Piante carnivore, Heliamphora

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Heliamphora è un genere di pianta carnivora appartenente alla famiglia Sarraceniaceae originario di Brasile e Venezuela. Attualmente ne sono state scoperte e descritte circa sedici specie caratterizzate da foglie piuttosto singolari; queste infatti appaiono fuse e formano una sorta di anfora completamente piena di acqua, da cui la pianta prende il nome (dal greco helos, palude, e amphoreus, anfora). Le dimensioni delle foglie variano da pochi centimetri (è il caso delle specie di Heliamphora minor ed Heliamphora pulcher) al metro o poco più (Heliamphora ionasii).

Proprio le foglie vengono utilizzate dalla pianta per intrappolare e digerire gli insetti grazie alla presenza al loro interno di batteri simbionti. Infatti, a differenza delle altre piante insettivore finora descritte, le Heliamphora non producono enzimi digestivi, fatta eccezione per la specie denominata Heliamphora tatei. Inoltre al contrario di quanto accade nelle altre piante ad ascidio, le Heliamphora non sono dotate di opercoli che chiudono le trappole ma presentano all’apice della foglia delle strutture che secernono una sostanza dolciastra che attira le prede le quali, una volta cadute in trappola, vengono trascinate all’interno dell’ascidio dalla folta peluria che ne ricopre le pareti interne.

Iperico, per combattere la depressione

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Avete mai sentito parlare dell’erba di San Giovanni o dell’erba scacciadiavoli? Ebbene, queste due denominazioni fanno riferimento ad una bellissima pianta da giardino, molto utilizzata nell’arredamento di bordure ed aiuole ed utilissima dal punto di vista officinale.

Il suo nome botanico è Iperico (Hypericum), appartenente alla famiglia delle Hypericacee ed originario dell’Europa, dell’Asia e dell’America Settentrionale. Può raggiungere i 70 centimetri di altezza ed è caratterizzato da una bellissima fioritura gialla che rallegra l’ambiente circostante, grazie ai fiori con 5 petali e numerosi stami, circondati da un gran numero di foglie dalla forma oblunga e dal colore verde brillante.

Fiorisce da maggio a settembre, ma raggiunge il massimo della bellezza il 24 giugno ed è per questo che viene associato alla ricorrenza di San Giovanni. Generalmente cresce allo stato spontaneo, specie nelle zone soleggiate e secche, ma può essere coltivato anche in giardino, purché se ne rispettino le necessità. Come fare?

Il Carrubo

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Il carrubo è un albero originario del bacino meridionale del Mediterraneo, presente in Italia nelle isole maggiori e sul promontorio dell’Argentario; il suo nome botanico è Ceratonia siliqua. Questa pianta può raggiungere un’altezza di 10 metri, è molto longeva, basti pensare che può arrivare a 500 anni, ed è caratterizzata da un tronco robusto dalla corteccia liscia, dai fiori piccoli e riuniti in grappoli dal colore verde o rossastro, e dai frutti che si chiamano carrube.

La carruba possiede un sapore dolciastro che ricorda quello del cioccolato; questo frutto richiede una lunga masticazione, ma bisogna stare attenti ai semi che, essendo molto duri, possono danneggiare i denti. Le carrube possono essere conservate per diverse settimane all’interno di sacchetti di plastica chiusi sistemati in luoghi freschi e asciutti.

Cephalotus follicularis

Cephalotus_follicularis

Il Cephalotus follicularis è una pianta carnivora; unico rappresentate della  famiglia delle Cephalotaceae cresce spontaneo solo nel sud-ovest dell’Australia. Presenta foglie laminari carnose, di colore verde, talvolta con sfumature rosso/violacee; le sue vistose trappole sono ascidi bombati percorsi in senso longitudinale da due costole pelose e sormontati da un coperchio la cui colorazione varia in base all’esposizione della pianta al sole e va dal verde brillante al rosso acceso.

La pianta si sviluppa in larghezza (non supera quasi mai i 5 centimetri di altezza) e appare come una sorta di cuscino fatto di foglie e ascidi profumati; dopo il periodo di riposo invernale la pianta si risveglia all’inizio di Marzo, mentre per la formazione di nuovi ascidi bisogna aspettare il mese di Aprile, quindi cresce e si sviluppa fino all’inizio dell’autunno. Nei mesi di Luglio-Agosto faranno invece la propria comparsa i fiori.

Asfodelo, ideale per bordure ed aiuole

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Gli appassionati di giardinaggio si sorprenderanno nel trovare l’Asfodelo nella lista delle piante da coltivare in giardino, visto che in genere lo si incontra unicamente nei prati assolati o nelle zone aride e degradate delle macchie, dove la vegetazione tende a scarseggiare.

E invece questo tipo di pianta può rappresentare un’ottima soluzione per l’ornamento di bordure ed aiuole, risultando anche abbastanza semplice da coltivare.

