Come conservare le bulbose sfiorite

conservare bulbose

Quando le bulbose sfioriscono non è necessario buttarle via, perché anche negli anni successivi possono regalare ottime fioriture, in alcuni casi anche migliori di quelle del primo anno. In ogni caso, pur potendole ripiantare è necessario rispettare il loro periodo di riposo vegetativo e decidere se lasciar riposare i bulbi nel terreno oppure lasciarli riposare sotto terra.

Alcune specie richiedono l’estrazione del bulbo; ad esempio i bulbi di tulipani e giacinti devono essere sempre estratti, in virtù del fatto che queste due piante non hanno la stessa regolarità nel rifiorire l’anno successivo; proteggete questi bulbi da eventuali parassiti con delle polveri antiparassitarie.

Eranthis, Aconito d’inverno

Eranthis

Il genere Eranthis (Ranunculaceae), noto anche con il nome comune di aconito d’inverno, conta una decina di specie di piante bulbose originarie di Asia ed Europa; di facile coltivazione, le piante di questo genere si prestano sia alla creazione di tappeti fioriti su giardini rocciosi che a quella di macchie di colore in grandi aiuole. L’aconito d’inverno presenta foglie leggermente cuoiose e lucide, di colore verde scuro e già a fine inverno, a partire da gennaio-febbraio, produce fiori tondeggianti, di colore giallo oro, che si aprono nelle giornate di sole.

Quanto alle cure colturali, gli eranthis prediligono le esposizioni soleggiate o semiombreggiate, mentre va accuratamente evitata l’ombra totale a meno che le temperature non siano troppo elevate; il terreno ideale è sciolto, ben drenato, ricco di sostanza organica. Riguardo invece le innaffiature, queste possono essere benissimo evitate durante l’inverno, quando basta la pioggia a provvedere alle necessità idriche della pianta, tuttavia, può rendersi necessario bagnare con moderazione nei periodi di calura e durante l’epoca della fioritura in caso di siccità prolungata.

Chionodoxa, ideale per i giardini rocciosi

chionodoxa

Sotto il genere Chionodoxa troviamo riunite 8-10 specie di piante bulbose appartenenti alla famiglia delle Liliaceae e originarie della Turchia; sono caratterizzate da piccoli fiori stellati, di colore blu o rosa, con centro bianco, o semplicemente bianchi, che sbocciano in gruppi all’inizio della primavera su fusti sottili, alti 10-15 cm. Ogni bulbo sviluppa due foglie nastriformi di colore verde scuro.

Quanto alle cure colturali, le chionodoxa tollerano bene qualunque condizione di luce e riescono quindi a prosperare sia in pieno sole che all’ombra; l’esposizione ideale resta però quella a mezz’ombra, meglio se in un luogo della casa o del giardino in cui riceva il sole diretto per almeno 3-4 ore al giorno.

Le innaffiature non sono necessarie durante il periodo di riposo della pianta (che va dalla dalla fine dell’estate all’inizio della primavera), mentre durante il periodo vegetativo le chionodoxa vanno annaffiate con regolarità in modo che il terreno resti sempre umido.

Eremoro, ovvero la candela del deserto

eremoro

Se siete alla ricerca di una pianta fiorita in grado di riempire e rallegrare un angolo vuoto nel vostro giardino senza che sia necessario dedicarle troppe cure e attenzioni, l’eremoro fa sicuramente al caso vostro. Si tratta infatti di una pianta dal portamento maestoso, dotata di vistose inforescenze che, unita ad altre bulbose, si presta benissimo anche alla creazione di deliziose macchie di colore. Vediamone le carattersitiche e le necessità colturali:

L’eremoro (Eremurus), noto anche con il nome comune di candela del deserto, è un genere di pianta bulbosa appartenente alla Famiglia botanica delle Liliaceae; produce fiori molto piccoli, di colore rosso, rosa, arancione, giallo o cremisi, che crescono riuniti in una grande infiorescenze a forma di spiga appuntita e presenta foglie verde chiaro. Nel suo complesso la pianta è piuttosto grande e può raggiungere anche dimensioni ragguardevoli: la sua altezza può variare da uno a due metri e i fiori possono raggiungere i 60 cm di lunghezza. I fiori, privi di profumazione, fanno la propria comparsa in estate.

