Hemerocallis, il fiore che dura un giorno

hemerocallis

L’Hemerocallis o Emerocallide è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Liliacee ed originaria di Europa, Asia ed America. Alle nostre latitudini è piuttosto diffusa allo stato spontaneo, specie nella varietà fulva e flava, mentre per la coltivazione domestica o industriale sono stati creati diversi ibridi con colorazioni spesso spettacolari.

Si presenta come una pianta rizomatosa con fusti eretti e carnosi e foglie simili a fili d’erba, arcuate, nastriformi e dal colore verde brillante. Nel periodo estivo ed autunnale l’Hemerocallis si mostra in tutta la sua bellezza, producendo un gran numero di fiori che durano lo spazio di un giorno, ma sbocciano in successione, garantendo quindi una fioritura che dura per diverse settimane.

La coltivazione è abbastanza semplice, adattandosi perfettamente alle esigenze di chi non ha molto tempo da dedicare al giardino. Come sempre, però, bisogna rispettare i bisogni della pianta sia per quanto riguarda la collocazione che per quanto riguarda le operazioni di irrigazione e concimazione. Come regolarsi, dunque?

Come essiccare i fiori

come essiccare fiori

Un’arte legata a quella del giardinaggio è quella di essiccare i fiori; sì, abbiamo usato volontariamente la parola arte perché essiccare i fiori e ricavarne una composizione richiede un procedimento particolare: non basta certo lasciarli senz’acqua per qualche giorno! Non tutti i fiori sono adatti ad essere essiccati, ad esempio quelli con i petali carnosi, come i tulipani, non vanno bene perché hanno troppa acqua da smaltire; inoltre, a differenza di quello che si può pensare, i fiori che vogliamo essiccare devono essere il più freschi possibile.

Una volta che vi sarete procurati i fiori da essiccare, togliete le foglie dagli steli e appendeteli a testa in giù in un luogo poco luminoso ma con un buon ricambio d’aria, in modo da evitare l’umidità che rovinerebbe il processo. Importante è il tempo di essiccazione, infatti ogni fiore ha il suo; ad esempio alle graminacee basterà una settimana, mentre alle cucurbitacee serviranno anche tre mesi prima di essere secche completamente.

Composizioni di Primavera: il centrotavola per Pasqua

composizioni di fiori

Piantine di narcisi, viole del pensiero, mini edera:
ecco gli “ingredienti” di un bel cestino fiorito, perfetto per la Pasqua. Scegliamo di giocare sul contrasto dei colori, ma nulla vi vieta di scegliere fiori in una stessa tinta o in gradazione. I narcisi sono disponibili in bianco, giallo, arancio, salmone, mentre le viole coprono davvero tutta la gamma dei colori.

Per realizzare la composizione, procuratevi un cestino in vimini di forma ovale, lungo circa 45 cm, largo 30 cm e profondo almeno 15 cm, trattato per esterni (nei negozi specializzati, nei mercati e nei supermercati).

Foderatelo internamente con un foglio di plastica nel quale avrete praticato qualche foro per consentire il deflusso dell’acqua in eccesso. Crea sul fondo del cesto uno strato di materiale drenante, alto circa 2,5 cm, con argilla espansa oppure con cubetti di polistirolo, di quelli che si usano per imballare gli oggetti fragili. Copritelo con terriccio per piante in vaso. Lo strato di terra deve essere alto circa 5 cm.

Viole, specie e varietà (parte prima)

viole specie

Al genere Viola appartengono circa 400 specie di piante erbacee perenni (di solito coltivate come annuali o biennali) rustiche o semi-rustiche. Le diverse specie possono essere anche molto diverse fra loro per aspetto, portamento e dimensioni: si va infatti dai pochi centimetri di altezza delle specie prostrate spontanee ai 20-40 cm di alcune viole del pensiero; il portamento può essere appunto prostrato, eretto o cespitoso. Le foglie possono essere a cuore, ovate, sagittate, palmate e pinnate, mentre la grandezza dei fiori, le cui corolle possono essere mono o policromatiche o screziate, può variare da 1 a 10 centimetri.

Più precisamente, le viole possono essere suddivise in due grandi gruppi: violette selvatiche e violette orticole. Al primo gruppo appartengono le violette selvatiche propriamente dette e le violette selvatiche coltivate: le prime crescono spontaneamente e non sono adatte alla coltivazione “domestica” poichè molto esigenti in fatto di terreno, luce, umidità e temperatura, le seconde, più adattabili, possono essere ulteriormente distinte in violette selvatiche antiche e moderne, e violette selvatiche profumate.

