Piante da appartamento: il Singonio

Il Singonio è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Araceae, originaria delle foreste dell’America centrale e meridionale; il singonio è una pianta molto longeva, facile da coltivare e, tra i suoi pregi, annovera anche il fatto di essere efficace nel rimuovere dall’ambiente domestico alcune sostanze nocive, come ad esempio, quelle provenienti dalla carta da parati o dalla vernice dei mobili.

Il singonio possiede un portamento cespuglioso, che da adulto diventa rampicante, fino a raggiungere anche i 180 centimetri di altezza; oltre al portamento, con l’avanzare dell’età. l’esemplare cambia anche la forma delle foglie: da quella a punta di freccia delle piante giovani, alle foglie più grandi e con più lobi di quelle adulte; in genere, il colore delle foglie è verde con striature bianche e grigie.

Nei luoghi d’origine, il singonio fiorisce in tarda primavera, mentre in appartamento non succede quasi mai. Generalmente, le piante di singonio vengono coltivate all’interno di vasi sospesi o in vaso con il tutore, attorno al quale possono attorcigliarsi liberamente.

Come riutilizzare il terriccio delle piante annuali

A fine stagione, quando le piante annuali hanno finito il loro ciclo, non bisogna lasciare sul balcone o sul davanzale i vasi con il terriccio ormai vecchio e i resti secchi delle piante; la prima cosa da fare è eliminare tutta la vegetazione tagliandola alla base, per poi svuotare il vaso dalle zolle, rovesciandole su un telo di plastica, e poi pulire l’interno del contenitore da tutti i detriti.

Non è necessario, però, buttare il terreno che riempiva il vaso, soprattutto se la pianta non era affetta né da malattie né erano presenti dei parassiti; vediamo, quindi, come riutilizzare il terriccio delle piante annuali.

La rosa bonica

La rosa bonica è un ibrido della rosa Tea, e pur essendo introdotta solo nel 1985 ed una delle rose moderne più vendute; il suo successo si deve alla delicatezza del colore dei suoi fiori e la sua rusticità che le permette di resistere anche a temperature molto basse.

La rosa bonica possiede un portamento cespuglioso, adatto per sviluppare siepi di media altezza, nelle quali forma delle splendide macchie di colore, grazie ai corimbi che portano dai cinque ai quindici fiori che fioriscono da maggio a dicembre; i fiori della rosa bonica non sono profumati e possiedono una larghezza di diametro costante, ovvero 6 centimetri circa; la tonalità del rosa dei fiori è chiamata “neyron chiaro”.

Le foglie della rosa bonica sono si colore verde scuro, in netto contrasto la tonalità chiara e luminosa dei fiori. Questa rosa produce anche piccole bacche rosse molto decorative, che appaiono in inverno. Per garantirsi un’abbondante produzione di fiori, dopo la prima fioritura, tagliate le bacche e concimate con azoto.

Piante da appartamento: il Corinocarpo

Il Corinocarpo, il cui nome botanico è Corynocarpus laevigata, è una pianta da appartamento sempreverde appartenente alla famiglia delle Corynocarpaceae, originaria della Nuova Zelanda. In natura, il Corinocarpo assume le dimensioni di un piccolo albero, con un’altezza di 7-8 metri, mentre se viene coltivato in vaso, si mantiene entro i 200 centimetri.

Questa pianta si caratterizza per il fusto molto ramificato, la chioma di forma piramidale e le foglie di colore verde scuro, dalla consistenza cuoiosa e dalla lunghezza di circa 20 centimetri; la varietà di Corinocarpo “variegata” presenta foglie lucide di colore verde variegato con il bianco crema.

In natura il Corinocarpo produce dei piccoli fiori gialli seguiti da frutti di colore arancioni, che però raramente appaiono negli esemplari coltivati in appartamento.

L’orchidea Aerangis

Del genere Aerangis, o Erangis, fanno parte circa sessanta orchidee epifite originarie dell’Africa e dell’Asia, caratterizzate dai fusti carnosi, dalle foglie spesse di colore verde scuro, sulle quali appaiono dei puntini grigi, e dai fiori tondeggianti.

I fiori delle orchidee Aerangis appaiono in primavera o in autunno, e sono di forma tondeggiante, molto profumati e di colore bianco, crema o rosa chiaro. Le orchidee del genere Aerangis sono di dimensioni contenute e per questo possono essere coltivate su corteccia.

Piante medicinali: la Valeriana

La Valeriana officinalis è un arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Valerianacee, originario delle zone boscose dell’Europa e anche del nord America. Il nome di questa pianta deriva dal latino “valere”, che significa “rigoroso, sano”; la valeriana possiede uno sviluppo cespuglioso e può raggiungere anche i due metri di altezza per 80 centimetri di diametro.

Fisicamente si caratterizza per le foglie di colore verde brillante dalla forma lanceolata e dai piccoli fiori rosa o bianchi che spuntano in estate. La valeriana cresce spontaneamente nelle regioni a clima temperato, tuttavia può essere coltivata anche in giardino, in quanto si sviluppa senza bisogno di cure eccessive: si adatta a tutti i tipi di terreno, anche se preferisce quelli pesanti e neutri, cresce bene sia se rimane esposta al sole che in mezz’ombra, ama i climi temperati, ma resiste anche alle basse temperature. La riproduzione della valeriana avviene in primavera o in autunno per divisione della pianta, oppure in primavera per semina.

