L’Arancio trifogliato, ovvero l’arancio amaro giapponese

arancio trifogliato giapponese

L’ Arancio Trifogliato (Poncirus Trifoliata), noto anche come Arancio amaro giapponese, è un agrume appartenente alla famiglia delle Rutaceae; originario di Cina e  Corea è attualmente coltivato in tutto il mondo anche per la creazione di agrumi ibridi più resistenti al freddo. Si presenta come arbusto o albero che può raggiungere i 7 metri di altezza e si distingue dagli altri agrumi per tre caratteristiche:

  • non è un sempreverde;
  • sopporta temperature inferiori anche a -20 °C;
  • i suoi frutti sono ricoperti da una leggera peluria.

Il poncirus deve la propria denominazione di arancio trifogliato al fatto che le sue foglie crescono in gruppi di tre con una foglia centrale più grande che può raggiungere i 5 cm di lunghezza; presenta lunghe spine appuntite e fiori bianchi poco profumati che fanno la propria comparsa in primavera prima delle foglie, mentre i frutti, dal gusto amaro, sono di colore verde-giallo, possono raggiungere i 3-4 cm di diametro e, come accennato, hanno la buccia coperta da una leggera peluria.

Litchi, il frutto che viene dall’Oriente

Litchi

Il litchi è un albero da frutto molto diffuso in Estremo Oriente, ed è presente sul mercato italiano in molte varietà, anche se se quella cinese è senza dubbio la migliore. In natura, gli alberi di litchi possono raggiungere i 15 o 20 metri d’altezza, grazie ad una chioma di forma tondeggiante molto densa; possiedono foglie pinnate e lucide di colore verde scuro. In primavera spuntano i fiori ai quali seguono i frutti che maturano alla fine dell’autunno.

I frutti del litchi sono simili a grosse noci dal guscio ruvido e rosato, e al loro interno contengono la polpa di colore bianco, molto succosa e zuccherina, e un seme marrone non commestibile. Il momento migliore per gustare il litchi è quando questo raggiunge il culmine della maturazione, ovvero quando il frutto presenta una aspetto fresco e un profumo intenso.

Il frutto del litchi può essere conservato anche per un paio di settimane a temperatura ambiente; per gustare al meglio il suo spore deve essere mangiato al naturale, ossia incidendo il guscio a metà, eliminando il nocciolo e mangiando la polpa, ma può essere usato anche come ingrediente di cocktails e di insalate di frutta.

Piante invernali: il Limone Lunario

limone lunario

Un agrume molto diffuso nelle regioni dell’Italia centrale e vicino ai grandi laghi è il limone, che viene coltivato sia come albero da frutto che come pianta ornamentale; se si desidera una fioritura invernale, la varietà più indicata è il Limone Lunario.

Il limone è originario dell’India e dell’Indocina, ed è arrivato nelle regione mediterranee grazie agli arabi; fra le tante varietà di limone, in inverno quella più bella è il limone lunario, il cui nome botanico è Citrus limonlunario”, che si caratterizza per la sua decoratività. Il lunario ha la capacità di fiorire e fruttificare in tutti i mesi dell’anno, cioè tutte le lune, e proprio da questa sua caratteristica viene il suo nome. Il lunario riesce a fiorire splendidamente anche d’inverno, creando una bella macchia di colore all’interno del giardino, grazie al bianco dei fiori e al giallo dei frutti.

Alberi da frutto: il pero

Pero

Il pyrus communis, ovvero l’albero del pero è una pianta molto antica che proviene dall’Asia, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, presente in varie specie. Nonostante le sue origini orientali, il pero vive bene nei climi temperati, e in Italia è presente in tutte le regioni anche se quelle più adatte sono quelle più calde.

Il pero è un albero da frutto che non ha particolari esigenze dal punto di vista del terreno, tuttavia teme la siccità e i terreni poco drenati che possono causare la formazione di ristagni d’acqua. Il pero è una pianta estremamente grande: se lasciato crescere naturalmente può raggiungere i 15 metri d’altezza con un’imponente chioma tondeggiante oppure conica.

Le foglie dell’albero del pero sono ovali e di colore verde brillante, i fiori bianchi e a cinque petali; il frutto di questa pianta è ovviamente la pera, che può avere una forma allungata o tondeggiante a seconda della varietà; anche il colore dei frutti varia in base alla specie dell’albero: possono essere rossi, gialli, verdi, oppure color ruggine.

Solanum, indispensabile per la tavola

solanum laciniatum

Dedicare un angolo del proprio giardino alla coltivazione degli ortaggi rappresenta un’operazione estremamente utile, anche se in apparenza toglie spazio alle nostre care amiche piante da arredamento, quelle che con i propri colori contribuiscono a rallegrare l’ambiente circostante.

