Palme, fiori e frutti

fiori di palma

I fiori di palma

I fiori delle palme sono di solito piccoli e poco vistosi ma assumono un certo risalto grazie al fatto di presentarsi riuniti in infiorescenza; il loro colore varia dal grigio al bianco crema, ma non mancano i fiori di palma nelle tonalità del lilla, rosa, malva e arancione mentre, quanto al loro aroma, essi possono sia emettere un gradevole profumo che sprigionare un fastidioso olezzo. La loro permanenza sulla pianta è piuttosto breve, durano un giorno ma anche meno, e la loro comparsa si verifica solo su palme mature, fermo restando che l’epoca della fioritura varia molto tra una specie e l’altra.

I fiori di palma crescono tra le guaine fogliari o al di sotto di esse e possono restare semi nascosti nella chioma o sporgersi e farsi evidenti, come nelle specie Washingtonia filifera e Brahea armata. L’infiorescenza nel suo insieme viene chiamata spadice mentre il suo fusto principale viene chiamato peduncolo e può essere spesso e legnoso o sottile e delicato.

Surfinie e petunie: come farle durare di più

surfini e petunie

In questo periodo, i vivai propongono vasetti di petunie e di surfinie da collocare in contenitori più adatti ad essere collocati sui davanzali o bei balconi: queste annuali, infatti, insieme ai gerani, sono le piante che più frequentemente adornano le fioriere. La caratteristica principale di surfinie e petunie è che garantiscono un’abbondante fioritura, ma, essendo delle piante annuali, per quanto vi possiate impegnare, con l’arrivo dell’inverno esse termineranno il loro ciclo vitale. Quello che potere fare, però, è prolungare la loro fioritura. Vediamo come fare.

La prima operazione da compiere è la messa a dimora; procuratevi del terreno soffice e di buona qualità; sbriciolatelo nei contenitori definitivi e mescolatelo con del fertilizzante in granuli a cessione programmata.

Svasate la pianta, cercando di aprire il pannicolo di radici che si sarà formato per consentire ad esse di esplorare il nuovo vaso; sistemate la pianta nel contenitore facendo attenzione a non rovinare le radici; nel ricoprirla considerate che il livello del terriccio si abbasserà via via che annaffierete e che, comunque, dovrà essere reintegrato una volta al mese.

La rotazione dei bulbi

rotazione dei bulbi

Uno dei lavori da fare in giardino o nel terrazzo in questo periodo è mettere a dimora i bulbi a fioritura estiva o autunnale, come i gladioli oppure le Dahlie. I bulbi devono essere interrati a gruppo in modo da ottenere, una volta fioriti, delle macchie di colore nei vasi o nelle aiuole. Il terreno nel quale piantare i bulbi non dovrebbe averne ospitati altri, e una settimana prima di impiantarli andrebbe smosso.

Vediamo come procedere alla messa a dimora dei bulbi: scavate una buca larga e profonda circa una volta e mezzo il diametro di ogni bulbo, mettendo da parte il terreno che togliete; pur stando nella stessa buca, i bulbi non devono stare appiccicati, mentre la parte più bassa deve essere sistemata verso il basso.

La poltiglia bordolese, cos’è, come si usa

poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese è uno dei più antichi anticrittogramici esistenti dal momento che viene impiegata in agricoltura e nel giardinaggio da oltre 100 anni; deve l’appellativo di bordolese al fatto di essere stata utilizzata per la prima volta proprio nella città francese di Bordeaux ed è caratterizzata da un basso grado di tossicità. Si tratta di una miscela di solfato di rame (a ph acido) e calce (sostanza alcalina) disciolti in acqua che reagendo tra loro danno vita a composti acidi, neutri o basici a seconda delle proporzioni tra le due sostanze: le miscele acide svolgono un’azione tempestiva ma possono danneggiare la vegetazione sulla quale si utilizzano, quelle alcaline agiscono con maggiore lentezza, ma la loro efficacia è più persistente anche grazie alla maggiore adesività dovuta agli abbondanti quantitativi di calce.

La poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese agisce su una moltitudine di funghi delle piante (peronospora, antracnosi, blak rot, corineo, monilia, fusicocco, ruggine, ticchiolatura, cilindrosporiosi, septoriosi, escoriosi, vaiolatura, alternaria, cercospora) e può essere usata su diversi tipi di colture: vite, pomacee, drupacee, olivo, agrumi, nocciolo, fragola, piccoli frutti, barbabietola da zucchero, riso, tabacco, oleaginose, ortaggi a foglia, frutto e bulbo, floricole, piante ornamentali e forestali. Le dosi d’impiego della poltiglia bordolese non possono essere indicate a priori ma dipendono dalla stagione, dal clima, dalla rigogliosità della pianta e dall’aggressività del fungo che si vuole contrastare.

