificamente chiamate «cladodi» o «fillocladi»), cioè gli organi che permettono la traspirazione, nelle piante grasse hanno una superficie mol­to ridotta o, addirittura, sono trasformate in spine.

L’adatta composizione del terriccio è il pre­supposto indispensabile alla conservazione e allo sviluppo delle piante grasse; infatti, se esso comprende in dose esatta tutti gli ele­menti necessari, queste specie si sviluppano normalmente; inoltre, se la terra ha il giusto grado di permeabilità anche il dosaggio del­le annaffiature diviene meno problematico. In genere, per ottenere ottimi risultati, si consiglia di coltivare le piante grasse in un terreno composto di: 2/5 di terra d’erica stagionata e ben setac­ciata; 2/5 di sabbia di fiume accuratamente lavata; 1/5 di polvere di calcinaccio. Alla polvere di calcinaccio si può, eventual­mente, unire anche un po’ di polvere di carbone vegetale che serve ad evitare i fe­nomeni di fermentazione o il formarsi di muffe.

Sul fondo dei vasi o nelle buche di impianto è sempre bene porre uno strato di ghiaia mescolata a calcinacci, per favorire il de­flusso dell’acqua eccedente, che, se ristagnas­se, farebbe molto rapidamente marcire la pianta.

Nei climi molto caldi, (specialmente per le cactacee coltivate in piena terra), da giugno a settembre giova porre una pacciamatura di torba per rallentare il ritmo dell’evapora­zione e far sì che i tessuti delle piante man­tengano elasticità e turgore anche senza ri­cevere troppa acqua, cosa che in un primo tempo provoca sempre uno straordinario ri­goglio, ma in seguito può arrecare danni anche molto gravi.

1 commento su “Piante grasse, tutto ciò che c’è da sapere iniziando dal terreno più adatto”

  1. Gentili Signori,
    io ho problemi di passaggio. Vorrei eliminare la superficie terrosa, rimpire con della ghiaia e, per abbellire, spargere i semi delle varie piante grasse adatte per lo scopo.
    Se seminate, sono lente a crescere?
    Viviamo nell’Oltre Po Pavese. Il terreno è troppo argilloso (anche per quello vorrei diminuire la superficie con della chiaia, sassi e fiorini RESISTENTI e PERENNI (le p. grasse hanno queste caratteristiche?
    Grazie della vostra attenzione
    Amy

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