Stiamo parlando di una specie erbacea che può raggiungere il metro di altezza con il suo fusto eretto e privo di foglie. Queste ultime partono invece dalla radice e con la loro forma nastriforme si collocano a “rosetta” nella parte inferiore della pianta. I fiori sono numerosi e riuniti in spighe dal colore bianco con una striscia scura nel mezzo. I frutti invece sono delle capsule che, aprendosi, lasciano cadere numerosi semi.

Piante da appartamento: le Codonanthe

Codonanthe

Il genere Codonanthe comprende una decina di piante sempreverdi appartenenti alla famiglia delle Gesneriaceae, originarie dell’America centro-meridionale. Queste piante sono caratterizzate dai fusti sottili e poco ramificati, lunghi circa 40 o 50 centimetri, le foglie sono ovali di colore verde scuro e lievemente carnose; durante tutto l’anno producono dei piccoli fiori dalla forma di una trombetta allungata di colore bianco o crema che vengono seguite da bacche dalla forma di una piccola oliva di colore rosso o arancio quando raggiungono la maturazione.

Le Codonanthe sono perfette come piante da appartamento soprattutto se vengono sistemate nei cesti appesi, perché i fusti ricadono in maniera elegante. Tra le varietà più diffuse ci sono la Codonanthe carnosa e la Codonanthe crassifolia, che presenta i fusti sfumati di colore rosso che diventano legnosi.

Drosophyllum lusitanicum

Drosophyllum

Drosophyllum è un genere di piante carnivore appartenente, come la Dionea, alla famiglia delle Droseraceae; il genere conta una sola specie vivente, la Drosophyllum lusitanicum, presente in alcune regioni del Portogallo, Spagna e Marocco. Questa pianta presenta foglie lunghe 20-40 cm che si dipartono da una rosetta centrale; analogamente alle piante insettivore del genere Pinguicula, anche le foglie di Drosophyllum lusitanicum sono dotate in superficie di ghiandole che secernono una sostanza appiccicosa raccolta in gocce piuttosto evidenti e utile alla cattura delle prede, mentre, a differenza delle specie di Drosera, queste non sono dotate di un movimento attivo per intrappolare i malcapitati insetti.

Le Drosophyllum producono dei piccoli fiori (5-7 per stelo) che sbocciano per due-tre volte durante il  periodo vegetativo e seccano dopo non più di un giorno; questi producono delle capsule che contengono ciascuna dai 5 ai 15 semi che possono essere piantati singolarmente per ottenere la moltiplicazione della pianta.

Piante grasse: la Stapelia

stapelia

Nessuna delle piante grasse finora presentate su PolliceGreen riesce ad eguagliare la bellezza estetica della Stapelia, con la sua particolarissima fioritura dagli splendidi colori. Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Asclepidacee ed originaria dell’Africa Meridionale, che trova la collocazione ideale anche nei luoghi riparati delle nostre latitudini.

Presenta un fusto carnoso a quattro coste, che può crescere sia in posizione eretta che strisciante. Generalmente la pianta è di colore verde, ma in particolari condizioni ambientali può assumere sfumature rossicce. I fiori invece assumono diverse colorazioni, a seconda della varietà, pur mantenendo una base di rosso scuro.

La forma dei fiori ricorda quella di una stella. con le punte leggermente curvate, regalando uno spettacolo di rara bellezza. Non molto gradevole è invece l’odore, ma tale caratteristica ha una sua utilità, poiché serve ad attirare alcuni insetti responsabili dell’impollinazione.

Pinguicula, ovvero l’erba unta

Pinguicula

La Pinguicula, nota anche con il nome comune di erba unta, è un genere di piante carnivore appartenente alla famiglia delle Lentibulariaceae; se ne contano 80 specie diffuse in Europa, Nord America, Asia settentrionale, America centrale e meridionale, la maggior parte delle quali sono perenni. Queste piante sono dotate di foglie di un bel colore verde brillante disposte a rosetta e ricoperte da una peluria appiccicosa utile per attirare, catturare e digerire non solo zanzare e moscerini, ma anche insetti di grandi dimensioni. A differenza di altre insettivore, come la Dionea, le Pinguicole hanno un aspetto del tutto innocuo e appaiono simili a comuni piante grasse.

In base alla zona climatica di origine le pinguicule possono essere suddivise in due gruppi:

Pinguicole tropicali

Alcune Pinguicole tropicali formano durante l’inverno rosette compatte, succulente e non-carnivore, mentre altre mantengono intatte le foglie carnivore per tutto l’anno.

Pinguicole temperate

Le Pinguicole temperate crescono spontaneamente anche nelle nostre Alpi (P. vulgaris e P. alpina); con l’arrivo dell’inverno le loro foglie si chiudono fino a formare delle piccole palline, dette ibernacoli, che servono a proteggere la pianta dal freddo fino all’arrivo della primavera quando alla schiusa delle foglie segue un’abbondante produzione di fiori.