In realtà non è proprio così, visto che molte piante “da orto” regalano uno spettacolo godibile per la vista nel periodo della fioritura, con una pioggia di colore che precede l’arrivo del frutto del nostro lavoro. Parliamo ad esempio del Solanum, pianta diffusissima alle nostre latitudini e molto utile dal punto di vista alimentare, visto che ci regala ortaggi come la melanzana (Solanum melongena), il pomodoro (Solanum lycopersicum) o la patata (Solanum tuberosum).

Appartiene alla famiglia delle Solanacee e comprende circa 2000 specie sia arbustive che rampicanti, orticole o infestanti. Generalmente di coltiva in piena terra o in serra, ma non è raro trovare determinate specie adatte alla coltivazione in appartamento e capaci di regalare splendide bacche colorate nel periodo invernale.

Novembre, orto e giardino hanno bisogno di cure

giardino

L’inverno bussa alle porte ed è ormai tempo di abbandonare la vita all’aria aperta per rintanarsi nel tepore della propria casa. Ma non crediate di poter lasciare tutto così com’è nell’orto o in giardino, perché nel mese di novembre ci sono ancora parecchi lavori da fare, prima di dimenticare per un po’ le nostre amiche piante collocate in piena terra.

Intanto possiamo approfittare delle ultime giornate tiepide per dedicarci alla raccolta delle foglie, operazione utile non solo per far pulizia, ma anche per porre le foglie stesse a mo’ di tappeto, in modo da proteggere le piante che non amano particolarmente le gelate invernali.

Non dimentichiamoci poi di piantare le bulbose, se vogliamo godere di una splendida fioritura primaverile, quando torneremo a dedicarci più frequentemente del nostro giardino. Al tempo stesso, ricordiamoci di riportare in casa (o comunque in un luogo riparato) i vasi con piante che temono il freddo e che rischierebbero di morire se tenute all’esterno.

Semina in lettorino

lettorino

La semina in lettorino, è un  sistema che si usa per le specie delicate, che non possono essere seminate in piena terra o in vasi al­l’aperto, oppure per far nascere, in inverno, le pianticelle da mettere a dimora in giardi­no o sul balcone, in primavera. Il lettorino è una specie di ampia cassetta, in legno o in cemento, con due lati spioventi, che può es­sere collocata sul terreno del giardino o del­l’orto; il lettorino munito di un fondo su cui viene deposto uno strato di terra può essere utilizzato anche sul balcone. Ogni lettorino è completato da un coperchio in vetro o in speciale materiale plastico: sia il vetro sia il laminato plastico hanno le funzioni di racco­gliere la maggior quantità di calore possibi­le per facilitare la germinazione dei semi e di assicurare alle future pianticelle la neces­saria  luminosità.

La semina dei lettorini può avvenire secon­do questi tre sistemi:

Semina all’aperto

semine

La semina può essere effettuata in due mo­di: all’aperto o in lettorino.

Oggi esamineremo quella all’aperto e, nel mio post di domani, troverete quella in lettorino.

La semina all’aperto.

Anzitutto, è indispensa­bile che il terreno non presenti la minima traccia di gelo, sia soffice e tiepido al tatto, tanto da poter essere lavorato con facilità.

Prima di seminare è necessario dissodare e livellare il terreno, ripulendolo da sassi, ra­dici, scorie, e annaffiarlo leggermente. Quin­di, se si vuole ottenere una piantagione in file parallele o a scacchiera, si tracciano pic­coli solchi e si depongono i semi nel fossetto così ottenuto. La semina può essere fatta anche in buchette oppure a spaglio, ossia lanciando la semente a manciate perché ri­cada al suolo spargendosi in modo regola­re.

In genere i semi dovrebbero essere ricoper­ti da un leggero strato di terra, ma esistono alcune eccezioni o particolari sistemi di in­terramento di cui abbiamo già parlato nell’articolo “Semi, caratteristiche generali e modo corretto per seminarli” di ieri.

Semi, caratteristiche generali e modo corretto per seminarli

semi

Oggi la moltiplicazione per seme è di uso sempre meno frequente per il diffondersi dei vivai specializzati e per la possibilità di acquistare singole piantine erbacee annuali o perenni in vasetti di torba, pronte ad essere interrate direttamente nelle aiuole o nelle cassette con risultati pressoché immediati e garantiti.

Tuttavia, non sempre si può (o si vuole) ricorrere all’acquisto delle piantine: in questo caso, e soprattutto per quanto riguarda l’orto, il sistema della semina è ancora il mezzo più valido di moltiplicazione; un mezzo abbastanza facile e sicuro purché si rispettino determinate norme.

Ogni tipo di seme ha caratteristiche precise, che esigono uno speciale trattamento prima e durante la semina.