Il genere eremoro conta una trentina di specie, fra le più diffuse troviamo:

  • Eremurus bungei;
  • Eremurus himalaicus;
  • Eremurus robustus;
  • Eremurus stenophyllus;
  • Eremurus cleopatra;
  • Eremurus fuscus;
  • Eremurus comosus;
  • Eremurus hybrida.

Fresia, il segreto del migliore profumo francese

fresia

La fresia è sicuramente una delle piante più apprezzate per la bellezza dei fiori e il loro soave profumo, ancor più preziose per la possibilità di far schiudere queste delicate corolle in pieno inverno, grazie a un sem­plice sistema di forzatura attuabile solo in serra.

Ma passiamo al nome scientìfico della fre­sia, nome che ricorda il naturalista tedesco F.H. Theodor Freese vissuto nell’ ‘800 e che si dedicò in modo specifico allo studio del­la flora spontanea del continente africano. Nei paesi di origine le corolle della fresia vengono impiegate per intrecciare collane e ghirlande che vengono indossate durante le cerimonie rituali.

Alla fresia vengono anche attribuiti poteri magici e particolari influssi sull’animo fem­minile, per cui non è raro che gli stregoni ordinino pozioni o unguenti in cui il pro­fumo delle fresie assume un ruolo predomi­nante.

A proposito di profumo, è opportuno ricor­dare che dai fiori di cui stiamo parlando, si estrae una preziosa essenza che entra come base nella formula delle più note e costose essenze francesi.

Narciso, la bulbosa dai mille colori

narciso

Delle bulbose da piantare in autunno abbiamo già trattato diffusamente in capitoli precedenti, illustrandone caratteristiche generali e modalità di coltivazione. In questa sede ci occuperemo invece di una delle bulbose di maggior effetto scenografico, nella speranza che tra settembre ed ottobre vi siate ricordati di piantarla nel vostro giardino.

Parliamo del Narciso, una pianta che richiama alla mente antiche leggende, secondo le quali Narciso, appunto, era un fanciullo condannato ad amare la sua immagine, tanto da morire per la disperazione, lasciando al suo posto uno splendido fiore.

Ed in effetti, il fiore el Narciso (nome scientifico Narcissus, della famiglia della Armaryllidacee) non ha nulla da invidiare agli altri ospiti del nostro giardino, presentando delle fioriture diverse tra loro, ma ugualmente spettacolari per la vista.

Bulbose, come coltivarle in un clima mite ed ultimi consigli

bulbose

Nelle regioni a clima mite, e in Riviera, se la stagione si presentasse particolarmente asciutta, si consiglia di annaffiare leggermente le piantagioni di bulbose, ogni quindici giorni, tanto da impedire al terreno di diventare troppo secco e compatto. È ovvio che per queste annaffiature sarà opportuno impiegare acqua non troppo fredda; meglio ancora se fosse possibile disporre, per questo scopo, di acqua piovana che, essendo priva di calcare, è particolarmente indicata per le specie bulbose.

Bulbose in giardino, come piantarle, a che distanza e a quale profondità

bulbose

Ci troviamo ancora nel nostro bel giardino, e, ci restano ancora pochi giorni, prima che inizino le gelate invernali, per preparare i nostri bulbi al riposo stagionale garantendogli una florida fioritura con la ripresa della bella stagione.

Ecco quindi ancora qualche suggerimento, in merito al tipo di terriccio da usare, ed alla distanza da mantenere tra un bulbo e un altro durante la piantagione, nei nostri giardini.

Bulbose, panoramica generale

bulbi di bulbose

Visto che abbiamo tanto parlato delle bulbose, di seguito ho cercato di sintetizzarle con  una panoramica generale, ponendo l’attenzione su quando interrarle, sull’epoca della loro fioritura, sul colore dei loro fiori e sul come utilizzarle al meglio.

