Rosa canina, cure e coltivazione

La Rosa canina è senza dubbio la specie di rosa selvatica più diffusa in Italia, e cresce allo stato spontaneo nei boschi e nelle siepi; la Rosa canina, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, è diffusa in molte aeree a clima temperato dell’Europa, oltre ad essere stata introdotta anche in America, in Australia e in Nuova Zelanda.

L’appellativo di “canina” riferito a questa rosa selvatica si deve a Plinio il Vecchio, che riferisce come un soldato romano sia stato guarito dalla rabbia grazie ad un decotto di radici di questa rosa. Oltre a Rosa canina, i nomi con i quali viene indicata questa rosa sono “Rosa selvatica”, “Rosa di macchia” e “Rosa di bosco”.

Dal punto di vista botanico la Rosa canina si presenta come un arbusto spinoso alto circa 100 o 200 centimetri e caratterizzato da fusti legnosi dotati di spine, da fiori rosati dai grandi petali, che compaiono in tarda primavera e, soprattutto, dai frutti carnosi dai colori molto vivaci che maturano in tardo autunno.

Piante ornamentali: l’Amorpha fruticosa

L’Amorpha fruticosa – conosciuta anche come Falso indaco – è una magnifica pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Fabacee ed originaria dell’America del Nord, anche se la sua diffusione si è ormai allargata a tutte le zone temperate del Pianeta. E’ costituita da un fusto molto ramificato, che può raggiungere anche i tre metri di altezza, ammesso che la pianta venga coltivata in piena terra. Le foglie sono costituite da decine di foglioline ovali, colore verde brillante. I fiori sono riuniti in spighe di colore rosso scuro e fanno la propria comparsa alla fine della primavera, per poi rallegrare l’ambiente circostante per tutta l’estate.

Il Falso indaco regala il meglio della sua bellezza nella coltivazione in piena terra, ma lo si può allevare anche in vaso, dove però raggiungerà dimensioni più contenute. Non è difficile da coltivare e richiede davvero pochi accorgimenti per crescere forte e vigoroso.

Alberi monumentali: l’Ippocastano

L’Aesculus, meglio conosciuto come Ippocastano, è un albero imponente molto diffuso alle nostre latitudini. Appartiene alla famiglia delle Hippocastanacee ed è originario del continente asiatico, sebbene la sua coltivazione si sia ormai allargata a tutte le zone temperate del Pianeta. E’ una pianta costituita da un fusto che può raggiungere i 40 metri di altezza e da una chioma molto ampia.

Le foglie sono cuneiformi, a margine dentato, di colore verde brillante ed attraversate da nervature piuttosto evidenti. I fiori sono riuniti in pannocchie di colore bianco e fanno la propria comparsa in maggio-giugno, lasciando poi il posto ai frutti, costituiti da ricci meno pungenti rispetto a quelli del castagno, di colore verde e contenenti delle castagne non commestibili. L’Ippocastano si coltiva come albero singolo nei giardini privati o per decorare parchi e viali pubblici, dove crea immense zone d’ombra.

Piante sempreverdi: la Tuia

La Thuja (o Tuia) è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Cupressacee ed originaria dell'Europa, dell'America del Nord e del continente asiatico, molto diffusa alle nostre latitudini per l'eleganza del suo portamento. E' caratterizzata da un fusto che può raggiungere anche i 15 metri di altezza, sebbene alcune specie siano non superino il mezzo metro, adattandosi perfettamente alla coltivazione in vaso. Le fogliehow to get your ex back

> sono di piccole dimensioni, fitte e di colore verde scuro, spesso confuse con quelle del cipresso. Nella stagione invernale, alcune specie si colorano di giallo, regalando una spettacolo di rara bellezza per la vista.

Vista la maestosità e l'imponenza della specie, generalmente la si coltiva come albero singolo nei giardini o nei parchi, ma la Tuia si adatta anche alla coltivazione come pianta da siepe o quantomeno come barriera impenetrabile per difendere l'intimità del proprio giardino. Una volta collocata nella posizione ideale, la Tuia non richiede grandi interventi ed è abbastanza semplice da coltivare anche per mani poco esperte di giardinaggio.

Piante da siepe: il Pittosporum tobira

Se avete la necessità di formare una siepe nel vostro giardino, puntate sulla coltivazione del Pittosporum tobira, una pianta appartenente alla famiglia delle Pittosporacee ed originaria del continente asiatico, in particolare della Cina e del Giappone. Si tratta di una pianta arbustiva o arborea, che presenta how to get your ex boyfriend backp://www.pollicegreen.com/foglie/4416/”>foglie obovate di colore verde scuro (arancio nella stagione invernale) e fiori riuniti in mazzetti, di colore bianco-crema, che rallegrano primavera e l'estate con il loro intenso profumo.