Il carciofo, non solo un ortaggio

carciofo

Lo abbiamo avuto sulla tavola per tutto l’inverno, cucinato in tutti i modi ed in tutte le salse e mai fino ad oggi ci era balenato in mente di presentarlo come si deve. Parliamo del Carciofo (Cynara cardunculus), appartenente alla famiglia delle Composite e conosciuto sin dai tempi degli antichi Egizi.

Si presenta come una pianta alta fino ad un metro e mezzo, con fusti cilindrici e foglie molto grandi (spesso spinose). Quello che noi conosciamo come carciofo è in realtà il fiore non ancora sbocciato, del quale consumiamo le brattee verdi o violette a seconda della specie e della maturazione raggiunta.

Per una coltivazione ottimale, si consiglia la collocazione in zone a clima mite, con temperature che non scendano sotto i 18°C o comunque in luoghi non soggetti alle tipiche gelate invernali.

Piante grasse: Aporocactus

aporocactus

L’Aporocactus (noto anche come coda di volpe o coda di topo) è una pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee ed originaria dell’America centrale e meridionale, anche se largamente diffusa a tutte le latitudini. E’ costituita da fusti striscianti, lunghi fino a 60 centimetri e ricoperti da numerose spine.

Nel periodo primaverile presenta una splendida fioritura a forma di imbuto, che può assumere una colorazione che va dal rosso al viola, rendendo la pianta ancor più spettacolare a livello visivo.

Generalmente l’Aporocactus viene colivato in casa, sia in vaso che in panieri sospesi, ma nelle zone a clima temperato non è poi così raro ammirarlo anche in ambiente esterno, dove arricchiscesoprattutto i  giardini rocciosi con la sua particolare bellezza.

Muscari, ovvero il pan del cucco

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Con il nome di Muscari si indica un genere appartenente alla Famiglia delle Liliaceae costituito da circa trenta specie, originarie dell’Asia e dei paesi del bacino mediterraneo, note anche con il nome comune di pan del cucco o cipollaccio. Fra queste la più comunemente utilizzata è la Muscari armeniacum con fiori tubolari azzurri con margine bianco molto profumati, mentre altre specie producono, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, pannocchie di fiori lilla, viola o bianchi.

I muscari si prestano bene sia alla coltivazione in aiuole, bordure e giardini rocciosi, sia alla coltivazione in vaso in balconi e terrazze. Quanto alle cure colturali, prediligono le posizioni soleggiate o in penombra, a patto però di godere di almeno alcune ore di sole; tuttavia si tratta di piante piuttosto resistenti anche al gelo che non necessitano di particolari protezioni. Le innaffiature devono essere regolari nel periodo vegetativo (che va all’incirca da febbraio a maggio-giugno) per garantire uno sviluppo più rigoglioso della pianta; in inverno possono invece essere sospese del tutto.

Piante da giardino, annuali e perenni

piante annuali e perenni

Se siete giardinieri principianti e volete ottenere dei buoni risultati vi sarà utile imparare anche a distinguere le piante in base alla durata del loro ciclo vegetativo. Se già ci seguite avrete senz’altro notato che spesso, nelle schede dedicate alla coltivazione delle diverse piante, viene indicato se queste sono annuali, perenni o biennali. Vediamo quindi la differenza tra queste tre classi di piante relativamente alle loro esigenza colturali:

Le piante annuali propriamente dette sono quelle che concludono il proprio ciclo vegetativo (seme, fiore, frutto e deperimento) nel corso di un solo anno. Esse possono essere distinte in rustiche e semirustiche; le piante annuali rustiche sono piuttosto resistenti al freddo e alle gelate invernali e si possono coltivare all’aperto, le piante annuali semirustiche includono alcune specie da aiuola e necessitano di essere coltivate in luoghi protetti (come serre o verande) laddove ci sia il pericolo di gelate invernali. Sappiate però che nelle zone a clima più mite molte piante annuali semirustiche si comportano come perenni.

Piante da appartamento: l’Alocasia

alocasia

Al genere Alocasia appartengono una cinquantina di piante adatte alla coltivazione domestica, spesso confuse con quelle del genere Colocasia. In realtà anche queste vengono comunemente chiamate orecchie di elefante, ma a ben vedere sono del tutto differenti da quelle dell’altro genere.

L’Alocasia è caratterizzata da foglie ovali e appuntite, dalla forma somigliante a quella di un cuore e con dimensioni che possono raggiungere i 30 centimetri. La colorazione dipende dalla varietà coltivata e può essere di un verde più o meno chiaro, spesso attraversato da venature bianche, viola o porpora. Il fiore è simile a quello della calla, mentre il frutto è sferico e contiene un solo seme.