Di seguito ho cercato di raggruppare i semi, secondo le loro caratteristiche, e per ciascun gruppo, ho indicato le norme fondamentali per una corretta seminagione:

semi carnosi

castagne, ghiande ecc: germogliano meglio se vengono posti a macerare nell’acqua per un giorno intero. La semina si deve effettuare non appena i frutti  maturano;

Corbezzolo, la pianta che rallegra l’autunno

corbezzolo

Nella stagione fredda il nostro amato giardino tende a spogliarsi dai magnifici colori, presentandoci uno spettacolo piuttosto triste. Ma non disperate, amici del giardinaggio, perché ci sono delle splendide piante che ragalano una fioritura autunnale o addirittura degli splendidi frutti da ammirare e gustare.

Prendiamo il Corbezzolo, ad esempio, spesso snobbato nei nostri giardini e ritenuto per lo più un albero spontaneo, capace invece di regalare una varietà di colori dalla fine dell’estate all’autunno inoltrato.

Il nome scientifico è Arbutus Unedo, della famiglia delle Ericacee, diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, dove trova la migliore collocazione per via del clima mite. Come detto, cresce per lo più allo stato spontaneo, ma non è poi così raro trovare delle magnifiche piante di Corbezzolo anche nei nostri giardini.

Come proteggere le piante dal freddo e dalla pioggia

proteggere le piante dal freddo

Ormai manca circa un mese e mezzo all’arrivo dell’inverno, e i primi freddi pungenti iniziano a farsi sentire; come noi mettiamo giubbotti e piumoni, è arrivato il momento di metterli anche alle nostre piante, e di pensare a come proteggerle dal freddo e dalle piogge.

Le protezioni per le piante hanno diversi scopi: difenderle dal freddo e dal gelo invernale, anticipare la disponibilità di piante per il giardino, soprattutto nel caso di quelle annuali, o la fioritura in quelle precoci. Per quest’ultimo caso si usa di solito un tunnel di plastica che copre la coltivazione; questo tunnel è costruito con degli archetti di plastica con le punte conficcate nel terreno e ricoperti da un telo di plastica molto resistente.

Noce, l’amica del cuore

noce

Il noce è una pianta proveniente dall’Asia, più precisamente dalla zona Himalayana, diffusasi poi in tutto il bacino del Mediterraneo. Il nome scientifico è Juglans, contrazione di Jovis glans (ghianda di Giove), perché in epoca romana si riteneva che tale albero fosse protetto dal Padre degli dei.

Parliamo di una pianta che può superare i 20 metri di altezza, con il suo tronco eretto e robusto (fino a due metri di diametro) e la folta chioma tondeggiante. Ha foglie ellittiche, vellutate, di colore verde scuro nella pagina superiore e leggermente più chiaro in quella inferiore.

Per quanto riguarda i fiori, occorre ricordare che il noce è una pianta monoica, il che significa che possiede entrambi i sessi sullo stesso individuo, pur mantenendo apparati distinti. I fiori maschili sono rappresentati da infiorescenze pendule, mentre quelli femminili sono raccolti in gruppetti. I frutti sono delle drupe verdastre che, maturando in autunno, si aprono e lasciano cadere le noci vere e proprie.

L’importanza delle etichette nella semina

etichette per piante

Qualunque sia il metodo impiegato, il tipo di contenitore e la stagione, è indispensabile affiancare la semina con un’etichetta sulla quale risulterà la data, il nome del genere, della specie e della varietà. In commercio si trovano etichette di diversa forma e grandezza, da legare ad un ramo o atte ad essere conficcate in terra.

Le più adatte per il giardino sono quelle ritagliate da fogli semi rigidi, in modo da risultare consistenti ma anche flessibili; i vivaisti, invece, usano etichette più leggere e strette, fessurate in modo da poter essere fissate a un ramo formando quasi un nodo scorsoio. Se si utilizzano etichette di plastica flessibile o rigida, le note potranno essere scritte a matita nel lato non lucido della plastica. Per garantire l’aderenza, la stessa cautela dovrà essere osservata se la scritta viene impressa su nastro autoadesivo.

Castagno, pianta preziosa

castagno

E’ difficile parlare dell’autunno senza nominare la castagna, frutto tipico della stagione e molto apprezzato nella dieta nostrana. Ma prima di arrivare a sbucciare le nostre caldarroste, cominciamo dalla descrizione della pianta, diffusa in tutta l’area mediterranea e nel sud dell’Inghilterra.

Il nome scientifico è Castanea sativa, appartenente alla famiglia delle Fagacee e comprendente diverse specie, tra le quali il Castagno europeo, il Castagno giapponese ed il Castagno americano.

Fino a qualche decennio fa la pianta del Castagno veniva considerata estremamente preziosa, poiché rappresentava una valida risorsa per l’alimentazione, fornendo al tempo stesso legna da ardere nel periodo invernale. Poi se ne scoprì l’uso commerciale, specie per le varietà più pregiate, vendute “a peso d’oro” dai produttori. Un buon aiuto, insomma, per l’economia delle zone montane e collinari, che poteva contare sulla stagione autunnale per risollevarsi e progredire.