Aglio
epoca dell’interramento: autunno
epoca della fioritura: primavera,estate
colore dei fiori: bianchi, rosa, porpora
utilizzazione: roccaglie, bordure, vaso

Cipolla
epoca dell’interramento: autunno
epoca della fioritura: primavera-estate
colore dei fiori: bianchi, gialli
utilizzazione: ai bordi di vasche e stagni, vaso, fiori recisi

Bulbose, preparazione dei recipienti e metodo di piantagione

piantabulbi

Prima di procedere alla piantagione dei bulbi è bene accertarsi della perfetta pulizia dei vasi che li dovranno contenere, ricordando che:

i recipienti che avessero già ospitato altre piante, di qualsiasi specie, prima di essere utilizzati per le bulbose è bene che vengano sottoposti a un’accurata disinfezione consistente nel lavaggio con un detersivo qualsiasi accompagnato da una energica spazzolata sulle pareti interne. Successivamente, dopo aver risciacquato i vasi e averli fatti asciugare, è consigliabile spruzzarli con un insetticida;

in fondo a ciolole e cassette bisogna porre prima uno strato di ghiaia con funzione di drenaggio, poi qualche manciata di sabbia, infine il terriccio già concimato;

sarebbe opportuno che i vasi, una volta preparati come abbiamo detto, restassero in riposo per almeno una decina di giorni prima di mettere a dimora i bulbi, per far sì che la terra si possa ossigenare subendo un benefico processo di ossidazione, cosa che neutralizza l’eventuale azione dannosa derivante dal contallo di particolari sostanze contenute nel terreno con i bulbi.

Bulbose, il terriccio più adatto e le sostanze nutritive indispensabili

terriccio per bulbose

Anche se esistono specie bulbose che hanno bisogno di uno speciale tipo dì terreno per ben vegetare, in genere per questo tipo di piante si consiglia un terriccio che abbia le seguenti caratteristiche:

estrema permeabilità per evitare pericolosi ristagni d’acqua presso le radici del bulbo, il quale possiede tessuti molto sensibili all’azione dell’umidità e che marciscono molto facilmente e rapidamente (infatti, i bulbi coltivati in acqua non debbono mai essere sommersi nel liquido, neppure in modo parziale, ma sfiorare solamente l’acqua con la base della cipolla da cui ben  presto nascono radici di natura acquatica);

grana fine e ben setacciata onde evitare la presenza di sassi o altre impurità;

sia privo di calce, ossia non calcareo;

sia di natura siliceo-argillosa con netta prevalenza dell’elemento siliceo;

in una parola, il terriccio per le bulbose deve essere piuttosto sabbioso.

Vasi per coltivare le bulbose

vasi per bulbose

I recipienti per coltivare le bulbose non sono particolarmente difficili da reperire. Vanno bene sia i normali vasi di terracotta sia le cassette, ma si pos­sono usare con pieno successo anche i re­cipienti a riserva d’acqua, tanto più che in primavera, dopo la fioritura, tutti questi re­cipienti possono essere rapidamente recupe­rati e utilizzati per altre colture.

L’unico accorgimento particolare riguarda la altezza dei vasi, altezza che non deve essere inferiore ai 15 centimetri se si vuole ottenere un buon risultato e, nello stesso tempo, evi­tare che i bulbi o i tuberi si esauriscano eccessivamente in seguito alla fioritura, tanto da pregiudicare le successive emissioni di corolle.

La forma più indicata per i recipienti in cui coltivare i bulbi è senz’altro quella a cio­tola perché consente di raggruppare gli esemplari in modo da formare un cuscino di fiori, e anche perché vasi di questo tipo per­mettono di ammirare le corolle da ogni par­te semplicemente facendo ruotare la ciotola su se stessa. Però, malgrado i vasi rotondi siano i più eleganti per ospitare giacinti o crochi, tulipani o narcisi, su una terrazza, e tanto più su un piccolo balcone, è impossi­bile ospitare molti recipienti di questa forma, dato che essi, in proporzione alle normali cassette rettangolari, occupano molto posto.