Lo si può coltivare anche come albero singolo, considerando che raggiunge altezze prossime ai cinque metri, oppure in vaso, dove però si manterrà in dimensioni più contenute. Resiste alle basse temperature e può dunque essere coltivato anche nelle regioni a clima freddo, pur con i dovuti accorgimenti, nel caso in cui la pianta sia particolarmente giovane. Per il resto, il Pittosporum robira non è difficile da coltivare, come dimostra la scheda che segue.

Digitalis, coltivazione e cure

Al genere Digitalis appartengono una trentina di piante erbacee o perenni appartenenti alla famiglia delle Scophulariacee ed originarie dell'Europa, dell'Asia e dell'America del nord. E' una pianta molto appariscente, formata da foglie allungate di colore verde scuro, tra le quali spuntano lunghi how to lose weightcom/fusto/4307/”>fusti che portano fiori dalla forma tubulare, simili ad un ditale, di colore bianco, rosa rosso o lilla. Si può coltivare in vaso, ma vista la resistenza alle temperature fredde, se ne consiglia l'allevamento in piena terra, dove regalerà magnifiche macchie di colore.

In medicina il Digitalis è utilizzato nella preparazione di farmaci per la cura delle malattie cardiache. E' sconsigliato, comunque, utilizzare parti di questa pianta nella medicina fai-da-te, onde evitare che la preparazione errata delle soluzioni possa produrre effetti nocivi per la salute umana.

Piante da giardino: l’Erba cornetta

L’Erba cornetta (Coronilla valentina) è una magnifica pianta arbustiva che cresce spontaneamente nei boschi dell’area mediterranea. Appartiene alla famiglia delle Fabacee ed è caratterizzata da fusti che possono raggiungere il metro e mezzo di altezza e da foglie di colore verde-azzurrognolo, cuoriformi ed allungate. I fiori hanno una forma molto particolare, somiglianti a dei piccoli corni di colore giallo, e fanno la propria comparsa alla fine della primavera o all’inizio dell’estate, liberando nell’ambiente circostante un delicato aroma.

Come detto, cresce per lo più allo stato spontaneo, ma la si può anche coltivare in ambito domestico, sia in piena terra, laddove le temperature invernali non scendano troppo al di sotto dello zero, che in vaso, dove non raggiungerà dimensioni considerevoli. La cura dell’Erba cornetta non richiede interventi particolari, purché si rispettino le sue esigenze in fatto di luce e temperatura.

Piante rampicanti: il Gelsomino del Cile

La Mandevillea suaveolens, meglio conosciuta come Gelsomino del Cile, è una pianta rampicante originaria dell’America centrale e meridionale (in particolare del Cile, appunto) ed appartenente alla famiglia delle Apocinacee. E’ caratterizzato da un fusto molto esile e ramificato e da foglie ovali, lanceolate o cuoriformi di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore. I fiori sono profumati, di forma tubolare, bianchi o rosa, e fanno la propria comparsa nella stagione estiva, per mantenersi a lungo sui rami.

Solitamente si coltiva tra le pareti domestiche, ma nelle zone a clima temperato si può azzardare anche l’allevamento in piena terra, dove il Gelsomino del Cile raggiungerà dimensioni considerevoli, aggrappandosi a muri, reti e ringhiere, fino a toccare i sei metri di altezza. Una volta trovata la collocazione ideale, sarà facile prendersi cura di questa pianta, capace di regalare uno spettacolo di colori e profumi per gran parte dell’anno.

Come riciclare l’albero di Natale

Le feste di Natale sono ormai archiviate, ma non per questo bisogna dimenticarsi dell’albero di Natale che ci ha tenuto compagnia durante i giorni festivi, decorando la casa e donandoci quell’atmosfera tipicamente natalizia che sono un bell’abete addobbato può fare. Se chi aveva scelto l’albero di Natale sintetico non deve fare altro che smontarlo e riporlo nella scatola fino al prossimo Natale chi, invece, aveva scelto l’abete vero ha a disposizione diverse possibilità.

Se possedete un giardino basterà piantarlo in piena terra, proprio a questo proposito vi avevamo già spiegato come far durare a lungo l’abete dopo le feste: l’importante è che non effettuiate l’operazione di messa a dimora quando il terreno è gelato.