Zamioculcas zamiifolia

Zamioculcas zamiifolia

La Zamioculcas zamiifolia è una pianta sempreverde succulenta nativa della Tanzania dalla crescita piuttosto lenta ma dalle dimensioni piuttosto imponenti, ideale per chi ha spazio in casa e poco tempo da dedicare alla cura delle piante. La Zamioculcas è costituita da grossi fusti carnosi nei quali crescono foglie cuoiose dall’aspetto lucido, e, se è coltivata bene, durante l’anno produce delle inflorescenze giallo-marrone. La Zamioculcas è la perfetta pianta da appartamento perché è molto resistente e si adatta a qualsiasi coltivazione.

La Zamioculcas ama le posizioni luminose ma lontane dai raggi del sole e d’inverno va ricoverata all’interno in modo da riparla da freddo e posizionarla vicino alla finestra; questa pianta va annaffiata ogni 7 o 10 giorni, facendo attenzione a non provocare ristagni idrici, e da marzo a ottobre le va fornito del concime per piante succulente sciolto nell’acqua di annaffiatura ogni 15 giorni.

Jacobinia, un’esplosione di colore

Jacobinia

Tra le piante più belle ed affascinanti da coltivare tra le pareti domestiche, merita particolare attenzione la Jacobinia, appartenente alla famiglia delle Acantacee ed originaria dell’America centrale e meridionale (il nome deriverebbe proprio da un città del Sudamerica).

E’ una pianta suffruticolsa con foglie opposte dal colore verde lucido e fiori riuniti in spighe o pannocchie, che possono assumere colorazioni diverse a seconda della specie (rosso, rosa o giallo).

Generalmente si coltiva in serra o in casa, ma alcune specie possono resistere anche ad un clima meno mite ed essere collocate in piena terra. In estate, poi, anche la Jacobinia da appartamento può essere spostata all’esterno, in modo che goda pienamente della luce e dell’aria.

Drosera capensis

drosera capensis

La Drosera capensis è una specie di pianta carnivora appartenente, come la Dionea, al genere Drosera; originaria del sud Africa, è una pianta robusta che raggiunge un’altezza di circa 30 centimetri. Possiede foglie lunghe e sottili che crescono a rosetta  e presentano nella parte terminale piccoli tentacoli appiccicosi di colore rosso; è proprio il colore dei tentacoli ad attrarre la preda che, una volta caduta in trappola, viene avvolta lentamente dalla foglia e digerita. Tuttavia, la foglia si srotlola in seguito al processo digestivo solo se la vittima è di piccole dimensioni, diversamente si seccherà  per essere sostituita da nuove foglie.

Si tratta di una pianta molto facile da coltivare in quanto, come molte altre carnivore, la drosera capensis necessita semplicemente di pochi centimetri di acqua piovana o distillata nel sottovaso e di un’esposizione soleggiata. Unico accorgimento necessario, oltre all’evitare accuratamente l’acqua del rubinetto, è il riposo invernale: la pianta può essere posta al riparo in un ambiente a temperatura compresa tra 5 e 10°C oppure tenuta all’aperto tutto l’inverno mantenendo umido il terreno.

Arnica montana contro le contusioni

Arnica Montana

L’arnica montana è un’erba medicinale perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae, alta dai 20 a i 60 centimetri, caratterizzata dai grandi fiori gialli dall’odore aromatico, che sono la parte più usata in fitoterapia. L’arnica montana è nota alle popolazioni europee e ai nativi americani da secoli, anche se è stata descritta per la prima volta nel XVI secolo dal naturalista Tabernae Montanus, che le diede il nome attuale.

L’arnica montana è diffusa nella parte europea che va dalla Penisola iberica alla Scandinavia passando per i Carpazi, mentre è assente in Gran Bretagna e piuttosto rara in Italia; cresce soprattutto nei terreni poveri e dai substrati aridi, comunque sempre nelle zone montane e, infatti, è assente nelle pianure. A causa delle coltivazioni intensive questa pianta sta diventando sempre più rara e infatti appartiene alla flora protetta.

Piante tappezzanti: l’Artiglio del diavolo

artiglio del diavolo

Il nome sembrerebbe fuori luogo per un sito di giardinaggio, ma c’è una ragione ben precisa dietro il curioso appellativo dell’Harpagophytum procumbens, comunemente conosciuto come Artiglio del diavolo.

Secondo alcune fonti, tale denominazione deriverebbe dalla capacità delle radici (fatte ad uncino) di pungere le zampe degli animali che vi si avvicinano, provocando poi un dolore tale da farli saltare come indemoniati. Secondo un’altra tesi, invece, gli animali resterebbero impigliati e, non riuscendo a liberarsi, sarebbero condannati a morire di fame.

Qualunque sia la sorte delle povere bestie, comunque, è chiaro che ci troviamo di fronte ad una pianta che produce radici molto pericolose, capaci di intrappolare e colpire con delle punture micidiali. Tuttavia, non bisogna lasciarsi spaventare dalla pericolosità della pianta ed è opportuno invece considerarne l’aspetto ornamentale ed officinale.