Generalmente questa pianta viene coltivata nel chiuso delle pareti domestiche, ma in determinate condizioni ambientali si può tentare anche la coltivazione direttamente in piena terra.

Piante medicinali:Mughetto e Ortica; conosciamone le proprietà

piante curative

Il mughetto è un fiore dalle proprietà purificanti, indicato per la concentrazione e per combattere le energie negative create dagli stati depressivi.

Preparate un olio profumato, con cui ritemprarvi dopo un bagno caldo: versate in una bottiglia di vetro mezza tazza di olio di sesamo, mezzo cucchiaino d’olio di mandorle e 3 gocce di essenza di mughetto. Agitate bene e conservate in un luogo fresco e asciutto. Massaggiate l’olio su tutta la pelle del corpo con movimenti lenti e circolari, fino a completo assorbimento.

Se vedete che il vostro viso è stanco e sciupato, fate sciogliere a bagnomaria 2 cucchiai di cera d’api e aggiungete, mescolando, 4 cucchiai di miele e 5 cucchiai di fiori di mughetto sbriciolati. Conservate in un vasetto di vetro ben sigillato e usate la crema al massimo entro 15 giorni.

Come fabbricare un fertilizzante a base di piante selvatiche

fertilizzanti naturali

Con l’arrivo della primavera, qualche volta le colture hanno bisogno di risvegliarsi dai torpori invernali; una buona idea per affrontare al meglio questo periodo è quella di fabbricarsi da soli i fertilizzanti usando come ingrediente principale alcune delle erbacce considerate di solito “materiale di scarto” del giardino, come le piante selvatiche, le ortiche, le felci e il tarassaco. 

Questi fertilizzanti sono di facile preparazioni, assolutamente naturali, e quindi non danneggiano le piante, e anche piuttosto economici. I fertilizzanti naturali devono essere utilizzati per stimolare l’attività del suolo e restituirgli vigore; inoltre sono in grado di far penetrare gli elementi nutritivi al di sotto delle foglie.

Becco di gru, come coltivarlo al meglio

becco di gru

Il becco di gru, o becco di airone (Erodium cicutarium), è una pianta appartenente alla famiglia delle Geraniaceae che cresce spontanea ai margini delle strade prestandosi allo stesso tempo alla coltivazione in vaso e nei giardini rocciosi; ha altezza variabile da 8 a 60 cm e può quindi essere usata anche per creare tappeti erbosi che fioriranno tra marzo e ottobre. Il becco di gru però non è sempreverde e perde la parte aerea durante i mesi più freddi dell’anno. I fiori sono piuttosto piccoli di colore rosa-lilla.

Quanto alle cure colturali, il becco di gru esige di essere coltivato in un luogo luminoso, meglio se in pieno sole; è una pianta piuttosto resistente sia al freddo che al caldo e non ha grandi esigenze idriche: basta annaffiarla sporadicamente ( 2-3 bicchieri d’acqua una volta ogni quindici giorni saranno sufficienti) aspettando che il terreno sia asciutto tra una bagnatura e l’altra.

Eugenia caryophyllata, ovvero l’albero dei chiodi di garofano

Eugenia caryophyllata

L’Eugenia caryophyllata, è un albero di medie dimensioni sempreverde, appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, originario delle isole Molucche e coltivato in Africa, Asia e America Meridionale, per utilizzarne la spezie prodotta dai suoi boccioli floreali, ossia i chiodi di garofano, che vengono raccolti ancora ben chiusi e seccati al sole.

L’albero dell’Eugenia caryophyllata, chiamata anche Syzygium aromaticum, possiede un portamento eretto, una chioma tondeggiante con grandi foglie di colore verde molto lucide; i fiori sono raccolti in corimbi ad ombrello, e da un lungo calice rosso sboccia un fiore bianco dall’aspetto piumoso; dopo i fiori compaiono delle piccole bacche rossastre.

Piante da appartamento: la Fittonia

fittonia

Al genere Fittonia appartengono due specie di piante da appartamento (Fittonia argyrineura e Fittonia verschaffeltii), tanto apprezzate quanto difficili da coltivare, considerando la quasi impossibilità di riprodurre in casa le condizioni di umidità dell’area di origine.

La famiglia di appartenenza è quella della Acanthacee, mentre l’origine si può ricondurre all’America del Sud (il Perù in particolare), sebbene siano stati fatti numerosi tentativi di coltivazione anche in altre zone del Globo.

La Fittonia è caratterizzata da foglie ovali di colore verde brillante con venature bianco-avorio (nel caso della varietà argyrineura) o rosso carminio (nel caso della varietà verschaffeltii). Tende a crescere in larghezza, rendendosi particolarmente adatta alla coltivazione in vasi sospesi.