Lapageria rosea, il fiore del Cile

lapageria rosea

La Lapageria rosea è una pianta appartenente alla famiglia delle Philesiacee ed originaria del Cile (non per niente viene chiamata anche il fiore del Cile), sebbene la sua diffusione sia ormai a livello planetario. Presenta fusti sottili, che si allungano per un paio di metri, portando foglie ovali ed appuntite dal colore verde scuro.

Nella tarda primavera mostra il meglio della sua bellezza con fiori campanulati e pendenti, rosa, rossi, bianchi o screziati, isolati o riuniti in racemi. Nella stagione autunnale, invece, compariranno delle bacche commestibili, sferiche e scarsamente interessanti dal punto di vista ornamentale. Generalmente la Lapageria rosea viene coltivata come pianta da appartamento, ma laddove la temperatura lo consenta è possibile anche tentare l’allevamento in piena terra, magari collocandola nei pressi di un muro che possa ripararla dei venti invernali.

Oleandro, i consigli per curarlo al meglio

oleandro

Per crescere sano e rigoglioso, l’oleandro ha bisogno di alcune semplici attenzioni, vediamo insieme. Innanzi tutto è fondamentale sapere come e quando annaffiarlo; questa pianta ha bisogno di pochissima acqua, e in ogni caso sopporta meglio la siccità che l’eccesso.

Se viene coltivato in terra, le radici sono in grado di reperire l’acqua in base alle loro necessità se invece viene coltivato in vaso bisogna stare attenti sia ai ristagni sia a non far seccare le radici. Un buon modo per annaffiare la pianta senza sbagliare è quello di procedere dal basso, versando l’acqua nel sottovaso affinché venga assorbita tramite i fori di drenaggio.

Morfologia delle palme, le foglie

sabal palmetto 2

Le foglie delle palme rappresentano senza ombra di dubbio la caratteristica più affascinante di questo genere di piante esotiche; esse possono trovarsi distribuite lungo tutto il tratto superiore del tronco (come nei generi Chamedorea e Rhaphis) oppure sulle chioma e sono sostenute da una base lignea che si chiama picciolo. La parte allargata del picciolo, quella cioè che aderisce al fusto, può cadere insieme alla foglia (come nelle specie a tronco liscio quali la Sabal palmetto) o rimanere attaccata alla pianta.

La lamina fogliare, detta lembo, può essere intera o divisa in segmenti che costituiscono le cosiddette foglioline. Le  dimensioni delle foglie di palma variano molto a seconda della specie e vanno dai pochi centimetri delle palme nane ai venti e più metri di specie come la Raphia taedigera. In base alla loro morfologia distinguiamo le foglie di palme in: foglie pennato-composte, foglie palmate o flabellate, foglie bipennate e foglie intere.

L’Alstroemeria, ovvero il Giglio del Perù

alstroemeria

L’Alstroemeria è una pianta arbustiva perenne appartenente alla famiglia delle Alstroemeriacee ed originaria dell’America meridionale. Presenta radici tuberose e fusti eretti, dai quali partono foglie appuntite e rigide dal colore verde brillante. I fiori spuntano all’apice dei fusti nella stagione primaverile, colorando l’ambiente circostante con tinte che vanno dal rosa al rosso, dal lilla all’arancio, presentando spesso delle sfumature molto caratteristiche.

La forma dei fiori somiglia a quella dei Gigli ed è per questo che l’Alstroemeria viene comunemente chiamata Giglio del Perù, Giglio degli Incas o Giglio delle Ande. Di solito viene coltivata in casa o in giardino per arricchire bordure ed aiuole, ma non è così rara la coltivazione a livello industriale per la produzione di fiori recisi. Prendersi cura di un’Alstroemeria è piuttosto semplice, purché si rispettino le esigenze della pianta, sia per quanto riguarda l’esposizione che per quanto riguarda l’innaffiatura.

Le Bromeliaceae

bromeliaceae

La famiglia delle Bromeliaceae unisce piante molto decorative appartenenti all’ordine delle Bromeliali; di questa famiglia fanno parte circa 50 generi e 1700 specie di piante originarie dell’America Tropicale e Sub-tropicale. Il nome di queste piante deriva dal botanico svedese Olaf Bromel che le studiò per primo. Come dicevamo, queste piante vengono coltivate anche da noi in quanto molto ornamentali: le foglie possiedono colori molto vivaci e le fioriture sono estremamente spettacolari.

Molte pianti appartenenti alla famiglia delle Bromeliaceae sono epifite, ma ci sono anche specie terrestri e rampicanti; possono crescere in terreni salmastri oppure nelle paludi; anche per quanto riguarda le dimensioni sono piuttosto varie: si va da pochi centimetri fino a diversi metri.

Quasi tutte le Bromeliaceae possiedono le foglie disposte a rosetta, ordinate in modo diverso a seconda della specie; tutte possiedono foglie grandi che possono essere succulente oppure inermi, di diversi colori oppure variegate.