Se, invece, vivete in appartamento e non avete il giardino, vietato gettarlo nel cassonetto; se non potete riportarlo al garden center nel quale lo avete acquistato, molti garden center, infatti propongono questa soluzione al momento dell’acquisto, potete approfittare dei punti di raccolta per gli alberi di Natale, allestiti in molte città italiane proprio per evitare il fenomeno dell’abbandono degli abeti nei cassonetti.

Piante tappezzanti: la Tetranema

La Tetranema è una pianta tappezzante appartenente alla famiglia delle Scrophulariacee, tipica del bacino del Mediterraneo. E’ caratterizzata da foglie larghe, ovali, lucide, di colore verde brillante, che tendono a seccare ed a cadere nella stagione invernale, specie se la pianta viene coltivata in piena terra. Tra le foglie, durante la primavera, spuntano dei fusti lunghi una ventina di centimetri, che portano fiori sono di forma tubolare, bianchi, rosa o lilla.

Si adatta particolarmente alla coltivazione in zone morte del giardino, per ricoprire ampi spazi grazie al suo carattere tappezzante, o nella formazione di giardini rocciosi. La si può coltivare anche in vaso, ricoverandola in casa nella stagione invernale, così da mantenerla viva e verde anche nel periodo più freddo dell’anno. La coltivazione è abbastanza semplice e non richiede accorgimenti particolari, tanto che – una volta piantata – può diventare in breve una pianta infestante, occupando tutto lo spazio a propria disposizione.

Le rose inglesi

Se amate le rose non potete non conoscere le rose inglesi, ovvero le rose create dall’ibridadore David Austin che da oltre 50 anni si occupa di incrociare le rose, con il risultato di ottenere delle piante molto belle e facili dal coltivare.

Le rose inglesi di David Austen sono originate dagli incroci tra le rose antiche e le rose moderne: dalle prime hanno ereditato la delicatezza e l’eleganza e dalle seconde i colori e la fioritura prolungata, con in più l’accentuata resistenza e l’alta capacità di adattamento. Generalmente, le rose inglesi possiedono una forma di rosetta o di coppa, i colori brillanti o delicatamente pastello, e un profumo molto sviluppato e allo stesso tempo non invadente.

Le circa 800 rose disponibili nel catalogo di David Austen vengono vendute a radice nuda, perché permettono di essere trasportate in modo più economico e poi perché permettono più soluzioni ai giardinieri. Le rose inglesi possono essere utilizzate nelle aiuole, per creare siepi e bordure, ma anche per coprire dei muri o dei pergolati grazie all’ampia varietà di rose inglesi rampicanti, e possono essere coltivate anche in vasi e contenitori.

Rosmarino prostrato, aromatico e ornamentale

Il Rosmarinus officinalis prostratus è una particolare specie di Rosmarino, caratterizzata dall’aspetto ricadente. Fa parte della famiglia delle Labiate ed è originario del bacino del Mediterraneo, dove cresce spontaneo sia lungo la costa a quote molto basse che nelle zone interne collinari. Si tratta di una pianta caratterizzata da fusti alti poco più di 20 centimetri, con dimensioni molto più contenute, dunque, rispetto al Rosmarino classico.

Le foglie sono strette e lineari, di colore verde brillante sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore. I fiori sono di colore violetto e fanno la propria comparsa nella stagione invernale, per poi restare sulla pianta per gran parte della primavera. Il Rosmarino prostrato può essere coltivato come pianta aromatica, per via del suo caratteristico odore, ma non è escluso che venga allevato a scopo ornamentale, nella formazione di siepi o nella decorazione di giardini rocciosi.

Piante aromatiche: la Canfora

La Canfora (Cinnamomum camphora) è conosciuta principalmente per il suo carattere aromatico, essendo utilizzata in erboristeria e nella lotta a determinati insetti, ma forse non tutti sanno che si tratta di un albero che può raggiungere dimensioni considerevoli (fino a trenta metri), originario del continente asiatico ed appartenente alla famiglia delle Lauracee. E’ caratterizzata da un portamento eretto con chioma densa e ramificata, composta da foglie ovali ed appuntite, di colore rosso in giovane età, verde in età adulta.

I fiori sono riuniti in spighe di colore bianco crema o verdastro e fanno la propria comparsa nella stagione primaverile. I frutti sono invece costituiti da bacche rosse o nere, a seconda del grado di maturazione. Come detto, la Canfora viene coltivata per lo più a scopo industriale per via del profumo caratteristico del suo olio, ma non è detto che non possa essere allevato in giardini pubblici e privati, per creare delle zone d’ombra. In alcuni Paesi la pianta di Canfora è considerata infestante e ne viene vietata la coltivazione.