La valeriana è nota per le sue proprietà calmanti, tanto che le sue virtù vengono riconosciute anche dall’Agenzia italiana del farmaco, la quale classifica i medicinali a base di valeriana come sedativi che operano sul sistema nervoso centrale.

Parassiti delle piante: l’oziorrinco

Tra gli insetti che colpiscono più frequentemente le piante ornamentali c’è l’oziorrinco, un parassita appartenente alla famiglia dei Coleotteri Curculionidi in grado di provocare sulle foglie delle giovani piante delle erosioni a forma di mezzaluna.

L’oziorrinco colpisce sia le piante ornamentali che quelle da frutto, e la sua azione erosiva, oltre ad essere antiestetica, è molto pericolosa per i giovani alberi in quanto ne limita la capacità di fotosintesi, rallentandone la crescita. L’oziorrinco fa la sua comparsa nel mese di maggio e prosegue la sua azione fino a giugno, per poi fermarsi in estate e riprendere ancora più voracemente in autunno.

Gli esemplari adulti di oziorrinco agiscono di sera, risalgono lungo il tronco fino ad arrivare alle giovani foglie ed iniziare a mangiarle, poi all’alba scendono dalle piante e ritornano nei loro rifugi nel terreno. Se gli adulti di oziorrinco sono pericolosi, anche le larve sono dannose perché si nutrono di radici, risultando, pertanto, nocive sia per gli ortaggi e gli alberi da frutto, sia per le piante ornamentali.

Fioriture autunnali: la Fitolacca

Al genere Phytolacca appartengono diverse piante erbacee perenni appartenenti alla famiglia delle Phytolaccaceae, originarie dell’Africa, dell’America e dell’Asia. Le piante del genere Phytolacca, o Fitolacca, sono caratterizzate da fusti eretti ed arcuati dal color porpora, che formano dei cespugli ramificati sui quali spuntano, dall’estate fino all’autunno, dei fiorellini bianchi a stelle riuniti in pannocchie. Quando si avvicina la fine della fioritura, sulle pannocchie compaiono delle piccole bacche che, una volta matura diventano violacee o nere.

Nonostante queste bacche siano molto simili agli acini dell’uva, ricordate che tutte le parti della pianta sono velenose; la tossicità della Fitolacca è conosciuta da molto tempo, tuttavia, alcune parti di essa, vengono utilizzate in omeopatia, ovviamente con le dovute precauzioni. Alla Fitolacca vengono attribuiti effetti purganti e depurativi, inoltre, le bacche e le radici possiedono proprietà immunostimolanti e antinfiammatorie. Più comunemente la Fitolacca viene usata per fare i gargarismi contro tonsillite angina.

Prima della scheda con le caratteristiche colturali, eccovi una curiosità sulle origini del nome di questa pianta: Phytolacca deriva dal greco “phyton” che vuol dire “pianta” e dalla radice araba “lakk” che significa “lacca”, con riferimento al succo viola che emettono le bacche se vengono spremute.

Dove coltivare gli anemoni giapponesi

Dopo avervi illustrato le caratteristiche colturali e le varietà, specie e ibridi degli anemoni giapponesi, vediamo come possono essere utilizzati in giardino. Innanzi tutto, per avere un bell’effetto anche quando ormai le altre piante non sono più fiorite, si può provare ad accostare diverse varietà di anemoni giapponesi oppure un folto gruppo della stessa varietà

Nelle bordure

Gli anemoni giapponesi possono essere usati in ogni tipo di bordura come elemento di fondo oppure di secondo piano, per dare un tocco di colore all’insieme, soprattutto se le specie già presenti sono solo verdi e non presentano più fiori

Come abbinamento

Gli anemoni giapponesi si prestano bene in abbinamento con le hosta che in autunno non hanno più fiori, oppure con le Compositae autunnali, o ancora davanti alle ortensie, o al piede delle rose. Altri abbinamenti efficaci sono fra le peonie arbustive oppure come contrasto alla phytolacca dai grappoli viola.

Anemoni giapponesi: ibridi, specie e varietà

Qualche tempo fa vi avevamo presentato gli anemoni giapponesi, delle piante erbacee perenni dalla fioritura autunnale, perfetti quindi per rallegrare il vostro giardino in questo periodo. Dato che gli anemoni giapponesi possono essere riprodotti anche in questo periodo, oltre che in primavera, vi presentiamo una piccola rassegna delle varietà e degli ibridi più noti e apprezzati. Prima dell’elenco, una curiosità: nonostante vengano chiamati “giapponesi”, questi anemoni sono originari della Cina, e solo erroneamente vengono attribuiti al Giappone.

Specie e ibridi

Anemone hupehensis. È una pianta erbacea di altezza compresa tra gli 80 e i 120 centimetri che in estate sviluppa dei fusti molto ramificati sui quali sbocciano dei fiori di colore bianco con sfumature rosa o color malva; i petali sono molto arrotondanti e costituiscono la peculiarità di questo tipo di anemone giapponese.

Anemone japonica. Il suo nome corretto sarebbe Anemone Hupehensis varietà japonica, e secondo le fonti, si sarebbe formata per mutazione naturale; si distingue dalla specie tipo per la forma dei tepali e per il colore, che è rosa intenso con sfumature violacee.